
Nato nel 1194, Andrea, presbitero e parroco di Spello, affascinato dalla radicale esperienza di Francesco d'Assisi, entrò nell'Ordine francescano a Santa Maria degli Angeli. Nel 1233 a Soria, città spagnola provata da una grave siccità, con la preghiera ottenne abbondanti piogge, e fu perciò proclamato dalla gente "Andrea delle acque". Si prodigò per la pacificazione tra guelfi e ghibellini tanto da meritarsi il titolo di "Angelo della pace". Morì nel 1254. Questo libretto illustrato racconta la sua vita.
«È in sostanza un problema di libertà. La libertà è come la verità: si conquista, e quando si è conquistata, per conservarla, si riconquista. È un perenne gioco dinamico, come la vita, nel quale perdono quei popoli che non l’hanno mai apprezzata abbastanza per difenderla, e non ne hanno saputo usare per non perderla».
«Nel campo economico possiamo affermare che nessun altro Paese libero ha creato tanti vincoli all’iniziativa privata come l’Italia, e in nessun Paese libero sono stati sviluppati – come in Italia – monopoli privati e pubblici. Ho letto più volte che è un errore, nel procedere a riforme sociali preoccuparsi delle leggi economiche, delle quali si arriva a negare la validità e l’importanza. Ma i riformatori sociali dovrebbero essere i primi ad esigere il rispetto delle leggi economiche».
«Solo il rispetto per la libertà individuale ci libererà dalla fatale china di uno Stato che deve fare tutto, provvedere a tutto, rilevare tutte le iniziative e farle sue». «Bisogna puntare alla formazione. Scuole serie, scuole numerose, scuole che insegnano anche senza dare diplomi, al posto di scuole che danno diplomi e certificati fasulli a ragazzi senza cultura».
«Diritti e doveri sono correlativi, non si dà un diritto senza un dovere corrispondente. L’operaio ha diritto al giusto salario, ma ha il dovere di fare il lavoro bene. Il cittadino ha il diritto di essere governato bene, ma ha il dovere di inviare ai posti pubblici elettivi persone moralmente integre e politicamente preparate. In una parola occorre moralizzare la vita pubblica».
«Lo Stato non immunizza il male né lo tramuta in bene; fa subire ai cittadini gli effetti cattivi delle azioni disoneste dei propri amministratori, governanti e funzionari». «Ma l’immoralità pubblica non è caratterizzata solo dallo sperpero del denaro, dalle malversazioni e dai peculati. Applicare sistemi fiscali ingiusti o vessatori è immoralità; dare impieghi statali o di altri enti pubblici a persone incompetenti è immoralità; aumentare i costi di impiego senza necessità è immoralità; abusare della propria influenza nell’amministrazione delle giustizia, negli esami dei concorsi pubblici, nelle assegnazioni di appalti è immoralità». «Perché la moralizzazione della vita pubblica é il miglior servizio che si possa fare alla Patria nostra».
Il volume si compone di tre Parti.
La Prima, intitolata Luigi Sturzo: fede nella libertà, fiducia nell´avvenire, è un affasciante saggio di Marco Vitale sulla vita, gli ideali e le opere realizzate da Sturzo tra il 1899 e il 1959. Marco Vitale, economista d’impresa di grande autorevolezza e fama internazionale (www.marcovitale.it), è anche ideatore, promotore e proprietario della pièce teatrale.
La Seconda, intitolata Libero e forte, è la pièce teatrale scritta da Alfredo Rivoire, e andata in scena la prima volta a Milano il 15 maggio 2009. Tale rappresentazione è riprodotta nel DVD allegato al libro.
La Terza è una sezione illustrata con molte fotografie storiche e a colori, che in modo molto agile ci fanno ripercorrere anche visivamente quell´avventura che è stata la vita di Sturzo.
Sebastiano Valfrè (1629-1710) anticipò quella grande stagione di "santità sociale" piemontese che espresse, fra gli altri, Giuseppe Cafasso, Giovanni Bosco, Giuseppe Benedetto Cottolengo, Maria Mazzarello, Leonardo Murialdo... Sacerdote della Congregazione dell'Oratorio, si dedicò senza risparmio all'assistenza dei poveri, dei malati, dei carcerati e dei soldati savoiardi durante la sanguinosa guerra contro i francesi. E' perciò stato nominato patrono dei cappellani militari. Questo agile libro illustrato ne racconta la vita e le opere con stile avvincente.
