Il Giubileo è spesso interpretato come un momento che riguarda soltanto l'ambito religioso, ma i temi che lo guidano, in realtà, sono gli stessi che la società mette al centro del proprio progetto di civiltà. Ecologia, pace, libertà, rispetto dello straniero, sostenibilità economica, giustizia sociale: tutto questo, che fonda la nostra convivenza, ha le sue radici nel senso stesso dell'anno giubilare, uno dei grandi momenti rituali dell'ebraismo antico e, poi, del cristianesimo. Rendere il senso originario all'Anno Santo significa celebrare un tempo che non appartiene solo ai cristiani o a Israele ma a tutta l'umanità. Andrea Sarto restituisce in questo volume (dove anche un certo sorriso disincantato ha il suo spazio) un modo diverso per comprendere un tempo che cambia le nostre esistenze.
Dana, detta Budgie, ha solo 4 anni quando, per la prima volta, usa un coltello per tagliare l'"erba", riempire i sacchetti con le dosi che andranno vendute, e consegnarli al padre, conosciuto da tutti come King: Dana vive in uno squallido camper con lui e con la madre Judy, detta Lady. Instabili e affetti da disturbi del comportamento, i due gestiscono un piccolo ma ben rodato traffico di droga. Da loro, la figlia impara presto che nella vita bisogna colpire per primi, che l'unico modo per sopravvivere è incutere timore e farsi rispettare. Impara a essere fluida come l'acqua per assumere la forma che gli altri vogliono che lei abbia: e lo fa perché, alla fine, è una bambina e, come tutti i bambini, desidera abbracci, una casa, l'amore. Dana cresce vivendo in mezzo a un mondo di alcolisti, di bulli di strada, fra dipendenze e disturbi alimentari. Ma attraverso le avventure che ella stessa narra in prima persona in questo libro, con toni che attraversano tutte le modulazioni del racconto, dalla tragedia alla commedia, Dana comprenderà lentamente che fuggire le proprie radici è proprio ciò che le ha impedito di trovare la pace. Fino a ora. Poiché nessun ritorno è impossibile.
Meister Eckhart ha influenzato un'ampia gamma di maestri spirituali, sia all'interno che all'esterno della tradizione cristiana. Erich Fromm, Eckhart Tolle, Richard Rohr, DT Suzuki e Rudolf Steiner hanno tutti attribuito a Eckhart un'importante influenza sul loro pensiero. Egli scrisse in un tempo molto simile al nostro, in cui la società sembrava andare in pezzi. Nel mezzo di tutto quel caos e incertezza catturò le molteplici forme dell'amore di Dio e del viaggio di trasformazione, con un linguaggio così stupefacente che fu spesso accusato di eresia. Ora, sette secoli dopo, l'interpretazione fresca e sorprendente della sua opera, presentata in questo piccolo gioiello, traduce l'essenza di una delle più grandi voci poetiche e spirituali del cristianesimo in poesia, offrendoci un libro che trasmette il cuore dell'insegnamento di Eckhart su cosa significhi amare Dio e intraprendere un autentico viaggio spirituale, caratterizzato dal mistero, dal paradosso e dall'abbraccio dell'ignoto.
L'ultimo libro del filosofo Dieter Henrich trae spunto da un versetto della Prima lettera di Giovanni. L'affermazione giovannea si riferisce alla potenza dell'amore di Dio, ma in questo breve e intenso volume Henrich la interpreta in relazione alla questione del mistero dell'amore nella vita umana. Perché gli esseri umani amano? Perché l'amore umano rende gli amanti "più indipendenti da ciò che minaccia la finitezza della loro vita"? Davvero l'amore è più forte della morte, e lo è anche per chi non crede? Per quanto sorprendente possa sembrare la frase di partenza, il filosofo presenta la fiducia in sé stessi come punto originario inconfutabile per la comprensione dell'amore di sé e dell'altro.
Giuseppe (Pino) Piva accompagna da anni persone omoaffettive in vari cammini verso una integrazione personale di sé, con Dio, con gli altri e con la Chiesa. Il percorso di accompagnamento tiene conto di queste relazioni fondamentali; segnate a volte da ferite interiori, spesso prodotte dall'ambiente sociale, familiare ed ecclesiale, in cui ci troviamo. Il cammino diventa una progressiva rivelazione di modalità più profonde e libere di vita, vita piena, in cui i valori cristiani vengono compresi nella loro autentica dinamica di liberazione personale, sociale e spirituale. Esiste un modo in cui possiamo liberare le potenzialità umane in maniera sana, e questo passa sempre attraverso il recupero della consapevolezza di una dignità che è oltre ogni orientamento sessuale, e di una responsabilità nei confronti dell'altro e del mondo che esprime al meglio la nostra natura autenticamente umana e spirituale. Il volume è impreziosito dalle pagine di Erio Castellucci, Aristide Fumagalli e Gianni Geraci, che dal 1996 è voce autorevole dei gruppi di omosessuali cristiani in Italia.
