
Il sistema dei media è protagonista di un grande processo di trasformazione economica e sociale legato allo sviluppo delle tecnologie digitali. La prima, fondamentale conseguenza è l’affrancamento del contenuto dal suo contenitore. Liberato dalle costrizioni del supporto fisico (de-materializzazione), e grazie alla trasformazione del processo produttivo in ambiente digitale (dis-intermediazione), il contenuto acquisisce una propria autonomia, diventando il vero driver della convergenza, in grado di favorire la diffusione di nuove reti e piattaforme distributive, e accelerare il passaggio all’economia digitale. Il saggio di Augusto Preta cerca di comprendere e interpretare quanto sta accadendo oggi nell’economia dei media. A tale scopo analizza i diversi mercati che compongono l’industria dei contenuti: il mercato a monte ai prodotti premium del film e dello sport, ma anche, nel mercato a valle, l’evoluzione della radio, della televisione, in chiaro e a pagamento, e di internet. Vengono inoltre individuati i mercati rilevanti, la struttura economica dei diritti, l’industria dei talenti, i mercati a due versanti e la creative industry. La conclusione è che, in questo processo epocale, i contenuti non rappresentano più i fattori costitutivi di una industry, i media, ma del ‘mercato della convergenza’ in tutte le sue variegate componenti.
Augusto Preta è docente di Economia dei media all’Università di Sassari. Fondatore di ITMedia Consulting, società specializzata nella ricerca e consulenza sui media e contenuti digitali, da anni svolge la propria attività per alcune delle maggiori imprese del settore (Alcatel, Canal+, Fastweb, Havas, Mediaset, Rai, Telecom Italia, Time Warner, Vivendi-Universal, Wind). È autore de I media verso la convergenza (1998) e co-autore di Quella deficiente della TV (2002). È membro dell’Editorial Board di Intermedia, del Board of Directors dell’International Institute of Communications e di numerosi comitati tecnico-scientifici. Collabora con i maggiori quotidiani e riviste del settore.
Il volume è il terzo di una serie di tre manuali dedicata agli strumenti concettuali e tecnici della ricerca sociale. L'attenzione è incentrata sulle analisi multidimensionali esplorative, nei loro fondamenti logici comuni e nello loro specificità tecniche. Sono illustrate l'analisi fattoriale classica, l'analisi in componenti principali, l'analisi delle corrispondenze semplici, le tecniche di "data mining" e "web mining".
Il volume si propone di introdurre il lettore allo studio della pubblica amministrazione, in una prospettiva che cerca di affiancare a una lettura storica del cambiamento delle istituzioni amministrative, una riflessione su modelli teorici e sui saperi applicativi che ne hanno accompagnato i passaggi salienti.
Il volume di Betts, più che una cronistoria della decolonizzazione, vuole essere un'esposizione delle dinamiche generali, politiche, sociali, economiche ma anche culturali, che sono alla base della decolonizzazione e delle sue conseguenze. L'autore descrive le ripercussioni che le due guerre mondiali ebbero sul tramonto degli imperi coloniali, il mutamento negli equilibri internazionali e l'instabilità postbellica che favorirono la decolonizzazione, insieme al crescente ruolo dell'opinione pubblica internazionale. Inoltre prende in esame gli effetti dell'indipendenza sulle ex colonie e mette in luce come tuttora si perpetuino disparità ereditate dall'età del colonialismo.
Da sempre la storia millenaria e la profonda spiritualità dell'India trovano in Europa e in Occidente un vasto movimento d'interesse: non altrettanto può dirsi della sua storia politico-istituzionale. Eppure, con la conquista dell'indipendenza (1947) e l'entrata in vigore (1952) di una costituzione democratica, proprio l'India si configura come la "democrazia più grande del mondo", nonostante le contraddizioni di una società multietnica, plurilinguistica e multireligiosa. Lo studio dell'ordinamento istituzionale indiano di oggi può offrire quindi un fondamentale contributo alla teoria democratica, evidenziando due aspetti di grande interesse: da un lato l'universalità dei valori democratici e la loro applicabilità ai contesti più disparati e apparentemente "incompatibili"; dall'altro la dimostrazione di come come la democrazia, lungi dal costituire un "monopolio dell'occidente", debba adattarsi ai contesti socioculturali dei popoli che, volontariamente, la scelgono.