Suor Pia Gullini (1892-1959), trappista, fu una figura profetica, che aprì la sua comunità all'ideale ecumenico. Nei primordi del movimento entrò in relazione con i maggiori ecumenisti europei. È un avvenimento straordinario che, in Italia, i primi positivi interventi nel movimento per l'unità delle Chiese abbiano avuto luogo in un monastero di vita contemplativa. Questo libro illustrato racconta le tormentate vicende della sua vita, la sua ricca spiritualità e la sua grande passione per l'ideale ecumenico.
l Cardinale Giuseppe Siri è stata senza dubbio una delle figure più incisive dell’Italia e della Chiesa universale nella seconda metà del Novecento. La sua presenza attiva e spesso determinante in passaggi chiave dell’epoca contemporanea, dalla ricostruzione al boom degli anni Sessanta, costituiscono l’aspetto forse più evidente di un ruolo che peraltro si è tradotto in primis in una lunga e intensa vicenda pastorale. Un’esperienza di servizio, quella di Siri, ampia e integrale rispetto al mondo incontrato, che si è esplicata a partire dalle alte responsabilità di conduzione dell’episcopato peninsulare sino al dialogo sempre aperto con la gente semplice del porto della sua diocesi. Dopo alcuni anni seguenti alla scomparsa nel 1989, l’interesse per la vicenda e l’opera dell’arcivescovo di Genova è progressivamente cresciuto, sollecitato innanzitutto dalla memoria dei testimoni diretti e dalle prime riflessioni di carattere storiografico. La sempre più larga disponibilità di fonti documentarie (l’archivio personale presso l’arcidiocesi di Genova, i fondi dei principali vescovi italiani, l’archivio centrale della Conferenza Episcopale Italiana) permettono oggi di approfondire e precisare la conoscenza della sua figura e della sua opera. Questo volume offre così un ritratto del celebre prelato ligure a più voci, dove ciascun specialista affronta un aspetto del suo pensiero e delle sue iniziative. Ne esce un quadro biografico articolato e ricco di novità, grazie all’uso ingente di fonti scritte e orali, in buona parte inedite, un profilo scientificamente fondato e documentato che rilancia l’attenzione sulla biografia di colui che è stato definito il “papa non eletto”.
Natuzza Evolo (1924-2009) presentava tutta la gamma dei doni meravigliosi legati al più intenso sentimento religioso: colloqui con Gesù, la Madonna, gli angeli, i santi e con le anime dei disincarnati, chiaroveggenza, profezia e bilocazione, ovvero il dono di essere in due luoghi contemporaneamente. Oltre a ciò le stigmate e perfino le emografie, trasudazioni di sangue che tracciavano sul corpo e sui panni della semplice donna calabrese disegni e scritte di carattere sacro, preghiere in latino, greco, aramaico e in altre lingue a lei completamente sconosciute. Il libro narra le vicende della mistica a partire dalla sua difficile infanzia nel paesino calabrese, la sua vita che per più di cinquant'anni è stata dedicata a portare avanti la sua missione, incontrando l'umanità sofferente che andava a visitarla nella sua modesta casa di Paravati - un paese piccolo in cui avvenivano cose straordinarie - e pregando per la guarigione dei malati, miracolo spesso realizzatosi. Le eccezionali fenomenologie di Natuzza Evolo sono documentate da numerose fotografie.
È bello come il sole, Daniele. Ha due occhi grandi grandi, non ha neppure tre anni ma sta già lottando contro un mostro che gli divora i muscoli: la distrofia muscolare di Duchenne, una malattia che colpisce uno su 3500 bambini. Una particolare mutazione, mai riscontrata prima in letteratura medica, fa di Daniele un caso unico. La sua giovane vita è appesa ai progressi della ricerca e alla solidarietà.
Attraverso una serie di contributi, Cinzia Lacalamita si fa portavoce dell'emozionante storia del bimbo che ha conosciuto quasi per caso, navigando in internet.
