Un agile libricino con 30 piccole meditazioni e un “quaderno” per la riflessione personale per il tempo di Avvento e Natale con brani tratti dalle pagine di don Tonino Bello, che sul Natale e sulla Sacra Famiglia scrisse parole meravigliose. Parole per vivere un Natale in piena sintonia con gli ultimi del mondo, ultimi ai quali Gesù, Giuseppe e Maria appartennero pienamente.
ANTONIO BELLO (18 marzo 1935 - 20 aprile 1993), meglio conosciuto come don Tonino, fu vescovo delle diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo. La Congregazione per le Cause dei Santi ne ha avviato il processo di beatificazione.
Ci sono modi diversi per raccontare le storie di vita di persone che sentiamo... Ecco forse basta scrivere solo "sentiamo" per avvertire tutto intero il movimento che alcuni destano con forza dentro di noi. La loro storia si può raccontare e scrivere mettendoli al centro di un canovaccio oppure si può raccontare di quello che accade alle vite degli altri grazie alla vita di quello solo. Oltretutto è questo: una biografia delle vite che hanno in modi diversi incrociato la vita di don Tonino Bello. Perché, come scrive Michele Santeramo, "ci sono vite che cambiano le vite".
Il convegno di Studi "Don tonino Bello cantore di Maria, donna dei nostri giorni", promosso dalla diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca, sostenuto dal Comune di Alessano e dalla Fondazione "don Tonino Bello", ha coinvolto la Pontificia Facoltà Teologica "Marianum" di Roma e la Facoltà Teologica Pugliese di Bari. I loro docenti hanno compiuto interessanti riflessioni sugli scritti mariani del vescovo Bello pubblicati in questo volume.La convergenza di attenzione della sua Chiesa particolare e dei suddetti centri accademici è significativa della loro apertura all'ascolto dello Spirito che continua a parlare al popolo cristiano, per la voce dei suoi profeti.Di questo vescovo, teologo e poeta, sono riconosciute la densità riflessiva e al tempo stesso la intensità dei sentimenti, la novità del suo linguaggio.Si tratta, infatti, di una "riscoperta" di don Tonino, che gioverà non poco allo studio della sua ricca e complessa personalità e della solida cultura che fu alla base dell'intera attività educativa nelle due diocesi pugliesi. C'è da auspicare che la riflessione complessiva del convegno contribuisca a ri-pensare la fede cristiana e a ri-dirla oggi.
Il libro di fra Onofrio è una litania di temi che approfondiscono, da diverse angolature, le differenti prospettive della profezia cristiana, così come è possibile intravederla in don Tonino e in Papa Francesco. Si tratta di un insieme di melodie che formano la grande sinfonia della profezia evangelica. Una profezia che investe tutta la Chiesa e si manifesta come condivisione di ideali e di orizzonti, e insieme, come enucleazione di forme inedite di “ospitalità della soglia”; una profezia che è partecipazione alla vita del popolo e condivisione del linguaggio, dei gesti, dei simboli; una profezia che ha il sapore di una fede colma di umanità e di prossimità con tutti; una profezia che mantiene sempre aperte le porte, fa il primo passo e si mette al passo con gli ultimi; una profezia che ha il “timbro francescano” e, del Poverello di Assisi, intende riprendere l’anelito alla “perfetta letizia”; una profezia che è, nello stesso tempo, denuncia e annuncio, provocazione e stimolo, preghiera e azione; una profezia che vale per tutti i membri della Chiesa e diventa esortazione speciale per i consacrati.
La persona e l'opera del Servo di Dio Antonio Bello sono caratterizzate da una dimensione costitutiva: il francescanesimo. Appartenente all'Ordine Francescano Secolare, don Tonino ha spesso citato gli scritti e i gesti di Francesco d'Assisi, e si è rifatto in modo esplicito all'esempio del santo, come nel memorabile viaggio di pace a Sarajevo. Questo libro è perciò dedicato a illuminare la componente francescana di una luminosa figura contemporanea di santità.
Tre icone bibliche per credenti in cammino, estrapolate dai vangeli di Luca e di Giovanni, nel sorprendente commento di don Tonino Bello. Corrispondono alle parole chiave del pontificato di papa Francesco: misericordia, servizio, missione. Il vescovo santo, come il pastore universale, cerca il volto di Cristo nella Bibbia: lo contempla e accarezza sulla Gerusalemme-Gerico: nel luogo della lavanda dei piedi; al pozzo di Sichar. E nell’oggi: lo contempla nelle odierne periferie esistenziali; entra nella storia secondo la logica dell’incarnazione; sceglie di amare i poveri in modo viscerale.
De finibus terrae: dal Sud America argentino e dal Salento profondo. Jorge Bergoglio e Tonino Bello sono uomini di periferia, attenti alle periferie.
Maestri perché testimoni locali e planetari. Il vescovo di Roma si fa chiamare Francesco per incarnare il volto di una Chiesa povera e dei poveri, amante della pace e del creato; il vescovo di Molfetta, nel 1962, entrava nell’ordine francescano secolare incontrando in Francesco d’Assisi i temi vitali della povertà, della minorità, dell’itineranza.
