Con un gesto profetico, in pieno Anno Santo del 1975, Paolo VI lanciò il seme di redenzione della Esortazione apostolica "Gaudete in Domino", sulla gioia cristiana. Suscitò stupore che un Papa anziano avesse sentito la felice necessità interiore di indirizzare una specie di inno alla gioia divina, per suscitare una eco nel mondo intero e anzitutto nella Chiesa. Questo fa capire che Paolo VI possedeva il segreto della vera gioia cristiana, radicata nella fede e nella speranza. Per Paolo VI la vita cristiana non può essere senza gioia. Se la vita cristiana comprende la Croce, la rinuncia, la mortificazione, il pentimento, il dolore, il sacrificio, pure non è mai priva di un conforto, di una consolazione, di una gioia interiore, che non mancano mai quando le nostre anime so-no in grazia di Dio. Sì, noi cristiani dobbiamo sentirci felici. La salvezza che Cristo ci ha meritato, e con essa la luce sui più ardui problemi della nostra esistenza, ci autorizzano a guardare ogni cosa con ottimismo. Per questo si è voluto riproporre il testo profeti-co di Paolo VI sulla gioia. Perché dalla meditazione di queste pagine sappiamo riscoprire le ragioni della bontà di Dio in ogni avvenimento, in ogni quadro della storia e dell'esperienza.
Spesso, proprio una vita semplice, custodita dalla freschezza della natura, poco conforme ai rumori che attirano
l’attenzione, quasi – verrebbe da dire – una vita anonima, trova la sua dignità in Cielo e si irradia sulla Terra. Proprio come tutte le cose di Dio.
Si narra in queste meravigliose pagine la breve, ma intensa vita di Pietrino Di Natale, il suo amore e la sua fedeltà al signore, l’aiuto verso il prossimo, il suo impegno costruttivo nella comunità parrocchiale.
Pietrino incarna e indica uno stile di vita apprezzabile in ogni tempo. Il suo entusiasmo, la sua solarità, i suoi slanci confermano che la vita può essere vissuta in pienezza in ogni ambiente, che può non scivolare via inutilmente e che è chiamata a superare la morte.
Biografia di Giovanni Battista Montini, il papa dal carattere schivo e riservato, ma uomo sensibile, aperto all'amicizia e alla gioia. La gioia cristiana è stata elemento essenziale della sua spiritualità e della sua vita, alla quale ha dedicato un documento, Gaudete in Domino, che egli stesso definì «una specie di inno alla gioia divina». Paolo VI è il papa che ha saputo gestire con intelligenza, avvedutezza e coraggio l'utopia di Giovanni XXIII traghettando nel mondo la Chiesa del Concilio. È stato il primo papa del Novecento a varcare i confini italiani, a tornare dopo 2000 anni in Terra Santa, a viaggiare in Africa, America, Oceania, Australia e Asia, fino ai confini della Cina.
Carlo Acutis (Londra 1991 - Monza 2006) sin da bambino fa da "maestro di fede" ai suoi genitori. Da ragazzo è discepolo di sant'Antonio di Padova e di san Francesco d'Assisi. Da adolescente mantiene la promessa di essere sempre unito a Dio, inneggiando alle sue creature. Carlo partecipa alla messa tutti i giorni, sosta a lungo in adorazione eucaristica «per imparare a vivere con gli altri». Genio informatico. Amava intensamente i poveri, gli exra-comunitari, i fedeli di altre religioni come fossero i depositari della fede cristiana. Il libro contiene due testi inediti ritrovati tra gli appunti di Carlo. Alle sue esequie la chiesa parrocchiale era gremita all'inverosimile, da persone di ogni colore, razza e fede. Tutti suoi amici. Sembrava una festa di popoli. Quel giorno un clochard teneva alto un cartello: «Muore giovane colui che al cielo è caro». Il libro contiene due testi inediti di Carlo.
Il racconto della vita missionaria di Padre Benigno intrecciato con tante storie di gente vera dall'Amazzonia. L'Amazzonia, la foresta, il fiume: a pensarla così, sembra affascinante. E lo è. Ma fare il missionario «nell'inferno verde» non è cosa semplice. In tanti c'hanno provato, altrettanti sono dovuti tornare, fiaccati dal clima e dalla malaria. Benigno no; lui non ha mai mollato, è rimasto per oltre cinquant'anni. Questo breve racconto narra l'epopea di un frate molto speciale. Una vita che si intreccia con il mistero e il fascino dell'Amazzonia e dei suoi abitanti, seguendo il ritmo lento e inesorabile dello scorrere del Rio delle Amazzoni. Una storia che è quasi leggenda, di quelle che vale la pena tramandare.
Un racconto accompagnato da decine di fotografi e inedite, un passo verso il cuore del sacerdote che perse la vita per offrire una speranza alla gente di Brancaccio. La sera del 15 settembre 1993 padre Pino Puglisi, parroco del quartiere palermitano di Brancaccio, fu ucciso dai killer della mafia. Perché si volle colpire quel sacerdote mite ma deciso, affezionato alla sua gente e mai disponibile a deviare dalla strada del Vangelo? Chi era questo martire che nel 2013 è stato elevato agli onori degli altari e proclamato Beato da papa Francesco? In questo libro, e per la prima volta, i familiari di padre Pino ne tracciano un ritratto sorprendente che parte dalla giovinezza, dalla vocazione, dall'impegno con i ragazzi. Ma anche dal rapporto con la madre e i fratelli, dalla delicata funzione di supporto ai nipoti. In queste pagine la partecipazione alle cause sociali, i primi scontri con la violenza e le faide, si accostano alle feste e agli scherzi in famiglia. E ancora: il rapporto dialettico con le istituzioni, la fondazione del Centro di Accoglienza Padre Nostro e la fi ne violenta, sono riletti accanto agli ultimi giorni trascorsi meditando nella casa del fratello. Riga dopo riga riscopriamo padre Pino Puglisi, guardandolo da una prospettiva che non era ancora stata raccontata.