Il volume affronta lo studio dello sviluppo sociale a partire da una prospettiva contestualista e costruttivista, secondo cui, al di là delle regolarità che accomunano gli individui nei processi evolutivi, ognuno segue un proprio percorso di socializzazione, differenziato in quanto risultante dall'intreccio, in ogni fase evolutiva, di variabili individuali, familiari, relazionali, culturali e contestuali, le quali si influenzano reciprocamente sulla base dei significati che ogni individuo, con la propria storia personale, vi attribuisce. I singoli capitoli si soffermano sugli specifici ambiti relazionali entro cui i bambini, dalla prima infanzia sino alla preadolescenza, costruiscono la propria competenza sociale: la relazione con l'adulto, con i fratelli, con i pari e con gli amici. Parallelamente analizzano i processi e le competenze grazie a cui i differenti percorsi, più o meno funzionali sul piano sociale, si definiscono nel tempo.
Il libro è dedicato ai progettisti di contenuti didattici, il cui obiettivo è quello di aiutare, appunto, a imparare i contenuti. Il libro contiene consigli su come creare gli elementi base di un ciclo di progettazione e su come sviluppare un "learning object" che garantisca non solo gli standard tecnologici ma soprattutto la qualità della formazione.
Questo libro traccia la storia della traduzione dal Diciassettesimo secolo a oggi. Il "traduttore invisibile", secondo quanto afferma Venuti, è quello che ha dominato la produzione di traduzioni nel mondo occidentale, attribuendo al testo tradotto l'illusione di essere l'"originale". Gli esempi tratti da numerose letterature presentano un panorama di quel predominio della traduzione scorrevole su altre strategie di traduzione che ha condotto a una determinata configurazione del canone delle letterature tradotte.
Questo libro nasce come risposta al diffondersi di atteggiamenti e comportamenti indotti dalla comunicazione di massa, che sta trasformando bisogni fisiologici e psicologici in bisogni indotti, di valenza sociale, da appagare per appartenere a un gruppo ed essere integrati. Questa situazione ha la sua chiave di lettura in modelli già conosciuti: il modello del processo di comunicazione a nove elementi e il processo di formazione dell'immagine di un soggetto, sia esso impresa, partito politico, o un intero paese. Uno strumento di riflessione per capire il significato di ciò che succede nel mondo, per ricostruire sui fatti accaduti l'immagine che si voleva diffondere, e quest'ultima confrontarla con i fatti realmente accaduti.
Lo sviluppo del concetto di servizio pubblico è caratterizzato da una articolata e complessa evoluzione normativa, che ha trasformato radicalmente i sistemi organizzativi e i modelli gestionali nel settore dei servizi pubblici. Il testo si prefigge di ripercorrere le tappe che hanno reso possibile la costruzione di un impianto normativo strutturato al fine di garantire il più possibile tutti i soggetti che si relazionano a vario titolo con un determinato servizio pubblico, percorso che non può prescindere dall'esame dell'ingerenza europea sul quadro giuridico nazionale e del tentativo, dagli anni Novanta in poi, di rispettare i principi europei del libero mercato e della tutela della concorrenza, che mirano alla qualità della prestazione del servizio erogato a tutela dell'utente. Tale percorso si snoda attraverso una ricostruzione del regime tradizionale di organizzazione del servizio pubblico fino alla definizione del quadro generale degli attuali modelli di gestione, con particolare attenzione alle forme di tutela del consumatore e dell'utente. Un approccio non solo teorico ma anche concreto e pratico alla materia è infine consentito dall'esame di significativi e rilevanti settori, sia dal punto di vista economico che da quello giuridico, come quelli dei servizi pubblici locali e delle telecomunicazioni.

