Descrizione dell'opera
L'interesse per la figura di Gesù di Nazaret è oggi particolarmente vivo, soprattutto a motivo del dibattito nato attorno ai differenti esiti del tentativo di stabilire che cosa può essere detto del Gesù della storia a prescindere dalla fede in lui: la fortuna editoriale di alcune recenti pubblicazioni sull'argomento lo testimonia.
L'Istituto teologico abruzzese-molisano di Chieti, nell'ambito dei propri Colloqui teologici, ha affidato un approfondimento del tema a tre insigni studiosi.
L'intervento di Romano Pennaevidenzia come fin dalle origini la fede cristiana si radichi nella storia del Maestro, in un intreccio inestricabile. Dal canto suo, Giuseppe Segalla ripercorre tutto lo sforzo compiuto dalla ricerca storica moderna su Gesù negli ultimi duecento anni, presentando la teoria che guida la ricerca, la metodologia seguita, le conseguenze per la teologia. Raniero Cantalamessa sottolinea, infine, la rilevanza antropologica che la figura di Gesù può avere per l'uomo contemporaneo: la «vera» umanità di Gesù viene riletta a partire dal contesto culturale odierno.
Sommario
Presentazione (G. Giorgio). Gesù di Nazareth: dalla storia alla fede, dalla fede alla storia (R. Penna). La ricerca del Gesù storico continua… (G. Segalla). Gesù Cristo «vero uomo». Il dogma dell'umanità di Cristo ieri e oggi (R. Cantalamessa).
Note sull'autore
Raniero Cantalamessa, cappuccino, è stato professore ordinario di storia delle origini cristiane, direttore del dipartimento di scienze religiose dell'università Cattolica e membro della commissione teologica internazionale. Predicatore della Casa pontificia dal 1980, tiene su Rai Uno, dal 1995, una rubrica di spiegazione del vangelo della domenica nel programma A sua immagine. Tra i suoi ultimi lavori: La tua parola mi fa vivere (Roma 2008); Le beatitudini evangeliche. Otto gradini verso la felicità (Cinisello Balsamo 2008); Dal kerygma al dogma. Studi sulla cristologia dei Padri (Milano 2006); La fede che vince il mondo (Cinisello Balsamo 2006); Questo è il mio corpo (Cinisello Balsamo 2006).
Romano Penna, professore emerito di Nuovo Testamento nelle università pontificie, è studioso di scienze bibliche con autorevolezza internazionale. Le sue pubblicazioni gravitano attorno a due poli maggiori: la complessa figura di Paolo di Tarso e il rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Presso le EDB ha pubblicato L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane (52006); Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento (22001); Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (3 voll., 2004-2008); e ha curato Antipaolinismo: reazioni a Paolo tra il I e il II secolo (1989); Il Giovannismo alle origini cristiane (1991); Il profetismo da Gesù di Nazaret al montanismo (1993); Apocalittica e origini cristiane (1995); Qumran e le origini cristiane (1997) e Fariseismo e origini cristiane (1999).
Giuseppe Segalla, professore emerito di Nuovo Testamento alla facoltà teologica dell'Italia settentrionale (sezioni di Milano e Padova), è membro della «Studiorum Novi Testamenti Societas». Per dieci anni ha partecipato ai lavori della pontificia commissione biblica. Tra gli ultimi suoi lavori: Un'etica per tre comunità: l'etica di Gesù in Matteo, Marco e Luca (Paideia, Brescia 2000); Teologia biblica del Nuovo Testamento (Elledici, Torino 2006); Sulle tracce di Gesù: la «Terza ricerca» (Cittadella, Assisi 2006); presso le EDB, Evangelo e Vangeli. Quattro evangelisti, quattro Vangeli, quattro destinatari (32003).
Note sul curatore
Giovanni Giorgio, presbitero della diocesi di Teramo-Atri, è docente di filosofia teoretica presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, presso l'Istituto teologico abruzzese-molisano di Chieti, di cui è preside, e presso l'Istituto superiore di scienze religiose Fides et ratio dell'Aquila. È direttore della rivista scientifica Ricerche teologiche, organo della Società italiana per la ricerca teologica, di cui è segretario. Tra gli ultimi lavori ha pubblicato Il pensiero di Gianni Vattimo (Franco Angeli, Milano 2006) e ha curato La speranza: una sfida al presente (Sigraf, Chieti 2006), Fede e ragione. Un confronto fra Cristianesimo e Islam (Sigraf, Chieti 2007) e, con Calogero Caltagirone presso le EDB, Salì al cielo... verrà a giudicare i vivi e i morti (2007).
Gesù e un uomo raggiungono la riva di un fiume e si siedono a mangiare. Consumano due dei tre pani che hanno. Gesù si alza, va a bere al fiume, torna e, non trovando la pagnotta, chiede all'altro chi l'abbia presa. "Non so", risponde. Ripartiti, Gesù vede una gazzella con due piccoli, ne chiama a sé uno, lo uccide, ne arrostisce una parte e ne mangiano. Poi dice al piccolo di gazzella: "Con il consenso di Dio, alzati!", e quello si alza e se ne va. Allora si rivolge all'uomo: "Per Colui che ti ha mostrato questo prodigio, ti chiedo: chi ha preso la pagnotta?"; e quello risponde: "Non lo so". Giunti a un corso d'acqua, Gesù prende l'uomo per mano e i due camminano sull'acqua. Gesù domanda: "Per Colui che ti ha mostrato questo prodigio, ti chiedo: chi ha preso la pagnotta?". L'altro risponde di nuovo: "Non lo so". Arrivati in un deserto, Gesù prende a raccogliere della sabbia: "Con il consenso di Dio, diventa oro", dice, e così accade. Gesù lo divide in tre parti: "Un terzo a me, uno a te e uno a chi ha preso la pagnotta ". Quello replica: "L'ho presa io!". E Gesù: "Allora è tutto per te!".
È una delle tante storie incantevoli che fanno parte del vero e proprio "vangelo musulmano" contenuto in questo libro: e prosegue poi verso una conclusione sorprendente. Ma il Gesù dell'islam è nello stesso tempo più semplice e più complesso di quanto non emerga da essa. R)mi, il più grande mistico persiano, scrive: "Il corpo è simile a Maria: ognuno ha un Gesù dentro di sé. Se sentiremo in noi i dolori, il nostro Gesù nascerà ". 'Ôsa Ibn Maryam, Gesù figlio di Maria, è infatti uno dei maggiori profeti dell'islam: che, fin dal Corano, ne tramanda molte parole. Riletture plurisecolari del Gesù dei Vangeli e degli apocrifi, esse ci restituiscono un Gesù musulmano, o un Gesù che parla all'islam, e a noi: "Beato colui che guarda con il cuore, ma il suo cuore non è in ciò che vede".
I detti islamici di Gesù - che segue Le parole dimenticate di Gesù, in una serie intesa a offrire un quadro completo delle immagini di Gesù nelle varie tradizioni - è un libro dal fascino particolare: racconta l'unico caso di una religione mondiale che sceglie di adottare la figura centrale di un'altra, finendo per riconoscere questa figura come costitutiva della propria identità.
Il delicato tema delle date storiche del cristianesimo merita di essere affrontato senza lasciarsi influenzare da affermazioni frettolose e prendendo sul serio quanto riportato dalla Sacra Scrittura. Lo sguardo sulla storia è sempre doveroso: la Verità è l’ultima a temere un’onesta ricerca della verità. Il cristianesimo è tutto basato sulla storia: proviene da una serie di eventi fondativi di cui i presenti si sono fatti testimoni. Nella storia i cristiani, talora attraverso misteriosi accadimenti, smascherano la falsa autosufficienza dell’uomo che tende a mettere Dio ai margini. Da questa prospettiva, scientifica e meticolosa, unita ad una fede considerata luce all’intelletto e non certo tenebra della ragione, scaturisce il desiderio di conoscere meglio i fondamenti storici e cronologici del cristianesimo.
L’autore percorre un proprio originale itinerario, che non dà nulla per scontato e sfida qualche acritica certezza. Un lavoro paziente ha permesso di raccogliere ed inanellare date, fatti e loro reperti. Innovative sono la passione e la volontà di indagare come in un laboratorio riscontri, correlazioni, concordanze e discordanze tra le informazioni disponibili, spesso trascurate o ignorate da chi vedrebbe smontate tante teorie attualmente circolanti.
I risultati sono stati tanto fruttuosi quanto inattesi e il lettore, sia quello profano che quello ormai certo delle proprie conoscenze, verrà messo in condizione di verificare in autonomia, pagina dopo pagina, l’articolarsi cronologico degli avvenimenti con i quali il Creatore ha scelto di farsi incontro alle creature. Le conclusioni delineano i contorni di tanti particolari che qualcuno vorrebbe far scadere in favola, mentre nulla sembra casuale nella storia intessuta di segni come pietre miliari lungo la via.
Ruggero Sangalli, nato a Milano nel 1961, sposato, due figli, è laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. Avvicinatosi alla Chiesa durante gli anni dell’università, grazie alla sollecitazione ricevuta nelle varie realtà pastorali che ha via via frequentato si è progressivamente appassionato allo studio della Bibbia.
