A che cosa serve la retorica sofistica? Si può definire un'«arte» (techne)? È rivolta a un fine? E quale? Socrate dimostra che la retorica dovrebbe opporsi all'ingiustizia, il peggiore dei mali: «Il fare ingiustizia è più brutto del riceverla» e anche più dannoso. Scontare la pena significa liberarsi dai mali commessi, e chi non riceve punizione è più infelice di chi la riceve. Un grande mito escatologico introduce riflessioni fondative per l'etica platonica: nemmeno la morte ci assolve dall'ingiustizia commessa: nell'aldilà l'anima dovrà affrontare un tribunale che condannerà gli ingiusti. La retorica e la politica dovrebbero aiutare i cittadini ad avere cura delle loro anime, e non preoccuparsi di salvare la vita fisica, perché ciò che conta «non è il vivere come tale, ma il vivere secondo giustizia».
Perfetto da un punto di vista stilistico, il Protagora è stato definito come "il dialogo delle contraddizioni", per la presenza di affermazioni paradossali e apparenti aporie, che ne costituiscono la magistrale struttura portante. Il giovane Ippocrate vuole affidarsi al celebre sofista Protagora, sedicente maestro di virtù politica: ma è "insegnabile" la virtù? Socrate lo nega, anche per mettere alla prova Protagora, che in un lungo e appassionato discorso sostiene, al contrario, che qualcuno, più eccellente degli altri nell'educare alla virtù, sia in grado di rendere migliori i giovani e possa, per questo pretendere un compenso. Ma non affronta il nodo fondamentale: che cos'è la virtù? Qual è la sua essenza? Utilizzando in modo sapiente e implacabile dialettica e ironia, Socrate costringerà l'interlocutore a un confronto serrato, nel quale emergerà che la virtù è scienza e conoscenza del bene e del male e che il vizio è ignoranza.
"I Tractatus mere peripatetici", editi tra il 1514 e il 1521, appartengono tutti al fecondo periodo dell'insegnamento bolognese del Pomponazzi e rappresentano il tentativo di ricondurre al puro e genuino testo aristotelico tanto le problematiche suscitate dai fisici oxoniensi intorno alla quantizzazione delle qualità, quanto quelle, di forti implicazioni teologiche, relative alla mortalità dell'anima. Al primo ambito si iscrivono i primi tre trattati (il De intensione del 1514, il De reactione e la Quaestio del 1515), in cui Pomponazzi polemizza con i fisici mertoniani e, dimostrando la sostanziale inconsistenza delle loro dottrine, spegne gli entusiasmi suscitati in Italia dalla logica calculatoria. Al secondo ambito si iscrivono il "De immortalitate animae" del 1516, il più fortunato dei trattati perettiani, "L'Apologia del 1518" e il "Defensorium" del 1519, tutti centrati sul tema della mortalità dell'anima. La radicalità della tesi non mancò di provocare la reazione degli ambienti cattolici, soprattutto veneti, che accusarono l'autore di eresia.
Otto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell'11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il "New Yorker", sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt "banale", e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.
Pubblicati postumi, questi 38 stratagemmi di Schopenhauer rappresentano un utile strumento per trasformare qualsiasi disputa in una vittoria. Non importa se l'opinione professata sia giusta o sbagliata, vera o falsa: esistono modi precisi per ribaltare le discussioni e superare dialetticamente chiunque. Sono precetti di immediata applicabilità, quasi i princìpi di una scienza, e spaziano dalla nobile disamina delle parole dell'avversario fino ad astuzie retoriche in grado di sgretolare le certezze di chi ci fronteggia: sfruttare i pregiudizi altrui, generalizzare e banalizzare, ritorcere le contraddizioni (oggettive e soggettive), suscitare nell'avversario la confusione con domande inaspettate o l'ira con affermazioni provocatorie, proporre in tono denigratorio l'opposto della propria tesi al solo scopo di evidenziarne l'assurdità, fino a spingersi all'estremo dello sproloquio privo di senso o dell'offesa diretta, pur di ricacciare indietro l'oppositore.
