
Per duemila anni cristiani ed ebrei hanno dimenticato che Gesù non era soltanto di discendenza ebraica, ma a tutti gli effetti un buon ebreo in senso religioso. Un oblio che ha creato da entrambe le parti una polarizzazione tra "noi" e il "Cattivo-Altro", ma soprattutto ha avuto per conseguenza secoli di antiebraismo e la terribile frattura di Auschwitz. In un mondo sempre più globale, per Ágnes Heller è necessario «detotalizzare» il concetto di Verità: la "resurrezione" del Gesù ebreo, infatti, rende possibile l'ecumenismo, che «non solo tollera l'altra religione, ma cerca anche ciò che unisce una religione all'altra». "Gesù l'ebreo" è un testo «denso di speranza» che parla al nostro tempo polverizzato in posizioni inconciliabili, ed è capace di mettere in discussione ogni forma assoluta di pensiero e fondamentalismo. Prefazione di Vittoria Franco.
Diciotto racconti che vedono Gesù narratore e cronista della sua vita terrena. Dai primi battiti di cuore nel grembo di Maria, alla scelta dei dodici, alle nozze di Cana... fino all'arrivederci presso il Padre. Con lo stile che lo distingue, il sacerdote di Acerra, costruisce una serie di monologhi che coinvolgono e trasportano nella storia di Gesù fattosi uomo per noi. Il coraggio, la forza, l'amore, il sì alla volontà del Padre hanno la meglio sulla delusione e lo scoraggiamento, anche quando la paura lacera la carne e fa trasudare sangue. È un Gesù pienamente uomo, con tutte le fragilità umane, ma sostenuto dal suo feeling totale con il Padre del Cielo e interprete fedele della sua volontà e dall'amore di sua madre Maria e dalla tenerezza di Giuseppe, il padre terreno. Prefazione di Don Nico dal Molin.
Di Gesù crediamo di sapere tutto, dalla nascita fino alla morte (e oltre). Niente di più sbagliato: in realtà, come viveva Gesù di Nazaret? A cosa potrebbe assomigliare la quotidianità feriale di quell'uomo che sfugge a ogni nostra classificazione, personaggio fra i più misteriosi della storia umana vissuto ai margini dell'Impero di Roma, agli albori della nostra epoca? Régis Burnet, noto specialista del Nuovo Testamento, anziché proporre una nuova biografia di Gesù, cerca di ridare vita al mondo concreto che lo attorniava. Rimescolando le conoscenze in nostro possesso, propone una maniera del tutto inedita di accostarsi a Gesù di Nazaret, il figlio del falegname, il figlio di Dio. L'intento è quello di presentare una "giornata tipo" della vita di quel personaggio illustre, combinando elementi rappresentativi del suo ministero pubblico: parole e gesti. Burnet riesce nell'impresa, ispirandosi direttamente ai testi evangelici, in modo documentato e rigoroso. «Nulla è più contingente di una giornata qualsiasi. Il caso la fa da padrone: in agenda c'era una cosa e ne è successa un'altra. Incontri, conversazioni, il flusso irresistibile di emozioni e sollecitazioni esterne ci hanno fatalmente allontanati da ciò che avevamo messo in programma. Solo a lungo termine il senso e la coerenza di una vita diventeranno del tutto manifesti» (Régis Burnet).
Nel Nuovo Testamento, i racconti che narrano l'incontro con il Risorto non riescono a nascondere un particolare che può sembrare paradossale: chi lo incontra non lo riconosce, anche coloro che hanno vissuto con lui. Dietro la ricchezza dei particolari e delle forme delle narrazioni, questo dato sembra passare in secondo piano. Con l'acribia a lui propria, l'autore permette di riappropriarsi di queste testimonianze, valutandone in modo nuovo questa dinamica. Il Risorto rimane non riconosciuto, anche quando i segni - la luce, la voce, l'azione - permettono di incontrarlo: è questa la dinamica della fede pasquale
L'opera intende presentare in forma corale e sintetica le principali interpretazioni che il giudaismo ha dato della figura di Gesù di Nazareth in epoca moderna e contemporanea, ossia dal periodo rinascimentale fino a tutto il XX secolo. Si tratta di una carrellata affascinante che, a dispetto dei conflitti tra le due fedi e delle ondate di antisemitismo arrivate all'estremo della Shoà, mostra come la figura di Gesù sia stata studiata e approfondita da molti studiosi ebrei, sia rabbini sia liberi pensatori, accomunati dalla volontà di mostrare non solo l'ebraicità etnico- culturale del Nazareno ma anche la vicinanza religiosa dei suoi insegnamenti a tutta la grande tradizione rabbinica come si è espressa nel Talmud e nei midrashim.
Paolo Sacchi, grande figura di ebraista e storico di fama internazionale, ben noto per la ricchezza del suo lavoro sulla Apocalittica e la "Bibbia dei Settanta", ritorna qui a interrogarsi su Gesù e dunque sui Vangeli. Focalizzandosi sul Vangelo di Marco, tenta di capire che cosa Marco abbia voluto dire mettendo in bocca a Gesù l'enigmatica e ancor oggi discussa espressione "Figlio dell'Uomo", che va intesa a partire dal rapporto dell'evangelista con la tradizione apocalittica: «Gesù si autorivela come Figlio dell'Uomo perché Dio lo rivela come Figlio di Dio». Tale rivelazione dà anche il significato all'Ultima Cena, dove Gesù stringe il suo Patto, con la promessa di risurrezione, con i discepoli e quindi con tutti gli uomini. Sono pagine che sorprendono il lettore, perché, come scrive l'autore, «nello scorrere degli anni ho amato sempre più Gesù. Ho studiato la sua vicenda con un entusiasmo particolare che vorrei comunicare al lettore con parole che, pur nella freddezza dell'esposizione, lo lasciassero trapelare».
