Il volume 32 della collana "Enchiridion Vaticanum", che dal 2018 viene pubblicata in coedizione con Libreria Editrice Vaticana, è dedicato ai documenti emessi dalla Santa Sede durante il 2016. L’anno coincide in gran parte con il Giubileo straordinario della misericordia, tema le cui risonanze si avvertono in buona parte dei documenti pubblicati. Ciò è vero anzitutto per il più importante di essi: l’esortazione apostolica Amoris laetitia, frutto del percorso sinodale sulla famiglia svoltosi negli anni precedenti. Svariati provvedimenti proseguono l’azione di riforma della Curia: vengono creati nuovi organismi (come il Dicastero per lo sviluppo umano integrale, che accorpa precedenti strutture), di altri vengono approvati gli statuti o precisate le competenze. Il volume raccoglie molti significativi interventi di papa Francesco (in particolare nei numerosi viaggi: quello in Messico, preceduto dall’incontro senza precedenti col patriarca di Mosca all’aeroporto di Cuba; quello nel campo profughi di Lesbo; quelli in Armenia e in Azerbaigian e quello in Polonia per la Giornata mondiale della gioventù) oltre ai principali provvedimenti emanati dai diversi settori della Curia romana. Tra essi va senz’altro segnalata la nuova Ratio fondamentalis institutionis sacerdotalis della Congregazione per l’educazione cattolica.
Sogno, vita, speranza, amore, felicità… realtà che esprimono la direzione, il senso dato alla vita. Grandi parole che ne contengono altre, importanti per quei giovani – ma non solo – ai quali in modo speciale l’autore si rivolge, rileggendo la Christus Vivit di Papa Francesco per scoprirne significati diversi da quelli che il mondo oggi offre, dei quali i giovani non si accontentano. Parole che il libro invita ad ascoltare con l’aiuto della Parola di Dio, a contemplare attraverso alcune immagini, a pensare applicandole alla vita. Parole radicate nella «memoria» sapiente degli adulti ma spinte a «correre» dall’audace creatività dei giovani. Parole sempre Giovani, perché approfondite dal «linguaggio della vicinanza e dell’amore» e vivificate dall’incontro con Cristo, Parola del Padre, sempre «giovane», che «vive» nei giovani.
L'anno scorso, 2018, sono occorsi due importanti anniversari per la vita della Chiesa, il cinquantesimo dell'enciclica "Humanae vitae" di Paolo VI del 25 luglio, 1968, e il venticinquesimo dell'enciclica "Veritatis splendor" di Giovanni Paolo II del 6 agosto, 1993. In un tempo in cui tutti iniziano a rendersi conto della gravità del crollo delle nascite nel mondo occidentale, il testo di Paolo VI appare quanto mai profetico nel senso di aver valorizzato il significato della procreazione e dell'apertura alla vita come parte integrale della vocazione al matrimonio e all'amore coniugale.
Perché alcuni risultano facilmente ben accetti, mentre altri - se va bene - vengono a malapena tollerati? È questione di tecnica, o c'è dietro qualcosa d'altro? Possono essere di aiuto dei "trucchetti" retorici? Certo, c'è chi, con una buona loquela, riesce a ingannare, ma le cose finiscono male quando viene sbugiardato: perde la credibilità per non recuperarla mai più. Essere ben accetti è collegato a una comunicazione efficace. Qual è dunque la chiave della buona riuscita? La tesi del libro è che la pietra angolare di ogni collaborazione veramente riuscita si basa sull'acquisire innanzitutto piena consapevolezza della fondamentale capacità umana di stabilire relazioni, sviluppandola poi a cominciare da se stessi e proseguendo con gli altri più vicini, fino a giungere alle persone e ai mondi più lontani.
The origin of the Pontifical Council for Promoting Christian Unity is closely linked with the Second Vatican Council. On 5 June 1960, Saint Pope John XXIII established a 'Secretariat for Promoting Christian Unity' as one of the preparatory commissions for the Council.
In 1966, Saint Pope Paul VI confirmed the Secretariat as a permanent dicastery of the Holy See. In 1974, a Commission for Religious Relations with the Jews was established within the Secretariat. In 1988, Saint Pope John Paul II changed the Secretariat's stares to Pontifical Council. The Pontifical Council is entrusted with promoting an authentic ecumenical spirit in the Catholic Church based on the principles of Unitatis redintegratio and the guidelines of its Ecumenical Directory first published in 1967, and later reissued in 1993. The Pontifical Council also promotes Christian unity by strengthening in 1967, and later reissued in 1993. The Pontifical Council also promotes Chtistian unity by strengthening relationship with other Churches and Ecclesial Communities, particularly through theological dialogue. The Pontifical Council appoints Catholic observers to various ecumenical gatherings and in turn invites observers or 'fraternal delegates' of other Churches or Ecclesial Communities to major events of the Catholic Church.
