Il libro dei Salmi conserva il tesoro della lirica religiosa di Israele, 150 canti che venivano accompagnati da arpe, flauti, cembali, trombe e tamburi. Il Salterio era destinato all'uso liturgico e veniva utilizzato durante le celebrazioni che si svolgevano nel tempio o nelle sinagoghe come complemento alla lettura della Legge e dei Profeti. Le celebrazioni di feste familiari o pubbliche, i giorni di lutto privato o nazionale, i pellegrinaggi e molte altre circostanze hanno ispirato canti diversi con particolari caratteristiche.
E nei cinque libri di cui si compone il Salterio sono stati raccolti, senza distinzione, testi di vario genere, che si possono raggruppare in canti di lode e acclamazione, di supplica e di azione di grazie, regali e di meditazione ed esortazione.
Cinquanta salmi, tra i più conosciuti e meditati, proposti in una nuova traduzione del biblista brasiliano Marcelo Barros. Struttura dell'opera: 1. una introduzione per comprendere il contenuto del salmo 2. il testo del salmo tradotto dall'autore 3. una preghiera - di autore contemporaneo o classico per facilitare la meditazione 4. un'applicazione pratica o attualizzazione del salmo Le novità di questa singolare traduzione dei salmi: - uso del "Tu" nel rapporto con Dio nella convinzione che Dio si manifesta all'interno dell'esperienza umana e non al di fuori di essa - fedeltà al testo ebraico e introduzione nella preghiera dei salmi di una nuova attualità - fedeltà al contenuto delle parole e alle immagini originali dei salmi - linguaggio poetico, intimo e bello da recitare - comunemente, i salmi sono usati come una risorsa di auto-aiuto, in questa versione la proposta è di andare oltre questo approccio e disporsi all'incontro più profondo con gli altri, in comunione con tutto l'universo per viverla come preghiera comunitaria.
Nuova edizione rivista e aggiornata dell'"Introduzione" all'Antico Testamento. È la prosecuzione del testo di Gianni Cappelletto "In cammino con Israele" dedicato all'introduzione generale alla Sacra Scrittura, al Pentateuco e ai libri storici. Il volume vuole aiutare a superare le difficoltà che si incontrano affrontando i libri profetici e sapienziali. Per i profeti ci si sofferma su Amos, Osea, Isaia, Geremia, Ezechiele e il Deuteroisaia, gli apocalittici e in particolare Daniele. Per i libri sapienziali l'attenzione si concentra su pagine scelte e aspetti caratteristici dei principali libri, da Giobbe a Qohelet, dai Proverbi alla Sapienza, mentre ampio spazio è dedicato ai Salmi.
"Dal 1955, anno in cui G. Castellino pubblicava il suo commento ai salmi per la collana La Sacra Bibbia diretta da mons. Garofalo, in Italia non era più apparso nessun commento esegeticamente completo a questa monumentale raccolta di preghiere, Parola di Dio e parola dell'uomo. Ora con l'opera di Ravasi si potrà in modo nuovo e completo scoprire in pienezza questo libro mistico e terrestre, divino ed umano che a differenza degli altri scritti biblici abbraccia nella sua universalità la materia di tutta la teologia." (dalla Prefazione di C. M. Martini)
Il libro dell'Esodo si apre sotto il segno delle donne che salvano la vita. La madre di Mosè disobbedisce all'ordine di gettare il figlio nel Nilo, lo nasconde e, quando non può più tenerlo nascosto, costruisce un cesto di papiro, ve lo pone dentro e lo affida alle acque del fiume. Un'altra donna, la figlia del faraone, trova il cesto che galleggia sull'acqua e quando vede che contiene un bambino ne ha compassione. Non a caso il popolo ebraico - popolo nomade dai parti difficili nelle tende mobili - ha posto all'origine della sua grande storia di liberazione le figure di due levatrici d'Egitto, Sifra ("la bella") e Pua ("splendore", "luce"). Di loro sappiamo ben poco, ma di certo furono le prime obiettrici di coscienza: "Le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato il re d'Egitto e lasciarono vivere i bambini". Il loro gesto riecheggia il mito greco di Antigone, che disobbedisce al re per ubbidire alla legge più profonda della vita: seppellire suo fratello morto in battaglia. La lettura del libro dell'Esodo è un grande esercizio spirituale ed etico per chi vuole prendere coscienza dei "faraoni" che opprimono, alimentare il desiderio della libertà, udire il grido di oppressione dei poveri e imitare le coraggiose levatrici d'Egitto, le amanti dei bambini di tutti. Lo sguardo singolare dell'economista mostra infatti come le vicende della Bibbia abbiano molto da dire al nostro presente. Prefazione di Giovanni Casoli.
In edizione latino italiana, un opera di grande ricchezza per l'esegesi e il commento biblico, che ha riscosso nei secoli un grande successo. Fra i libri dell'Antico Testamento, l'Ecclesiaste è quello che ha in ogni tempo suscitato particolarmente interesse per l'identità del suo autore, per l'organizzazione non sistematica della materia e, soprattutto, per la visione pessimistica sia della vita che dell'intera realtà. "Vanità delle vanità e tutto è vanità": è la frase che, come sconsolato ritornello, scandisce i passaggi più intensi e significativi. San Bonaventura commenta il Libro con tale sapienza da ottenere presso i posteri un successo straordinario, testimoniato dalla quantità dei codici giunti fino a noi e dalle numerose imitazioni. L'opera è preceduta da un'ampia introduzione, in cui il santo presenta le due città all'interno delle quali ognuno deve scegliere la propria collocazione: la Babilonia della libidine perversa e la Gerusalemme delle celesti delizie. Quindi, dopo aver illustrato le quattro cause dell'opera (materiale, finale, efficiente e formale), commenta brevemente il prologo al commento dell'Ecclesiaste, scritto da san Girolamo.
