È ricco e suggestivo il percorso proposto in queste pagine che attingono abbondantemente dal quarto Vangelo. La scelta di concentrarsi su talune figure che attraversano il testo consente di approfondire il loro singolare rapporto con Gesù e di scoprire come l'incontro col Signore sia ciò che cambia realmente la vita di ogni persona. L'incontro con Gesù avviene in modi differenti e in genere ha sviluppi imprevisti; sempre, però, accade nella storia delle persone e delle comunità, provocando e interpellando. E le chiama ad un salto di qualità nella fede, nell'amore e nella speranza. Così, in queste pagine, si susseguono le vicende dei personaggi che caratterizzano la scena evangelica - dal Battista ai primi discepoli e a Nicodemo, da Pietro al "discepolo amato", dalla donna samaritana a Pilato, da Lazzaro a Tommaso, per evocarne solo alcuni - ma c'è sempre Qualcuno che rimane l'Unico necessario, ossia il Signore Gesù. [...] Gesù Cristo è sacramento di Dio e la Chiesa è sacramento di Cristo; per questo tutto, nella comunità ecclesiale, si fonda su Gesù e da Lui prende forza, valore e significato. Al di fuori di Lui è smarrita la dimensione sacramentale, tutto si "snatura" e decade a puro funzionalismo, pura psicologia o mera attività sociale. Possano, coloro che si cimenteranno in questo percorso tra le storie e i personaggi del Vangelo secondo Giovanni, crescere nel loro incontro col Signore Gesù e nell'appartenenza alla Chiesa per riuscire a credere, amare e sperare come richiede ogni vocazione cristiana, qualunque essa sia. (dalla Prefazione di Francesco Moraglia)
«Il Vangelo di Giovanni, una piscina in cui i principianti nuotano e un oceano in cui gli esperti annegano, ha affascinato a lungo e continua ad attirare sia i lettori pii sia gli studiosi», dice Attridge nella prefazione al libro. A partire dal versetto di Gv 17,21, Valentina Marchetto studia ed esplora accuratamente le diverse affermazioni giovannee sull'unità guidandoci attraverso le complessità del testo, ma anche fra i diversi commenti dei lettori nei primi cinque secoli. Tra questi i padri della chiesa che, da Origene ad Agostino, citano o interpretano il testo evangelico, con sfumature che riflettono le controversie teologiche del loro tempo. Dall'Alessandria origeniana all'Africa ciprinianea, passando per l'aspra diatriba fra Girolamo e Gioviniano e per le battaglie dottrinali del IV secolo, si tocca con mano il peso e la valenza di un versetto che sta al cuore della speranza cristiana di unità.
L'ultimo libro del filosofo Dieter Henrich trae spunto da un versetto della Prima lettera di Giovanni. L'affermazione giovannea si riferisce alla potenza dell'amore di Dio, ma in questo breve e intenso volume Henrich la interpreta in relazione alla questione del mistero dell'amore nella vita umana. Perché gli esseri umani amano? Perché l'amore umano rende gli amanti "più indipendenti da ciò che minaccia la finitezza della loro vita"? Davvero l'amore è più forte della morte, e lo è anche per chi non crede? Per quanto sorprendente possa sembrare la frase di partenza, il filosofo presenta la fiducia in sé stessi come punto originario inconfutabile per la comprensione dell'amore di sé e dell'altro.
Il Vangelo di Giovanni è il più colto dei Vangeli ma anche il meno affidabile dal punto di vista storico. È questa un'opinione antica, diffusa, tenace. Ed è però un'opinione profondamente falsa.
Il libro propone l'approfondimento della figura del «discepolo amato» contestualizzata nel dinamismo della sequela di Gesù nel Vangelo secondo Giovanni. L'approfondimento del profilo letterario e teologico di questa figura enigmatica implica la conoscenza delle linee essenziali del Quarto Vangelo e la sua collocazione nel contesto della letteratura neotestamentaria. L'itinerario - che si compone di otto capitoli che seguono tendenzialmente lo sviluppo narrativo del Vangelo - intende dunque offrire un essenziale percorso letterario e teologico nell'opera giovannea e suscitare il desiderio di riscoprire la straordinaria novità di Gesù di Nazaret e il fascino del suo discepolato.
Il rapporto tra le varie tradizioni neotestamentarie aiuta a comprendere meglio il cristianesimo dei primi secoli. Il volume si propone, in maniera originale per il panorama italiano, di studiare il rapporto tra i testi paolini e quelli giovannei. Questo non significa semplicemente rilevare il dato proveniente dalla struttura canonica del Nuovo Testamento, ma piuttosto mostrare gli elementi che le due tradizioni hanno in comune rispetto a tutti gli altri libri neotestamentari e che possono far pensare a una relazione particolare tra i due corpora. Dal punto di vista storico, tali legami sono motivati dal fatto che molto probabilmente ad Efeso, nell'ultima parte del I secolo, il cristianesimo paolino e quello giovanneo sono entrati in contatto.
Credere significa vedere con gli occhi della fede, in ogni avvenimento della storia e della nostra vita, la presenza di Cristo glorificato, che trasforma l'acqua in vino, la manna in pane, le lacrime in gioia, la croce in gloria, la morte in vita.