Le meditazioni dell'uno rimandano a quelle dell'altro e viceversa.
Vibrano sulla stessa lunghezza d'onda.
Li unisce la costante meditazione o la ruminazione della Parola di Dio, l'attenzione ai problemi delle persone, la cura dei poveri, la propensione a privilegiare le esistenze (volti) rispetto alle essenze (dottrine), la fresca veracità della loro testimonianza, l'esigenza di annunciare il messaggio di pace in modo coinvolgente.
Evidente è il comune linguaggio esistenziale o “parabolico”.
L'itinerario nonviolento di Tonino Bello, proposto come una serie di tappe lungo il sentiero di Isaia, s’intreccia visibilmente con quello di Jorge Bergoglio.
Vivono la pace come realismo profetico, dono e impegno, inquietudine creativa. Come cristiana “via, verità e vita” o laico “potere dei segni”, moto delle differenze fecondatrici di comunione. Insomma come rivoluzione della tenerezza (Evangelii gaudium 88, 288) o come capacità di misericordia (così Tonino Bello definiva anche la politica), cioè come azione nonviolenta.
Perché la pace è adesione vitale all’unico annuncio cristiano.
La sintesi più fervida e accorata del pensiero mariano di don Tonino Bello: un pensiero che riassume la sua visione della fede, della Chiesa, del mondo; un pensiero non sistematico, ma intriso di passione, partecipazione, tenerezza, lucidità. Trentuno titoli mariani, trentuno istantanee scattate, con rispetto e devozione, alla Vergine di Nazaret: una litania per i nostri tempi, ricca di immagini splendide, che nel testo si accompagnano ad ampi squarci di catechesi, mai asciutti o schematici, sempre fervidi di idee e lampi di luce.
La più tradizionale delle devozioni a sant'Antonio rivisitata come un dialogo tra il Santo di Padova e don Tonino Bello, considerato già santo nel cuore di molti. Entrambi innamorati di san Francesco hanno avuto il dono di saper annunciare il vangelo agli uomini del loro tempo. E ancora oggi il Santo di Padova raggiunge i cuori con la forza della sua predicazione, mentre il vescovo pugliese continua a spezzare il pane della presenza di Dio con la testimonianza di una pastorale profetica e profumata di futuro.
"Scoprire le radici spirituali a cui ha attinto fin dalla fanciullezza don Tonino", è questo lo scopo delle parole di Mons. Vito Angiuli; attraverso di esse emergono i temi più cari a uno dei profeti più amati del nostro tempo, ora Servo di Dio: poveri e povertà, comunione ecclesiale, senso della vita, pace, carità, visione sociale. L'autore, alternando le sue riflessioni a numerose ed efficaci citazioni dagli scritti e dai discorsi di don Tonino, fa ben comprendere il senso di continuità di prospettiva e di ideali del vescovo di Molfetta, del quale ebbe la fortuna di essere amico: "Qualche volta, avverto il rammarico per non aver fatto tesoro in modo più proficuo di questa relazione e di quanto ho visto con i miei occhi, quasi giornalmente, essendo vissuto vicino a don Tonino durante gli undici anni del suo ministero episcopale. Porto dentro di me il dispiacere di non "aver rubato" qualcosa dello stile e delle intuizioni spirituali e pastorali di questo "vulcano d'amore", pur essendo stato accanto per tanto tempo. So bene che le parole non bastano. Quando, però, sono sincere e provengono dal profondo del cuore, colmano, almeno in parte, i ritardi e forse preludono a una trasformazione più radicale e lasciano intravedere qualcosa di nuovo che lentamente prende forma."
Avviare una riflessione su Maria significa soffermarsi sugli avvenimenti spesso straordinari che ne hanno caratterizzato la vita, ripercorrendone le tappe, riprendendo anche i momenti di ordinaria quotidianità per affiancarla al nostro attuale cammino. In questo viaggio l'autrice si fa accompagnare da un "amico" sensibile e profondo che già aveva ispirato la stesura del suo precedente Preghiere a Maria. Le riflessioni di don Tonino Bello sulla figura di Maria, qualificata in modo semplice e pure straordinario come "donna dei nostri giorni", annullano, nei fatti, lo spazio temporale che ci separa da lei e ne sottolineano le tante analogie con tutte le donne nostre contemporanee.
"La politica è anzitutto arte. Il che significa che chi la pratica deve essere un artista. Un uomo di genio. Una persona di fantasia. Disposta sempre meno alle costrizioni della logica di partito e sempre più all'invenzione creativa che gli viene chiesta dalla irripetibilità della persona. La politica è, poi, arte nobile. Nobile perché legata al mistico rigore di alte idealità. Nobile, perché emergente di incoercibili esigenze di progresso, di pace, di libertà. Nobile, perché ha come fine il riconoscimento della dignità della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria."