
Sant'Agostino, eccezionale testimone e maestro di bellezza, ce ne tratteggia il triplice volto: quello della bellezza fisica, definita "estetica" appunto perché "percepita" dai sensi, a partire dagli occhi e dall'udito; quello della bellezza interiore, costituita dalle virtù, in particolare dalla giustizia, dalla sapienza, dall'amore, dalla verità, intercettata dalla mente; quello della bellezza escatologica, cioè della bellezza che caratterizza l'essere umano nel mondo dei risorti anche nel suo corpo, svelata dalla Parola di Dio. Ma ad Agostino sta a cuore segnalare il Mistero della Bellezza, personificazione e fonte della bellezza, in Dio Trinità, di cui le bellezze create sono una sorta di sacramento.
Meister Eckhart (1260-1328) porta a compimento quella sintesi tra filosofia greca ed esperienza evangelica che costituisce forse l'espressione più alta della spiritualità cristiana. I Sermoni, con i quali ha inizio la lingua letteraria tedesca, contengono l'essenziale del suo insegnamento. L'opera raccoglie 104 sermoni, costituendosi come fonte di approfondimento spirituale e, al contempo, di conoscenza filosofica. Come infatti viene precisato nell'ampia introduzione di Marco Vannini, uno dei massimi esperti di Eckhart in Italia, non si può nettamente distinguere nell'insegnamento del religioso tedesco tra mistica e filosofia: l'inizio della fede è qui anche l'inizio della sapienza.
Il carme escatologico più enigmatico della tarda antichità. Il libro propone un affascinante viaggio nel mondo dell'escatologia cristiana tardo-antica, attraverso la lettura dell'anonimo carme a Flavio Felice sulla resurrezione dei morti e sul giudizio del signore, testo latino di incerta collocazione geografica databile tra v e vi secolo. Il carme traccia un percorso singolare dalle domande filosofico-religiose sulle origini della vita a quelle sulle realtà ultraterrene definitive, rappresentate con una vividezza di immagini e di percezioni sensoriali che anticipano la visionarietà icastica delle opere medievali.
Le quattro lettere dogmatiche che il katholikos armeno Nerses Snorhali (XII sec.) inviò all'imperatore bizantino Manuele Comneno sono la migliore sintesi della cristologia armena. Si segnalano anche come un programma ecumenico ante litteram per l'unità dei cristiani: anticipano di molti secoli le acquisizioni del movimento ecumenico del XX secolo e le prospettive del Concilio Vaticano II sull'unità dei cristiani. Per alcuni aspetti, le intuizioni del patriarca armeno rimangono una profezia che attende ancora di essere compiuta. Il volume propone per la prima volta una traduzione italiana delle lettere, corredata da un apparato di note che aiuta il lettore a orientarsi nelle complesse questioni della cristologia armena e del dibattito teologico tra calcedonesi e non calcedonesi. Testo critico di Azat Bozoyan. Introduzione, Traduzione e Note di Riccardo Pane. Prima edizione mondiale con testo critico e traduzione in lingua moderna.
In questo testo sono proposte alcune pagine di commento dei Padri sui vangeli che mostrano Gesù in preghiera o che riportano le sue parole rivolte al Padre. Non sono stati presi in considerazione gli insegnamenti di Gesù sulla preghiera, né il Padre nostro, né le parabole: riguardo ad essi, infatti, esistono già numerosi florilegi patristici ampi e di facile accesso. I vangeli sono stati raggruppati in sette sezioni; ogni sezione è accompagnata da brani patristici scelti liberamente e da una "omelia" tratta dalla liturgia monastica delle ore. Il commento vorrebbe aiutare a colmare la distanza temporale e culturale che spesso impedisce al lettore non specialista di apprezzare la ricchezza della spiritualità dei Padri.
