A quasi 25 anni dalla Nostra aetate e dopo i documenti applicativi che l’hanno seguita (1974 e 1985), a che punto è il dialogo tra ebrei e cristiani? Fra le molte voci, di entrambe le parti, che periodicamente intervengono su questo tema, quella di Ben Horin, che riportiamo, ci pare particolarmente significativa per equilibrio e pacatezza, oltre che per autorevolezza: Nathan Ben Horin ha vissuto a Roma dal 1980 al 1986 in qualità di ministro plenipotenziario dei rapporti di Israele con il Vaticano. Il testo offre una sintesi storica degli anni trascorsi e ne deduce alcuni punti fermi validi per entrambi gli interlocutori.
Autore
NATHAN BEN HORIN, nato in Germania da famiglia polacca, ha vissuto in Francia dove ha partecipato alla resistenza contro i nazisti. Ha svolto attività diplomatica per Israele. In Italia dal 1980 al 1986 si è occupato dei rapporti diplomatici con la Santa Sede, quando le relazioni diplomatiche con Israele non erano ancora state regolate. Dal 1994 è membro della Commissione per la designazione dei «Giusti tra le Nazioni» dell’Istituto Yad Vashem, incaricato in particolare delle pratiche che riguardano l’Italia. PIERO STEFANI (Ferrara 1949), laureato in filosofia a Bologna, noto studioso di ebraismo e insigne biblista, è uno dei principali animatori del dialogo cristiano-ebraico. Insegna filosofia della religione presso l’Università di Ferrara. Dal 1985 è redattore e articolista della rivista «Il Regno» e collabora con le riviste «Credere oggi», «Humanitas», «Esodo», «Studi Ecumenici», «Studi Fatti Ricerche» (Sefer), «Horeb», «Jesus». È membro del Comitato scientifico e direttore del «Notiziario di Biblia», Associazione laica di cultura biblica. Collabora regolarmente con la trasmissione di Radio 3 «Uomini e Profeti». Ha al suo attivo una settantina di pubblicazioni in qualità di autore, curatore e scrittore di introduzioni o contributi vari.
Una raccolta di contributi provenienti non solo dallo scibile teologico, storico e filosofico, ma altresì filologico, etico, antropologico, letterario ed etnologico, hanno reso possibile un autentico e concreto dialogo tra le culture, evidenziando limiti e risorse, tensioni, conflitti e modelli concreti di confronto interconfessionale e interculturale. Il contributo dei diversi studiosi qui raccolti intende investigare i presupposti fondamentali per un dialogo tra le culture, sviluppando i grandi temi, Dio, l’uomo e il mondo, inerenti all’Ebraismo, al Cristianesimo e all’Islam. I contributi sono di: Biagio Aprile, Nicola Benassi, Paolo Branca, Gianni Colzani, Giuseppe Ferro Garel, Salvina Fiorilla, Adnane Mokrani, Maria Armida Nicolaci, Luciana Pepi, Edoardo Scognamiglio.
BIAGIO APRILE, francescano dell’Ordine dei frati minori conventuali di Sicilia, ha conseguito il dottorato in teologia patristica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. È docente di discipline patristiche presso lo Studio teologico «San Paolo» (Catania) e l’Istituto teologico ibleo «San Giovanni Battista» (Ragusa). Collabora con la Pontificia Facoltà Teologica «San Bonaventura» (Roma), per la quale dirige la cattedra di Dialogo tra le culture. Ha pubblicato La Passione di Cristo sulla croce. Studio sul commento II, al salmo 21 di Agostino d’Ippona (Roma 2007), e collabora con diverse riviste, tra cui «Synaxis», «Asprenas» e «Horeb». SALVINA FIORILLA ricopre l’incarico di funzionario archeologo medievista presso la Soprintendenza dei beni culturali e ambientali di Ragusa.
Il piccolo saggio offre una chiave di lettura sul fondamentalismo, un fenomeno complesso che si attribuisce superficialmente alla sola religione islamica.
Negli anni recenti la presenza ortodossa in Italia si è enormemente sviluppata, soprattutto a causa dell'immigrazione di fedeli orientali non cattolici provenienti da Romania, Ucraina, Moldavia, Russia e altre nazioni dell'Est o del Medio Oriente, tant'è che gli ortodossi nel loro insieme costituiscono ormai la seconda comunità religiosa sul territorio. L'Italia torna così a essere un paese in cui le due tradizioni cristiane s'incontrano e s'intrecciano, come fu in un passato non lontano.
