Dopo Tre donne (sempre per la collana «Narratori») e Alla ricerca di Joyce (collana «Ossidiana», Ida Boni avvince il lettore con questo romanzo di stati d'animo, di solitudini, di bellezza. Un taglio di luce, un'increspatura marina, il colore di un cielo sono vissuti con l'intensità degli affetti, resti-tuendo alla letteratura il suo ruolo esclusivo: dire ciò che né le immagini né i suoni possono espri-mere (pp. 304).
"La forza della ragione" voleva essere solo un post-scriptum intitolato "Due anni dopo", cioè una breve appendice a "La rabbia e l'orgoglio". Ma quando ebbe concluso il lavoro, Oriana Fallaci si rese conto di aver scritto un altro libro. L'autrice parte stavolta dalle minacce di morte ricevute per "La rabbia e l'orgoglio" e, identificandosi in tal Mastro Cecco che a causa di un libro venne bruciato vivo dall'Inquisizione, si presenta come una Mastra Cecca che, eretica irriducibile e recidiva, sette secoli dopo fa la stessa fine. Tra il primo e il secondo rogo, l'analisi di ciò che chiama l'Incendio di Troia, ossia di un'Europa che a suo giudizio non è più Europa, ma Eurabia, colonia dell'Islam.
"In una città americana, che potrebbe somigliare a quella di Blade Runner, c'è un ristorante McDonald's frequentato soltanto da barboni. Passando attraverso i gabinetti del McDonald's si accede a una delle più importanti università americane e poi ai vari piani d'un grande palazzo situato al numero 3847 di Mystic Avenue. Pare che in quel palazzo abitino molti deportati politici, mandati dal Governo italiano col pretesto di collocarli in un ufficio consolare, oppure in quella famosa università come professori. A volte i deportati sono lasciati per sempre in un appartamento a far niente, ad annoiarsi e a pensare alle donne. Tutti fanno le stesse cose, vagabondano senza meta, raccontano all'infinito la stessa storia". (Gianni Celati)
Viaggiare è sempre stato per Tiziano Terzani un modo di vivere e così, quando gli viene annunciato che la sua vita è ora in pericolo, mettersi in viaggio alla ricerca di una soluzione è la sua risposta istintiva. Solo che questo è un viaggio diverso da tutti gli altri, e anche il più difficile perché ogni passo, ogni scelta - a volte fra ragione e follia, fra scienza e magia - ha a che fare con la sua sopravvivenza. Alla fine il viaggio esterno alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio interiore, il viaggio di ritorno alle radici divine dell'uomo. Un libro sull'America, un libro sull'India, un libro sulla medicina classica e quella alternativa, un libro sulla ricerca della propria identità.
Alla fine degli anni Settanta, Goffredo Parise scrisse un romanzo, dopo un decennio in cui sembrava aver abbandonato definitivamente la forma romanzesca. Quel romanzo vede la luce soltanto adesso. Si potrebbe definire come un'anatomia dell'amore anziano: Parise racconta le peripezie mentali e corporee di una coppia di cinquantenni, entrambi coinvolti in una relazione amorosa con persone molto più giovani. L'epilogo del libro è tragico e violento.
In questo libro Maria Bellonci ricostruisce l'avventura di Marco Polo e del suo viaggio nell'impero del Gran Khan. Città affollate, ricchezze inimmaginabili, un'organizzazione statale per quei tempi perfetta, sette esoteriche e sette di criminali, fontane di fuoco, una civiltà guerriera e nello stesso tempo colta, lo stupore di un mercante che il favore della storia e la sua determinazione portano al centro di un mondo fantastico.
Un padre e un figlio. Il primo racconta la sua vita di emigrante, sospesa tra partenze e ritorni, tra Francia e paese; il secondo ricorda il suo spaesamento e la sua rabbia nei periodi senza il padre, ma anche l'incanto dell'infanzia, immersa in un paesaggio vivido, esuberante. Davanti a loro, un grande fuoco acceso sul sagrato, la notte di Natale. Tutti e due hanno un segreto da nascondere, un segreto legato all'amore della figlia maggiore per un uomo misterioso. Un enigma che si svela poco a poco, fino all'inattesa conclusione. Ambientato in un paese della Calabria e narrato da due voci inconfondibili per l'abile intarsio di parole e ritmi plurilinguistici, il romanzo è insieme di formazione, storia d'amore, atto di denuncia verso le condizioni di vita.
