
La nuova avventura del capitano Alatriste nello sfavillante mondo del teatro del Secolo d'Oro. Le opere di Lope de Vega e Caldéron de la Barca riempiono i corral di Madrid, mentre la città è animata da una fervida vita mondana, fra duelli di spada e di versi poetici, intrighi di corte, schermaglie amorose, invidie e sgambetti per i favori della Corona. Alla malia del teatro non sfugge neppure il malinconico capitano dai folti mustacchi e dallo sguardo di ghiaccio, che si è invaghito di María de Castro, la più famosa attrice dell'epoca, godendo del privilegio di essere ricambiato. Ma sulla bella María ha messo gli occhi Filippo IV in persona e, come tutti sanno, nessuno può "andare a caccia nella riserva del re". Ferito nell'orgoglio, Alatriste non può soffocare le proprie emozioni e si ribella al capriccio reale, contro i consigli del poeta Francisco de Quevedo e le minacce del potente conte di Guadalmedina. E mentre anche il suo giovane scudiero Iñigo Balboa impara a proprie spese che la passione per una donna nasconde più insidie di qualsiasi fendente, il capitano Alatriste si scoprirà pedina di oscuro complotto. Ancora una volta Pérez-Reverte schiude le porte dell'avventura e dell'immaginazione sullo sfondo di un potente ritratto d'epoca, offrendoci allo stesso tempo un'articolata mappa poetica delle passioni umane.
Yael Maggid, dottoranda in antropologia, sopravvive miracolosamente a un attentato a Gerusalemme. La donna si trova alla guida della propria vettura e sta ascoltando per radio l'Inno alla gioia quando l'autobus fermo davanti a lei salta in aria. L'evento drammatico compromette il suo equilibrio personale ma anche i rapporti con le altre persone e con la realtà esterna. C'è la difficoltà di trovare un linguaggio capace di esprimere l'orrore al quale ha assistito, e la sofferenza di comprendere quanto le è accaduto, il progressivo distacco dalle persone a lei vicine, l'inizio di una relazione ossessiva con Avshalom, ebreo ortodosso padre di un bambino vittima dell'attentato.
Kasper Krone, 42 anni, è il discendente di un'antica famiglia circense tedesca, della quale ha replicato i fasti. Silenzioso e schivo, ha poche passioni: il poker, i suoi allievi della scuola di circo e la musica di Bach. E proprio per la musica Kasper ha un orecchio incredibile, dono di cui da sempre fa segreto tesoro per ascoltare non solo la sua amatissima musica ma anche, all'insaputa degli altri, i sussurri più riposti del mondo che lo circonda. Grande era stata la sua sorpresa nello scoprire che la taciturna Klara Maria, giunta da lui anni prima come allieva, condivideva questo suo incredibile dono. Anche per questo non riesce a darsi pace il giorno in cui la bambina, di appena dieci anni, sparisce in circostanze misteriose. Comincia così un'indagine che si dipana tra le vie di Copenaghen e nei meandri dei gesti e dei suoni, ora suadenti ora ingannevoli, degli uomini.
Nel 1972, un anno esatto prima della scomparsa, il premio Nobel per la letteratura Pablo Neruda cominciò la redazione definitiva delle sue memorie, che furono pubblicate postume. Composto da dodici quaderni, ciascuno dei quali si riferisce a importanti momenti della vita del poeta, il libro rievoca in un fluire ininterrotto e bizzarro un'esistenza che ha attraversato nel tempo e nello spazio l'intero Novecento. Sulla scena della memoria si affacciano da un lato le donne amate, gli amici, i personaggi comuni, dall'altro i protagonisti della storia - Gandhi, Nehru, Stalin, Castro, il Che, intellettuali e artisti che, da Picasso a Moravia, lottarono per la libertà - e i grandi avvenimenti del secolo breve - la guerra di Spagna, il secondo conflitto mondiale, la lotta di liberazione delle colonie. Neruda si rivela al lettore un osservatore attento, sottile e spiritoso della realtà che lo circonda, ma soprattutto un uomo che ha pienamente vissuto, calcando da protagonista il palcoscenico della storia e dell'arte.
Assaf è un sedicenne timido e impacciato cui viene affidato un compito singolare: ritrovare il proprietario di un cane abbandonato seguendolo per le strade di Gerusalemme. Correndo dietro all'animale, Assaf viene condotto di fronte a inquietanti personaggi, attraverso i quali ricompone i tasselli di un drammatico puzzle: la vicenda di Tamar, una ragazza solitaria e ribelle, fuggita da casa per andare a salvare il fratello, giovane tossicodipendente finito nella rete di una banda di malfattori. "Qualcuno con cui correre" è il ritratto di due adolescenti che si cercano, che forse si amano, che soffrono ma combattono con generosità per qualcosa che è dentro di loro.
"È la vita di una donna sui cinquant'anni, in crisi dopo un divorzio e la morte della figlia. Incidentalmente scopre la fotografia di un vecchio amore dell'adolescenza fino ad allora ritenuto morto. Nella sua fuga in avanti, decide di scoprire cosa ne è stato di quel fidanzato. E questo la porta fino al Sahara, fino ai campi per rifugiati saharawi." Così Luis Leante riassume uno degli aspetti narrativamente più significativi del romanzo. Giganteggia la figura della protagonista Montse Cambra, colta in un momento delicato della sua esistenza e rapita dalla memoria di un passato mai morto. Il viaggio nel deserto è costellato di avventure, di incontri, tra rifugi di fortuna, oasi e scontri con culture diverse.
