Il meglio di una produzione poetica altissima e poco nota, nata in un'epoca storica (618-907) paragonabile per splendore al Rinascimento italiano.
Questa edizione dei "Canti" propone un testo filologicamente controllato sui manoscritti, un'ampia introduzione e un commento aggiornato, che non solo tiene conto delle più recenti acquisizioni in materia leopardiana, ma utilizza anche, su larga scala, supporti informatici per il confronto tra la lingua di Leopardi e quella contemporanea.
Questo volume raccoglie i testi dell'ultimo ciclo di lezioni universitarie che Giacomo Debenedetti ha dedicato alla poesia del Novecento: dopo un capitolo introduttivo centrato sull'ermetismo di Mallarmé, si passa all'esame dei maggiori poeti italiani del secolo, dedicando particolare attenzione alla dimensione narrativa, quasi romanzesca, della lirica. Lo sforzo di lettura e di decifrazione del critico conduce a un'indagine tipologica, distinguendo il filone "ermetico" (Montale, Ungaretti, Luzi) da quello in cui il linguaggio assume una funzione "relazionale" (Saba, Penna, Noventa, Sereni); d'altra parte, come annota Alfonso Berardinelli nella sua prefazione, "spingendoci a leggere narrativamente e ragionevolmente anche la poesia più astratta e irragionevole, ne rende visibile il rovescio e la storia occulta". Questo saggio è stato pubblicato per la prima volta nel 1974, con una introduzione di Pier Paolo Pasolini ripresa anche in questa edizione.
La poesia di Celan, influenzata da Mallarmé, dall'espressionismo e dal surrealismo, è incentrata principalmente sulla problematica etica e metafisica (metafisica del Male) connessa con la persecuzione e il genocidio del popolo ebraico; ma al di là di questa connessione storicamente condizionata essa acquista una valenza universale, che la rende perennemente di attualità e rapportabile a questioni di fondo della nostra civiltà contemporanea. Questo volume presenta il corpus completo del poeta, costituito da nove raccolte, tutte con testo tedesco a fronte e tradotte da Giuseppe Bevilacqua, al quale si devono anche l'introduzione e le note.
La critica più attenta ha visto in Rebora, poeta e mistico, una "tra le personalità più importanti dell'espressionismo europeo", rilevandone il "vocabolario pungente, il registro d'immagini e metafore arditissimo" (Contini): tutta una novità stilistica, i cui risultati spesso non hanno l'eguale tra i poeti del nostro secolo. Ma nell'opera complessiva emerge anche quel singolare "colore umano" che ha tanto commosso i lettori più fraterni: Rebora possiede infatti "quella particolare rozzezza e timidità che è propria degli spirituali; uomini dall'inconfondibile accento, dal passo impreciso che non si dimentica" (Betocchi).
Dopo il volume dedicato al Due-Trecento, l'opera prosegue con i poeti dal XV al XVIII secolo. Come già nel primo volume, ogni sezione è introdotta da alcuni fra i massimi specialisti dei singoli campi, di ogni autore si ridiscute e si offre il testo più attendibile, ogni poesia è annotata con ricchezza di riferimenti e indicazioni di lettura.