Alla fine del XIII sec., nel monastero cistercense di Helfta (uno dei centri più importanti della spiritualità tedesca del periodo), Matilde di Hackeborn rivelò alla sua allieva Gertrude e alla sconosciuta sorella N. una serie di visioni. Le due monache trascrissero questa narrazione mistica in latino e così nacque il Liber specialis gratiae. Il Liber godette, dal XV fino almeno al XVI sec. (ma con ramificazioni fino al XVIII), di una notevole fortuna: trasmesso (generalmente con il titolo di Liber Spiritualis Gratiae) da numerosi manoscritti in latino, conobbe anche (nel '400) volgarizzamenti in medio olandese, medio alto tedesco, medio svedese e medio inglese (spesso con tradizioni ricche e complesse). Alle "traduzioni" nelle varie lingue europee si aggiunge ora il volgarizzamento umbro sconosciuto (fine XV o inizio XVI secolo), conservato nel Fondo Armanni dell'Archivio di Stato di Gubbio (ms. 1 G 2), intitolato Libro de Spirituale Gratia della beata Melchiade. L'identificazione di questo volgarizzamento costituisce un importante punto di partenza per la ricostruzione dei rapporti (in particolare in prospettiva cultural-linguistica) del monastero della SS. Trinità di Gubbio con i monasteri di Monteluce a Perugia e di S. Lucia a Foligno, i due principali centri del movimento osservante femminile umbro, soprattutto nella seconda metà del XV secolo. Anche sul piano storico-linguistico, si tratta di una testimonianza preziosa per la ricostruzione di un contesto linguistico marcatamente femminile in cui proficuamente s'incontrano registri "alti" e presenze localistiche.
Lo scopo primario dell'azione della Chiesa è la diffusione della verità divina e il compimento della carità, non la soddisfazione della curiosità erudita; e quando la Chiesa si rivolge alla scienza alla cultura lo fa in funzione della difesa di tale sua missione essenziale. Fin dalla scuola alessandrina, per indicare il primo esempio di grandi proporzioni, la Chiesa ha accostato la cultura e ha mostrato che le aspirazioni dell'uomo trovano in Cristo l'unico pieno compimento e che a Cristo portano tutti movimenti religiosi, sociali, filosofici e perfino artistici della coscienza umana nei secoli. Qui c'è il nucleo di quel che tra la fine del secolo XVIII e gli inizi del secolo XIX verrà detto "Enciclopedia" o educazione completa dello spirito umano. Tale educazione, rivendicata dal laicismo illuminista rivoluzionario, prometteva all'uomo lo svincolamento totale dalla trascendenza, la pretesa liberazione dalla morale positiva e dalle promesse come dalle sanzioni della vita futura: nella filosofia l'ambizione della "Enciclopedia" spingeva un pensatore della potenza di Hegel a stendere una "Somma delle scienze filosofiche" che alimentasse la vana pretesa di chiudere nell' immanenza il ritmo completo della storia dell'umanità. Ma il pensiero moderno non ha mantenuto le sue promesse; È di fronte a questa constatazione e al pericolo che il fumo di una cultura, orientata sulla finitezza all'immanenza, presenta per l'uomo, che, anche nel campo cattolico, si è fatta strada l'idea dell'Enciclopedia
Una iniziazione alle vie della preghiera: della preghiera personale e, soprattutto, della preghiera liturgica, ecclesiale. Una iniziazione alla verità perché la preghiera - e il suo vertice, l'eucaristia - è il luogo epifanico della verità: Dio si rivela in tutta la luce della sua gloria, e cioè del suo amore e l'uomo, in tutta la sua notte, e cioè in tutta la sua indigenza di amore, non si nasconde. Dio e l'uomo si incontrano nella verità. Non è lo storico della preghiera e della liturgia a parlare in questo libro. Ma l'uomo di fede - lo avverti in ogni pagina -. Un uomo che prega, che abita incessantemente la preghiera. Un uomo che partecipa regolarmente e appassionatamente al culto della Chiesa, che lo vive con tutto il suo essere. Che lo vive estasiato. E che quindi può iniziarti, da teologo - «è teologo chi prega», ci ricorda Evagrio - al suo mistero. Solo chi ha "patito" le cose divine può diventare guida al mistero, mistagogo. Evdokimov ti prende dunque per mano e piano piano ti conduce - anche con l'apparato storico e patristico delle sue conoscenze - nella fornace di fuoco dell'eucaristia. Lì dove fai esperienza del Regno che è già venuto, che sempre viene e che verrà.
