Don Luca Ferrari, responsabile del Servizio Confessioni nella GMG di Roma nel Giubileo del 2000, raccoglie, in questo volume, gli stimoli abbondanti e suggestivi offerti da papa Francesco sulla Riconciliazione. Il patrimonio della fede della Chiesa su questo sacramento viene così riletto alla luce dell'esperienza maturata in questi anni nelle chiese, nelle strade e nelle piazze insieme ai volontari di "Giovani e Riconciliazione", per testimoniare e diffondere la gioia del Perdono. Il testo prende il via da racconti personali e muove verso l'universale per spiegare che cos'è la Confessione, anche alla luce dei documenti della Chiesa, e fa proposte concrete per viverla all'insegna della verità e della festa. Le domande più frequenti, i dubbi e i timori vengono affrontati e "sfatati", spesso con un efficace "bottaisposta", diventando occasione per approfondire e spiegare.
Il Rosario è strutturato secondo la formula classica, con le quattro "parti" (Misteri gaudiosi, luminosi, dolorosi, gloriosi), che esplorano la totalità del mistero di Cristo. Per ogni mistero si propone un brano tratto dai quattro Vangeli e dagli Atti degli Apostoli e una preghiera che aiuta il fedele a interiorizzare e leggere la sua esperienza cristiana alla luce della Parola annunciata e della particolare prospettiva che fa da contesto, che è appunto la misericordia. In conclusione sono riportate alcune preghiere a Maria, Madre della Misericordia e cinque proposte di litanie.
Padre Maria Eugenio di Gesù Bambino (1894-1967), carmelitano, fondatore, missionario, scrittore, direttore spirituale, promotore instancabile di Teresa di Gesù Bambino, fu sopratutto seminatore e testimone della gioia della misericordia. Se dalla meditazione della scrittura e dalla preghiera silenziosa apprese la sorgente e l'essenza della vera gioia, le infinite risorse e sfumature della misericordia, nella vita concreta cooperò in modo qualificato nel diffondere questa verità, ed egli stesso fu, tra prove e travagli, un uomo davvero felice. I testi qui presentati, tratti esclusivamente dagli insegnamenti orali di padre Maria Eugenio, ci permettono di metterci all'ascolto del vangelo, di meditare le rivelazioni di Gesù ai suoi discepoli scoprendo poco a poco il legame reale che esiste tra gioia e misericordia; di fissare lo sguardo su Dio, e poi progredire ancora nel cammino della fede con l'immagine della creatura umana abitata dalla gioia della misericordia, contemplata ora in Maria.
Velato di drappi di seta e d'oro l'ambone, ove erano saliti il Presule Romano coi padri e tenuto un discorso alla turba, viene infine dichiarata la lettera, dalle bolle appese a fili di seta, magnifico dono di letizia. Conteneva essa in verità, da principio, la data del Laterano ma il Presule volle che invece nella sua lettera fosse annotata la data in San Pietro: e il dono fu deposto sull'altare. Di testo non dissimile fu quella inviata alla basilica del Dottore delle Genti . Il 22 febbraio 1300 Bonifacio inaugurava con solennità il primo Giubileo della storia della Chiesa, soddisfacendo le richieste dei fedeli giunti a Roma "molto più numerosi del solito, in folte schiere". In circa un mese, tra il 17 gennaio e il 16 febbraio, Bonifacio fu in grado di far elaborare un nuovo concetto di Giubileo che superava quello della tradizione ebraica, che cadeva ogni 50 anni, e che innovava quello dell'indulgenza introdotto da Celestino V nel 1294. In questo mese fu stesa una prima versione della bolla - in forma epistolare -, poi trasformata nella versione definitiva. Quella versione, apparentemente scomparsa, come spesso accade agli scartafacci, viene ora pubblicata da Federico Canaccini in questo volume in cui ne illustra le vicende, mostrandoci anche la Roma delle taverne e dei pellegrini, conducendo il lettore lungo un appassionante viaggio nel primo giubileo della storia. Una postilla dantesca del prof. S. Marchesi (Princeton University), impreziosisce il volume.
"L'avete fatto a me" è una meditazione teologica sul mistero della misericordia divina contemplato anzitutto in Cristo e di riflesso nelle opere di misericordia della Chiesa.
