
Questo primo volume della collana «L'opera comune. Pubblicazioni del Centro Studi Antonio Balletto», nato da un corso della scuola di alta formazione «Etica e società» di Albenga, affronta il tema della solidarietà come logica portante della vita morale e sociale. Roberto Mancini presenta una via meditata e originale di descrizione e fondazione fenomenologica, che parte dall'analisi della solidarietà come emozione, come sentimento, come affetto e come modo di essere contrassegnato dall'apertura alla relazione e dall'impegno per la comunione con gli altri. Emerge così come centrale l'assunzione della responsabilità comune per la cura reciproca, che, dando concretezza alla coscienza della dignità di ogni essere umano, permette di superare l'ottica della beneficenza e di delineare una progettualità critica alternativa rispetto alle ideologie e agli assetti tuttora dominanti. Gli interventi di giovani studiosi accolti nel volume approfondiscono aspetti e formulazioni particolari di questi nessi tra etica e solidarietà. La postfazione di Gerardo Cunico ricorda la storia del termine e del concetto di solidarietà, per ricollegare entrambi alla tradizione etica da cui provengono e insieme per mettere meglio in luce alcune rilevanti peculiarità portate dal vocabolo con la sua origine dalla sfera della reciprocità giuridica. L'esigenza di un ripensamento radicale di tutta questa tematica emerge anche e soprattutto dalla consapevolezza della crisi dell'atteggiamento solidale che si avverte proprio oggi, quando più è in voga il vocabolo e quando più ci sarebbe bisogno della messa in opera dell'idea che veicola, e quando dunque si tratta di restituire spessore e mordente alla prospettiva della solidarietà come compito e come prassi coerente.
Al centro della riflessione sono le parole della cura, vale a dire alcuni termini chiave - medicina, terapia, farmaco, chirurgia - capaci di delineare nel loro insieme l'ambito, la natura, gli strumenti e le finalità di quella che convenzionalmente viene definita scienza medica. Nell'esplorazione di questo territorio, si risale più volte alle origini storico-concettuali della medicina, affondando anche nel repertorio mitologico, letterario e filosofico del mondo classico. Con la convinzione che, a differenza di ciò che si potrebbe superficialmente pensare, la storia della medicina non può essere paragonata a un album contenente l'illustrazione delle invenzioni più celebri. Al contrario, un primo passo per superare una concezione banalmente positivistica della medicina può essere compiuto da un lato valorizzandone il percorso storico, i successi e le sconfitte, e dall'altro misurandosi senza censure con le grandi questioni soggiacenti alle "parole" che ne definiscono il campo.
Qual è la natura filosofica dell'amore romantico? È possibile definirlo? E definirlo può aiutare a comprenderlo? Per Francis Wolff la risposta a queste domande è sì. È questo il compito che l'autore si pone in questo libro brevissimo e illuminante, che consente di comprendere la natura complessa dell'amore romantico - composto da passione, desiderio e amicizia - e individua in questo suo carattere il motivo per cui è così sfuggente, così straziante, così appagante, così mutevole.
"La comprensione della spiritualità nelle culture francese e tedesca" fu redatto da Levinas in lituano e poi pubblicato nel luglio 1933 in una rivista lituana dal nome «Vairas». Scomparso al tempo della seconda guerra mondiale, è stato ritrovato per caso su un ripiano nella sala periodici dell'Università di Vilnius. Sotto diversi aspetti, l'analisi di Levinas si presenta come il simmetrico del testo comparso nel 1934 nella rivista «Esprit», "Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo". Il testo rappresenta, in tal senso, un punto decisivo per la conoscenza di questa grande opera filosofica, segata in maniera indelebile dalla barbarie della storia e dall'importanza assegnata al rapporto con l'altro uomo in quanto essere unico.
Collocato tra le ortodossie e la critica radicale alla religione, tra lo scandalo delle divisioni fratricide tra Chiese, delle guerre di religione, e lo scetticismo libertino e ateo, Herbert di Cherbury - statista e filosofo inglese (1582-1648) - delinea un'autentica terza via nel dominio religioso che fa di lui, come già Wilhelm Dilthey aveva colto, l'esponente di quella linea speculativo-teologica «trascendentale o spiritualista» che, dal Cinquecento in poi, muovendo dal teismo rinascimentale e dalla mistica, aveva dichiarato l'universalità della rivelazione, il primato della coscienza e del lumen Dei in essa inscritto sul dogma e sulle istituzioni. Herbert, in questo senso, scrive Dilthey, è colui che «primo tra tutti nell'Europa cristiana pose le basi dell'autonomia della coscienza religiosa mediante l'analisi della capacità conoscitiva in materia di religione». Tra le sue opere ricordiamo, oltre a De religione laici (1645) - qui tradotto e commentato da Gabriella Bartalucci -, De ventate (1624), De religione gentilium (postumo, 1663) e l'Autobiografia (postuma, 1769). Roberto Celada Ballanti.
