L’opera presenta – nella prima traduzione italiana con testo a fronte – una scelta di poesie di Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione Anglicana. I temi affrontati dall’autore sono vari: la morte (in generale e in particolare – dei genitori, di cari amici, di grandi personaggi), il ricordo di alcuni luoghi visitati a Gerusalemme, le impressioni suscitate da alcuni dipinti della tradizione pittorica dell’est europeo, il mondo celtico.
Nel segno di un sano ecumenismo la prefazione del volume è stata curata dal padre gesuita Antonio Spadaro, critico letterario de "La Civiltà Cattolica".
La presente antologia raccoglie le composizioni poetiche di autori nati neglli anni Settanta, ciascuno con un proprio stile ed una propria sensibilita'. Che cosa li accomuna? Una stessa idea del fare poetico.
Raccolta di poesie.
Raccolta di poesie in dialetto veronese. Rime zoppe e ritornelli. Storie dimenticate e segreti sfuggiti, paure e sentimenti a buon mercato, raccontati per sbaglio, senza troppi complimenti, senza alcuna prudenza, senza tante pretese. "El balo de la sèngala": Gira la còtola/tacola gitana/anguàna straòlta/bàtola e 'scolta/volta par volta/volta gabàna/ (la te scapa e la te ciama) Gira la ràcola/strolica butina/regina pitòca/col cor su la boca/bala e strabùca/vola e camìna/ (la se alsa e la se inchina).
Dimore, termine più profondo di casa, abitazione casamento. Termine più nobile e, di contro, meno aulico di magione. Le dimore che il titolo menziona sono nobilitate dal velo delicato del ricordo e della nostalgia, dal riemergere di antiche emozioni e affetti.
"In 'D'amore e d'ombra' ci troviamo di fronte a poesie dell'anima. L'artista diventa figlio di Icaro, consapevole delle sue ali di pece, 'dei segreti e delle illusioni del volo'. 'Ebbrezza' diventa la parola chiave. Ebbrezza si contrappone a un paesaggio di nebbie, a un cuore "di ghiaccio"; diventa fuga consapevole, esaltazione necessaria per continuare a sperare, per approssimarsi a una felicità che si fa fugace ma che si vuole assaporare fino in fondo. Una poesia, quella di Russo, lontana sia da sperimentalismi e sterili astrazioni che dalle tentazioni della dimensione edonistica di un certo postmoderno, riverso in una continua dispersione dei fatti e nella negazione di un centro. L'Autore mette in atto una forma di resistenza contro le nostre ne-vrosi, attraverso l'esercizio di una lingua classica e suggestiva che si fa custode di un forte io poetico. Le immagini e i suoni che evoca sono, come nei quadri di Hopper, raggi di luce che attraversano una camera vuota".