Cinzia Lacalamita scrittrice di Trieste, è addetto stampa del gruppo di ricerca Body-Image, con il quale segue attivamente alcuni progetti di prevenzione rivolti agli adolescenti. Editorialista del quotidiano online Affaritaliani.it, dove scrive principalmente di fatti di cronaca che coinvolgono le famiglie, abusi, violenza e pedofili. Collabora con la redazione di grilloNews report, mensile di informazione degli amici di beppe Grillo e con radiogoccioline.com. E' Top Ambassador di You Telethon, comunità virtuale di Telethon
Nel 1888 don Michele Rua (1837-1910), su richiesta dei suoi confratelli, viene confermato dalla Santa Sede nella carica di Rettor Maggiore. L’eredità è pesante. Il governo delle istituzioni fondate da don Bosco – la Società Salesiana, l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani – non si presenta facile. Nonostante gli entusiasmi suscitati dalla figura carismatica del Fondatore, la situazione appare fragile sotto molti punti di vista. È necessaria un’opera sistematica di consolidamento dei percorsi formativi, di rafforzamento dell’identità propria, di organizzazione del governo e di coordinamento delle attività. È importante gestire i delicati rapporti con i governi nazionali e la società civile, in un tempo di tensioni sociali e di contrapposizioni ideologiche. Inoltre è necessario rispondere alle crescenti attese riposte sulla missione educativa salesiana. Alla morte, nel 1910, don Rua lascerà al successore un organismo dalle dimensioni mondiali, solido e stabilizzato, in piena espansione, che si impone come una tra le più significative istituzioni religiose della modernità.
Francis Desramaut ci presenta l’articolata personalità di don Rua e l’operosissima sua vita con la precisione dello storico informato e l’efficacia di una scrittura vivace e piacevole. Il tono divulgativo non sminuisce il valore dell’opera, che si presenta ben diversa dalle precedenti biografie edificanti. Qui tutto scorre in modo calibrato, sullo sfondo di eventi storici richiamati con sobria efficacia. Al termine della lettura si ha la percezione della grandezza umana e della profondità spirituale di quest’umile discepolo di don Bosco, che non volle mai apparire sulle grandi scene, sempre mettendo in primo piano la figura dell’amato maestro.
«Il disegno originario che s’annuncia nelle Lettere di fondazione, il precedente carteggio già pubblicato [Edizioni Studium, Roma 2007] si vede prendere forma ora in queste duecentododici Lettere di formazione, raccolte per la cura e con le chiose sempre puntuali di Cesarina Broggi, tutte scritte dalla Madre tra il 27 marzo del 1925 e il 24 dicembre del 1950 e rimaste indenni fino a noi.
[…] Si può immaginare quanto siffatti testi, che trascrivono la comunicazione orale di incontri comunitari (come quelli memorabili di Gubbio negli anni Trenta), abbiano inciso fortemente nella vita spirituale delle Missionarie della Scuola e nel loro rapporto (ogni volta singolare) con la Fondatrice. In queste lettere invece, con la discrezione tipica della scrittura personale, la Madre è come se parlasse “da anima ad anima”, si rivolge al cuore e alla mente delle sue figlie, entra con vigile naturalezza nel loro vissuto quotidiano che ha sempre bisogno d’una parola nuova o d’un impulso evangelico o d’un lieve richiamo per ritrovare la sua valenza misteriosa e divina. Se appena s’indaga la figura stilistica di questa scrittura si resta subito conquistati dalla sua immediatezza e dalla sua vicinanza alla vita e ai sentimenti della corrispondente. Al tempo stesso, mentre si prende cura d’ogni Sorella e ne asseconda le movenze più quotidiane (o forse proprio per questo), con un colpo d’ala la scrittura della Madre si solleva puntualmente e del tutto naturalmente ai grandi ideali e ai grandi motivi della vita cristiana e della consacrazione religiosa».
Biografia e spiritualità di Sr. Maria Serafina co-fondatrice del Monastero Carmelo San Giuseppe di Locarno Monti (Svizzera).
Vita del Servo di Dio Arsenio da Trigolo (al secolo Giuseppe Antonio Migliavacca, 1849-1909), cappuccino. Dapprima sacerdote gesuita, fondò l'istituzione delle Suore di Maria SS. Consolatrice. Allontanato dalla Congregazione a seguito di accuse infamanti e prive di fondamento, ottenne di essere ammesso fra i Cappuccini. Fu confessore stimato, predicatore di esercizi, animatore del Terz'Ordine e direttore spirituale.
Contenuto
La venerabile Sandra Sabattini (1961-1984) ha lasciato scritto nel suo Diario: «Io non voglio vivere una vita piena di niente». Il suo tempo, tolte le ore di studio prima alle scuole superiori e poi all’università, era tutto per l’associazione Papa Giovanni XXIII di Rimini. «Vorrei invitarvi a fare una cosa molto semplice: a leggere, a rileggere queste pagine del Diario di Sandra e a diffondere questo Diario soprattutto fra i giovani». Mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini
Destinatari
Per ragazzi, educatori. Tutti.
Autore
MASSIMO BETTETINI, è psicoterapeuta, psicologo della fiaba e poeta. Ha vinto premi letterari nazionali e internazionali. È curatore e autore di raccolte di fiabe, di racconti per ragazzi e di numerosi testi divulgativi di psicopedagogia.