All'apice della sua fama, il poeta russo Vladimir Majakovskij lascia Mosca il 25 maggio del 1925. Il 27 luglio varcherà a Laredo il confine con gli Stati Uniti, dove si tratterrà per tre mesi. Questo libro è il risultato di quel viaggio, ed è sorprendente la modernità dell'autore e della sua visione dell'America. Attratto dal progresso, dalla velocità e dalle contraddizioni, il poeta oscilla tra stupito entusiasmo e rabbia, mai indifferenza. E molte delle sue osservazioni hanno il sapore di una straordinaria attualità.
Il libro raccoglie alcune delle più belle odi nerudiane dedicate al libro e al suo mondo: la tipografia, gli scrittori, la poesia, la critica... Dopo "Ode al vino e altre odi elementari", ancora una volta sorprende, di questo grande poeta, la molteplicità della sua ispirazione; niente sembra sfuggire alla sua poesia, e caratteristica peculiare delle odi nerudiane è proprio questa "conquista" delle cose e dei nomi nell'unico linguaggio che il poeta può riconoscersi: quello della poesia.
A cinque anni dal "Lunario dei giorni d'amore", Guido Davico Bonino propone un "libro da comodino" che a quello si collega, anche se diversamente concepito. Nella scansione di una lettura al giorno, lungo l'arco di un intero anno, la poesia non si alterna più alla prosa, ma colma tutte le esigenze espressive che la fenomenologia amorosa ha saputo, attraverso i millenni, e sotto ogni cielo, provocare. Il volume raccoglie infatti una gran varietà di liriche, diverse per generi e autori: dagli arabi ai cinesi e giapponesi, dagli anonimi cantori del continente africano o delle civiltà indoamericane ai maestri della tradizione lirica europea, alle voci poetiche delle ultime generazioni.
Il Cid Campeador - nome leggendario d'un personaggio storico, Rodrigo Diaz de Bivar, vissuto nel sec. XI - è un eroe che si offre al pubblico come modello di equilibrio e di modesta sicurezza di sé, di coraggio mai disgiunto dalla consapevolezza dei limiti del fare umano. Ardito ma accorto, leale e generoso, non è l'eroe sovrumano della Canzone di Orlando, né le sue virtù sono idealizzate: ogni sua azione appare al contrario meditata, e il poema presenta numerose "istantanee" dell'eroe che riflette prima di reagire, anche di fronte ai gravi oltraggi subiti. L'indiscutibile grandezza del Cid, non esente da quelle debolezze umane e da quegli abbandoni all'affetto e all'intimità di sentimento che lo avvicinano all'uomo comune.