Descrizione dell'opera
In un'intervista rilasciata verso la fine della sua vita, Carlo Bo annoverava esplicitamente Clemente Rebora tra le tre o quattro figure letterarie del XX secolo che egli auspicava potessero essere traghettate nel III millennio. Maestro di un sapere che intreccia ardore poetico e passione religiosa, Rebora merita certamente di essere reso meglio accessibile al pubblico degli studiosi anche attraverso un'accurata edizione del suo epistolario.
La pubblicazione del terzo volume porta quindi a compimento l'iniziativa della Fondazione Bruno Kessler - Scienze religiose di Trento, avviata nel 1995 nell'ambito del «Progetto Rosmini» e tesa a creare un'edizione di grande rigore critico e completezza esaustiva dell'epistolario di Rebora. Realizzato come i precedenti con criteri strettamente cronologici, il libro affronta il periodo finale nella biografia reboriana: dodici intensi anni (1945-1957) che si caratterizzano come manifesto della sua maturità e insieme attestano la fragilità incalzante che lo conduce alla morte.
Sommario
Prefazione (A. Autiero). Nota all'edizione. Epistolario 1945-1957. Lettere prive di datazione. Bibliografia. Indici.
Note sul curatore
Carmelo Giovannini, padre rosminiano, ha frequentato da giovane chierico Clemente Rebora nelle comunità rosminiane di Rovereto e di Stresa. Dopo il conseguimento della laurea in lettere moderne presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano con una tesi su "L'ultimo Rebora", ha proseguito la ricerca di lettere, testimonianze e manoscritti inediti del poeta lombardo, curando numerose pubblicazioni, tra cuiper EDB: Epistolario Clemente Rebora. Volume I. 1893-1928. L'anima del poeta (2005) e Volume II. 1929-1944. La svolta rosminiana (2008).
La vita moderna è segnata dal sigillo della solitudine. L’angoscia esistenziale è palpabile. I malintesi, l’indifferenza, la falsità, la morte scavano il baratro che ci separa dall’altro. E tuttavia, «non siamo giustapposti, ma misteriosamente legati, tessuti nella trama universale».
Se la solitudine è la nostra comune condizione, basta un niente – una parola, un sorriso, uno sguardo inaspettato – perché la distanza venga eliminata, perché divampi la gioia di reincontrarsi. La missione dei poeti non è forse quella di aprirci a questo percorso, di provocare l’incontro? In una trentina di brevi testi, Colette Nys-Mazure ci invita a penetrare nel cuore di questo segreto intreccio che sostiene tutti gli esseri.
L'autore, sacerdote e missionario per trentacinque anni nella Repubblica Centrafricana, ha unito al suo lavoro di frate missionario l'impegno per la formazione cristiana e lo sviluppo spirituale, sociale ed economico della gente povera con cui ha vissuto. In questo testo, una raccolta di poesie, esprime i suoi stati d'animo, le sue riflessioni e dipinge con le parole immagini di vita vissuta.
I bagliori dell’infanzia, le gioie, i dolori e gli stati di grazia, i segreti che il tempo schiude solo per un attimo: è fatta di questo la poesia di Mencarelli. Come del ricordo di persone e luoghi che gli sono “appartenuti” – se il verbo appartenere fosse adatto al tempo e alla memoria - o che ha incrociato per un attimo cristallizzandoli in immagini labili ma assolute. Intense e appassionate sono le pagine dedicate all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesú di Roma, dove Mencarelli ha lavorato come operaio e di cui ci racconta storie e incontri indimenticabili.
"Nel 2003 pubblicavo in questa collana Istinto e spettri, di Annelisa Alleva, non a caso studiosa di poeti russi contemporanei, toccata anche dal magistero del più recente e grande, Iosif Brodskij. Quel libro svelava una poesia traboccante e naturale, una pienezza lirica felice e palpitante, e una cifra originale, quanto internazionale, della sua autrice. Una voce originale e inconfondibile, come conferma questo trascinante La casa rotta, una scorribanda poetica ebbra, una corsa sulla neve e in volo, rasoterra, un'esplosione dell'io lirico antico, che a volte, in molti autori, può essere convenzionale, mentre qui nulla è di convenzionale, l'io si appropria sempre e subito dell'altro, della persona a cui parla e si rivolge, da quella malata alle creature palpitanti vitalità. La voce poetica di Annelisa Alleva pare un'amplificazione della realtà psichica e sentimentale, un'amplificazione perfettamente fedele alla fonte, priva di ogni deformazione, ma capace di far suonare le corde segrete e inespresse dell'emozione. Per questo dolore e gioia si mescolano con la fulminea naturalezza con cui buio e luce si susseguono a ogni batter di ciglio. Per questo tale voce suona autentica e inconfondibile, e le sue parole dettate da necessità naturale" (R. Mussapi).
Leggere poeticamente l’essere dell’uomo e del mondo è di pochi. La poesia, ogni genere di poesia, è rivelazione delle profondità d’anima, siano esse limpide o torbide, che riflettono paesaggi inconsueti alla esistenza feriale, e possono, nel caso della limpidezza, obbligare fino all’incanto. Il presente libro offre alla lettura quaranta poesie di Piera Paltro, presente e nascosta in queste composizioni come voce che merita di essere pensosamente ascoltata. Una profonda maturità pervade il discorso di Piera, una moralità eccezionale mai moralistica, che convince senza forzare; un delicato gioco di immagini mai stracariche, che guida alla comprensione vibrante, commossa con serietà. Poesia semplice e completa, in cui la poetessa dice di sé: «Io preparo l’arpa / che suonerò soltanto / all’esodo dell’orrore / dai mondi»; e dice a Dio misericordia, con fiducia estrema per sé e per tutti: «Ti capirò / quando mi coglierai /
nell’attimo / e sarò paradiso».
(dalla Presentazione di don Giuseppe Pollano)
Piera Paltro, scrittrice e poetessa torinese, ha scritto moltissimo. I testi editi superano di molto il centinaio, di cui una quarantina di poesia. La produzione poetica è però assai più ampia, perché molte composizioni sono rimaste autografe e scoperte solo dopo la sua scomparsa. Essa spazia dalla contemplazione della natura a profonde esperienze spirituali, dalle vicende storiche alla storia sacra, dalle persone amate alla umanità intera, ed è in vario modo ma sempre rivelazione di una somma naturalezza con Dio.
Le pubblicazioni in prosa sono più numerose: si tratta soprattutto di narrativa per bambini e adolescenti e racconti della vita di personaggi della Bibbia e di santi per giovani e adulti. Alcune sono state tradotte in diverse lingue straniere.
"Stupore" è parola chiave nelle liriche di Davide Montagna, riunite qui tutte insieme e con una sezione corredata da un apparato critico di varianti. Saggio introduttivo di Marina Marcolini. Si tratta di testi nati come pagine di un diario interiore e perciò nella maggior parte di natura occasionale, ma che rivelano una ricerca espressiva notevole, sorretta dall'amore per la bellezza della parola poetica.
Poesia in lingua dialettale (veneta) con traduzione a fronte.