Una donna monumentale, Antonia, avvolta in un caffettano rosso. Una scultrice avanti con gli anni, grassa e malata. Una donna giovane, aspirante scrittrice, accetta di scriverne la biografia ed entra in rapporto con lei, un rapporto difficile, che genera incontri e conversazioni registrate. Un file che man mano si riempie, un file chiamato Matrioska, perché Antonia assomiglia a una bambola russa con i pomelli rossi e gli occhi bistrati, una bambola che ne contiene altre, sempre più piccole. I ricordi della scultrice, le storie d'amore, la relazione appassionata con un giovane gay si intrecciano con altre storie, con la quotidianità della giovane biografa, con la sua vita di madre, con le sue aspirazioni a scrivere davvero in modo creativo.
Sullo sfondo di Gerusalemme e di un difficile dialogo tra israeliani e palestinesi, Padre Matteo, notissimo archeologo francescano, si trova coinvolto casualmente in una complessa vicenda che vede protagonisti i servizi segreti israeliani, un ricchissimo uomo d'affari e un gruppo di giovani idealisti. Matteo viene incaricato dal Custode di Terra Santa, convinto fautore dell'idea di trasformare Gerusalemme in una città di pace sotto l'egida delle varie religioni, di vigilare per la riuscita del progetto. In realtà la morte misteriosa di Padre Luca, un altro archeologo francescano, rivela a Matteo che sono in gioco altri interessi e che sono in molti, forse troppi, a interessarsi del collare di Carlino, il cane di padre Luca.
Ulisse,"l'uomo dalla mente dai mille colori", l'eroe più conosciuto dell'epica occidentale, diventa in questo testo di Pietro Citati un universo da scoprire. Come nell'Odissea non traspare mai una struttura lineare e i motivi appaiono, scompaiono per riapparire di nuovo, sostituendosi agli altri e obbedendo a un sottile principio sinfonico, così il saggio di Citati attraversa temi, luoghi, personaggi omerici, in una serie di echi e rimandi, svelando le selve di enigmi dietro ogni immagine e parola: dalla venerabile Calipso, dea antichissima, ai "doppi" Feaci, abitanti di un mondo intermedio tra l'età dell'oro e quella moderna; da Polifemo, esponente di una civiltà bestiale-umana, alle Sirene, dalle seduzioni irresistibili.
II secolo d.C. La grandezza di Roma è all'apice e l'astro del momento è Settimio Severo, «divino Imperatore». Nessuno lo conosce meglio di Claudio Galeno: è il suo medico personale, colui che con la salute del Sovrano può «determinare» la salute stessa di Roma. Ma il Potere, si sa, suscita invidie e il protagonista si trova invischiato in un gioco spietato di intrighi di Palazzo e di repentini colpi di scena, che si scioglieranno solo nelle ultime pagine. Un magma dove Bene e Male comunque si distinguono e si affrontano dando corpo a indimenticabili personificazioni. Come quella del «detective» Epafrodito, capo dei vigili di Ostia, che oppone al genio sinistro e perverso del principe Caracalla, delfino dell'Imperatore, l'intelligenza paziente e razionale di chi sa stare al proprio posto, a remare per la causa ritenuta giusta (pp. 240).
La biografia di un ebreo italiano e cittadino israeliano che ha assistito, in veste di diplomatico, alle svolte più importanti della politica mondiale del secondo dopoguerra e che offre uno sguardo "dall'interno" sulla questione mediorientale. Emigrato in Palestina in seguito alle leggi razziali, Segre ha partecipato in prima persona alla nascita dello Stato d'Israele. Addetto culturale, portavoce dei vertici politici israeliani negli incontri internazionali, ha sempre ricoperto incarichi "defilati" nell'ambito della politica mondiale che gli hanno consentito di assumere il ruolo di osservatore privilegiato di grandi avvenimenti. Segre dipinge una galleria di personaggi che hanno fatto la storia che hanno vinto e perso grandi battaglie politiche.