Si chiama Erik Maria Bark ed era l’ipnotista più famoso di Svezia. Poi qualcosa è andato terribilmente storto e la sua vita è stata a un passo dal crollo. Ha promesso pubblicamente di non praticare mai più l’ipnosi e per dieci anni ha mantenuto quella promessa. Fino a oggi.
Oggi è l’8 dicembre e a chiamarlo è Joona Linna, un commissario della polizia criminale con l’accento finlandese. C’è un paziente che ha bisogno di lui. È un ragazzo di nome Josef Ek che ha appena assistito al massacro della sua famiglia: la mamma e la sorellina sono state accoltellate davanti ai suoi occhi, e lui stesso è stato ritrovato in un lago di sangue, vivo per miracolo. Josef è ricoverato in grave stato di shock, non comunica con il mondo esterno. Ma è il solo testimone dell’accaduto e bisogna interrogarlo ora. Perché l’assassino vuole terminare l’opera uccidendo la sorella maggiore di Josef, scomparsa misteriosamente. C’è solo un modo per ottenere qualche indizio: ipnotizzare Josef subito.
Mentre attraversa in auto una Stoccolma che non è mai stata così buia e gelida, Erik sa già che infrangerà la sua promessa. Accetterà di ipnotizzare Josef. Perché, dentro di sé, sa di averne bisogno. Sa quanto gli è mancato il suo lavoro. Sa che l’ipnosi funziona. Quello che l’ipnotista non sa è che la verità rivelata dal ragazzo sotto ipnosi cambierà per sempre la sua vita. Quello che non sa è che suo figlio sta per essere rapito. Quello che non sa è che il conto alla rovescia, in realtà, è iniziato per lui.
Dorothy Hewett, una delle voci più importanti della narrativa australiana, ha scritto romanzi, come Il cottage sull'Oceano, che occupano un posto di rilievo nella letteratura del Novecento. La sua vena romantica e gotica insieme trova, tuttavia, la sua più piena espressione in questa raccolta di racconti che appare in italiano col titolo I raccoglitori di fragole e altri racconti.
In queste pagine, scritte in un tempo che copre ben quarant'anni di vita dell'autrice, il mondo proprio della Hewett, l'universo incantato dell'infanzia e del paesaggio rurale, quel «mondo di cameratismo e sassi che volano, di discussioni lunghe e serie e insulti taglienti, di lacrime e risate a crepapelle» si dispiega in tutta la sua forza poetica.
In Joey, un bambino di tre anni cerca di dare un senso agli ingarbugliati misteri della vita. Nelle Barriere di Jarrabin, una ragazzina di undici anni si misura coi pregiudizi razziali di una piccola città dell'entroterra, «uno scorcio di tetti in lamiera... sotto un folto di eucalipti affusolati». Chi si ricorderà della dolce Alice? è invece una storia d'amore e di gioventù scapestrata. I raccoglitori di fragole narra di una coppia di raccoglitori, un ragazzo bianco e sua moglie, una giovane aborigena dell'Australia Occidentale. Joe Anchor's Rock parla di un bambino e di una tomba nascosta sotto un grande masso di granito. Ti dispiacerebbe se passassi a trovare un mio amico? racconta la storia di un viaggio a bordo di un furgoncino lungo la costa dell'Australia Occidentale. Il risveglio della signorina Huggett ruota di nuovo intorno a una figura infantile. Sul Terrace è la descrizione di un breve incontro sessuale. Il Galle Face Hotel è, invece, una storia misteriosa, piena di presagi oscuri e presenze spettrali, esattamente come L'ombra delle sorelle Darkling...
Storie meravigliose e avvincenti, dotate di una diversità straordinaria di personaggi, ambientate in un continente vasto e contraddittorio, e scritte con una energia e una drammaticità uniche.
«Una raccolta di racconti che è un vero e proprio classico».
Paul Kraus, Newcastle Herald
Hanno scritto di Il cottage sull'oceano:
«Un romanzo che raccoglie in sé la grande produzione gotica inglese».
