Un contributo chiaro senza tecnicismi che presenta tutte le conoscenze ad oggi sulla lettera agli Ebrei. Opera della maturita' dell'autore. Un contributo dall'alto profilo teologico-biblico su un tema particolarmente vivo nell'attuale confronto tra le diverse religioni: l'universale mediazione salvifica di Cristo. Con un linguaggio denso ma chiaro, esegeticamente preciso ma senza concessioni a inutili tecnicismi, l'Autore riprende, in maniera sistematica, le acquisizioni sulla Lettera agli Ebrei cui e' pervenuto nella sua prolungata attivita' di ricerca e di insegnamento. Un'opera della maturita' del gesuita francese, creato cardinale dal Papa Benedetto XVI nel Concistoro del 24 marzo 2006.
È la richiesta, insistente e accorata, che viene rivolta ad alcuni personaggi del Vangelo: Pietro e sua suocera, l'apostolo Andrea, il padre della bambina re suscitata, l'Emorroissa, il ragazzo che assiste al miracolo d,ei cinque pani e due pesci. .. E da questa richiesta che l'Autore fa scaturire la narrazione. Attraverso la "viva" voce dei personaggi, con i loro sentimenti e i loro pensieri, scorre come un romanzo il racconto di alcuni episodi del Vangelo: il miracolo dei cinque pani e due pesci; il Discorso della Montagna; la chiamata degli apostoli; le nozze di Cana; la guarigione di un cieco. Un testo delicato e poetico.
Il testo si sviluppa attraverso tre riflessioni sulla passione e morte di Gesù, condotte con uno stile chiaro ed efficace, denso ed affascinante. L’originalità del testo consiste anche nella scelta del percorso che guida le meditazioni e nella capacità di sviscerare il significato dei simboli.
Le tre riflessioni riguardano il racconto dell’istituzione dell’eucaristia, la lavanda dei piedi, e la morte di Gesù.
I Vangeli, con il supporto della Santa Sindone, ci guidano in una ricostruzione logica degli eventi che condussero alla crocifissione, chiarendo le modalità della sua esecuzione e della successiva sepoltura di Nostro Signore Gesù Cristo.
Il problema della vita intima, dell'amore o degli amori di Gesù verso una donna o altre donne esiste ma è destinato a restare senza risposta, perché poco si può desumere dalle fonti. La tesi di queste pagine, tanto profonde quanto coraggiose, è che lo specifico, la novità assoluta del profeta di Nazaret non è stata quella di aver avuto una moglie, come quasi tutti i profeti d'Israele, ma nell'annuncio di liberazione delle persone, nell'aver aperto le braccia e più ancora il cuore a chiunque fosse in difficoltà e nel bisogno. E se in seguito ad una nuova libera, spassionata ricerca si arrivasse a dimostrare come piuttosto verosimile anche per Gesù un'eventuale scelta matrimoniale, non sarebbe la fine del mondo, né tanto meno del cristianesimo.
Un telo conservato da mille anni nella cattedrale di Oviedo - un pezzo di stoffa di 84x53 cm su cui si possono osservare macchie di sangue e pieghe e su cui sono state rinvenute tracce di sostanze non percepibili a occhio nudo - sarebbe il sudario che ha ricoperto il volto di Gesù Cristo dopo la deposizione. Ma che cosa c'è di vero, oltre la fede e la leggenda popolare? E, soprattutto, quali legami esistono tra il sudario di Oviedo e la Sindone di Torino?
Il libro invita a riscoprire il Cristianesimo non come un mero ritualismo formale, ma come un messaggio che invita ad iniziare una via da percorrere personalmente.
Lo scopo del volume e' quello di tratteggiare attraverso la lettura congiunta dei quattro Vangeli, il volto di Gesu'.
Chi è Paolo: «l’inventore del cristianesimo» o piuttosto «colui che meglio comprese e interpretò l’opera del Maestro»? Di certo tra Paolo di Tarso e Gesù di Nazaret, pressoché coetanei, la distanza culturale, sociale e teologica è inversamente proporzionale alla vicinanza di tempo: l’uno vive nei villaggi, l’altro nelle metropoli; l’uno parla aramaico, l’altro greco; Gesù esprime la cultura orale, Paolo dà inizio alla letteratura cristiana.
Dopo più di un secolo e mezzo di ricerche sul confronto tra i due, è possibile registrare tra gli studiosi opinioni diametralmente opposte: da una parte quanti individuano in Paolo il vero fondatore del cristianesimo come nuova religione, dall’altra coloro che riconoscono una sostanziale continuità tra Maestro e apostolo.
Con un approccio rigorosamente storico, Barbaglio presenta un bilancio dei legami che uniscono i due e delle diversità che li separano, fino a giungere ad affermare, dati alla mano, che Paolo né si è appiattito su Gesù, né si è distanziato da lui fino a ignorarlo. Egli individua tra i due soprattutto un paio di contiguità fondamentali. Entrambi presentano un Dio accogliente e includente, un Dio dei figli prodighi, dei senza-legge: «se nella sua prospettiva il nazareno ha abbattuto le barriere erette nella piccola società giudaico-palestinese del tempo, allo stesso modo ha operato l’apostolo, ma su più vasta scala, sul palcoscenico dell’umanità intera e del mondo». Entrambi sono inoltre pervasi da una prospettiva escatologica positiva, sotto il segno della grazia, «annunciatori di gioia del dies salutis, non profeti di sventura del dies irae».
Sommario
Introduzione. 1. Problema dei tempi moderni. 2. Dislocazione: da un mondo a un altro. 3. Transizione da Gesù a Paolo. 4. Due grandi convertiti, due straordinari visionari. 5. Tempo e mondo. 6. Divinizzazione di Gesù. 7. Il Dio di Gesù Cristo. 8. «Gesù annunciava il regno ed è venuta la Chiesa». 9. Discorso della montagna, libertà dello spirito. 10. Fedeltà ebraica. Conclusione. Indici.
Note sull'autore
Giuseppe Barbaglio (1934), studioso di scienze bibliche, cura presso le EDB due collane di argomento biblico: La Bibbia nella storia e Scritti delle origini cristiane (con Romano Penna); ha curato Schede bibliche pastorali (8 voll.), La spiritualità del Nuovo Testamento e l’edizione greco-italiano del Merk; è autore di La Prima lettera ai Corinzi. Introduzione, versione, commento (22005), La teologia di Paolo. Abbozzi in forma epistolare (22001), Gesù ebreo di Galilea. Indagine storica (52005); Il pensare dell’apostolo Paolo (22005); Davanti a Dio. Il cammino spirituale di Mosè, di Elia e di Gesù (22001), insieme a Piero Stefani; Canti d’amore nell’antico Israele. Traduzione poetica del Cantico dei Cantici (22004), insieme a Luigi Commissari.
Ha inoltre curato insieme a Rinaldo Fabris e Bruno Maggioni la traduzione e il commento de I Vangeli, Cittadella, Assisi 1978 e ha pubblicato: Paolo di Tarso e le origini cristiane, Cittadella, Assisi, 32002; Le lettere di Paolo, 2 voll., Borla, Roma, 21990; Dio violento? Lettura delle scritture ebraiche e cristiane, Cittadella, Assisi, 1991; San Paolo, Lettere, 2 voll., Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1997, di cui ha curato l’introduzione e la traduzione.