Sette capitoli compongono il libro: Nozze di Cana, guarigione del figlio del funzionario di Cafarnao, guarigione del paralitico alla piscina di Betsaida, moltiplicazione dei pani, Gesù cammina sull'acqua, guarigione del cieco nato, risurrezione di Lazzaro.
Si può prendere il Vangelo di Giovanni alla lettera? «Si può e senza recare la minima offesa alla nostra ragione e alla nostra indagine seria del fatto storico, perché Giovanni era un semita e i semiti hanno il dono di una memoria tenacissima, Giovanni era un analfabeta el'analfabeta non è distratto dalla scrittura e vive dell'ascolto, Giovanni era vecchissimo e la vecchiaia fa ritrovare i ricordi dell'infanzia e della gioventù, ma soprattutto, Giovanni nell'atto di scrivere era mosso, assediato dallo Spirito Santo il quale era padronissimo di fargli ricordare tutto». Giuseppe Sandri dall'età di 43 anni fino alla morte visse come pellegrino itinerante per annunciare il regno di Dio. Negli ultimi tre anni, dal 1982 al 1984 qualcuno registrò nascostamente alcune sue conversazioni che poi furono trascritte. In questo libro sono stati raccolti e ordinati alcuni brani di quelle conversazioni che riguardano il Vangelo di san Giovanni. Di tanto in tanto sono stati aggiunti, come ulteriore contributo, alcuni passi tratti da pubblicazioni curate da Sandri (Lettere da Stibbio, Epistole e Vangeli dei giorni festivi, Lettere di san Paolo) e altri presi da suoi appunti inediti.
Il secondo tomo dell'opera di Richard Hays completa il capitolo dedicato a Luca e affronta la problematica dell'utilizzo della Scrittura di Israele nel vangelo di Giovanni, per concludere con un profilo argomentato della trasformazione ermeneutica messa in atto nei quattro vangeli canonici. Se, come si è osservato, «questo libro eccezionale combina in pari misura esaustività ed eleganza», altrettanto straordinario è come si venga guidati nella profondità dell'incardinamento dei vangeli nella Scrittura di Israele. La narrazione evangelica si svolge lungo due assi, quello della Scrittura e quello della vicenda di Cristo, e la loro articolazione è all'origine di una rete di trasformazioni di natura letteraria, storica e teologica: trasformazione della letteratura e delle tradizioni di Israele, delle attese messianiche giudaiche, trasformazione radicale della nozione di evangelo, trasformazione anzitutto della lettura e del lettore.
"Il volume si divide in tre parti. La prima parte segnala tracce di Comunione e di Sinodalità nelle tre lettere di Giovanni. La seconda parte è un percorso su Dio fino a giungere all'affermazione tipica di 1Gv 4,8.16: Dio è amore. La terza parte è la raccolta di otto excursus che arricchiscono la riflessione esegetica. La scheda finale è una traccia che avvia alla riflessione personale e all'attivazione di modalità operative di gruppi di studio. La narrazione delle lettere si sviluppa con una raffinata tessitura di richiami intertestuali scritturistici. Il lettore è irresistibilmente attratto e affascinato dalla ricca spiritualità che dopo tanti secoli suscita ancora stupore e meraviglia. [...] Nelle Lettere domina sovrano il genio teologico creativo di cristallina purezza. Il narratore, incline al realismo, infonde speranza nella comunità da amare e da ricostruire su orizzonti allargati. Benedice gli angoli bui della vita ecclesiale, perché diventino spazi di luce di risurrezione. Lascia ai posteri, con elegante perizia, la mirabile professione di fede in Dio Amore. Dio, nel suo stesso essere è principio di amore e amore in se stesso. È l'altissima incomparabile identità del Signore Dio. "
Un approfondimento esegetico sulla figura di Giovanni, tradotto in forma narrativa. Il culto di Giovanni apostolo si affermò a partire dalla città di Efeso, dove, secondo un'antica tradizione, avrebbe a lungo operato, morendovi infine in età straordinariamente avanzata, sotto l'imperatore Traiano. La tradizione racconta di alcuni tentativi di martirizzarlo nell'olio bollente ma anche di una sua ascensione al Cielo. È il discepolo che si prese cura della madre di Gesù dopo la sua resurrezione e autore dell'Apocalisse, il libro che ha ispirato la profezia indicando la prospettiva escatologia dei credenti.
«Ho bisogno di precisare subito che questo mio libro, pubblicato dalla Urbaniana University Press, e cioè da una casa editrice universitaria, è frutto di una convinzione che ho sempre tenuto presente nelle mie lezioni accademiche e cioè che non si possa parlare mai di 'fides quae creditur', e cioè del contenuto oggettivo della nostra fede cristiana, senza farlo accompagnare simultaneamente anche dalla 'fides qua creditur', che orienta la vita e l'esperienza quotidiana del credente. In analogia a questo principio ho insistito sempre a ricordare, nei miei trent'anni di docenza come Professor Invitatus del Pontificio Istituto Biblico di Roma, che i padri della Chiesa non si permettevano mai di ridurre la lettura del testo biblico alla conoscenza del semplice 'sensus historicus vel litteralis', senza dedurne anche l'insegnamento più profondo, ottenuto grazie al dono della fede, del suo 'sensus spiritalis'.» (Dall'introduzione)