Un volume che raccoglie i brani più incisivi della Vita di Gesù Cristo e si offre come stimolo per i cristiani che desiderano meditare sulla vita di Gesù dal momento della sua incarnazione nel grembo di Maria fino alla sua dolorosa passione e alla gloriosa risurrezione.
La Vita di Gesù Cristo è un’opera di grande valore, annoverata con pieno merito fra i classici spirituali del Medioevo. Fu letta e molto apprezzata, tra gli altri, da Bernardino da Siena, Ignazio di Loyola, Teresa d’Ávila, Francesco di Sales, Alfonso de Liguori. Il testo originale latino, che consta di oltre mille pagine, fu stampato la prima volta a Strasburgo nel 1474.
Ludolfo di Sassonia, monaco certosino, nacque tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. Entrò giovanissimo nell’Ordine dei domenicani, dove rimase ventisei anni e compì gli studi di teologia, divenendo “magister theologiae”. Nel 1340 la sua indole fortemente contemplativa ed eremitica lo spinse nell’Ordine certosino, dove entrò come novizio nella Certosa di Monte Santa Maria di Strasburgo; qui fece la sua professione. Nel 1343 fu priore della Certosa di San Beato di Coblenza, richiesto fortemente dai monaci di quella comunità, ma dopo cinque anni chiese di essere ridotto monaco semplice per dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione nella sua cella. Ottenuto il permesso dal Capitolo Generale del suo Ordine si ritirò nella Certosa di San Michele di Magonza, ma dopo alcuni anni fece ritorno a Strasburgo nella casa della sua professione, dove morì il 10 aprile 1377 in fama di santità.
Comprendere in maniera profonda e intelligente questi canti non è facile; anzi, proprio perché essi contengono in realtà «la parola della croce» (1Cor 1,18), possono anche scandalizzarci e indurire il nostro cuore, attraverso il loro messaggio che pare inaudito, irricevibile (cf. Is 53,1).
Leggendo i Canti del Servo si medita in profondità sulla vita di Gesù: ciò che il profeta ha scritto alla metà delVI secolo a.C.si è realizzato pienamente nella vicenda di Gesù Cristo, Messia crocifisso, «vincitore perché vittima». Gesù deve aver pensato la propria vocazione più profonda alla luce di questi canti, assumendoli come forma della sua vita, fino a interpretare attraverso di essi la propria fine.
Enzo Bianchi (1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. È autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora con «La Stampa», «Avvenire», e, in Francia, con «La Croix», «Panorama» e «La Vie». Autore di diversi libri come Il pane di ieri (Einaudi, 2008), Ogni cosa alla sua stagione (Einaudi, 2011), per le Edizioni San Paolo ha pubblicato, tra gli altri: Il Padre nostro. Compendio di tutto il Vangelo (20082), L’amore vince la morte (20082), Ascoltate il figlio amato! (2008), Perché pregare, come pregare (2009), Il Padre Nostro spiegato da Enzo Bianchi (2010), Una lotta per la vita. Conoscere e combattere i peccati capitali (20112) e Le tentazioni di Gesù Cristo (2012).
“Gesù non ha inventato la croce, l’ha trovata anch’Egli sul proprio cammino come ogni uomo. La novità che Egli ha inventato è stata quella di mettere nella croce un germe di amore. Così la croce è diventata la strada che porta alla vita. La croce è messaggio di amore, sorgente di calore trasformante per l’uomo. È la croce di Gesù, quella croce che oggi noi adoreremo e baceremo, quella croce che però prima ancora abbraccia ciascuno di noi e ci affida un incarico:... ci invita a seminare anche in esse, come Egli ha fatto per primo, il germe dell’amore e della speranza”.
“Gesù non ha inventato la croce, l’ha trovata anch’Egli sul proprio cammino come ogni uomo. La novità che Egli ha inventato è stata quella di mettere nella croce un germe di amore. Così la croce è diventata la strada che porta alla vita. La croce è messaggio di amore, sorgente di calore trasformante per l’uomo. È la croce di Gesù, quella croce che oggi noi adoreremo e baceremo, quella croce che però pri- ma ancora abbraccia ciascuno di noi e ci affida un incarico:... ci invita a seminare anche in esse, come Egli ha fatto per primo, il germe dell’amore e della speranza”.
Il testo è una Via Crucis con 15 Stazioni, l’ultima è l’incontro di Maria con Gesù risorto.
Le Stazioni sono quelle che i Vangeli e la Tradizione ci hanno tramandate.
L’autore le ha costruite cogliendo, nelle relazioni tra Gesù e i suoi, aspetti di amicizia e di amore, di inganni e di perdono, di tradimenti e di abbandono, di gratuità e di devozione, di legame e di libertà.
Quindici stazioni, quindici relazioni, «che hanno il gusto profondo, e non sempre comprensibile, della vita degli uomini e che Gesù di Nazaret ha compreso in pieno».
Ogni stazione è indicata da un passo evangelico; segue la riflessione sulla stazione e chiude sempre con riferimenti alla situazione degli uomini. È una Via Crucis un po’ fuori dal consueto; ha un quid di originalità.
Luca Saraceno è un sacerdote della diocesi di Siracusa. Docente di filosofia, ha pubblicato alcuni libri e collabora ad alcune riviste su tematiche filosofiche e religiose.
L'autore vuole fare scendere, come fasci di luce, alcune pagine di Vangelo e di Sacra Scrittura proprio dove la violenza dell'ingiustizia sembra zittire ogni possibilità di cambiamento. Ogni stazione è scandita dal brano evangelico a cui segue uno spazio meditativo dell'autore che, di volta in volta è sottolineato da nomi diversi di persone che hanno capito come "porgere l'altra guancia" non è né debolezza e vigliaccheria, ma resistenza di fronte al male, rifiuto della spirale della vendetta e delle logiche disumane annidate in ogni proposta criminale (P. Borsellino, P. Impastato, B. Diana...).
