
Apparsi postumi nel 1779, i Dialoghi rappresentano uno dei capisaldi del pensiero di Hume. Le confutazioni dell'esistenza di Dio apportano motivazioni filosofiche all'analisi politica del ruolo che ha avuto la religione nella storia inglese, con il suo corollario di intolleranze, discordie civili, persecuzioni, stermini. Per Hume la religione non nasce da motivi razionali, ma da sentimenti di paura e di speranza che assillano l'uomo. In appendice, uno scritto autobiografico del 1776, il Testamento, le lettere riguardanti i Dialoghi e la documentazione dei tentativi di pubblicarli contro la violenta opposizione dei prelati e la prudenza degli stessi amici, tra cui Adam Smith.
Le osservazioni raccolte in questo volume costituiscono un insieme di riflessioni sulla natura e sul metodo della filosofia. L'immagine del lavoro del filosofo che si ricava da queste pagine è quella di un "lavoro su di sé", in cui le difficoltà da superare concernono non l'intelletto, ma la volontà e i sentimenti. La filosofia è un tentativo di resistere alle seduzioni del linguaggio, di non seguire le sue false piste, che da sempre tutti sono indottii a percorrere. La soluzione di un problema filosofico, quando la si trova, è banale. Eppure il cammino per arrivare alla soluzione non è così semplice e richiede una grammatica e soprattutto un metodo.
Chi è stato, ieri, e chi è oggi Dostoevskij per noi: un'introduzione magistrale alla comprensione della sua opera che raccoglie la sfida alla filosofia che essa contiene. Sergio Givone è ordinario di Estetica all'Università di Firenze.
L'autore, in questo suo libro, vuole confutare alla radice l'idea che non esistano una verità o una conoscenza oggettive, ma soltanto prospettive particolari sul mondo. L'autore non crede che la filosofia abbia scoperto ragioni forti per rigettare il convincimento del senso comune secondo cui le cose sono del tutto indipendenti dalle nostre opinioni e secondo cui siamo quindi perfettamente in grado di produrre argomentazioni razionali intorno ad esse.
Nietzsche fu veramente il filosofo ateo e nichilista che una certa vulgata dipinge? Venturelli procede alla decostruzione di questo stereotipo ripercorrendo le vie molteplici del pensiero nietzschiano, guidato da due fili armoniosamente intrecciati: la musica e la religione. Sullo sfondo del nulla, quale inaggirabile tema del pensiero nietzschiano, Venturelli tenta di ricostruire la "filosofia di Nietzsche" dando largo spazio al tema di una religiosità che, sebbene sofferta, resta pur sempre cifra del suo pensiero tragico nel senso proprio della parola, indissolubilmente legato allo spirito della tragedia e alla sua musica.
Il testo è un puzzle filosofico e letterario che si muove tra Hegel e Genet, un discorso che non inizia (in quanto già iniziato) e che non finisce (in quanto continua anche dopo la morte dell'autore), dove è difficile capire qual è il testo principale e quale il commento o la nota. Tra i molteplici temi che si intrecciano e si richiamano quello della generazione della famiglia, del desiderio e della differenza sessuale, del nome proprio e dell'identità. Se la filosofia di Derrida è nota come "teoria della decostruzione", questo libro si può considerare come la sua "pratica di quella stessa decostruzione."
Questo volume include le pubblicazioni in prosa del poeta e critico romantico inglese, tra cui, oltre alla "Biographia Literaria", spiccano "Le lezioni di filosofia", "La logica" e gli "Aiuti alla riflessione", opere che rivelano un Coleridge attento e profondo conoscitore anche dei dibattiti filosofici e religiosi del suo tempo. La pubblicazione consente al lettore di addentrarsi nei vari temi affrontati da Coleridge nell'arco della sua carriera letteraria: la letteratura, la filosofia, la politica e la religione.
Martin Heidegger è stato tra i più grandi e controversi maestri del Novecento. A trent'anni dalla morte, le questioni da lui poste agitano ancora la comprensione filosofica del nostro tempo. Qual è il segreto della sua perdurante attualità? Antonio Gnoli e Franco Volpi hanno raccolto le testimonianze eccellenti di protagonisti del pensiero contemporaneo che hanno conosciuto Heidegger da vicino: Ernst Jünger, Hans-Georg Gadamer, Ernst Nolte e Armin Mohler. A questi si aggiunge la voce del figlio Hermann, che svela aspetti inediti della biografia del padre soffermandosi tra l'altro sugli anni che lo videro compromesso con il nazismo .
Questo manoscritto del 1941 affronta e sviluppa il concetto fondamentale che ha animato il grande confronto del pensatore con l'impronta greca della tradizione filosofica occidentale e che lo ha condotto a proclamare la fine della filosofia e la necessità di un altro inizio del pensiero. Comprendere veramente Heidegger significa giungere a condividere la ricerca di un principio della storia che ancora ci precede e in tal senso le possibilità che ancora attendono di essere tradotte nei sentieri del pensiero a venire. Questa edizione è arricchita da apparati che permettono di addentrarsi nel lessico che governa il pensiero di Heidegger e particolarmente i manoscritti degli anni '30 e '40.
Il Rinascimento, presentato abitualmente come l'età dell'emergere del sapere scientifico, è anche "tempo di maghi" un tempo che proietta la sua ombra persino su quest'epoca, così razionale e disincantata, ma che pure conosce miracoli e oroscopi, fatture e filtri d'amore. Paolo Rossi, storico della scienza italiano, mostra come l'impresa scientifica abbia liberato la tecnica da ogni ipoteca magico-prodigiosa, anche se la tentazione del magico è ancora oggi in agguato.