Gesù ha chiesto ai suoi discepoli di "curare i malati". Aver cura è farsi carico delle sofferenze e delle ansie altrui partendo dalle proprie ferite. Diventiamo "guaritori" se siamo consci delle nostre debolezze.
Lo ha scritto papa Francesco nel suo messaggio ai giovani per la Gmg 2016: "Vi invito a riscoprire le opere di misericordia (...). La misericordia non è buonismo, né mero sentimentalismo. Qui c'è la verifica dell'autenticità del nostro essere discepoli di Gesù, della nostra credibilità in quanto cristiani nel mondo di oggi". Questo agile libretto aiuta i ragazzi in questa "riscoperta", attualizzando le 14 opere di misericordia attraverso testimonianze, dati e statistiche, brevi riflessioni, preghiere.
"Il più povero dei poveri": così Madre Teresa di Calcutta che conosceva la povertà più di ogni altro definiva il concepito. L'affettuosa e riconoscente presentazione di analisi e proposte da parte di un laico a coloro che nella Chiesa hanno una particolare responsabilità pastorale supera il timore ricordando Colei che Giovanni Paolo II ha dichiarato presidente spirituale di tutti i Movimenti per la vita del mondo e che Papa Francesco verso la fine dell'anno della misericordia proclamerà santa. Di lei non parlano le pagine di questo libro ma la sua immagine traspare dietro di esse, con il suo coraggio, la sua fermezza, la sua tenacia nel proclamare la piena umanità del concepito anche di fronte ai potenti del mondo e contemporaneamente con la sua eroica condivisione di ogni ultimità umana. Sono due indicazioni pastorali di una misericordia che da un lato incessantemente guarda, riconosce, parla, prega e dall'altro senza sosta e teneramente accoglie, condivide, conforta.
Il presente volume raccoglie le riflessioni sul tema della misericordia divina sviluppata in vari modi dall'Apostolo Paolo nelle sue Lettere. "Le Lettere paoline dimostrano tutta la ricchezza e la complessità del loro autore che nelle varie vicende della sua vita, non sempre prive di difficoltà, è stato guidato dalla misericordia divina perché sperimentasse una fede sempre più matura. Un confronto con le vicissitudini dell'Apostolo durante il Giubileo straordinario della Misericordia può essere utile per la nostra relazione con Dio che manifesta verso ogni uomo una straordinaria generosità".
In questo tempo in cui la danza sta avendo un ampio apprezzamento come percorso educativo e terapia psicologica, questo libro conduce alle sue origini, per riscoprire la danza come espressione e movimento dello Spirito che abita l'uomo.
Ripercorrendo la Scrittura, vediamo che la danza è espressione visibile di fede, capace di dare al corpo un significato nuovo. E' un modo di accogliere la dinamica della grazia che guarisce, un modo di pregare, di dar lode a Dio, e trovare vie di riconciliazione con se stessi e con gli altri. E' invito a fare proprio il ritmo della Paola di Dio, per entrare con gioia nella festa della misericordia.
Dal primo, indetto da Bonifacio VIII nel 1300, al venticinquesimo, celebrato nel 2000 da Giovanni Paolo II, la storia dei Giubilei, debitamente inquadrata nel contesto storico-culturale e religioso, viene qui raccontata in forma concisa e divulgativa, anche alla luce di una ricca e curiosa aneddotica. Il titolo del volume non ha intenzione ironica o polemica: come ogni pratica religiosa, anche quella giubilare presenta degli aspetti umani, o troppo umani, che a volte, anzi spesso, ne contraddicono la sacralità e la tensione alla santità. Ecco dunque i Giubilei presentati come "anni più o meno santi", a scandire sette secoli di storia non solo della chiesa, ma anche del pensiero, dell'arte e del costume.
Il presente volume, pensato come sussidio per l'Anno giubilare della Misericordia, "raccoglie le riflessioni e i pensieri di papa Francesco sul tema, di così cocente attualità, dell'accoglienza dei migranti, a seguito dell'incalzante succedersi di esodi forzati dalle regioni e dai Paesi più svantaggiati del mondo verso il vecchio continente europeo. Nel deserto spirituale rappresentato dalle derive della post modernità, la comunità dei cristiani fonda la sua esperienza nella fede in Cristo Buon Samaritano e, prima ancora, in quella del Dio che si fa uomo, e si apre alle sofferenze e ai dolori della carne, per portare il suo messaggio di solidarietà e di salvezza al mondo".