Apparsa in versione integrale nel 1916, l'opera che offriamo al lettore in una nuova traduzione, accompagnata peraltro dal testo originale e da un esteso indice analitico che, in edizione italiana, restituisce la ricchezza del lessico fenomenologico (e le integrazioni editoriali apportate nel tempo al testo - fino all'ultima edizione tedesca, l'ottava), costituisce l'"opus magnum" di Max Scheler e, nell'ambito della ragione pratica, un modello di pensiero mai disgiunto dalla vita, capace di guidare, nel sentire e nei corrispondenti giudizi di valore, i nostri passi nel mondo: il nostro volere e il nostro agire. Muovendo da una concezione olistica della percezione assiologica, in linea con i più influenti orientamenti del pensiero filosofico e scientifico contemporaneo, quest'opera presenta una teoria dei valori che sfugge finalmente alla cieca alternativa del relativismo e dell'assolutismo etico e indica con precisione i criteri di correttezza dei giudizi di valore. Il volume tradisce, inoltre, l'intento più ambizioso di Scheler, quello di rifondare il classico personalismo declinandolo, appunto, nei termini di una personologia laica che, rivelando all'essere umano un possibile accesso alla propria identità personale e alla propria vocazione, tenta di strapparlo al destino. Presentazione di Roberta De Monticelli
Le lezioni di Hegel sulla storia della filosofia costituiscono il laboratorio concettuale e terminologico del suo sistema di pensiero e delineano lo svolgimento storico che ad esso ha condotto. Tuttavia Hegel non ha mai dato alle stampe i testi dei suoi corsi, di cui resta traccia solo grazie a manoscritti, quaderni, appunti e annotazioni, autografe o dovute agli uditori. La sola traduzione italiana delle lezioni sulla storia della filosofia fino a oggi disponibile riproduceva l'edizione del 1840-44, curata da Karl Ludwig Michelet dopo la morte di Hegel. In linea con la più recente ricerca, a quel testo si è qui preferita l'edizione del corso berlinese del 1825-1826 pubblicata in Germania tra il 1986 e il 1996, a cura di Pierre Garniron e Walter Jaeschke. Il volume è corredato di un apparato di note e di un'introduzione a firma del curatore Roberto Bordoli. In appendice è data la traduzione dei manoscritti hegeliani relativi alle introduzioni ai corsi del 1820 e del 1823.
È possibile commettere uno spergiuro non per trasgressione deliberata, ma per semplice distrazione? Il quesito non ci porta solo a chiederci se possiamo considerare questa un'attenuante, ma anche a riflettere sulla natura del giuramento e sulla sua infrazione, sulle strutture logiche e psicologiche che sostengono ogni patto e il suo, forse inevitabile, tradimento. Per Derrida che ai concetti di spergiuro, confessione e perdono ha dedicato l'ultimo tratto del suo percorso filosofico - ogni relazione sociale, a cominciare dal matrimonio, si fonda sul giuramento, una promessa, e sullo spergiuro, la rottura di quella promessa. In questo testo ironico, spiazzante e implacabile, il filosofo esplora il labile confine tra finzione e realtà, esamina la menzogna insita nell'atto del narrare, intreccia analisi letteraria e sociologia, diritto e religione. Al lettore, sedotto e disorientato, non resta che riesaminare le proprie categorie etiche, e forse la sua stessa identità di soggetto.
In questo agile saggio, Byung-Chul Han analizza il controllo delle passioni e delle pulsioni nella società contemporanea come uno strumento essenziale attraverso il quale il potere "addomestica" e manipola la loro forza liberatoria, capace di turbare ogni ordine e modello. Assediato da questo controllo, l'individuo non è più capace di amare e si abbandona a una sessualità sempre uguale. Stiamo diventando immuni all'eros?
Un'architettura degna e una città decente sono la sola alternativa possibile al degrado dell'urbano e dell'umano: questo emerge dalle riflessioni di Paul Ricoeur sulla città, per la prima volta raccolte insieme e tradotte. Tra insicurezza e alienazione la vita nella città si fa sempre più difficile e ingiusta. La diffidenza e la paura che crescono nei rapporti umani trovano corrispondenza nella bruttura dell'edificato urbano, vera e propria congestione di spazi. La città dimenticata l'accoglienza e il costruire perde la memoria del proprio gesto.
"La Metafisica" di Teofrasto è un'opera unica per la complessità e l'ampiezza dei temi esaminati, che vanno da questioni al cuore dell'aristotelica filosofia prima alla fisica, alla matematica, all'astronomia, alla concezione della scienza e alla teleologia. E anche una testimonianza di prima mano delle modalità con cui la scuola nella sua fase più antica seppe accogliere e valorizzare l'insegnamento di Aristotele. L'andamento del testo non ha carattere sistematico, ma dialettico e problematico: di qui le molteplici interpretazioni di quest'opera, gravata da un'ipoteca di antiaristotelismo che tuttavia appare difficilmente sostenibile.
Dopo la pubblicazione del primo volume (De natura iuxta propria principia -Ad Felicem Moimonam iris), si arricchisce di un nuovo tomo la collana delle ristampe anastatiche di tutte le opere di Bernardino Telesio (Cosenza, 1509-1588), promossa dal Comitato nazionale per le celebrazioni del V centenario della nascita. In questo volume, gli studiosi e i lettori del filosofo cosentino troveranno gli opuscoli filosofico-scientifici, pubblicati a Venezia nel 1590 dal fedele discepolo Antonio Persio (De cometis et lacteo circulo, De iis quae in aere fiunt, et de terraemotibus, De iride, De mari, Quod animai universum ab unica animae substantia gubernatur, De usu respirationis, De coloribus, De saporibus, De somno). All' introduzione di Miguel A. Granada si accompagna un dettagliato indice analitico con le parole chiave del lessico telesiano. Premessa di Nuccio Ordine.