Il saggio raccoglie un gruppo di articoli, apparsi in vari tempi e in diverse contingenze. La loro lettura rivela l'evoluzione avvenuta nell'autore nell'arco di una quindicina d'anni. Egli aveva la convinzione che la questione liturgica si sarebbe risolta felicemente con l'avvento di nuovi riti, teologicamente più ricchi e liturgicamente più "veri". Pur permanendo la convinzione dell'importanza del rapporto tra liturgia e scienze umane, o, come si dice, tra riti liturgici e antropologia (linguaggio, segni, ecc.), l'autore è venuto maturando soprattutto la persuasione che la liturgia acquista in attualità e autentica assumibilità, quando, e nella misura in cui, si riprendano il contatto e la fedeltà nei confronti dell'"Originale", cioè con Gesù Cristo, Figlio di Dio, col mistero della sua morte e risurrezione in atto nell'azione sacra, e quindi con la tradizione liturgica specificamente cristiana della Chiesa, com'era e com'è del resto l'intenzione e la sostanza dei documenti conciliari e postconciliati. Del resto non manca la controprova: i giovani e persino i bambini stanno rivelando una intelligenza e una nuova prassi della liturgia, non per facili accomodamenti concessi loro, ma perché si ritrae dinanzi al loro sguardo ammirato e alla loro mente il mistero di santità e di bellezza che la liturgia e le feste che la compongono vanno esponendo e celebrando. Una santità, una bellezza antica ma sempre nuova.
Il rinnovato interesse per la relazione che intercorre tra ecclesiologia e liturgia, tra la vita della chiesa e il modo in cui nella celebrazione essa esprime se stessa, ha visto nel dopo-concilio moltiplicarsi gli studi ecclesiologico-liturgici, anche se l'influsso della liturgia sulla produzione ecclesiologica non è molto rilevante, fatte salve le debite eccezioni. Di qui la necessità di colmare questo vuoto riprendendo lo studio di quello che fu il primo documento del Vaticano II. L'analisi critica si conclude offrendo alcuni stimoli affinché la dimensione cultuale della chiesa possa essere maggiormente esplicitata e sviluppata anche in vista di implicazioni pratiche per la vita della chiesa stessa.
Il presente volume, voluto dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e dalla Pontificia Università Lateranense e l'Università Cattolica "San Antonio" di Murcia (Spagna), contiene gli atti del Simposio tenuto nella sede dell'università Lateranense in Roma nei giorni 18-20 febbraio 2014. In esso sono contenuti gli interventi e la tavola rotonda facenti parte dell'incontro, il messaggio di Sua Santità Papa Francesco, le omelie e i discorsi del Cardinale Segretario di Stato, S. Em.za Rev.ma Mons. Pietro Parolin, del Cardinale Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, S. Em.za Rev.ma Mons. Antonio Cañizares Llovera, e del Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranese, S. Ecc.za Rev.ma Mons. Enrico dal Covolo. Le riflessioni riportate all'interno del volume hanno il compito di fornire una più approfondita conoscenza della teologia e degli orientamenti della Magna Charta della Liturgia del Vaticano II in tutta la sua attualità.
Lo scopo del libro è esaminare una fonte liturgica del X secolo, ossia il rito della penitenza privata del Pontificale Romano-Germanico, spiegando il suo contesto storico, pastorale e teologico, individuando le sue fonti letterarie e bibliche, analizzando la teologia emergente.
Le riflessioni che l'Autore propone mirano alla riflessione e alla meditazione sul senso della Preghiera e della Celebrazione cristiana, nella prospettiva della Nuova evangelizzazione, e sulla scorta del Catechismo della Chiesa Cattolica. Per la conversione missionaria" voluta da Papa Francesco la liturgia e la preghiera rivestono un ruolo fondamentale. L'evangelizzazione gioiosa si fa bellezza nella Liturgia. La Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della Liturgia, la quale è anche celebrazione dell'attività evangelizzatrice e fonte di un rinnovato impulso a donarsi, come dice la Evangelii gaudium. E' la prospettiva che ispira queste pagine, che vogliono invitare a rileggere le parti che il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica alla "Celebrazione del mistero cristiano" (parte seconda) e alla "Preghiera cristiana" (parte quarta). "
Uno strumento pratico ed agile ad uso dei ministri di culto, dei sacristi e di quanti si occupano della cura dei luoghi di culto e del decoro delle azioni liturgiche. Il testo, che nasce più da una pratica pastorale che da elevate disquisizioni teologiche, è a servizio della Liturgia Latina di Rito Romano.
Uno studio rigoroso e appassionato sulla liturgia quale fonte di vita. La materia è incandescente: perchè tratta di quanto Dio ha consegnato di più prezioso agli uomini per essere adorato, ma anche perchè gli uomini, certi uomini, hanno fatto della sacra Liturgia un terreno di scontro tentando di costruirla a propria immagine somiglianza. Senza polemiche, ma con chiarezza e senza fare sconti, don Marino Neri conduce il lettore per mano dalla sacra fonte da cui sgorga il culto divino fino al suo tradizionale sviluppo giunto fino ai grandi pontificati di San Pio X e Pio XII, prima della riforma postconciliare. Un racconto condotto con la perizia dello studioso, la passione del cultore e, soprattutto, la devozione del sacerdote che diventa strumento di formazione e di elevazione spirituale: per chi assiste alla Messa, ma anche per chi la celebra.