«Come si sa da molto prima di Freud, dalla notte dei tempi, la conoscenza dei sogni è una finestra, o quantomeno una fessura, aperta a una strana verità: la verità della menzogna, della congenita menzogna in cui sembra che la creatura umana non possa fare a meno di avvolgersi come vengono avvolte di solito le creature; coprendole, per proteggerle dall'inclemenza del luogo in cui nascendo si vedono lanciate. Nel momento in cui entra nel sonno, l'uomo cessa per quanto è possibile di essere persona per diventare creatura. A causa dell'ossessione, stabilizzatasi in pensiero, della morte, è l'immagine di questa a essersi sovrapposta alla situazione del dormiente, che in realtà ricorda piuttosto l'immagine di chi dovrà nascere, o è addirittura già sul punto di farlo. Entrare nel sonno è entrare nel dominio del sogno o, meglio, attraverso il sogno, in un luogo sotterraneo, in una grotta - "Ypnos" -; ritornare a non essere visto; cadere nel grembo della vita madre che tutto consente; smettere di prender parte al gioco imposto dalla realtà, quello in cui si paga pegno, per giocare a un gioco proprio, gratuito, nel quale non esistono né leggi né frontiere, nel quale, come diceva Eraclito, si vive in un mondo privato, in cui non c'è da rispondere perché non c'è da domandare». (Carlo Ferrucci)
Europa. Italia. Chiesa Cattolica. Sono questi i tre campi minati trattati in questo libro. Un continente e un Paese che in nome della Felicità Universale hanno eliminato Dio dalla scena, fanno i conti con la situazione inedita in cui si trova la Nuova Chiesa, che per servire i desideri del mondo non proclama più i suoi princìpi e la sua dottrina. Così, eresie e ideologie una volta denunciate e combattute - il Modernismo, la Massoneria, l'Islam e il Protestantesimo - spadroneggiano, insieme alla disoccupazione e alla povertà, alla corruzione delle classi dirigenti e di buona parte della società civile, alla dirompente affermazione dell'ideologia omosessualista, al dominio dell'euro e delle oligarchie burocratiche e finanziarie, ad un potere che è sempre più spregiudicato. Il Nuovo Ordine Mondiale che s'intende creare nega la Regalità Sociale di Gesù Cristo sul Cielo e sulla Terra, per fare posto al Serpente, che sta insidiando la Donna al Suo calcagno, ma chi ha fede ha una certezza, quella che la Vergine Maria predisse cent'anni fa a Fatima: il Suo Cuore Immacolato trionferà.
Plutarco dedicò la sua vita alla filosofia, all'insegnamento, alla scrittura. Amato dai contemporanei, non ha mai cessato di esercitare un fascino particolare su chi sa ascoltare la sua parola. Per la prima volta in assoluto sono raccolte in un unico volume tutte le opere, compresi i frammenti, che Plutarco dedicò a svariati ambiti del sapere, e che per convenzione chiamiamo "Moralia": dall'etica alla filosofia, dalla pedagogia alla politica, dalla scienza alla retorica, e molto altro ancora: storia, religione, igiene, curiosità, zoologia, cultura popolare. Quali sono i problemi più grandi per genitori ed educatori? Ci sono letture più indicate per crescere meglio? Che cos'è la vera amicizia? Come si può affrontare l'imprevedibilità della sorte? E la politica: deve guardare più all'etica o all'utile? Ed è meglio un politico giovane o uno anziano? I grandi personaggi della storia sono stati fortunati o virtuosi? E la religione è una terapia dell'anima o una convenzione sociale? A questi profondi e sempre attuali interrogativi dell'uomo Plutarco offre risposte meditate e sempre intelligenti, che condensano già ai suoi tempi secoli e secoli di riflessioni del pensiero occidentale. Oltre all'etica, alla politica, alla religione e alla pedagogia, in questo inesauribile volume si trovano però migliaia di altri temi che rispondono alle più varie curiosità, a volte sorprendenti: che cosa disse Leonida lo spartano alla moglie, prima di partire per le Termopili? Erodoto era uno storico o un maldicente? Che cosa c'è impresso sul volto visibile della luna? Gli animali sono esseri dotati di intelligenza? È giusto mangiare carne? È nato prima l'uovo o la gallina? Nel mondo ormai unificato e dominato da Roma Plutarco sembra additare in un passato già 'classico' le radici di ogni aspetto della vita, e soprattutto di ogni società civile fondata su religiosi valori etici e moderati principi politici.
Proprio del bellissimo saggio della Weil sull'Ilia-de si presenta qui una nuova versione commentata, oltre allo scritto su Israele e i gentili, al capitolo "Israele" de La pesanteur et la grâce e a tre importanti lettere, inedite in italiano, sulla questione ebraica.
"Elogio delle matematiche" rappresenta una succinta ma chiara introduzione al complesso e articolato pensiero di Alain Badiou riguardo l'ontologia matematica. Nello scarno panorama in lingua italiana su tale argomento, costituisce anche un'irriverente ma stimolante lettura in aperta critica a un accademismo filosofico oramai negligente verso le nobili origini della propria disciplina.
Qual è l'identità dell'Europa, tra crisi della sua coscienza storica e sfida delle nuove migrazioni? Come sottrarsi alle spire di una memoria-ripetizione che dimentica la complessità della storia? Per Ricoeur, l'idea stessa di Europa ha un futuro quando si riconosca, in uno sforzo di memoria critica e attiva, che essa significa uno «spazio della integrazione delle migrazioni passate, presenti e future». Un'«idea mobile» la cui identità è il risultato dell'intrecciarsi di differenti tradizioni.
Il volume raccoglie, a cura di Nunzio Bombaci, gli scritti cristologia di Ferdinand Ebner, un protagonista - insieme a Franz Rosenzweig e Martin Buber - del "pensiero dialogico". L'originalità del filosofo austriaco consegue dalla sua conversione al cristianesimo: la "realtà di Cristo" è via dialogica per eccellenza, autentica relazione tra l'uomo e la trascendenza. Il Logos si alimenta nella Parola dei Vangeli e, viceversa, la fede vissuta si riflette in una cristologia radicale. Ecco perché questi scritti - originariamente apparsi tra il 1920 e il 1922 sulla rivista «Der Brenner», cui collaborarono, fra gli altri, Georg Trakl, Theodor Haecker e Carl Dallago - sono significativi per far luce sull'intera opera ebneriana.