Gesù ha consegnato al mondo un comandamento nuovo, il comandamento dell'amore reciproco, sintesi di tutta la sua vita, di tutta la sua missione, di tutta la sua eredità. Per il cardinale Comastri, la massima espressione del messaggio di Cristo è nelle parole che Egli ha pronunciato dalla Croce. In quel momento tutto era essenziale e ogni parola costava sacrificio, per questo quelle parole sono il vero "Testamento Spirituale" di Gesù. In questa nuova edizione del volume - arricchita dalle opere di grandi artisti come Caravaggio, Giotto e della tradizione fiamminga, Peter Paul Rubens, Jan van Eyck e Pieter Bruegel - Comastri accompagna il lettore in un percorso di ascolto e meditazione sulle ultime parole di Gesù, affinché diventino un faro nella vita di tutti i giorni.
Il libro propone numerose brevi meditazioni che seguono l'ultimo viaggio di Gesù, come viene descritto nel Vangelo di Marco: Gesù da Gerico si incammina sulla strada, in salita, che lo porterà a Gerusalemme, dove vivrà la sua passione, morte e risurrezione. Le meditazioni portano a immedesimarsi in ciò che egli ha vissuto lungo questo viaggio: incontrare le persone che lui ha incontrato (il cieco di Gerico, la vedova povera nel tempio, la donna di Betania con il profumo...); ascoltare le sue parole (annuncio del comandamento più grande, condanna dei farisei, annuncio delle persecuzioni...); riflettere sui suoi gesti (cacciata dei mercanti dal tempio, ultima cena...) fino alla sua passione, morte e risurrezione. Le meditazioni sollecitano a "mettersi nei panni di Gesù" e stabiliscono un dialogo faccia a faccia con l'Uomo della croce che, per chi crede, è il vero volto di Dio. Esse sono introdotte dai relativi brani del Vangelo di Marco e corredate da immagini a colori. Il libro è un agile strumento per accostare la passione di Gesù seguendo le tappe finali del suo cammino.
Contro le molteplici "immagini" che molti cristiani si fanno di Dio, l'autore presenta la sua ricerca, effettuata tra le pagine della Sacra Scrittura, circa un'immagine quanto più rispondente alla predicazione di Gesù. Così prova a "raccontare Dio", prova a dare da bere l'acqua della Scrittura, per dissetare la sete di felicità, la fame di amore; racconta non "un" Dio, ma "il" Dio di cui ci ha parlato Gesù.
Che tipo di uomo era Gesù di Nazaret? Come ha interagito dinamicamente con le fondamentali condizioni dell'esistenza umana? Accostando i Vangeli con lo strumento della psicoanalisi emerge che Gesù ha incarnato e proposto un'arte di vivere, una pratica di umanità, che spesso non è stata colta dai suoi stessi seguaci e da coloro per cui la vita religiosa è austerità, ascetismo, mortificazione, lotta contro le passioni. Egli si è lasciato interrogare dalle dimensioni in cui si snoda la vita umana: l'essere padri, madri, figli, fratelli, amici, discepoli interagendo con esse, lasciandosene arricchire e arricchendole a sua volta introducendo nuovi punti di vista. La sua umanità-prototipo è accogliente, non preservata a priori dalle intemperie della vita, è sapiente e ricca, capace di amicizia con la vita e con "le cose" della vita, capace di bellezza. Essa lotta contro ciò che avversa l'uomo, e per il primato dell'amore; difende le prerogative del Padre suo, e libera dai falsi involucri della religiosità di facciata. La sfida di chi si accosta ai testi biblici con la prospettiva di una lettura psicoanalitica sta proprio in questo: esplicitare i dinamismi interiori che si sono generati negli incontri tra Gesù e alcuni suoi interlocutori, le dinamiche che hanno portato a una rilettura dei comportamenti reciproci; la rivisitazione di ruoli e modelli standardizzati, la liberazione del desiderio di essere uomini e donne, padri, madri, figli, amici e seguaci in modo diverso.
Cosa possiamo sapere di Dio? In ottica cristiana, ciò che Gesù ha detto e fatto per raccontare Dio, possiamo dirlo, farlo e crederlo; quello che non ha detto o fatto, no. In quell'uomo ci è stato detto l'essenziale per andare a colui che continuiamo a chiamare "Dio". Se dunque è vero e giusto continuare a ripetere che Gesù è Dio, dovremmo cominciare una buona volta anche a dire che Dio è Gesù. La vita di Dio si compie e si realizza nella vita di Gesù, regno di Dio fatto persona. Come è avvenuto per quanti hanno incontrato Gesù sulle strade della Galilea e della Giudea, così può avvenire anche per noi: ascoltare Gesù, meditare su di lui e grazie a lui, significa accogliere il volto di Dio da lui disegnato con la sua vita. Questo è già passare dalla morte alla vita, dalle nostre morti quotidiane alla vita in pienezza che Gesù ci ha portato, con la sua splendente umanità. Questo è il viaggio che il libro propone.