Chi è stato Gesù? Come ha inteso la sua vita? Quale alternativa ha voluto introdurre con il suo comportamento? In che cosa consiste la forza della sua personalità e l'originalità del suo messaggio? Perché è stato processato e ucciso? Come si è conclusa la sua avventura? Un racconto vivo e appassionante del comportamento e del messaggio di Gesù di Nazaret che, partendo dallo stato attuale della ricerca, lo colloca nel suo contesto sociale, economico, politico e religioso tenendo presente i dati più recenti.
«...sono convinto che Gesù è quanto di meglio abbiamo nella Chiesa e quanto di meglio possiamo oggi offrire alla società moderna...Per questo mi fa male sentire parlare di lui in maniera vaga o dicendo ogni sorta di luoghi comuni che non resisterebbero al minimo confronto con le fonti che su di lui possediamo. Gesù si va spegnendo lentamente nei cuori mentre fra di noi circolano determinati cliché che ne impoveriscono e sfigurano la persona: un Gesù tale non può attrarre, sedurre né innamorare. Mi fa soffrire anche ascoltare un linguaggio di routine, logoro da molto tempo: non accende i cuori né mette nel mondo il suo fuoco; non scatena conversione...
Il mio intento fondamentale è stato quello di "accostarmi" a Gesù con rigore storico e con un linguaggio semplice, per avvicinare la sua persona e il suo messaggio all'uomo e alla donna di oggi. Ho voluto mettere nelle loro mani un libro che li orientasse, perché non si addentrassero nelle vie attraenti ma false di tanti romanzi-fiction, scritti in margine alla moderna ricerca e contro di essa. Ma ho perseguito qualcosa di molto maggiore: nella società moderna intendo destare il "desiderio di Gesù" e suggerire una via sulla quale si possano compiere i "primi passi" verso il suo mistero» (José Antonio Pagola).
Il Nazareno, pubblicato per la prima volta nel 1938, rappresentava una significativa novità culturale per l’Italia tra le due guerre. Interrompeva il silenzio degli ebrei italiani su Gesù,che durava da lungo tempo.Riproponeva alla Chiesa cattolica l’esigenza di adottare i criteri della ricerca scientifica per accostarsi alla figura del Fondatore. Applicando il metodo storico critico dell’esegesi e quello comparativo delle religioni, Zolli trasportava il lettore nella Palestina del I secolo, gli lasciava ascoltare le parole di Gesù,cercava di spiegare il suo pensiero all’interno della tradizione ebraica e della lingua aramaica. Nel frattempo i postulati scientifici di Zolli sono stati ampiamente accolti e il dialogo ebraico-cristiano ha fatto grandi progressi.Il Nazareno,tuttavia, resta una guida alla ricerca delle orme e delle tracce lasciate da Gesù nella storia,e una testimonianza di onestà intellettuale che merita di essere letta e studiata.
AUTORE
Israel Zolli nacque a Brody (oggi in Ucraina) il 17 settembre 1881,il più giovane di numerosi fratelli. Dopo un breve soggiorno di studi a Leopoli si trasferì a Firenze e si iscrisse all’Istituto di Studi Superiori (Università pubblica) e al Collegio Rabbinico Italiano di Firenze seguendo un’antica tradizione familiare. Si laureò in filosofia e dimostrò interesse per la nascente disciplina della psicoanalisi.Nel 1911 fu nominato vice rabbino a Trieste e successivamente rabbino capo.All’attività rabbinica affiancò l’insegnamento universitario di Lingua e Letteratura Ebraica presso l’Università di Padova. Dal 1911 scrisse diversi articoli e monografie. Nel 1935 pubblicò Israele, nel 1938 Il Nazareno, due dei suoi libri più famosi. Nel 1939 fu nominato rabbino capo e direttore del Collegio Rabbinico a Roma.A liberazione avvenuta,nel febbraio del 1945, chiese il battesimo, scegliendo di prendere il nome di Eugenio. Morì a Roma il 2 marzo 1956.Le Edizioni San Paolo hanno pubblicato la sua autobiografia, Prima dell’Alba (2004),e Antisemitismo(2005).
