Consapevole della forza comunicativa dell'arte, la Chiesa ha sempre mostrato grande interesse per tutta la produzione artistica, in particolare per quella figurativa, tanto da considerarla Biblia pauperum, la Bibbia dei poveri. A partire da tali presupposti, nelle pagine di questo libro l'Autore focalizza l'attenzione sulla Santa Famiglia di Nazaret attraverso alcune delle più straordinarie opere d'arte pittoriche, alcune celeberrime, altre meno note. Ogni opera è spiegata nei particolari e letta anche alla luce dei riferimenti alla Santa Famiglia contenuti nei discorsi e nei documenti di papa Francesco. In tal modo l'Autore ci presenta tutta la vicenda di Giuseppe, Maria e Gesù, in cui umano e divino sono indissolubilmente legati.
È diffusa l'opinione che Dio sia già sceso almeno una volta sulla terra per venirci a cercare, accettando per questo, lui, re del cielo, di giacere bambino in una grotta. Spetta a noi adesso andare a cercarlo. Ed è così che l'uomo da sempre costruisce templi per incontrare Dio. Dov'è Dio? Dalla più remota antichità e dai recessi più profondi dell'inconscio, il suo silenzio ci ha parlato in infiniti modi. Lo abbiamo colto nei misteri della natura e nelle meraviglie dell'arte tutte le volte che, al di là dei limiti del visibile e del comprensibile, abbiamo visto una luce e sentito vibrare il suono della sua potenza. Prendendo le mosse dalla ricerca di un divino immaginato e sperato, questo libro approda alle immagini concrete di come Dio si sia proposto nelle opere dell'uomo, in quelle forme architettoniche spesso perdute, malintese e dimenticate del santuario, del tempio, della sinagoga, della cattedrale, della moschea. Un percorso drammatico e intenso verso i luoghi dell'eterno a misura d'uomo.
Secondo Mircea Eliade la contemplazione della volta celeste e della sua luminosità ha mobilitato la coscienza dei primi uomini provocando il senso della trascendenza. Le architetture e l'arte dall'antica Cina al Medio Oriente, dal mondo classico al Medioevo e alla contemporaneità hanno mostrato un costante impegno nella ricerca della luce, che in alcuni periodi diviene ricerca centrale e imprescindibile. Ogni religione e cultura ha un simbolismo della luce. Se ogni simbolo, come ricorda Julien Ries, è il segno che permette il passaggio dal visibile all'invisibile, il simbolismo della luce implica in particolare l'ermeneutica dell'invisibile. La luce nell'arte, infatti, mette in relazione l'uomo sia con l'infinito che con gli stati d'animo più profondi. Contributi di: Samir Arbache, François Boespflug, Christian Cannuyer, Michel Delahoutre, Sabine De Lavergne, René Lebrun, Julien Ries, Michel Schmitt, Natale Spineto.
L'altare contemporaneo continua a interrogare il complesso rapporto fra ricerca artistica, funzionalità pratica e interazione con l'insieme dello spazio liturgico. Quello dell'altare resta un cantiere aperto, alla costante ricerca di un equilibrio fra letture teologiche, secolari trasformazioni artistico-architettoniche, necessità di adattamenti e ricerche di nuove interpretazioni. Il XVII Convegno liturgico internazionale di Bose rappresenta un originale contributo a tale cantiere.
L'aula delle udienze celebra i cinquanta anni di vita: è la visione, trasformatasi in pietra, dei suoi coraggiosi idealisti creatori: Paolo VI e Pier Luigi Nervi. Paolo VI sentiva l'urgenza e il bisogno di consumarsi, di effondersi; il bisogno di fare, il bisogno di dare, il bisogno di trasfondere negli altri il proprio tesoro, il proprio fuoco. E scriveva: "Sì; sì, o Signore, dimmi quello che io devo fare, e oserò, lo farò" (13 ottobre 1968). L'insegnamento che Paolo VI ci lascia è che bisogna sempre osare quando si tratta della causa di Dio. L'autenticità della vita cristiana esige un grande coraggio. "Non possiamo essere cristiani se non con coraggio pieno, con forza" (27 febbraio 1974). Nell'aula campeggia la grande Risurrezione in bronzo di Pericle Fazzini (1913-1987), posta scenograficamente a quinta del palco. Oggi, in quella scultura, possiamo vedere un chiaro messaggio all'uomo; dal dolore, dall'angoscia, dalla morte, con Cristo si risorge! Si calcola che in cinquanta anni, nelle udienze e nelle varie manifestazioni che vi si sono svolte alla presenza di Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, i fedeli siano stati oltre 12.000.000.
Un ambizioso e sistematico strumento liturgico-musicale, teso a valorizzare le antifone proprie della liturgia eucaristica. L’attenzione al tempo liturgico e la glossa teologica dell’eucologia accompagnano la comunità celebrante che, guidata dalla schola cantorum, rivive il mistero di Cristo in ascolto delle sonorità echeggianti dalla più genuina tradizione cattolica, armonizzate senza violarne lo stile, con particolare attenzione alle esigenze celebrative della liturgia conciliare.
Un ambizioso e sistematico strumento liturgico-musicale, teso a valorizzare le antifone proprie della liturgia eucaristica. L’attenzione al tempo liturgico e la glossa teologica dell’eucologia accompagnano la comunità celebrante che, guidata dalla schola cantorum, rivive il mistero di Cristo in ascolto delle sonorità echeggianti dalla più genuina tradizione cattolica, armonizzate senza violarne lo stile, con particolare attenzione alle esigenze celebrative della liturgia conciliare.