L'Indice
«Dorothy Hewett, grande scrittrice australiana (femminista e comunista, per inciso) ha scritto una storia di passioni e presenze alla Giro di Vite di Henry James, con la lotta degli aborigeni sullo sfondo. Bello».
Loredana Lipperini, la Repubblica
Racconti
Traduzione dall'inglese di Giovanna Scocchera
EAN 978-88-545-0268-0
Pagine 224
Euro 15,50
I NARRATORI DELLE TAVOLE
Gennaio 2010
Dorothy Hewett (1923 - 2002) è nata a Perth, in Australia. Ha pubblicato tre romanzi, un libro di racconti, tredici opere teatrali e nove raccolte di poesie. Molte sue opere hanno ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il Banjo Award per la poesia e, con l'autobiografiaWild Card, il Victoria e Western Australian Premier's Prizes per la non-fiction. Dal 1942 al 1968 ha fatto parte del partito comunista australiano, che ha abbandonato subito dopo l'occupazione sovietica della Cecoslovacchia. Dopo aver abitato per diciotto anni a Sydney, è tornata a vivere a Perth, dove ha insegnato letteratura all'università. Ha trascorso i suoi ultimi anni nelle Blue Mountains. Il cottage sull'Oceano(Neri Pozza 2009), precedentemente apparso presso Giano col titolo La marea delle quadrature, è il suo primo libro pubblicato in Italia.
Non è solo la siccità che affligge il suo Botswana a impensierire Precious Ramotswe. Sembra impossibile, ma qualcuno ce l’ha con la più famosa detective dell’Africa. La sua assistente, la valida Grace Makutsi, ha scoperto nella corrispondenza una lettera minatoria, rigorosamente anonima. Benché preoccupata, la signora Ramotswe non può perdere troppo tempo e si tuffa nelle indagini di un nuovo caso, quello di una giovane donna adottata che vuole scoprire se qualche suo consanguineo è ancora vivo. E poi c’è un dolore di fondo. Il signor JLB Matekoni, buon marito e bravo meccanico, è perso dietro a un sogno: si aggrappa alla speranza che, grazie a un costoso miracolo, Motholeli, la figlia adottiva, possa tornare a camminare.
Precious, però, riesce a muoversi con grazia anche in mezzo ai problemi, sa prendersi i suoi tempi, seduta a meditare, ma sa anche sfrecciare sul mitico e scalcagnato furgoncino bianco, se occorre. Ed è in grado di riconoscere i miracoli, quando li vede. Non quelli grandiosi, ma quelli più terreni e altrettanto meravigliosi: sentirsi amata come una mamma, l’incontro tra due anime gemelle e la terra che ritorna verde dopo una pioggia attesa e rinfrancante
L’intelligenza e la tenacia
di un solo giovane
possono illuminare
l’intero villaggio.
“Prima che scoprissi i miracoli della scienza, era la magia a governare il mondo.” A sei anni William scampa a una maledizione, a quindici vuole diventare ingegnere: gli piace studiare, quasi quanto andare a caccia e in giro per la foresta con l’amico Gilbert. Ma nel Malawi, dove è nato, l’istruzione e` un lusso, la tecnologia è una forma inaffidabile di stregoneria, e comunque prima viene il lavoro nei campi, la lotta quotidiana per sopravvivere. Quando il villaggio viene colpito dall’ennesima carestia, William conosce la fame più nera; e mentre lottano per sfamare le bocche di casa, i genitori non possono più permettersi una retta di 80 dollari all’anno né un figlio improduttivo. Il ragazzo sa che per tornare sui libri deve risolvere nientemeno che l’emergenza principale del Paese: la siccità. Ebbene, le uniche cose che non mancano mai nel Malawi sono il vento e i rifiuti? Armato di un mucchietto di vecchi manuali, di una mezza bicicletta, ingranaggi di trattore e pezzi di metallo raccolti in una discarica, William si impegnerà per realizzare la sua personale magia: imbrigliare la forza del vento e trasformarla in luce, acqua, vita. Da un’infanzia ancora intrisa di leggende alla promessa di un brillante futuro nella tecnologia, la storia di William e del suo piccolo sferragliante miracolo ha conquistato il mondo diventando un simbolo di riscatto. I libri di fisica, le difficoltà economiche e lo sconforto, il sostegno degli amici, l’incredulità dei compaesani e la fiducia dei familiari: fino a quella prima lampadina tremolante che si accende tra le mani del giovane inventore. Il ragazzo che tutti chiamavano misala, “pazzo”, ha catturato il suo sogno e incarnato le speranze di un intero continente.