Perché la democrazia e i diritti dell'uomo sono nati in Occidente anziché in India, in Cina o nell'impero ottomano? Perché l'Occidente è stato cristiano e perché il cristianesimo non è soltanto una religione. Il messaggio evangelico è certamente un messaggio di fede, ma l'insegnamento di Cristo ha anche una valenza etica di portata universale: uguaglianza, giustizia, non violenza, libertà, separazione tra politica e religione, fraternità. Quando nel IV secolo il cristianesimo è diventato religione ufficiale dell'impero romano, la saggezza di Cristo è stata in gran parte oscurata dall'istituzione ecclesiastica. È rinata mille anni dopo, quando gli illuministi si ispirarono appunto alla "filosofia di Cristo", secondo l'espressione di Erasmo, per emancipare la società dal potere religioso e fondare l'umanesimo moderno. Frédéric Lenoir racconta il paradossale destino del cristianesimo - dalla testimonianza degli apostoli alla nascita del mondo moderno passando per l'Inquisizione - e rilegge i Vangeli con un occhio radicalmente nuovo.
Le annotazioni di segno psicologico e sentimentale su Gesù fornite dagli evangelisti sono assai scarse, in quanto le narrazioni di costoro sono piuttosto interessate a descrivere la sequela delle azioni compiute dal loro grande protagonista. Ciò nondimeno è possibile individuare molte emozioni nei testi dei Vangeli, traendole soprattutto dai personaggi delle parabole, cui Gesù non esita a prestare la gamma dei sentimenti propri.
Il volume, che prosegue la raccolta dei molti materiali disseminati dall'autore in pubblicazioni diverse, presenta una prima parte di sedici capitoli dedicati al "sentire di Gesù". La seconda parte trova nel tema della Chiesa il centro unificatore.
Il lettore ha così di fronte una proposta coerente e articolata del pensiero di Barbaglio, i cui contributi, nati da competenza scientifica, sono sempre finalizzati alla percezione spirituale del messaggio biblico.
Alcuni recenti scavi archeologici hanno portato alla luce una tomba risalente al I secolo d.C., un ritrovamento destinato a segnare la storia, perché quella potrebbe essere la tomba di Gesù e della sua famiglia. Una scoperta che, associata ad altre importanti testimonianze e documenti, permette di riscrivere la storia della vita e della morte di Gesù. Un uomo appartenente a una grande famiglia, primo di sette fratelli. Un uomo che non intendeva fondare una nuova religione, ma restaurare, con l'aiuto di dodici governatori, il Regno di Israele, in quanto diretto discendente di re Davide. Un uomo che prima di morire scelse i suoi successori. Ne emerge una verità sconcertante: Gesù non è venuto per annunciare il Regno di Dio, ma è stato il leader di un movimento rivoluzionario che avrebbe voluto trasformare il mondo e instaurare il Regno di Dio su questa terra.
Dalle conversazioni che Giuseppe Barbaglio (nel 2003) e Aldo Bodrato (quest’anno) hanno avuto in una giornata di giugno nell’isola di Sant’Erasmo, a Venezia, è ricavato questo insieme di testi, offerti al lettore come strumento per pensare non banalmente il presente della fede cristiana. Nella varietà degli studi, degli approfondimenti e delle sensibilità testimoniati in queste pagine il lettore potrà trovare infatti indicazioni, piste di ricerca e forse anche stimolo per non soccombere all’ovvietà, veicolata da parole usurate, come, appunto, “storia, fede e risurrezione”.
DESCRIZIONE: Questo libro è una pietra miliare nella moderna ricerca ebraica sul Nuovo Testamento e nella descrizione ebraica di Gesù di Nazaret. È decisamente superiore, con il suo argomentare stringente, alle pur non poche pubblicazioni apparse negli ultimi anni sul tema «Gesù ebreo». Flusser riporta quello che era diventato un «Gesù storico» astratto, inaccessibile, nella dimensione della storia reale, gli restituisce un volto storico concreto. E fa questo come ebreo: per lui Gesù è innanzitutto una figura della storia dell’ebraismo. Con ciò Flusser rende d’altra parte un servizio decisivo anche ai cristiani: mostra loro che la salvezza in cui essi credono non è solo il «messaggio» relativo a un avvenimento fuori dalla storia, cui non è possibile accedere. La verità cristiana dipende da questa verità storica e deve prenderne atto se non vuole ridursi a pia autosuggestione. Flusser rende un servizio anche al dialogo tra cristiani ed ebrei in quanto questo non deve essere soltanto un dialogo tra convinzioni diverse, ma può e deve procedere anche in una seria ricerca comune sul materiale storico. Un fine del dialogo deve essere anche trovare la verità storica su Gesù di Nazaret: soltanto questa può costituire un punto di partenza solido alla fede cristiana in Gesù il Cristo.
(dalla Prefazione di Martin Cunz)
COMMENTO: La riedizione del più importante libro ebreo su Gesù.