Questo commentario è il risultato di un accurato lavoro svolto da uno tra i più importanti studiosi dell'Antico Testamento del ventesimo secolo. Esso rappresenta un valido strumento per pastori, studenti e per quanti desiderano avere una comprensione più chiara della Scrittura. L'autore ci offre una chiara e puntuale esposizione della profezia, e un'accurata spiegazione dei fatti storici basata su ricerche e sulle autorevoli interpretazioni di altri rinomati studiosi. In aggiunta a ciò, l'autore fornisce l'esatto significato delle parole originali ebraiche ed aramaiche. Il lettore troverà gli appropriati riferimenti alle interpretazioni divergenti di altri studiosi, accompagnate da una adeguata spiegazione.
Questa Introduzione all'Antico Testamento segue il metodo storico, ossia viene fatta una lettura dei testi biblici con l'occhio attento alla storia e alla società che ne costituirono il contesto, tenendo in considerazione anche le testimonianze extra-bibliche, pur senza farne le uniche fonti affidabili. L'intento è quello di comprendere il testo biblico in relazione alla cultura, alla società, alle istituzioni, alle vittorie, alle difficoltà, alle domande, ai dubbi e alla fede dell'antico popolo di Israele. In questo modo si ha la possibilità di apprezzare le intuizioni teologiche dei diversi scrittori nella loro originalità storica e la Bibbia appare non come un libro proveniente dall'alto, in qualche modo caduto dal cielo, ma come il risultato di una fede in Dio, scoperto come Colui che cammina accanto al suo popolo.
"Sul mare la tua via": attraverso l'esperienza spirituale della lectio divina, questo semplice testo vuole condurre il lettore a compiere un itinerario di fede sulle orme dell'orante dei salmi. Il tema della "via", al cuore del salmo 1, percorre come un filo dorato e luminoso tutto il Salterio. A chi segue nella preghiera e nell'ascolto questo percorso, la Parola stessa, "viva ed efficace", creatrice e sanante, traccia nel cuore la conoscenza della via di Dio, una via che conduce a Dio, ma prima ancora una via che Dio percorre per farsi incontro all'uomo, raggiungendolo nei sentieri, a volte tortuosi e sconnessi, della sua esistenza. Una via, quella di Dio, che sempre passa sul mare, ma sempre, con forza e tenerezza, conduce alla luce e alla gioia.
Quest'opera si rivolge non allo specialista ma al lettore che mostra interesse anche per la storia grazie alla quale è andata formandosi la raccolta degli scritti biblici, così da poterne meglio apprezzare le qualità letterarie. L'introduzione di Alexander Rofé è tutt'altro che un'opera di consultazione. Frutto di decenni di ricerca e di una lunga pratica d'insegnamento, più che fornire risposte essa intende suscitare domande secondo i criteri e i metodi che la critica biblica è andata elaborando in duecent'anni e più di studi e di controversie. Suo scopo è di mettere in grado di affrontare la lettura dei testi biblici sapendo come collocarli nel loro contesto storico, culturale e letterario, e insieme coglierne i pregi artistici, oltre che di fornire le basi per una ricostruzione plausibile della storia politica e religiosa dell'Israele antico. L'opera si compone di due volumi, il primo dedicato ai libri storici, il secondo alla letteratura profetica e sapienziale oltre che alla poesia liturgica.
Dopo un primo volume dedicato ai primi cinque libri della Bibbia e alla narrativa storica delle vicende d'Israele, questo secondo volume dell'introduzione di Alexander Rofé espone la problematica della letteratura profetica come di quella liturgica e sapienziale, con i loro vari e peculiari generi letterari che costituiscono uno dei tratti di originalità del corpo degli scritti biblici. Se nel primo volume si sono potuti vedere all'opera sacerdoti, anziani, giudici e scribi, in questo secondo tomo si tratta soprattutto dell'attività letteraria di profeti, poeti e sapienti - dai primi anche molto diversi, e come i primi creatori di testi e collezioni di testi fra i più celebri della Bibbia ebraica -, che l'autore illustra con abbondanza di esempi testuali.
Il volumetto è il risultato della collaborazione di uno studioso dell'Antico Testamento e di uno specialista di letteratura tedesca dai profondi interessi biblici e teologici, mossi entrambi dalla convinzione che lo studio letterario del libro di Giobbe possa condurre a risultati teologici per altre vie difficilmente raggiungibili. L'analisi puntuale dei due autori mostra come il libro di Giobbe, opera di grande teologia, è al tempo stesso un testo poetico di prim'ordine, che per valore letterario non sfigura a fianco di creazioni immortali come il Prometeo di Eschilo, la Commedia di Dante, l'Amleto di Shakespeare o il Faust di Goethe. Nel libro di Giobbe quanto è più proprio della teologia del testo può essere colto soltanto quando se ne penetri il lato poetico, e d'altro canto la poesia del libro non può venire alla luce se non dopo che se ne sia afferrata la dimensione teologica. Questi sono i principi metodologici che mostrano la loro fecondità nell'esame meticoloso e sempre brillante dei due autori.