Il testo della Lettera in forma di motu proprio con la quale Papa Francesco istituisce la domenica della Parola di Dio: un giorno dedicato alla riflessione, alla celebrazione e alla divulgazione che coinciderà con la III domenica del Tempo Ordinario.
Sono colpito dal talento dell’uomo moderno di deturpare ciò che tocca. Guardiamo lo spazio: le immagini dei pianeti e delle stelle hanno una bellezza mozzafiato. Ogni cosa è al proprio posto. L’ordine dell’universo ispira la pace. Guardiamo il mondo, le montagne, i fiumi, i paesaggi, tutto ispira una serena bellezza. Guardiamo il viso di un bambino che riede di gusto, il viso di un anziano pieno di rughe per l’età. Dio ha plasmato la sua creatura con tanto amore da ispirare sempre una sensazione di nobiltà e bellezza. E poi guardiamo ciò che crea il mondo moderno!
«Alla radice della decadenza dell’Occidente c’è una crisi culturale e identitaria. L’Occidente non sa più chi è perché non sa più, e non vuole sapere, chi lo ha plasmato...».
L’affermazione del cardinale Robert Sarah esprime con precisione l’intenzione del suo terzo libro di conversazioni con Nicolas Diat. La conclusione a cui perviene è semplice e insieme impietosa: il nostro mondo è sull’orlo di un abisso. Crisi della fede e della Chiesa, declino dell’Occidente, relativismo morale, mondialismo sfrenato, capitalismo selvaggio, nuove ideologie, inaridimento della politica, derive da totalitarismo islamista... È necessario tentare una diagnosi senza invocare pretestuose attenuanti. Non si tratta però soltanto di prendere in esame il grande cambiamento cui è andata incontro la nostra epoca: richiamando l’attenzione sulla gravità della situazione che stiamo attraversando, il cardinale dimostra che è possibile evitare l’inferno di un mondo senza Dio, di un mondo senza uomo, di un mondo senza speranza.
In questa ambiziosa meditazione, il cardinale Sarah si impegna senza riserve nell’analisi delle diverse crisi del mondo contemporaneo.
Robert Sarah
Dal cuore dell’Africa al centro della Cristianità: così potremmo riassumere lo straordinario percorso di vita del cardinale Robert Sarah. Ordinato prete nel 1969; consacrato vescovo nel 1979 – il vescovo più giovane del mondo – chia- mato da Giovanni Paolo II nel 2001 a Roma come Segretario della Congre- gazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; nominato da Benedetto XVI Presi- dente del Pontificio Consiglio Cor Unum nel 2010 e infine nel 2014 chiamato da Francesco a presiedere il Dicastero vaticano che si occupa della liturgia. Guardando il povero bambino di Ourous, figlio di contadini e attratto dalla vita dei missionari, nessuno poteva immaginare il piano di Dio ma si potrebbe affermare che certo Dio sapeva quel che faceva.
In questi ultimi anni i sacerdoti della Chiesa cattolica sono stati sottoposti a indagini, critiche e denunce giuste ed ingiuste. Si vorrebbe capire perché e si vorrebbero fornire elementi di valutazione per il dibattito sul futuro del clero cattolico, e in particolare per la problematica del celibato, nel contesto del prossimo Sinodo sull'Amazzonia, ma non solo. Il libro del Cardinal Ouellet presenta una visione rinnovata che può non solo aiutare il discernimento della Chiesa in quest'ora della storia ma anche incoraggiare i sacerdoti a vivere con entusiasmo la loro vocazione.
Il Concilio Vaticano II, il ventunesimo nella storia della Chiesa, fu aperto da Giovanni XXIII l'11 ottobre 1962 e chiuso da Paolo VI l'8 dicembre 1965. Nonostante le attese e le speranze di tanti, l'epoca che lo seguì non rappresentò per la Chiesa una "primavera" o una "pentecoste" ma, come riconobbero lo stesso Paolo VI e i suoi successori, un periodo di crisi e di difficoltà. Questa è una delle ragioni per cui si è aperta una vivace discussione ermeneutica, in cui si è inserita l'autorevole voce di papa Benedetto XVI che ha invitato a leggere i testi del Concilio in continuità con la Tradizione della Chiesa. Al dibattito in corso, Roberto de Mattei offre il contributo non del teologo, ma dello storico, attraverso una rigorosa ricostruzione dell'evento, delle sue radici e delle sue conseguenze, basata soprattutto su documenti di archivio, diari, corrispondenze e testimonianze di coloro che ne furono i protagonisti. Dal quadro documentato e appassionante tracciato dall'autore, emerge una "storia mai scritta" del Vaticano II che ci aiuta a comprendere non solo le vicende di ieri ma anche i problemi religiosi della Chiesa di oggi.
