La nonviolenza: lo stile della politica per la pace.
Volume 7/1 dell'Opera Omnia del papa emerito Benedetto XVI.
Il cardinal Burke, patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta e grande amico di papa Benedetto XVI, in dialogo con Guillame d'Alancon, affida a queste pagine il racconto della sua giovinezza, della sua vocazione e insieme un giudizio sulle grandi questioni di oggi: la Chiesa. la liturgia, la famiglia, il matrimonio, il rapporto tra genitori e figli, il rispetto per la vita.
Questo grande giurista, dalle innegabili qualità pastorali, parla con semplicità e franchezza, con spirito critico ma mai polemico, sempre illuminato dalla luce della fede.
Un libro limpido e indispensabile per comprendere la nostra epoca, la Chiesa, le sfide del mondo contemporaneo.
«Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?». Questa è la domanda che vive al cuore della Lettera enciclica di Papa Francesco Laudato si'. Sulla cura della casa comune. Non una domanda ideologica, né «tecnica», ma un interrogativo forte che pone la questione ecologica come centrale per la nostra umanità.
"Il signore scende fino alla soglia in cui il Regno dei Cieli diventa Regno della terra, e stende le sue mani sulla coppia: uomo e donna".
L’idea del libro era inizialmente di una intervista a mons. Bettazzi sulla sua vita. Alla fine ciò che l’autore e l’intervistato si sono ritrovati per le mani è invece una lunga e articolata chiacchierata, un dialogo ma anche un incalzare reciproco di riflessioni e rimandi e di citazioni di grandi autori. La vita di mons. Bettazzi fa da sfondo a questo dialogo sui temi del Concilio, svolti seguendo un alfabeto tematico, per parole chiavi e suggestioni. Dalla A alla Zeta il confronto tra il monsignore, che giovanissimo prese parte ai lavori del Concilio, e il professor Budaci coglie le attese e le speranze che oggi animano la Chiesa di Francesco, che a 50 anni dal Concilio è chiamata a fare i conti sul tanto che resta ancora da avviare piuttosto che da portare a termine. Alla fine il lettore sarà sommerso da pensieri aperti, da domande ancora possibili, dalla certezza di aver dialogato anche lui con un vescovo, ora emerito, ma di certo audace e singolare interprete da sempre di una Chiesa prossima all’umanità e per questo “più umana” nel suo incarnare il divino.
"La Dichiarazione Nostra Aetate rappresenta uno dei testi più innovativi e dibattuti del Concilio Vaticano II. Con essa, per la prima volta nella sua storia, la Chiesa ha preso in esame il complesso mondo delle fedi non cristiane, inaugurando e dando fondamento ad una nuova stagione ecclesiale improntata al dialogo interreligioso. Il saggio ricostruisce la genesi testuale del documento e svolge un'analisi interpretativa dei suoi principali nodi concettuali individuandone le premesse nella riflessione teologica preconciliare".
Il venticinquesimo anno della celebrazione della Giornata Mondiale del Malato è l’occasione giusta per una riflessione su chi sta male, la malattia e sul cammino di sofferenza; una riflessione che deve però esser utile e costruttiva non solo per il malato, ma per tutte le persone che gli gravitano intorno: dai familiari ai medici, agli operatori sanitari e a quanti, laici o cristiani, decidono di dare il loro supporto al “paziente”. Questo volume raccoglie le testimonianze di chi conosce
da vicino l’esperienza della malattia; si tratta di persone che vivono ogni giorno il prezioso ministero della consolazione, pur in forme e modalità diverse. Il libro si propone di illuminare quanti ancora oggi accolgono il mandato di Gesù di predicare il Vangelo e curare gli infermi.
Il presente volume non è un libro di storia o di valutazione dei lavori delle assemblee e delle riunioni sinodali alle quali l’Autore ha partecipato dall’inizio, nel 1967 fino al 1989. È piuttosto un’evocazione personale dei fatti e dei detti vissuti o sentiti durante lo svolgimento di varie riunioni e incontri sinodali. Se non sono una cronaca storica, sono però storici in quanto avvenuti. Nel ricordarli con alcune considerazioni personali, mons. Farhat vuole manifestare quanto del Sinodo non ha fatto notizia ma che ha influito molto sulla maturazione e la crescita serena ed efficiente della collegialità episcopale con Pietro, mai senza Pietro. Vuole ricordare l’atmosfera di libertà di espressione, di profonda cultura teologica e umana e una dimensione quasi innata di rispetto dell’altro e di vera carità fraterna, vissuta anche con le divergenze di opinioni. Il Sinodo è un cammino, un cammino di carità alla ricerca della verità, con l’ardore della fede che “ubi Petrus, ibi Ecclesia”.
Edmond Farhat, nato nel 1933 ad Ain Kfaa (Libano), dal 1964 vive a Roma. È Arcivescovo titolare di Byblos. Licenziato in Teologia, Filosofia e Diritto canonico, si è dottorato in Teologia biblica con una tesi su “La sainteté dans les manuscrits de Qumran”. Dal 1962 al 1971 è stato responsabile del Programma arabo della Radio Vaticana. Dal 1965 al 1967 Officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede. Dal 1967 al 1989 Officiale e poi Sotto-segretario della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi. dal 1970 al 1989 è stato professore di Diritto islamico presso l’Università di Sassari. Il 26 agosto 1989 Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato Delegato apostlico in Libia e pro-Nunzio in Algeria e Tunisia. Sono seguite poi le nomine a Nunzio in Slovenia e Macedonia (1995), in Turchia e Turkmenistan (2001) e infine in Austria (2005), dove è rimasto fino al 2009. Ha scritto diversi libri e saggi in italiano, francese, tedesco e arabo sul Sinodo dei Vescovi, sul Medio Oriente e sul Vaticano. Nel 2015 per la LEV ha scritto la guida “Al Vatykaan fi Ma’aanihiwa Mabaaniyh” (Il Vaticano: i suoi significati e i suoi monumenti).
The pontifical Council for Justice and Peace is happy to publish the "Proceedings" of a two-day Seminar on the theme "The Global Common Good: towards a more Inclusive Economy", held on July 11th and 12th 2014, at the Pontifical Academy of Sciences, Casina Pio IV, in Vatican City.
This invitational Seminar brought together leaders and experts from a number of areas. Economists, bankers, and heads of international and intergovernmental organizations joined representatives of the Church and non-governmental organizations.
Discutere di Gaudium et spes, a cinquant’anni dalla sua promulgazione, significa riconoscere che la Costituzione conciliare è un paradigma pastorale di metodo per un dialogo tra la chiesa e il mondo che resta sempre “da fare”. Il paradigma offre l’indice di questo dialogo, ma il suo valore non sta nella ripetizione dei contenuti che, assunti a mo’ di affermazioni dottrinali, vanno ripetuti sempre e dovunque (altrimenti, da questo punto di vista Gaudium et spes è inevitabilmente datata), bensì nell’apertura a un lavoro che resta sempre da fare nelle differenti epoche storiche che la chiesa è chiamata a vivere.
Il volume raccoglie due testi: il discorso del Rettore Magnifico per l'inizio dell'anno accademico 2016-2017; e una memoria storica dell'Università Lateranense legata al Magistero di san Giovanni XXIII e del beato Paolo VI. Infatti l'approfondimento dell'identità lateranense e il coerente spirito di appartenenza all'istituzione devono passare attraverso una rivisitazione affettuosa della storia dell'Università e dei "Grandi" che l'hanno pensata.