Ilario di Poitiers è stato anche poeta. Suo è il Liber hymnorum, primo innario cristiano in lingua latina. Ilario lo compone negli ultimi anni di vita, e in esso riversa tutta la sua sensibilità culturale, molto arricchitasi negli anni di esilio in Oriente: validamente vi coniuga l'intelligenza della fede nicena e della polemica con gli ariani, la familiarità con la pagina biblica e l'evidente formazione retorica della scuola tradizionale. Così echi classici, citazioni scritturistiche, dichiarazioni conciliari si miscelano, accanto a veri neologismi linguistici; il Liber appare difatti segnato da una netta scelta di originalità e da una qualità poetica complessa, non oscurata dalla frammentarietà della tradizione. Questo volume si offre quale studio complessivo del Liber hymnorum, a un secolo dalla sua ultima edizione commentata. La struttura è in tre parti: introduzione, testo critico con traduzione e commento. Nell'introduzione è descritto il contesto storico-religioso, oltre che la pregressa innografia cristiana; vi si presentano poi le fonti e i criteri per la nuova edizione, una dettagliata analisi metrica, i temi teologici del Liber e le ipotesi di una sua resa liturgica. Il commento affronta, procedendo ad verbum, le questioni filologiche, di lingua e stile, di contenuto. E' così valorizzata una produzione poetica tanto singolare e significativa, prima del suo genere in Occidente.
Frati Predicatori, abitualmente detti Domenicani, ricevono la conferma ufficiale da papa Onorio III nel 1216. Hanno una sorprendente fioritura fino alla Peste nera che sconvolse l'Europa intorno al 1338. Pochi anni prima il papa aveva abbandonato Roma, per rifugiarsi in una città più sicura, Avignone. Ciò avrebbe comportato non pochi problemi, primo tra tutti gli scismi ripetuti. I Domenicani dovranno prendere posizione sia per l'uno che per l'altro papa. A ciò si aggiunse il coraggioso tentativo di riformare dal di dentro la vita religiosa, tentativo che ebbe come protagonisti una laica, Caterina da Siena, e un frate, Raimondo da Capua. Tutti questi eventi della vita religiosa sono presentati illustrando anche l'interessante contesto culturale e artistico che condurrà al rinascimento, e quello politico-sociale in continua evoluzione, segnato dal sorgere di una nuova concezione del vivere, l'umanesimo.
Con gli "Stromati" Clemente affronta diversi temi teologici, incentrati sulla figura del perfetto cristiano. Nei primi due Libri l'autore valorizza la filosofia pagana, considerata propedeutica alla fede: se nelle intuizioni filosofiche dei Greci c’è stata come una sorta di furto del pensiero biblico come alcuni sostenevano, la Provvidenza, tesa alla salvezza di ogni uomo, ne ha tratto un esito molto positivo per tutti. Il terzo e quarto Libro hanno argomenti più specifici. Il terzo affronta il tema della sessualità umana e della scelta fra verginità e matrimonio: Clemente valorizza ogni aspetto della volontà del Creatore, quindi anche la finalità della differenza sessuale, opponendosi sia agli edonisti sia agli encratiti che disprezzano il corpo. Il quarto libro è dedicato alla testimonianza e al martirio, che non va ricercato, ma accolto per amore.
Vero testimone del XX secolo, lo staretz Taddeo di Vitovnica fu un uomo profondamente spirituale e religioso: nonostante le difficoltà e le malattie, trovò il modo di vivere nella gioia e di accompagnare spiritualmente tutte le anime che incontrava. Il suo segreto per combattere i cattivi pensieri e controllare se stesso è ora svelato in questo libro, tradotto per la prima volta in italiano. Un insieme di aforismi, brevi riflessioni ed episodi di vita accompagna il lettore alla ricerca di spunti meditativi per affrontare con serenità la frenesia della vita quotidiana.