Descrizione
La collana si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un commentario di taglio scientifico ai documenti del Concilio Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione dell'Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l’Associazione teologi italiani, l’opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche.
Il volume 3 presenta e commenta due documenti conciliari: il decreto Orientalium Ecclesiarum in cui si tratta delle Chiese cattoliche orientali e il decreto Unitatis redintegratio che tratta dei rapporti tra la Chiesa cattolico-romana e le altre Chiese e Comunità ecclesiali. Mentre il primo documento è tra i meno conosciuti e commentati del corpus conciliare, il secondo costituisce un testo riconosciuto come basilare e ampiamente commentato. A partire da Unitatis redintegratio, infatti, si apre per la Chiesa cattolica la ricca stagione dell'impegno ecumenico.
Sommario
Sigle. Introduzione generale. I. Orientalium Ecclesiarum. Introduzione (J.-P. Lieggi). Commento (S. Parenti). II. Unitatis redintegratio. Introduzione e commento (A. Maffeis). Profili bio-bibliografici. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Serena Noceti è docente stabile ordinario di Teologia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose «Galantini» di Firenze e tiene corsi alla Facoltà teologica dell’Italia centrale. Socia fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane, è vicepresidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Roberto Repole è docente di Teologia sistematica alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino e al biennio di specializzazione in Teologia morale sociale della Regione ecclesiastica Piemontese. È presidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Jean Paul Lieggi, docente di Cristologia e Teologia trinitaria e Teologia patristica alla Facoltà Teologica Pugliese, è membro dell’Associazione Teologica Italiana.
Angelo Maffeis, docente di Storia della teologia alla Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale, è Consultore del Pontificio consiglio dell’unità dei cristiani.
Stefano Parenti, esperto di liturgia bizantina, è docente all’Università di Regensburg.
"Confine" è la parola che attraversa l'intero libro con la duplicità del suo significato: da un lato limite, linea che separa, barriera; dall'altro area condivisa, linea di contatto fra due regioni, soglia. Nunzio Galantino prova a ripercorrere, in queste pagine, i confini che ha conosciuto: quelli eretti a Lesbo col filo spinato per segregare persone esuli e affamate dipinte come nemici delle nostre culture, economie e democrazie; quelli che, in Romania, allontanano dai nostri occhi i bambini abbandonati; quelli, sottilissimi, dove abitano i malati sospesi fra la vita e la morte e, ancora, i confini rappresentati da quelle esistenze "periferiche" destinate a incarnare la società dello scarto. In un "diario pubblico" denso di esperienze vissute, di scambi con religiosi, politici e intellettuali impegnati ad affrontare le attuali emergenze sociali, di confronti con gli scritti di vari autori e gli insegnamenti di papa Francesco, Galantino invita a riflettere sui muri che abbiamo dentro di noi, sull'indifferenza, sugli sbarramenti innalzati per proteggerci da presunte minacce e che, invece, ci rinchiudono in orizzonti sempre più ristretti. E mostra che solo lasciandosi attrarre dall'oltre, solo attraverso il dialogo - che non è cedimento né compromesso, ma capacità di ascolto e desiderio di conoscenza - è possibile fare incontri che accrescono la nostra umanità, generano saggezza, danno origine a nuovi modi di vivere.
Uno degli inviti più ricorrenti di Papa Francesco è quello di accogliere il passaggio dall’epoca del cambiamento al cambiamento d’epoca. Con le sue riflessioni, monsignor Lorenzo Leuzzi, traccia le coordinate per realizzare un progetto culturale in grado di interrogare, leggere ed affrontare questo cambiamento d’epoca. Il realismo storico di Papa Francesco ci invita a tracciare la strada di una rinnovata diakonia della storia che la Chiesa è chiamata a donare alla società contemporanea per costruire ciò che san Paolo VI definiva la “civiltà dell’amore”. Allargare gli orizzonti della carità – spiega monsignor Leuzzi nella Presentazione – «non significa riverniciare il comandamento dell’amore, ma entrare con decisione e coraggio nelle dinamiche del cambiamento d’epoca scoprendo che la novità del Cristianesimo non è lontano dalle attese della società contemporanea ma che è da essa sollecitato a verificare se la via del realismo storico le appartiene o se, invece, lo riduce a semplice esperienza religiosa o sociale». Il volume è aperto dalla Prefazione di Stefano Zamagni ed è chiuso dalla Postfazione di Maria Chiara Malaguti e Alessandro Toscano.