Attraverso i contributi di alcuni dei maggiori studiosi italiani della materia, il volume presenta una visione d'insieme del retroterra storico e spirituale delle varie presenze ortodosse in Italia e una disamina dei principali nodi del dialogo tra Chiesa cattolica e Chiese ortodosse.
Il testo si configura anche come il necessario approfondimento storico-teologico che motiva e sostiene le indicazioni contenute nel Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici, pubblicato a cura dell'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso e dell'Ufficio nazionale per i problemi giuridici della CEI e riproposto in appendice.
Sommario
Prefazione (D. Tettamanzi). Introduzione. L'ortodossia in Italia oggi. La tradizione bizantina in Italia, tra fede e storia. L'ortodossia russa nell'età contemporanea: un itinerario singolare di incontro con la modernità (A. Roccucci). L'ortodossia greca al di dentro e al di fuori della comunione ortodossa (E. Morini). Le antiche Chiese d'Oriente (J.-P. Lieggi). Fondamenti della spiritualità slavo-ortodossa (N. Valentini). L'ortodossia nello spazio romeno e il significato della sua presenza in Italia per la comunione tra le Chiese (C. Alzati). Le questioni teologiche aperte. Il dialogo tra cattolici e ortodossi: punti di contatto e di divergenza (I. Spiteris). I Santi Misteri. Vita liturgica e nucleo sacramentale secondo l'ortodossia (D. Cogoni). Questioni intorno al matrimonio (B. Petrà). La testimonianza di un monaco ortodosso nell'Italia di oggi (N. Burcea).
Note sul curatore
GINO BATTAGLIA è il direttore dell'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI. Si occupa di dialogo interreligioso e di storia dell'Asia. Le sue pubblicazioni più recenti sono Cristiani indiani. I cristiani di san Tommaso nel confronto di civiltà del XVI secolo, Urbaniana University Press, Roma 2007; Le religioni orientali, La Scuola, Brescia 2008; Mille Napoli. La Comunità di Sant'Egidio e la città, Guida, Napoli 2008; Europei senza patria. Storie di Rom, Guida, Napoli 2009; il romanzo Malabar, Guida, Napoli 2010.
Atti della sessione di formazione ecumenica del SAE: una riflessione sui cent’anni del cammino ecumenico (XLVII sessione. Chianciano Terme, 25-31 luglio 2010).
Il Movimento ecumenico ha compiuto i cento anni. Sono pochi a fronte di secoli di divisione, ma, nonostante le pesantezze della storia e, per i cristiani, del peccato, fare memoria delle testimonianze di cui è ricco il suo cammino aiuta a guardare al futuro con speranza. La fiducia dei credenti in Cristo non è fondata sulla propria piccolezza, ma sulla preghiera stessa di Gesù: Ut unum sint, perché il mondo creda. Educarsi ed educare al dialogo, praticare la giustizia, lavorare per la pace, essere attenti all’ambiente è imperativo oggi sempre più urgente. Per i cristiani, è impegno di testimonianza della speranza nel Regno di Dio che viene.
«L’intervento del cardinale Martini sul dialogo islamo-cristiano (Noi e l’islam - dall’accoglienza al dialogo), per la sua profondità e puntualità offre molti spunti di riflessione. Sono passati vent’anni da quando questo discorso fu pronunciato, il 6 dicembre 1990. Molte cose sono cambiate, e non solo a Milano, e tuttavia la prospettiva tracciata resta attualissima: i cristiani e i musulmani devono incontrarsi e dialogare, nella verità e nell’amore, se non vogliamo uno scontro che sarebbe irreparabile. E bene ha fatto Paolo Branca a riproporre il testo e commentarlo. Il dialogo islamo-cristiano appare oggi ancor più urgente di ieri».
Autore
PAOLO BRANCA, laureato in lingua e letteratura araba presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e diplomato in lingua araba presso l'Istituto per il medio e l'estremo Oriente (IsMEO) di Milano, insegna lingua e letteratura araba presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Relatore in numerosi seminari di studio sull'islam presso prestigiose istituzioni come la Pontificia Universitas Urbaniana, l’Institut du Monde Arabe di Parigi e molte sedi universitarie italiane ed estere, accanto ai temi classici dell'islamologia, ha trattato in particolare le problematiche del rapporto islam-mondo moderno, con speciale riferimento ai fenomeni del fondamentalismo e del riformismo musulmani. Tra i suoi libri ricordiamo: I musulmani, Bologna 2000; Il Corano, Bologna 2001; Moschee inquiete, Bologna 2003; Yalla Italia! Le vere sfide dell’integrazione di arabi e musulmani nel nostro Paese, con prefazione di Gad Lerner, Roma 2007; Guerra e pace nel Corano, Padova 2009.
