La democrazia nel pensiero della Chiesa Cattolica e del Papa Giovanni Paolo II. Porsi in forma interrogativa il problema della crisi della democrazia" significa comprenderne il significato polivalente. Esistono infatti eccezioni della parola "democrazia" assai diverse dal suo significato moderno. Nella sua accezione moderna essa non e' mai stata altro che una malattia sociale di per se' incurabile. La domanda sulla crisi e' resa necessaria anche dalla realta' della democrazia attuale. Attualmente, infatti, tutto e' stato inglobato sotto il manto della democrazia: e' come un'atmosfera che abbraccia tutto e tutto contiene e fuori dalla quale vi e' soltanto il nulla. Questo volumetto, fondandosi su documenti magisteriali, filosofici e patristici, intende fare luce sull'idea di democrazia come si esprime all'interno del sommo magistero della Chiesa, dalle origini e soprattutto in Giovanni Paolo II. "
Sacrilego, incestuoso, avvelenatore, nepotista. Ecco come la storia ha disegnato Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia. Nel corso del ’900, non pochi storici e storiografi si sono interrogati sulla fondatezza di quelle accuse, giungendo ad una rivalutazione – soprattutto politica – del pontificato borgiano (1492-1503). La «leggenda nera» del secondo Papa Borgia nacque da reali addebiti o dalla propaganda dei molti nemici politici? Questo saggio scandaglia da vicino il pensiero e l’azione del più controverso Papa della storia, fornendo al lettore (cattolico e non) altri elementi di giudizio. In particolare, mostrando come la maggior parte delle accuse sul conto del pontefice catalano, quelle più infamanti, risultino di fatto infondate.
L’Autore
Lorenzo Pingiotti (Teramo, 1970) è laureato in economia ed è funzionario di un Ente pubblico. Appassionato di ricerca storica, è giornalista pubblicista e collaboratore del settimanale della Diocesi di Teramo-Atri L’Araldo Abruzzese. È stato co-autore del Piccolo Manuale di Apologetica 2 (2006) curato da Rino Cammilleri.
Questo volume rappresenta una importante novità per la comprensione della storia dello Stato Pontificio nel Cinquecento. Forte di una rigorosa analisi delle fonti archivistiche, il libro coniuga la serietà della ricerca, sostanziata dalla comparazione dei documenti italiani ed europei attinti dai principali archivi, con una nuova visione interpretativa della filosofia politica dei protagonisti e, particolarmente, di Gregorio XIII, nonché dei re di Portogallo e di Spagna. Uno dei pregi del volume, pertanto, consiste nella capacità di far rivivere i protagonisti sia nel loro "titanismo" sia nei disegni geo-politici, agevolando il lettore in questo percorso, anche attraverso l'impianto delle note, impreziosite dalle biografie dei personaggi e dalla descrizione delle magistrature che hanno interagito nel periodo preso in esame. Utile ed innovativa la trattazione di un Pontefice così poco studiato quale Gregorio XIII e di un Regno, egualmente, poco frequentato sul piano storiografico quale il Portogallo.
Il pensiero di Papa Wojtyla ci avverte che la cultura oggi dominante nel mondo occidentale ha reso problematica la comprensione dei fondamenti dell’agire moralmente responsabile, mentre le etiche che giustificano ogni forma di nichilismo e di nomadismo morale non sono in grado di fornire risposte adeguate e saldi punti di riferimento.
Il senso profondo della riflessione filosofico-morale woitiliana, che trova nella descrizione fenomenologica della esperienza morale il suo nucleo vitale, consiste nel proporsi come una filosofia educante, volta alla ricerca della verità e del senso dell’esistenza degli uomini. Il valore della persona, il suo autodeterminarsi nell’esperienza della libertà e della responsabilità, orientate da valori universali, costituiscono la profonda trama della riflessione woitiliana. Trama nella quale l’intreccio teoretico-argomentativo è sostenuto dalla esperienziale evidenza che la vita umana non è semplice realtà fenomenica: questa capacità di scoprire il volto di Dio nel cuore tormentato e a volte sfigurato dell’uomo di oggi esprime la nota più originale delle opere di Wojtyla.