Gli autori sono notissimi negli ambienti sinfonici e polifonici delle principali cattedrali e chiese d’Italia.
I saggi raccolti in questo libro sono interventi tenuti al Corso di Formazione alla Spiritualità nella Musica "Zipoli" fondato e diretto da due Padri gesuiti: ogni estate in Palermo si radunano giovani dai 18 ai 25 anni di età per parteciparvi. Gli interventi vogliono essere tentativi di aprire la coscienza contemporanea alla ricchezza spirituale della musica nella multiculturalità in un mondo tecnocratico che, come ha insegnato la Laudato si' di Papa Francesco, rischia costantemente di smarrire la consapevolezza del dono di grazia della creazione che vive del dinamismo della pericoresi trinitaria.
L'arte cristiana è un grande "libro" dove possiamo leggere la comprensione che le comunità cristiane e civili hanno avuto nella storia del Mistero di Dio e del mistero dell'uomo; un "libro" che coinvolge non solo la nostra componente razionale ma anche, forse soprattutto, quella emotiva, dei sentimenti. La bellezza creata dall'umanità si unisce alla bellezza del grande "libro" del creato e delle creature: l'arte e il creato si uniscono al libro scritto della rivelazione, della Sacra Scrittura e insieme ci propongono grandi orizzonti per crescere nella comprensione del Mistero di Dio e del mistero nostro, rivelato dall'Incarnazione, dalla vita, passione, morte e risurrezione del Signore Gesù.
Con un linguaggio accessibile a tutti, l'autrice introduce e accompagna il lettore a conoscere e ascoltare alcuni capolavori della tradizione cristiana per celebrare l'Avvento e il Natale, la Quaresima e la Pasqua, le Solennità e le Feste dei Santi. Un florilegio di artisti, noti e meno noti, che hanno segnato lungo i secoli la celebrazione dei misteri della vita cristiana. Per ogni brano vengono offerte alcune indicazioni biografiche dell'autore, il testo (e la traduzione) e un link per ascoltare le composizioni su YouTube o tramite codice QR.
Per costruire uno spazio sacro oggi, che adeguatamente riesca ad esprimere il senso del Sacro, bisogna riandare alla serata del 27 marzo 2020, in una irreale e deserta piazza San Pietro, battuta da pioggia e vento, e meditare sulle parole pronunciate da Papa Francesco, nelle quali ci raffigurava una situazione senza precedenti: "Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca... ci siamo tutti". Aggiungendo però, subito dopo, che proprio questo tempo, di dolore e crisi, è "...un tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci". Solo con questo spirito di solidarietà e di speranza, uniti tutti insieme dal centro alla periferia, intendendo con quest'ultima non solo quella urbana, ma nel più vasto scenario del mondo globalizzato, possiamo realizzare quegli spazi sacri, capaci di confrontarsi con la sfida provocatoria della contemporaneità, tali da provare a curare e lenire le profonde ferite dell'umanità.
La grandiosa ouverture scelta, il Salmo 150, si erge come orizzonte interpretativo di tutta la questione “strumenti musicali e liturgia”. Vera perla preziosa di grande valore è poi il capitolo secondo, dove lo psal­te­rium iu­cun­dum costituisce un distillato della migliore eredità patristica sul tema, della quale Duri­ghello è grande conoscitore e appassionato. Tutta la seconda parte, infine, è un condensato di sapienza frutto di un lungo apprendistato alla scuola di tanti anni di insegnamento di mu­sicologia litur­gi­ca, di composizione di musica sacra e di prassi celebrativa vissuta sulla propria pel­le, oltre che sulle corde e sui flauti. I due ca­­pitoletti introduttivi della seconda parte offrono ancora un orizzonte di grande respiro nel comporre armonicamente Musica e Paro­la, Suono e Silenzio. E come non gu­stare an­co­ra quella sapienza evocata nelle ultime pa­gi­ne, dove viene esplicitata l’unica vera chiave interpretativa di ogni dibattito liturgico, cioè il ritmo del servizio che dovrebbe sempre bat­te­re il tempo di ogni canto e musica dei cri­stia­ni? Come parlare di strumenti musicali senza essere strumenti di servizio, di lode, di comu­nione? (don Giulio Osto, Prefazione)
Gianmartino Durighello, musicista, com­positore e insegnante di Conservatorio, collabora con l’Ufficio Liturgico Nazionale come docente al Coperlim. Insegna nelle Scuole di Musica per la Liturgia delle dio­cesi di Padova, Oppido Mamertina-Palmi e Venezia. Dal 2004 collabora come relatore a Celebriamo cantando, giornate di approfondimento promosse dalle Figlie della Chiesa, Roma, e con altre comunità e congregazioni religiose. Ha pubblicato testi di spiritualità liturgica e Lectio divina.
È destinato agli alunni (e docenti) del­­le Scuole e Istituti diocesani e par­roc­­chiali di mu­sica sacra. Utile anche ai di­rettori di cori e ai loro cantori più sen­­si­bili e preparati, com­presi gli alun­ni dei Con­servatori. È un’opera che non dovrebbe man­ca­­­re tra gli strumenti di con­sultazione e di ap­profondimento di tutti gli ani­ma­to­ri mu­­sicali della liturgia.