Il volume affronta la figura di Paolo VI dai primi anni del suo sacerdozio al suo impegno pastorale a Roma e poi in Vaticano. Se ne parla approfondendo il suo insegnamento, la sua opera sacerdotale e la sua profonda spiritualità attraverso ampi stralci del suo magistero pontificio. La Presentazione dell’edizione in lingua italiana è a firma di Pasquale Macchi, Arcivescovo, Prelato Emerito di Loreto e Segretario di Paolo VI.
Nella sua straordinaria passione per Cristo, l'uomo, la Chiesa, Giovanni Battista Montini si sforza di comporre la fedeltà alla verità e il dialogo nei confronti del mondo e delle religioni; la chiarezza nella guida del popolo di Dio e il rispetto per la libertà delle persone; la compartecipazione ai travagli dei suoi contemporanei e alla crisi ecclesiale e un animo fiducioso e sereno, che cerca sempre germi di speranza: riuscendo così a condurre unita la Chiesa nel Concilio e nel postConcilio. La sua spiritualità, forte e umile insieme, informata alla carità verso tutti gli uomini, è un richiamo al continuo rinnovamento cui la Chiesa è chiamata tutt'oggi, che si identifica con la sua conversione e si esprime nella gioia dell'evangelizzazione. Questa biografia è basata sulle fonti documentarie al momento disponibili, le testimonianze raccolte per la Causa di canonizzazione e la consuetudine trentacinquennale dell'autrice con Montini - Paolo VI. Il suo criterio storico e spirituale risponde alla corretta visione di un prete, educatore, vescovo e pontefice che attraversa tutto il Novecento, vibrando come un sismografo, dice lui stesso, di fronte alle vicende del suo tempo. Il suo pontificato apre un varco per la Chiesa nel raffronto con la modernità dal quale sono partiti tutti gli sviluppi successivi.
Il pontificato di Paolo VI ha rappresentato per molti osservatori il rinnovamento di una Chiesa che sembrava lontana dalle istanze del mondo secolarizzato. Al tempo stesso, la sua elezione al soglio pontificio ha segnato un momento di stretta continuità per i lavori del Concilio Vaticano II, convocato dal suo straordinario predecessore, Giovanni XXIII. Proprio alla volontà e alla forza riformatrice di Giovanni Battista Montini si devono le grandi innovazioni in virtù delle quali è ancora possibile domandarsi fin dove possa condurre lo spirito conciliare sempre presente nella Chiesa. Possiamo considerarlo il Papa che ha fatto entrare la Chiesa nella modernità. Da queste pagine emerge il ritratto di una personalità dal carattere affettuoso, portatrice di una concezione sublime del papato cui va aggiunta un'immensa capacità di amare e servire l'umano. Un pontefice che ha saputo rivedere formule, abiti, linguaggi e costumi percepiti quasi come anacronistici nel mondo contemporaneo, raggiungendo quell'assoluta semplicità necessaria alla trasmissione di una profonda spiritualità e di una carità vissuta e praticata.
In questo libro l’autrice mette in evidenza i tre aspetti fondamentali della personalità di don Giuseppe Tomaselli, definito “grande mistico, grande guaritore e grande esorcista”. In vita ricevette da Dio i principali doni mistici, in particolare quello della guarigione, esercitato attraverso il fluido mistico che gli fu trasmesso da Padre Pio e che, recandosi a San Giovanni Rotondo nella Casa Sollievo della Sofferenza pochi mesi dopo la morte di Padre Pio, irradiò su Elena Golia, ottenendole la guarigione dai postumi di una preoccupante malattia.
Fu anche servo fedelissimo di don Bosco, attivando gli ideali salesiani nel modo migliore, con la massima dedizione, onorando ed esercitando tutte le virtù cristiane.
Contiene gli straordinari messaggi di padre Pio ad un’anima mistica poco dopo la sua salita al Cielo!
Santa Chambon fu scelta per diffondere la devozione alla sante piaghe e Gesù le insegnò l’efficacia di tale preghiera. Del resto fin da fanciulla conversava con Gesù bambino ed era talmente felice da affermare: “Avevo il paradiso nel cuore”!
La preghiera non fa ripiegare su se stessi, non è un narcisismo velato o uno specchio su cui proiettare le proprie insoddisfazioni, i propri fallimenti. La preghiera è un mettersi in ginocchio, che qualifica l’atto di rivolgersi a un Tu che si china e accoglie. Mostra la piccolezza dell’human: da una parte, sono comprese tutte le tonalità del sentire; dall’altra, è indicata anche la direzione della preghiera. Il libro mette in luce come Etty Hillesum (1914-1943) è una donna ebrea olandese ce a un certo punto, d’un tratto, arriva a inginocchiarsi: l’atto di preghiera di chi ha riconosciuto il proprio limite, come segno di avere bisogno di un altro, di dipendere da un Altro. Poco tempo dopo, questo abbandono mistico viene messo alla prova in un campo d’internamento nei Paesi Bassi, dove assiste altri ebrei. La guida sicura della preghiera salica la consoliderà nel colloquio costante con Dio e con tutti. Fino alla camera a gas di Auschwitz, dove muore il 30 novembre 1943.