L'ingresso del diacono permanente nel mondo della chiesa "ordinata" sta avvenendo dalla porta di servizio, in modo spoglio, senza che quasi se ne avverta la presenza e senza che nessuno si faccia realmente da parte per lasciargli uno spazio suo. Uomo che serve, in tutti i sensi, il diacono vive due vite, quella laica della famiglia e del lavoro nel quale affonda le sue radici e quella clericale del mondo ecclesiastico, di cui avverte il fascino, ma al quale accede in modo solo formale. La tensione tra queste due vite è reale e appare ancora ben lungi dal determinare una identità pacificata. L'indagine sui diaconi qui presentata, la prima in Italia, si propone di ricostruirne la vita, l'identità e i modi in cui sono visti da quanti entrano in relazione con essi, a cominciare dalle loro mogli. Il libro contiene un contributo di Serena Noceti.
La cronica questione del rapporto tra "denaro" e "culto", non tramonta mai. Il tema è stato richiamato da papa Francesco nell'omelia del 21 novembre 2014 in cui ricorda "l'importanza della gratuità dei servizi liturgici, contro certi "listini dei prezzi" delle messe e dei sacramenti esposti in alcune parrocchie". Due studiosi, un docente di sociologia del consumo e un biblista e liturgista danno il loro contributo sul tema e provano a indicare una terza via tra denaro e sacro: ricuperare la componente relazionale del denaro, quel senso antropologico e simbolico che lo lega a un sano rapporto interpersonale, al dono e alla gratuità.
Il rinnovamento dei testi e delle pratiche liturgiche è uno dei frutti più evidenti delle istanze di riforma che il Vaticano II ha accolto e incoraggiato. Il valore della liturgia non è però riducibile alle questioni rubricali; così come la verità dei sacramenti non rimane presupposta alla loro celebrazione. La ricostruzione delle fasi salienti del Movimento liturgico riveste un indubbio interesse sistematico, perché fa incontrare preoccupazioni e istanze il cui valore persino supera le traduzioni che concretamente ne sono seguite. La presentazione di alcuni autori rappresentativi del dibattito più recente - Casel, Schillebeeckx, Rahner e Chauvet - mette in luce l'importanza di una teoria del rito in grado di superare l'esteriorità tra l'agire divino e l'agire umano, facendo tesoro delle acquisizioni maturate in ambito filosofico e antropologico culturale a riguardo dell'azione rituale.
«Scivolando nel realmente reale»: così Clifford Geertz (1926-2006), uno dei fondatori dell’antropologia interpretativa, descrive l’effetto della celebrazione rituale. Il presente studio esamina per la prima volta nel suo complesso la produzione geertziana sulla ritualità, confrontandola con le più recenti indagini antropologiche sul rito e indicando possibili interazioni con la riflessione teologica e pastorale sulla liturgia. Ogni celebrazione liturgica (e ogni riflessione teologica), infatti, si fonda su un’antropologia, più o meno consapevole o esplicitata. Per un dialogo adeguato con molta parte della cultura di oggi diventa importante misurarsi con contributi provenienti dalle scienze antropologiche in grado di porsi oltre ogni riduzionismo positivista. La proposta di Geertz, aperta al simbolo e all’ermeneutica, appare utile traccia per una elaborazione antropologica in interazione con le esigenze attuali della riflessione teologica e pastorale sull’esperienza liturgica cristiana.
Destinatari
Insegnanti e studenti di liturgia; presbiteri e operatori liturgici.
Autore
BRUNO BARATTO (1958), presbitero della diocesi di Treviso, ha conseguito con questa tesi il dottorato all’Istituto di Liturgia Pastorale dell’Abbazia di S. Giustina in Padova, presso il quale tiene un corso introduttivo alle scienze umane. In diocesi ricopre vari incarichi relativi alla pastorale dei migranti e ai gruppi religiosi e parareligiosi esterni o ai margini dell’esperienza ecclesiale, oltre a essere collaboratore pastorale in due parrocchie del trevigiano.
Lo scenario della Chiesa di oggi, riformata secondo le applicazioni del Concilio Vaticano II, presenta un mosaico di "criticità" che non sfuggono ai fedeli ed agli studiosi più coinvolti. Esse non hanno risparmiato - anzi vi trovano il loro focus - la Liturgia, culmine e fonte della vita di fede nella sua espressione sacramentale (Sacrosanctum Concilium, 10), funzione primaria della Chiesa santificante oltre che docente e guida per i fedeli. In vista dell'annuncio e della testimonianza di Cristo al mondo. Nel presente saggio viene analizzato sul piano filosofico e teologico lo status quaestionis, in ambito liturgico, della crisi che viene da lontano ma caratterizza l'ultimo cinquantennio. Vengono quindi sviluppati in termini essenziali alcuni dei punti rilevanti di un dibattito ancora aperto, da diffondere ed allargare, al fine di alimentare una "pastorale" secondo la Tradizione che è vita e giovinezza della Chiesa.