È sempre più palese la convinzione che il Movimento ecumenico non possa muoversi verso il ristabilimento della piena comunione tra le Chiese cristiane senza l’aiuto della preghiera, giacché l’unità è un dono di Dio da invocare costantemente. È il cammino della preghiera che ha aperto la strada al Movimento ecumenico (1910-2010) e continua a ispirare nuovi passi, ad aprire nuovi sentieri nella carità e nella verità. L’ecumenismo spirituale aiuta a tenere fisso lo sguardo su Gesù Cristo, a tornare cioè al Centro per capire e ripartire con speranza. Della passione per l’unità, delle vie per raggiungerla, delle mete conseguite e di quelle che attendono il comune impegno parlano queste pagine appassionate e ardenti di autentico entusiasmo ecumenico.
Missione non è solo partenza e annuncio di salvezza a popoli lontani. La sua evoluzione e le sue declinazioni camminano assieme alla società e alla storia fino a porgere la domanda essenziale: la missione ha ancora un senso?
Il viaggio" in una prospettiva interculturale: incontrare attraverso le varie religioni, mitologie, culture e letterature, la pluralità delle esperienze umane e della relatà. "
Questo libro racconta il dramma israelo-palestinese attraverso alcuni dei suoi temi-simbolo. Ma, nello stessotempo, vuole mostrare come siano presenti, pur in mezzo a tante tensioni, significative esperienze di riconciliazione.
Tornando a riflettere sulla celebre frase pronunciata da Giovanni Paolo II - "Non di muri, ma di ponti ha bisogno la Terra Santa"-, emerge la necessità di non fermarsi ai segni di divisione, come il muro che separa Israele e i Territori Palestinesi.
Il passo realmente impegnativo, da cui dipende la possibilità concreta della pace, è infatti quello che porta alla costruzione di ponti. Per questo motivo l'autore ci propone di incontrare gli israeliani e i palestinesi che provano a dialogare tra loro.
Il cristianesimo in Europa
visto dal nuovo presidente
del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani
In un’epoca in cui si discute delle radici cristiane dell’Europa, non è difficile rilevare come la trasmissione della fede cristiana alle generazioni future attraversi una crisi profonda e costituisca una sfida posta alle chiese dalla costruzione della nuova Europa. Quali sono le opportunità, i problemi, le modalità concrete che deve affrontare una nuova evangelizzazione? Quale contributo possono portare i cristiani in una società pluralista, in ricerca di valori? È attorno a questi interrogativi che l’autore, con sguardo profetico, offre da tempo una riflessione profonda e decisiva, attenta all’aspetto ecumenico della realtà europea, evidenziando quale vero contenuto dell’annuncio della chiesa i valori dell’evangelo che sono a servizio dell’umanizzazione dell’uomo, valori umani fondamentali che la testimonianza della fede deve a ogni costo proteggere e vivificare.
Kurt Koch (Emmenbrücke 1950), vescovo di Basilea dal 1995 e impegnato da tempo nel dialogo ecumenico, il 1° luglio 2010 viene nominato presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Compiuti gli studi di teologia all’Università di Lucerna e alla Ludwig Maximilian Universität di Monaco di Baviera, dal 1985 fino alla nomina episcopale è stato docente di dogmatica e di liturgia presso la Facoltà teologica dell’Università di Lucerna. Dal 2006 al 2010 è stato anche presidente della Conferenza episcopale svizzera.
Ebraismo e cristianesimo, in Italia domestici ma semisconosciuti fra la gente comune, sono grandiose costruzioni intorno alle quali è tuttavia possibile un'informazione critica e concisa, un penetrante sguardo su origini e mitologie, debolezze congenite e complicazioni.
E' ciò che propone questo testo, che si presta a una lettura non necessariamente legata all'ordine formale dei capitoli e che vuole essere stimolo all'apertura culturale, anche sugli ampi contesti originari di queste religioni.