Il libro racconta, a mo' di intervista ai genitori, Maria Teresa e Ruggero, il dietro le quinte" della vita di Chiara Luce: il loro matrimonio, la quotidianità del rapporto di coppia e con la figlia, la fede profonda e vera. Una famiglia unica. Ma dalla quale si può imparare molto. "
Dalla Spagna alla Svezia, dal Sud America alla Svizzera, da Medjugorje all'Italia, il volume ripercorre gli itinerari del sacerdote tramite cui lo Spirito Santo ha operato guarigioni ed altre azioni straordinarie.
Con inserto fotografico a colori. Nata e vissuta a Paravati, in provincia di Vibo Valentia, Natuzza Evolo fu segnata da eccezionali doni carismatici e fenomeni mistici straordinari, tra cui stigmate, emografie, bilocazione e dialogo con i morti, che le apparivano nella realtà quotidiana al punto da non farle distinguere i defunti dai viventi. I pellegrinaggi alla casa di Natuzza Evolo si sono svolti per decenni, con moltissimi casi di guarigione attribuiti alla sua intercessione, e hanno lasciato un patrimonio immenso di testimonianze sulla sua opera di carità e sui suoi doni.
Maria Benvenuta Troncatti nasce il 16 febbraio 1883 a Pisogneto di Corteno (BS) da una famiglia di antica nobiltà terriera. Nel 1905 risponde fattivamente alla chiamata alla vita religiosa ed entra nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Dopo alcuni anni a Nizza Monferrato come infermiera, suor Maria viene inviata in Ecuador. Nel 1969 muore in un incidente aereo, avendo offerto la vita per il "suo" popolo. Nel 1997 viene dichiarata dalla Chiesa "Serva di Dio" e nel 2008 "Venerabile". Suor Maria Troncatti ha portato instancabilmente il Vangelo e la carità di Cristo e ha saputo essere tenace operatrice di pace e di speranza per tutte le genti da lei incontrate.
Monsignor Marcel Lefebvre (1905-1991), un nome che fa quasi sempre sobbalzare. Quanti errori, quante affabulazioni si costruiscono attorno alle persone che pensano, che ragionano, che avanzano verità scomode e perciò divengono loro stesse scomode. Scomode come Lefebvre. Conosciuto per lo più come il Vescovo ribelle, monsignor Lefebvre è stato, finora, posto sotto un cono di luce diffamante, non per il suo comportamento di vita, peraltro ineccepibile e altamente virtuoso, da tutti verificabile, ma per la sua forte presa di posizione contro un Concilio pastorale, il Vaticano II, nei cui dettami vedeva e denunciava le conseguenze scristianizzanti e relativistiche che ne sarebbero sorte. Oggi, a distanza di quasi vent'anni dalla sua scomparsa e a quarantacinque dalla chiusura del Concilio stesso, possiamo storicamente avvicinarci a lui con maggiore serenità e senza acrimonia, considerando quest'uomo, meglio, questo sacerdote, non come il nemico di qualcuno, bensì come un impavido e lungimirante soldato di Cristo, paladino dell'integrità della Fede e di Santa Romana Chiesa, del Primato Petrino e dell'Eucaristia. Lefebvre, grazie anche ai figli che ha lasciato, i sacerdoti della Fraternità san Pio X, è ancora lì a indicare che nella tradizione, nella dottrina cattolica, nella celebrazione del Santo Sacrificio della Messa di sempre, nella santità sacerdotale stanno le risposte ai problemi di un mondo che si è perso nel suo orgoglio e nella sua vanagloria, detronizzando Cristo Re.
Due linee destinate a intersecarsi partono da un’unica data, il 1901: a Torino, in una famiglia dell’alta borghesia, nasce Pier Giorgio Frassati e, in una delle chiese più antiche della città, Santa Maria di Piazza, si stabiliscono i padri Sacramentini.
Dopo gli anni dell’adolescenza, in cui maturò sensibilità e spiritualità iniziando a fare della comunione quotidiana un costante punto di riferimento, ecco l’incontro del giovane studente universitario con i «figli spirituali» di san Pier Giuliano Eymard, votati, secondo le intenzioni del loro fondatore, al culto dell’Eucaristia.