«La guerra in corso tra Israele e Hamas va inquadrata in una cornice più vasta: dal Trattato di Sykes-Picot del 1916 alla nascita dello Stato di Israele nel 1948, alla guerra arabo-israeliana che ne è derivata e, soprattutto, alle prime espulsioni di chi abitava in quel momento il territorio conteso. Questi eventi hanno portato alla nascita della "questione palestinese"». Così Giovanni Sale nella prefazione a questo volume, che fornisce un'attendibile ricostruzione del contesto in cui vanno situati i drammatici fatti seguiti all'attacco da parte di Hamas del 7 ottobre 2023, e alla sproporzione della reazione militare posta in essere da Israele, con l'uccisione di oltre 35mila palestinesi, il ferimento di più di 79mila persone e la crisi umanitaria che ne è derivata. Solo comprendendo la storia nella quale questi eventi si situano, infatti, è possibile riflettere sulle soluzioni possibili e proporre ipotesi che vadano oltre i nazionalismi, unica strada per arrivare «a una risoluzione della crisi, in linea con le direttive della comunità internazionale, al fine di portare la pace in uno dei territori più importanti, dal punto di vista culturale, religioso e strategico, del pianeta».
Il cadavere di Giacomo Matteotti venne ritrovato a due mesi dalla scomparsa, il 16 agosto 1924, nel bosco della Quartarella, a una ventina di chilometri da Roma. Il 10 giugno precedente, il politico era uscito di casa a piedi per dirigersi verso Montecitorio. Sul lungotevere Arnaldo da Brescia lo aspettava un'auto. I suoi aggressori saranno identificati come membri della polizia politica fascista. Matteotti, che aveva da poco attaccato Mussolini e il fascismo in un discorso indimenticabile, a difesa della democrazia, venne ritrovato dal cane di un brigadiere dei Carabinieri in licenza: era già in fase di decomposizione. Questo volume riporta l'ultimo Discorso di Matteotti, quello che gli costò la vita, oltre alle lettere che, nei giorni della sua scomparsa, vennero scambiate tra gli amici Filippo Turati e Anna Kuliscioff, il Discorso di Mussolini e un testo a firma di Piero Gobetti, a ricordare la figura dello statista veneto. Un libro-documento, per non dimenticare.
«I "Quaderni in ottavo" sono, potremmo dire, un Franz Kafka intimo, fraterno, accessibile, da tenere presso di sé per gustarne la profondità di intuizione, ma anche l'ironia, l'approccio disincantato all'esistenza e, pure, un bisogno sempre rinnovato di vita. Auguriamo al lettore la riscoperta di un protagonista della letteratura che non fu solo un originale narratore (come lo si è spesso considerato), ma uno dei maggiori filosofi del XX secolo. In qualche modo, l'incompiutezza delle sue opere (motivo per cui ne avrebbe voluto la distruzione) è anche la conferma che la risoluzione del racconto non ne era lo scopo: esse reggono nel loro "non finito" proprio perché dicono la nostra esistenza, di tutti: non finita e in cerca di senso». (Dall'Invito alla lettura)
«Ho scritto il diario sul Camino per tutto il tempo in cui sono rimasto solo. Da Puente la Reina in avanti ho preso appunti. Tornato a casa, nel settembre '92, ho cominciato il lavoro di redazione. È stato semplice e difficile allo stesso tempo. Difficile perché la fedeltà della memoria esige, se non serenità d'animo, almeno equilibrio interiore mentre stai scrivendo (nei ritagli di tempo, dopo il lavoro). Semplice perché è stato come ritornare sul Camino. La stesura originale, nella sua mole, riporta traccia di questo: sistemando gli appunti ho ripercorso il Camino; era come se dovessi dare conto di ogni passo, ogni sentiero, ogni luce nell'aria, ogni persona incontrata, ogni pensiero pensato. Nel marzo '94 ho chiesto a un amico di leggerlo. Alla fine mi ha detto: "Hai fatto fare il Camino anche a me, sono arrivato a Santiago: sono sfinito!"» L'augurio è che ogni lettore di questo libro giunga a fare questo medesimo Camino qui narrato: col cuore, con l'anima e col sangue.
Il suo volto è dappertutto: pennellato sui muri, tracciato sulle rocce, tatuato sulla pelle. Anche il suo nome risuona in ogni dove: nelle chiese, nei manicomi, nelle galere. La sua popolarità è seconda solo a quella del Figlio. Un umano, di fronte a lei, mai si sognerebbe di prendere appunti: ha parlato così poche volte nei vangeli, solo sei, ch'è persino arduo indovinarne il timbro: soprano, mezzo soprano o contralto? Ancora oggi, però, è incredibile la potenza della sua voce, la destrezza dell'intuito. "Bisognerebbe essere mamma per capire certe cose" potrebbe risponderci. Il suo splendore è nato da uno spavento di naufragio. Che lei, come un marinaio scafatissimo, ha aggredito da vecchia lupa di mare. Dietro Lei, Maria di Nazareth, è rimasto soltanto il sole. Quello maiuscolo.