Due racconti-inchiesta sulla Sardegna. Baroni in laguna narra la lotta dei pescatori di Cabras, sulla costa occidentale sarda, per l'abbattimento della piramide feudale che li schiaccia in uno stato di arretratezza e miseria. La società del malessere ricostruisce su documenti e testimonianze dirette la vita randagia di un eroe negativo, il brigante Graziano Mesina, filo nero per capire il fenomeno del banditismo sardo. Giuseppe Fiori ha pubblicato il romanzo Uomini ex con cui ha vinto il premio Napoli 1993. È stato vicedirettore del Tg2 e direttore di "Paese sera" oltre che senatore della sinistra indipendente.
Sullo sfondo un Meridione privo di opportunità esistenziali e lavorative, ma prodigo di energia vitale. I protagonisti dei racconti sono alle prese con brandelli d'impegno politico ridotto a pura ciarla da bar, con studi mai finiti o carriere da iniziare, fra amorazzi e rave "alternativi". Rendigote, grafico multimediale che cambia una donna dopo l'altra per poi finire padre di famiglia; 'mpa Gino, colto e raffinato operatore di call center; Teresa, una laurea in giurisprudenza per emigrare al nord in cerca di fortuna e Giacomo, che la fortuna al nord l'ha fatta e sogna solo di tornare.
Un intellettuale ex comunista, arrivato al settantesimo compleanno, ripercorre senza reticenze la sua intera vita, dalla provincia alla grande città, dall'ultima guerra a oggi: gli affetti privati, gli studi della giovinezza e la produzione della maturità, il lavoro all'"Unità" e nel partito, nell'editoria e all'università. E' un'esperienza per molti versi esemplare: una storia di gioie e drammi personali, passioni e crisi politiche, alterne fortune professionali, frequentazioni e amicizie privilegiate: Luigi Russo e Mario Alicata, Salvatore Quasimodo e Pier Paolo Pasolini, Vittorio Sereni e Paolo Volponi, Italo Calvino e Franco Fortini e tanti altri. Tra severi bilanci e aneddoti sorprendenti, autoanalisi e rivelazioni spregiudicate.
"Quando Montalbano incornava su una cosa, non c'erano santi". Il narratore che da anni racconta le storie del commissario di Vigàta, lo sa bene. Una parola stonata, un gesto incontrollato, un dettaglio incongruo bastano a mettere in moto le sue indagini. Così da un'impercettibile crepa nella "normalità" prendono avvio anche queste nuove storie, in cui Montalbano si imbatte nei crimini e nei criminali più eterogenei e insoliti: vecchie coppie di attori che recitano, nel segreto della camera da letto, un funereo copione; insospettabili presidi in pensione che raggirano generose prostitute; mogli astutamente fedeli che ordiscono crudeli vendette ai danni dei loro tronfi mariti ...
Il giovane Marco Celio Rufo è quasi l'incarnazione degli slanci dorati della giovinezza. Assistente di Cicerone, che lo vorrebbe educare alla professione di avvocato, nella Roma violenta e corrotta del tempo, Celio decide a un tratto di dare sfogo alla sua insoddisfazione e si mette in proprio. Frequenta Catullo e le avanguardie poetiche, amoreggia con Clodia, la Lesbia che Catullo cantò, e simpatizza per Catilina, il solitario alfiere della lotta contro le prepotenze e le ingiustizie sociali. Divenuto partigiano di Cesare, si allontana da lui quando comprende che la sua politica è avviata verso la moderazione e si pone a capo di un piccolo esercito di scontenti. Nel suo accampamento rivede le stagioni la sua vita.
La storia di Maria e Giuseppe: senza scostarsi dalla tradizione e dai testi neotestamentari, l'autore dà un resoconto di grande efficacia su un rapporto di coppia fuori dal mito, restituendoci in particolare la figura di Giuseppe come quella di un uomo vivo, di grande concretezza e sensibilità. Prefazione di Carlo Bo. Questo romanzo valse all'autore il Premio Campiello nel 1984.
Composto nel '68 e pubblicato l'anno successivo questo romanzo colse sul campo il senso più autentico di quella celebre figura giovanile: una decadenza romana archetipica, vissuta coi teatrini e i fumetti delle migliori avanguardie storiche. Contro ogni oppressione razionalistica, politica e scientifica, uno sfrenato cabaret "pop" dell'immaginazione e del desiderio.
Il racconto ruota intorno all'ambizioso progetto che, tra l'estate del 1707 e quella del 1708, anima la buona società exillese: l'allestimento di una Sacra Rappresentazione è motivo di vanto per la comunità ma anche intreccio di svariati interessi personali. Il parroco don Giasset spera di accrescere il proprio prestigio e, soprattutto, di distrarre la sua amante, la vedova Ballon, dalla divisa rossa; dal canto suo, la vedova Ballon vuole distogliere del parroco da quella stessa divisa rossa; la locandiera Léontine intravvede lauti incassi grazie all'arrivo di molti forestieri... L'autrice racconta i preparativi e i problemi organizzativi della comunità, mentre apparizioni e miracoli non sempre autentici accendono la fede quanto i pettegolezzi.