Di qui intense ore di adorazione, trascorse dall’«uomo delle otto beatitudini» nella chiesa affidata ai sacerdoti del SS. Sacramento, e un’entusiastica partecipazione alle loro Opere eucaristiche, in un’esemplare dimensione di fede e di carità che è bello riscoprire.
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autore
Carla Casalegno è nata e vive a Torino. Dopo gli studi classici, si è laureata in lettere nell’ateneo torinese. Dopo due monografie su Pier Giorgio Frassati, Una vita di preghiera (Piemme 1988) e Una vita di carità (Piemme 1990), ne ha scritto la biografia (Pier Giorgio Frassati, Effatà 2005). Altre sue pubblicazioni di carattere storico e biografico sono: Nella tenda di Marta. Tre voci in armonia (Itaca libri 2000); la biografia della prima duchessa di Savoia-Aosta, Maria Vittoria Dal Pozzo della Cisterna, Il sogno di una principessa in un regno di fuoco (Effatà 2003); Le più grandi storie d’amore di tutti i tempi (Effatà 2005); Vitalità spirituale a Torino (Effatà 2008), un percorso storico-artistico-religioso su una delle più antiche chiese di Torino, Santa Maria di Piazza.
Chiara ha solo diciott’anni quando perde la vita in un incidente automobilistico causato dall’imprudenza o dall’imperizia di un coetaneo. Da questa tragedia, l’esistenza della famiglia Ibba viene sconvolta.
Scritto da Giampietro Ibba, padre di Chiara, a tre anni dalla morte della figlia, questo volume ricostruisce il triste episodio attraverso i documenti ufficiali, le cronache della stampa locale e gli incancellabili ricordi di quei terribili momenti. Nel racconto si innestano anche le riflessioni religiose, le inevitabili domande e il senso di ribellione che, col tempo, si tramuta in speranza, in ricerca di un senso in ciò che sembra essere assurdo e ingiusto.
Questo libro non è solo il racconto di un percorso spirituale, ma anche un atto di protesta civile verso le autorità che non hanno svolto appieno il loro dovere, verso gli intralci burocratici che hanno impedito che un documento di sospensione di guida a seguito di un precedente incidente, raggiungesse per tempo il ragazzo che ha causato la morte di Chiara. Un libro che chiede giustizia non per sete di vendetta o bramosia di un impossibile risarcimento morale e pecuniario, ma per tutelare tanti altri innocenti.
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autore
Giampietro Ibba, medico presso l’ospedale G. Brotzu di Cagliari, abita a Selargius, comune contiguo a Cagliari. Nato nel 1958 a Vauxle-Pénil, una cittadina a sud-est di Parigi (dipartimento Seine-et-Marne), è coniugato e padre, oltre che della protagonista di questo libro, scomparsa tragicamente nel 2008, di un ragazzo di diciassette anni. È alla sua prima esperienza letteraria.
Madre Odile Serra (1856-1932) a ventidue anni si consacra a Dio, abbracciando la vita religiosa nell’Istituto delle Suore di Carità di Santa Maria.Alla morte della Fondatrice, Maria Luigia Angelica Clarac (1887), per sua stessa designazione la giovane suora diventa la prima Madre generale della nascente Congregazione, della quale regge le sorti per oltre un trentennio. Nel delicato incarico dimostra grandi doti di saggezza e di cuore. E non si limita a proseguire l’opera avviata, ma la consolida e la rilancia: ottiene l’approvazione ecclesiastica della Congregazione, e amplia il campo di apostolato con nuove iniziative come l’Orfanotrofio del Buon Consiglio a Torino. Qui accoglie le figlie dei caduti italiani nella prima guerra mondiale, alle quali aggiunge poi le orfane degli emigrati all’estero e decine di altre ragazze.A tutte dona materna tenerezza, ispirandosi sempre alla Vergine Maria, invocata come Madre del Buon Consiglio.
Destinatari
Quanti sono interessati a conoscere la straordinaria figura di Madre Odile Serra.