Nel 1975, dopo una guerra di liberazione, l'Angola cessa di essere una colonia portoghese e conquista formalmente l'indipendenza. Ryszard Kapuscinski, che nella sua carriera di reporter ha seguito ben ventisette rivoluzioni, era là anche questa volta. Sono ormai trascorsi molti anni, e a prima vista ci si potrebbe domandare che senso abbia riproporre avvenimenti così lontani. A parte il fatto che quella guerra, anche se pochi lo sanno, non è ancora finita, un libro di Kapuscinski, oltre che una cronaca delle battaglie e dei fatti politici, offre la descrizione di un mondo diverso dal nostro. Intrappolato nell'assedio di Luanda, l'autore narra quello che succede in tempo di guerra in una "città chiusa", dalla quale tutti scappano come topi da una nave che affonda: prima i portoghesi con i loro beni e masserizie, poi i negozianti, la polizia, i tassisti, i barbieri, la nettezza urbana e, infine, anche i cani.
Ventinove episodi, racconti in forma di capitoli, variamente intrecciati tra loro, ambientati nella provincia dell'ex Ddr, all'indomani della caduta del Muro. Vi si narrano piccoli, apparentemente insignificanti, episodi di vita quotidiana, che costituiscono spesso momenti di snodo nelle esistenze dei protagonisti, senza che però essi ne abbiano vera consapevolezza. Storie minimali, periferiche, banali di persone qualunque che cercano di sopravvivere in un mondo trasformato. Come l'ex dirigente di partito messo in disparte dopo l'89 o la giornalista i cui articoli sono sempre meno importanti delle inserzioni pubblicitarie di cui il direttore è a caccia. O come Martin, che non fa in tempo a finire il dottorato di ricerca all'università perché dopo la caduta del Muro sono cambiati tutti i professori e i nuovi si portano i loro allievi, con conseguenze a catena per lui drammatiche: tanto che per campare finisce a fare un umiliante lavoro di promozione vestito da sub, con tanto di muta, pinne, maschera e boccaglio, per la catena Nordsee, finché non decide di andarsene arrancando sotto la pioggia nel suo costume.
Aiace, Edipo, Bidone, Spartaco, Antigone, Seneca, Petronio, Demostene. Greci e latini, personaggi d'invenzione e autori letterari. Ciò che li tiene insieme, il denominatore comune, è il concetto, e la pratica, di "bella morte". Aderendo cioè a un'idea fortissima, etica ed estetica insieme, di conclusione della vita nella quale all'inevitabilità del gesto corrispondesse anche e soprattutto una grande dignità, ognuna di queste figure ha deciso, nella finzione o nella realtà, di concludere la propria vita con il suicidio. Con un'azione, dunque, che nella sua drammaticità ha voluto di volta in volta avere un significato civile o sentimentale, valere da protesta o da sacrificio estremo. Anacleto Postiglione ha selezionato e raccolto una serie di pagine che raccontano la percezione tragica che gli antichi hanno avuto di una scelta estrema come il suicidio.
"Questo libro è una pura delizia. Una Lolita dai ritmi più cinematografici, un giovane Holden sullo sfondo della guerra del Golfo: può far pensare a tanti antenati letterari ma fondamentalmente ha la sua voce, fresca, ironica, sorprendente, irritante. È la voce di Jasira, tredicenne mandata a vivere a Houston con il padre libanese, che si ritrova a fare i conti con il suo corpo che cresce troppo in fretta e fa uno strano effetto agli uomini. Tra la scuola che non le piace e la casa che al pomeriggio è troppo vuota, travolta dai suoi orgasmi e manipolata da un vicino che potrebbe essere suo padre e sarà il suo primo seduttore, Jasira scopre il sesso, muovendosi in territorio sconosciuto, e non ha nessuno che l'aiuti a fare il punto sulla mappa. Potrebbe essere un disastro ma c'è Melina, la vicina incinta e già piuttosto materna, e allora si può cominciare a sperare nel futuro e nell'amore, che è poi quello che tutti, Jasira per prima, cerchiamo." (Cristina De Stefano).
Da quando ha sposato Peter, enigmatico compagno di corso alla scuola d'arte, Misty è venuta ad abitare sull'idilliaca Waytansea lsland. Ora Peter, dopo un oscuro tentativo di suicidio, giace in coma all'ospedale. E Misty tiene un diario per quando (semmai) tornerà alla coscienza. Ma - trattandosi di un'opera di Chuck Palahniuk - è inevitabile che il contenuto del diario sia molto bizzarro: misteriosamente cominciano a sparire una dopo l'altra alcune stanze dalle case per le vacanze della zona che Peter aveva ristrutturato. Misty, con l'aiuto di un grafologo, scopre che sulle pareti delle stanze (in realtà murate) sono stati scribacchiati dei messaggi terribili e minacciosi che a poco a poco svelano verità sconvolgenti su di lei e sul suo destino.