Il volume presenta numerosi contributi che evidenziano l’originalità della lettura fenomenologica di Wojtyla nelle sue opere di letteratura, nella sua visione antropologica, nella dottrina sociale.
Giovanni Paolo II tra le civiltà del mondo. L’autore ha selezionato i viaggi più rappresentativi di papa Wojty?a e ha raccontato i sentimenti con i quali il pontefice li affrontava: dal suo affetto per l’Africa, ai tentativi di comprensione e dialogo in Asia, alla nuova proposta di evangelizzazione in America e in Europa. Insieme all’annuncio del Vangelo, ovunque portava parole di pace e di speranza.
Grieco riesce in poche righe a far emergere l’umanità del papa, capace di ascolto e di intensa tenerezza.
Padre Gianfranco Grieco è un delle firme di spicco dell’«Osservatore Romano». Come inviato del giornale vaticano ha accompagnato Giovanni Paolo II nei suoi numerosi viaggi.
Il volume, sotto la sovrintendenza del Comitato Nazionale istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è l'edizione critica delle Agende del pontefice. Le annotazioni quotidiane di Giovanni XXIII ci dicono molto sulla sua vita interiore, sui rapporti con i collaboratori e sulle scelte più importanti del pontificato. Il punto di osservazione è certamente molto personale, ma questi diari costituiscono una fonte importante per la conoscenza della persona e per la storia del suo breve pontificato. Le annotazioni toccano alcune delle questioni più scottanti che la chiesa si è trovata ad affrontare: la riorganizzazione della curia, i conflitti interni ad essa, le divisioni relative alla politica italiana e in generale al rapporto con il mondo moderno, lo sviluppo della chiesa nei vari continenti (con l'affacciarsi delle chiese autoctone del Terzo mondo), il concilio (come vertice di tutto lo sforzo giovanneo per l'aggiornamento della chiesa), la pace e il dialogo con il mondo comunista. Dalle agende emerge soprattutto il profilo di un cristiano, un uomo divenuto "pastore universale" ma rimasto profondamente legato alle sue radici.
Negli anni Cinquanta in Italia si consuma la crisi della politica centrista, di cui De Gasperi era stato il principale artefice, e si inizia a dibattere, anche negli ambienti cattolici, sull'opportunità di un'"apertura a sinistra" verso il Partito socialista. Proprio in quel periodo, alimentata dalla pubblicistica corrente, si diffonde la fama "progressista" di Giovanni Battista Montini, dal 1954 arcivescovo di Milano: si parla di lui come di un "vescovo rosso" che, in contrapposizione alla Curia romana e all'episcopato tradizionalista, appoggia i tentativi democristiani di coinvolgere i socialisti nel governo del Paese. Il volume, scavando in profondità nella documentazione di Montini e della diocesi milanese, fino a oggi inedita, smentisce queste ricostruzioni, facendo emergere una opposizione non episodica, ma motivata da ragioni dottrinali e morali, a ogni tentativo di collaborazione politica con i socialisti. Questa opposizione spiega anche i difficili rapporti dell'arcivescovo Montini con i dirigenti lombardi della Democrazia cristiana, appartenenti in maggioranza alla corrente della Sinistra di Base e tenaci sostenitori dell'apertura ai socialisti; e giustifica il dialettico confronto sul tema dell'autonomia politica dei cattolici anche con i maggiori leader democristiani del tempo, Fanfani e Moro, fautori dell'alleanza di governo con il Partito socialista.
Si tratta di una raccolta ragionata di testi di Paolo VI sulla gioia, tema caro alla tradizione spirituale cristiana. La figura di Paolo VI, noto soprattutto come un Papa di grande spessore culturale, emerge in queste pagine come quella di un vero maestro spirituale, appassionato di Crsito e testimone della gioia del Vangelo.
In queste pagine si dipana la storia della grandezza, della religiosità e del peccato di uomini i cui atti non sempre furono modello di virtù e santità, di quella coerenza e di quella fedeltà che essi stessi predicavano ai propri fedeli, ma che, in ogni epoca, sono rimasti decisivo punto di riferimento per i cristiani. È la storia del Cattolicesimo, ma, di fatto, anche storia dei nostri Paesi e della nostra cultura.