Parlare di Madre Margherita Diomira Crispi (1879-1974) significa immergersi in un viaggio affascinante dello spirito che lascia intravedere l’opera di Dio in una sua creatura. La vicenda terrena della Fondatrice delle Oblate al Divino Amore si snoda tra la Sicilia, Roma e l’America del Nord e Centrale. Visse tra due secoli: dal 1879, quando l’Italia unita faceva i primi passi, al 1974, un’epoca recente per noi che ci avviciniamo alla sua figura e alla sua eredità. In questo arco di tempo, Diomira ha lasciato delle tracce profonde del suo passaggio e ha tracciato un cammino per quante vogliono seguirla. Cercò per tutta la vita di far conoscere, amare e adorare il Sacro Cuore e non si dette pace fino all’ultimo respiro.Aveva scoperto l’Amore e non riusciva più a trattenere i suoi slanci per ringraziarlo di averla creata e chiamata a seguirlo più da vicino. Si legò a lui con il voto di vittima durante la festa dell’Esaltazione della Santa Croce del 1913 e il 21 novembre successivo emise anche il voto d’amore. Da quel giorno in poi ogni sua parola e azione dovevano essere fatte solo in vista dell’amore divino.
Destinatari
Tutti coloro che vogliono conoscere il carisma e la spiritualità di Madre Margherita Diomira Crispi.
Autore
Nicola Gori, laureato in lingue e letterature straniere presso l’Università di Firenze, collabora con la Cattedra di Letteratura spagnola della Facoltà di Lettere e Filosofia ed è corrispondente dell’Osservatore Romano. Studioso appassionato degli autori mistici, ha pubblicato numerosi libri in questo campo. È anche autore di premiati racconti e poesie.
Quanti la incontravano nelle corsie dell’ospedale o nella farmacia dove prestava il suo servizio rimanevano conquistati per sempre dal suo sorriso e dal suo sguardo. Ha speso la vita donando amore a chi era nella sofferenza, con particolare attenzione ai più poveri, agli anziani e ai bambini.
Tutti circondava di mille attenzioni e tutti richiamava al destino eterno dell’esistenza. Il popolo della Ciociaria prese subito a chiamarla “l’angelo dei malati” sempre pronto a confortare e consolare. Di un arcangelo, Raffaele, portava il nome, che significa “medicina di Dio”. E la beata suor Maria Raffaella Cimatti (Faenza, 1861 Alatri, 1945) per chi la incontrava è stata realmente una medicina che leniva i mali del corpo e dello spirito. Questa energica donna romagnola – figlia santa di una famiglia santa (il fratello Vincenzo è già venerabile) – ha testimoniato la sua eroica carità soprattutto negli anni della seconda guerra mondiale, contribuendo con la sua preghiera e la sua invincibile speranza a salvare dalla distruzione l’ospedale di Alatri.
Destinatari
Chiunque sia interessato a conoscere un esempio edificante di vita cristiana.
Autore
Valerio Lessi (1957), giornalista e consulente di web marketing, vive e lavora a Rimini. È stato redattore al «Il Resto del Carlino» e al «Il Messaggero», vicedirettore a «La Voce di Rimini». Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Con questa tonaca lisa (2001), libro-intervista con don Oreste Benzi; Una donna felice. Il “segreto” di suor Maria Rosa Pellesi (2007); Genio di carità. Maria Domenica Brun Barbantini (2008); Un faro sulle strade degli ultimi. Giovanni Battista Quilici (2008); Don Oreste Benzi. Biografia (2008); Giuseppe Gemmani. Una fede “Invincibile”, una creatività operosa (2009); Da Betlem al mondo. Giacinto Bianchi missionario e fondatore (2010). Tra le altre sue pubblicazioni: Enrico Bartoletti, Vescovo del Concilio Testimone di speranza (Ed. Paoline, 2009); Don Oreste Benzi. Parroco, cioè padre (Ed. Paoline, 2011).
Emanuele Basile e Mario D’Aleo erano alla guida della compagnia carabinieri di Monreale quando, nel 1980 e nel 1983, furono assassinati dalla mafia. Avevano rispettivamente 30 e 29 anni. Basile passeggiava con la moglie e la figlia. La piccola, quattro anni, era tra le sue braccia quando i killer entrarono in azione.
D’Aleo si trovava sotto la casa della fidanzata. Con lui perirono anche due carabinieri: Giuseppe Bommarito, marito e padre di due figli piccoli, e Pietro Morici.