Chiunque abbia amato un cane sa di cosa parla questo libro. È una storia vera e racconta di una grande amicizia, di tenerezza e dolore, di lealtà e tenacia. E, più di tutto, racconta di una speranza incrollabile. È la storia di un cane straordinario, Hachiko, del suo padrone, il professor Ueno, e di un appuntamento mancato in una stazione di Tokyo. Di un'attesa paziente durata dieci anni e di una fedeltà senza eguali, che ha commosso il Giappone e il mondo intero. Ancora oggi la statua di Hachiko, nella piccola stazione pendolare del quartiere di Shibuya, è uno dei monumenti più visitati di Tokyo. Perché nessuno è immune al fascino di questa storia, e chi vi si imbatte impara almeno una cosa: quando un cane ama il suo padrone, non c'è niente che non farebbe per lui.
“Se vi piacciono i libri come L’Alchimista o Il piccolo principe,
amerete La timidezza delle rose.”
Time Out
Diana è una ragazza poco più che ventenne. Tutto nella sua vita sembra scorrere normalmente – amici, amori, studio –, fino a quando una lettera sconvolge la sua vita. La madre, infatti, prima di morire, le ha lasciato un messaggio in cui le rivela l’esistenza di una sorella gemella, Mary, che il padre aveva portato via con sé. Dopo aver ascoltato le parole di un vecchio cartomante, che la fanno riflettere sul suo destino, e dopo aver letto le lettere che Mary aveva mandato alla madre parlando di un giardino di rose a Istanbul, Diana si convince alla ricerca di sua sorella. Parte così per la Turchia. Non sa ancora cosa l’attende: un viaggio nel sapere, che ridefinirà profondamente tutta la sua vita, sia passata che futura.
Dall’occhio di un grande fotografo per caso, ventisei istantanee – e altrettante paradossali didascalie – di un mondo nascosto, che nessun altro ha saputo vedere.
Il testo contiene le centinaia di riflessioni del celebre eteronimo dell'autore, Bernardo Soares, raccolte in maniera disordinata e "aperta": tragico, ironico, profondo e irrequieto, Soares riflette sulla vita, sulla morte e sull'anima, ma anche sulle sue memorie più intime e sullo scorrere del tempo, sui colori e le emozioni che osserva intorno a sé e dentro di sé.
L'amante è il romanzo che ha fatto conoscere Yehoshua nel mondo.
Nella ricostruzione a piú voci del destino di una famiglia ebraica si accavallano e si confondono storie diverse di mondi lontani e separati: invano ciascun personaggio tenterà di ritrovare la verità di se stesso.
In Un divorzio tardivo Yehoshua disegna con lucidità e poesia la crisi di una famiglia come metafora dell'identità ebraica, divisa tra diaspora e costruzione di uno stato nazionale. E racconta ciò che nessuna ragione o progetto politico potrà mai spiegare: la vicenda semplice e banale di un uomo e di una donna che si amano, vivono una vita insieme, arrivano a odiarsi, a impazzire d'amore e di odio, e non riescono a scindere il legame che li unisce se non a prezzo della vita.