Pensato per accompagnare i credenti in un tempo particolarmente significativo dell’anno liturgico, il lettore troverà in questo Sussidio due compagni di viaggio essenziali:
1) la Parola di Dio, con indicazioni delle Letture bibliche in Rito romano e in Rito ambrosiano, con commento e attualizzazioni, delle domeniche di Quaresima, della Settimana Santa e del tempo di Pasqua;
2) la Via Crucis, con essenziali e profonde meditazioni delle singole Stazioni, per contemplare il mistero della croce di Cristo.
Il commento alle letture è di mons. vincenzo paglia, recentemente nominato da Benedetto XVI Presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, i testi delle meditazioni della Via Crucis sono di don Vito Morelli, sacerdote paolino e direttore del periodico Parola e Preghiera.
Partendo dal tema fondamentale dell’Anno della fede, il testo, frutto dell’ormai consolidata esperienza di p. Stefano Gorla, direttore de Il Giornalino, con illustrazioni di Carla Manea, accompagna i ragazzi per le cinque settimane di Quaresima. Per ogni domenica viene proposto un tema, il vangelo e gli impegni nella preghiera, nella carità e nel digiuno. Il Sussidio propone, inoltre, una celebrazione da fare in famiglia e una celebrazione con la Consegna del Credo come segno della speciale testimonianza che anche i ragazzi possono offrire alla comunità. Insieme al Sussidio, viene offerta una Guida per gli educatori e i catechisti.
Per vivere nella preghiera personale e comunitaria la preparazione alla Pasqua di Risurrezione.
In Élévation sur Marie Madeleine (1627), qui presentato in italiano da Domenico Bosco, Pierre de Bérulle nella lettura dei Vangeli percorre con Maria Maddalena le strade della Palestina a seguito di Gesù, tracciando la storia dell’anima della Santa attraverso i miracoli interiori che l’amore divino realizza in lei. Più che descriverne il volto, Bérulle ritrae questa donna nel suo essere “sempre in ricerca”: una ricerca che si muove nello spazio della mistica, tra l’incontro con Dio e la sua incommensurabilità, ed è anzitutto esperienza di un amore infinito.
COMMENTO: Da parte del mistico francese che fondò l'Istituto per l'oratorio francese, un'opera di alta spiritualità su Maria Maddalena.
PIERRE DE BÉRULLE (1575-1629), teologo e mistico francese, fu un protagonista intellettuale e religioso di intensa spiritualità agli albori dell’età moderna. Tra le sue opere si ricordano, oltre al Bref discours sur l’abnégation intérieure, il suntuoso Discours de l’état et des grandeurs de Jésus e la Vie de Jésus. San Paolo ha pubblicato, a cura di R. Boureau, Le grandezze di Gesù. Brani scelti (1998).
DOMENICO BOSCO insegna Filosofia morale all’Università degli studi di Chieti e Filosofia della religione all’Università Cattolica di Milano. Per Morcelliana ha curato anche: M. De Certeau, Sulla mistica (2010) e M. Blondel, Che cos’è la mistica? (2011).
«Persino Nietzsche, dovunque sia, dovrà costringersi ad un lieve inchino di rispetto, per la potenza – a lui insospettabile – di questo inno al Crocifisso che apre il cuore sanguinante di Dio al fuoco della nostra vita».
Pierangelo Sequeri
COMMENTO: Una nuova raccolta di poesie, da parte del mistico Arnoldo Mosca Mondadori. Il dolore, il senso della vita, nei versi di uno dei più importanti mistici visionari. È la sua cristologia.
ARNOLDO MOSCA MONDADORI vive a Milano. È sposato e ha tre figli. Laureato in filosofia, lavora in ambito editoriale e sociale. È l’attuale presidente del Conservatorio “G. Verdi” di Milano e il segretario generale della “Fondazione Benedetta D’Intino”. Per Morcelliana ha pubblicato: La Seconda Intelligenza (2010) e Cristo nelle costellazioni (2012).
In breve
Questo sussidio offre lo schema completo di quattro celebrazioni della Penitenza, insieme ad altro materiale orientativo appositamente pensato per dare concreta realizzazione alla seconda forma del sacramento, ovvero la celebrazione comunitaria.
Descrizione
Questo sussidio offre lo schema completo di quattro celebrazioni della Penitenza, insieme ad altro materiale orientativo appositamente pensato per dare concreta realizzazione alla seconda forma del sacramento, ovvero la celebrazione comunitaria.
Da un lato, è d’importanza decisiva non ridurre la Penitenza a un semplice gesto di carattere giuridico-disciplinare, necessario per accostarsi devotamente alla comunione eucaristica. Dall’altro, è dimostrato che la pastorale delle nostre parrocchie può beneficiare largamente della celebrazione di momenti penitenziali comunitari, capaci di ritmare ogni itinerario di formazione e di crescita cristiana. Tali esperienze accrescono nei fedeli, infatti, la comprensione piena sia della natura sia dell’efficacia del sacramento del perdono in Cristo.
«La celebrazione comunitaria del sacramento della riconciliazione manifesta più chiaramente la natura ecclesiale della penitenza. I fedeli infatti ascoltano tutti insieme la Parola di Dio, che proclama la sua misericordia e li invita alla conversione, confrontano la loro vita con la Parola stessa e si aiutano a vicenda con la preghiera. Dopo che ognuno ha confessato i suoi peccati e ha ricevuto l’assoluzione, tutti insieme lodano Dio per le meraviglie da lui compiute a favore del popolo, che egli si è acquistato son il sangue del Figlio suo» (Rito della Penitenza, n. 22).