È una storia di mafia che si svolge nella Sicilia degli anni Ottanta, nella località di Monreale, ma è soltanto un frammento localizzato di una storia che invade da sempre l’intera Isola siciliana.
Ed è una storia di coraggio nel compiere il proprio dovere anche nel pericolo, di impegno e, purtroppo, di solitudine invece di essere affiancati da parte di chi avrebbe dovuto.
Infatti, questi uomini perirono quando furono lasciati soli, senza difese.
La giornalista Michela Giordano, grazie ai ricordi delle famiglie D’Aleo e Basile che persero i loro congiunti, e attraverso gli atti del processo che condannò gli assassini, ha ricostruito una storia interessante per comprendere un’epoca di violenza e di soprusi che avrebbe meritato maggiore attenzione.
Punti forti
L’onestà e l’amore al proprio dovere. Il coraggio di rischiare la vita per il bene comune. Una tragica pagina di storia italiana.
Destinatari
Tutti quelli che cercano la verità nelle vicende tragiche che minano le istituzioni pubbliche e la tranquillità dei cittadini.
autrice Michela Giordano, 32 anni, giornalista di Pagani (Salerno). Attualmente impegnata con l’emittente televisiva Telenuova e con il quotidiano Il Mattino. Ha collaborato, in passato, con le testate Cronache del Mezzogiorno e Metropolis e con il sito web Agoràvox. Autrice del testo teatrale «A’ Fetenzìa», cronaca di un omicidio impunito. È sposata con un ufficiale della guardia di Finanza, di qui nasce il suo particolare interesse per le forze dell’ordine.
Giuseppe Cafasso (1811-1860) svolse la sua azione formativa in pieno Risorgimento. Fu maestro di una schiera di santi sacerdoti, fra cui don Giovanni Bosco. Nell’arco della sua esistenza ha percorso soltanto 30 chilometri di raggio, ma il suo insegnamento e la sua spiritualità, profusi tra il famoso Convitto ecclesiastico di Torino e le carceri regie, furono un moltiplicarsi di santità sacerdotale.
Oggi Benedetto XVI lo ha riproposto, quasi dopo anni di oblio, a modello dei sacerdoti, insieme al santo Curato d’Ars. Di lui ha detto: «Conosceva la teologia morale, ma conosceva altrettanto le situazioni e il cuore della gente, del cui bene si faceva carico, come il buon pastore». Questo uomo di Dio rese inscindibili, attimo per attimo, la vita e la morte. La morte fu sua benigna compagna quotidiana: sempre pronto a «partire», sempre pronto a offrire la chiave d’accesso al paradiso a tutti coloro che si presentavano al suo affollatissimo confessionale. Fu un sacerdote di eccezionale paternità, che si prefisse l’ambizioso disegno di convertire tutti i sessantotto condannati a morte – «i miei santi impiccati», come li chiamava–, che assistette. E il suo disegno si realizzò.
Punti forti
Gennaio 2011: 200° anno dalla nascita del santo. È un libro che esalta tutta la bellezza di essere veri sacerdoti, veri Alter Christus.
Destinatari
Persone credenti e non, interessate al personaggio specifico.
Autrice
Nata a Torino nel 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializzata in biografie. Ha scritto per La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, il nostro tempo, Avvenire, L’Osservatore Romano e collabora con diverse riviste culturali e religiose, fra cui il Timone. È membro delle Accademie Paestum, Costantiniana, Ferdinandea, Archeologica italiana. Fra le sue numerose opere, circa quaranta: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (19983); Madre Teresa. Tutto iniziò nella mia terra (20102); Nello specchio del Cardinale John Henry Newman (2010). Con Paoline ha pubblicato: Elena. La regina mai dimenticata (20022); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (20022); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (20074); Paolo VI. Il papa della luce (2008); Giovanni Paolo II. L’uomo e il Papa (2011). Dal suo studio dedicato alla principessa Mafalda è stata tratta la fiction per Canale 5 Mafalda di Savoia. Il coraggio di una principessa, prodotta da Angelo Rizzoli e diretta dal regista Maurizio Zaccaro.