La moglie del protagonista di Cinque stagioni, Molcho, è morta dopo sette anni di malattia, e lui, che è stato un infermiere perfetto e un padre attento, si ritrova con l'ansia di chi ha ancora la morte dentro di sé ed è «costretto» a pensare alla vita. Come ricominciare ad amare, come trovare una nuova ragione di esistere: Yehoshua racconta le cinque, dense stagioni di un uomo giovane ma già da «rifare» e nello stesso tempo mette in scena, accanto al caso personale di Molcho, il dramma piú generale di un Paese che, come lui, deve continuamente ripensare se stesso in rapporto agli altri.
In breve
Le eroine di Isabel Allende recano tutte il medesimo tratto dominante: la passione. Sono le passioni a scolpirne il destino. E Zarité Sedella, detta Tété, protagonista di una storia che si dipana nella Haiti della fine del '700, non fa eccezione. Video, news, approfondimenti e gli incipit dei capitoli del romanzo su www.isabelallende.it.
Il libro
“Nei miei primi quarant’anni io, Zarité Sedella, ho avuto maggior fortuna di altre schiave. Vivrò a lungo e la mia vecchiaia sarà gioiosa, perché la mia stella – la mia z’étoile – brilla anche quando la notte è nuvolosa.”
1770, Santo Domingo, ora Haiti. Tété ha nove anni quando il giovane francese Toulouse Valmorain la compra perché si occupi delle faccende di casa. Intorno, i campi di canna da zucchero, la calura sfibrante dell’isola, il lavoro degli schiavi. Tété impara presto com’è fatto quel mondo: la violenza dei padroni, l’ansia di libertà, i vincoli preziosi della solidarietà. Quando Valmorain si sposta nelle piantagioni della Louisiana, anche Tété deve seguirlo, ma ormai è cominciata la battaglia per la dignità, per il futuro, per l’affrancamento degli schiavi. È una battaglia lenta che si mescola al destarsi di amori e passioni, all’annodarsi di relazioni e alleanze, al muoversi febbrile dei personaggi più diversi – soldati e schiavi guerrieri, sacerdoti vudù e frati cattolici, matrone e cocottes, pirati e nobili decaduti, medici e oziosi bellimbusti. Contro il fondale animatissimo della Storia, Zarité Sedella, soprannominata Tété, spicca bella e coraggiosa, battagliera e consapevole, un’eroina modernissima che arriva da lontano a rammentarci la fede nella libertà e la dignità delle passioni.
Se dovessi morire anch’io, lo saprei, una voce interna me lo direbbe, ma non ho mai sentito in me niente di simile: sia io che i miei amici abbiamo sempre saputo che per noi era diverso.
– Lev N. Tolstoj (1828 - 1910)
Nessuno torna indietro dalla morte per raccontarla. Solo l’invenzione letteraria, quindi, può condurci lungo la strada che si percorre una volta sola, e in una sola direzione: quella verso il momento supremo — ultimo e chiarificatore — di ogni esistenza. E lungo questa strada, la fede e la ragione, la formalità e la sostanza, l’amore e l’egoismo, il passato e il presente... tutti i conflitti esigono una composizione: ma quanto può essere definitiva?
Un cavallo invincibile che però è già stato sconfitto, un fantino che scompare all'improvviso, due magnati senza scrupoli che si contendono la vittoria nel Gran Premio, quattro avventurieri alla ricerca del fantino scomparso... L'ambientazione è quella delle corse ippiche, ma il lettore ha ben presto la sensazione di trovarsi all'interno di una divertita reinvenzione di luoghi, personaggi, generi scaturiti dalle sue mille letture, il tutto accompagnato da un sorriso malinconico e insieme volterriano sulle fortune e sfortune del mondo. Un mondo di cui le corse ippiche sono la metafora, e in cui il sogno della ricerca della "buona sorte" non può che trasformarsi nella consapevolezza che le cose, buone o cattive che siano, semplicemente accadono mentre noi ci dibattiamo più o meno inutilmente per predeterminarle. Come dice infatti un Professore, uno dei due personaggi "narranti", "nessun sogno rivela il senso segreto della vita, ma un segreto molto più grande, ossia che la vita manca di senso".