In questo libro Giuseppe Trentin riprende il filo di alcune riflessioni sulla figura e il pensiero filosofico, teologico e spirituale di Wilhelm Klein SJ già avviate in una precedente pubblicazione. Si tratta di una serie di impulsi e di variazioni in forma di dialogo che invitano a ripensare alla figura di Gesù e il suo comandamento a partire dai manoscritti e da una serie di colloqui dell'autore con Klein, Ne scaturisce un'originale e un po' sorprendente meditazione sulla rilevanza biblica, teologica e antropologica del termine greco agape, che consente di ricollocare il significato all'interno di orizzonti più ampi di quanto siamo soliti pensare.
Le pagine seguenti si propongono come un florilegio delle risposte date nei primi decenni del cristianesimo alla domanda su chi è Gesù. È un recupero del linguaggio proprio delle prime comunità che, essendo esse stesse diversificate, hanno pensato e parlato di Gesù in modi differenziati. Ci si propone di cogliere sul nascere, dal vivo, l'autentico pensiero sulla identità di quell'«ebreo morto troppo presto» (Nietzsche), espresso dai primi credenti. «Il secolare patrimonio culturale del pensiero e dell'arte dimostra che sono stati davvero molti i pensatori e gli artisti, per non dire dei santi, ad aver tratto ispirazione dalla figura e dalla vicenda di Gesù di Nazaret, «che non è improprio definire tra le più dense di pathos e di logos mai offerte dalla storia». Vale perciò la pena scandagliare i suoi lineamenti sulla base dei testi più antichi che lo riguardano e ne rivelano una stimolante pluralità di volti». (Romano Penna)
Narrazione della vita di Gesù con gli occhi di Maria.
È possibile ricostruire nei tratti essenziali una storia di Gesù? È possibile, affidandosi alla testimonianza dei Vangeli, ricostruire non la vita, ma uno schizzo della sua vicenda pubblica? Sfidando uno scetticismo diffuso, Giorgio Jossa ha, negli ultimi anni, orientato la sua ricerca in questa direzione, offrendo una convincente ricostruzione dei momenti e delle svolte centrali della vita del Nazareno. Questo libro costituisce la base esegetica su cui l'autore è andato maturando le sue convinzioni e si sviluppa seguendo il percorso della vita di Gesù. Viene così offerto uno straordinario spaccato del lavoro dello storico che permette di cogliere - fatto assai raro - la figura di Gesù nella sua dinamicità e nella sua evoluzione, restituendo così del Galileo un'immagine realmente storica.
Ai libri che d'Annunzio pensò e non scrisse, Guglielmo Gatti dedicò un lungo saggio apparso nel dicembre 1964 nell'Osservatore politico letterario. Prima di lui, nell'aprile 1929, si era occupato dell'argomento Camillo Antona Traversi nella Nuova Antologia con due articoli. Nell'aprile 1966, ancora in Nuova Antologia, Emilio Mariano, nelle Opere incompiute da d'Annunzio negli archivi del Vittoriale, colmò le lacune contenute negli scritti di Gatti e di Antona Traversi. A occuparsi, poi, della questione fu Mario Vecchioni che nel 1973 diede alle stampe il volumetto La vita di Gesù ed altre opere incompiute di d'Annunzio, nel quale cercò di spiegare perché le opere annunciate non furono mai realizzate. Il libro di Vecchioni spinse Donatello D'Orazio - rimasto affascinato dalla notizia che d'Annunzio nel 1893 aveva avuto l'intenzione di scrivere una Vita di Gesù - a occuparsi della vicenda; e fu così che nel 1975 elaborò un saggio su come nacque l'idea di d'Annunzio di scrivere il libro e poi perché nemmeno lo iniziò. Il saggio di D'Orazio fu pubblicato postumo dall'Editore Solfanelli con la mia prefazione nel 2009. L'argomento non poteva non attirare l'attenzione del dannunzista Angelo Piero Cappello, il quale ha passato in rassegna l'Opera omnia di d'Annunzio e ha estrapolato e commentato tutti i brani che il Poeta ha riportato su Gesù. Ne deriva che è stata messa una pietra tombale sulla lunga e delicata vicenda, perché se è vero che non esiste il libro su Gesù pubblicato da d'Annunzio è anche vero che abbiamo questa pubblicazione che contiene, in maniera coordinata, i dettami fondamentali che il Poeta ha scritto sul Redentore nelle sue opere.
Cosa ce ne facciamo del Gesù storico? In quali modi un profeta ebreo vissuto duemila anni fa può ancora provocarci? Possiamo dialogare con lui di sesso, razzismo, Coronavirus e pluralismo religioso? Possiamo aprirgli le porte delle chiese e delle aule scolastiche, liberandole dagli stereotipi che le popolano? La messe di studi prodotti negli ultimi decenni è abbondante. Ma sono ancora pochi gli operai pronti a raccoglierne i frutti e a distribuirli. L'uomo Gesù scandalizza sempre, tanto a destra quanto a sinistra. Questo numero di «Nipoti di Maritain» trascina fuori dai "ghetti" accademici la figura storica di Gesù per riattivarne il messaggio. Interviste a Rafael Aguirre Monasterio, Dale C. Allison Jr., Gabriele Boccaccini, Paolo Gamberini, Jean Paul Lieggi, Maria Armida Nicolaci, Romano Penna, Mauro Pesce, Antonio Pitta, Gérard Rossé, Joan E. Taylor. Con un inedito di Gerd Theissen.
Come percepiva Gesù se stesso? E come vedeva il mondo e gli altri? Che idea aveva delle sue origini e della sua missione? Si possono ricostruire i meccanismi psicologici dietro all'inaudita pretesa di farsi simile a Dio e alla decisione di morire in nome di questa scelta? Baima Bollone propone un percorso analitico che parte dallo studio dell'autocoscienza di Gesù e delle sue relazioni con le persone che incontra e con cui si confronta, sempre sullo sfondo storico-culturale della Giudea. Eppure, indagare sulla "vera umanità" di Gesù, insieme alla sua essenza di "vero Dio", pone diverse basi di ricerca e ipotesi interpretative, come quella delle personalità multiple e della dissociazione. Si giunge così alla costruzione di un quadro clinico attendibile e complesso che emerge dai Vangeli, mettendo in luce la sua straordinaria unicità umana e la corrispondenza tra i suoi insegnamenti e alcune acquisizioni psicoanalitiche moderne.
La ricerca contemporanea sul Gesù storico ha portato alla luce le insufficienze degli studi dei secoli trascorsi, riscoprendo aspetti essenziali della figura di Gesù, in particolare l'appartenenza di Gesù al mondo ebraico. Tre libri che in Italia hanno suscitato particolare interesse - "Gesù e il giudaismo" di E.P. Sanders, "Un ebreo marginale" di J.P. Meier e "La memoria di Gesù" di J.D.G. Dunn - conducono Giorgio Jossa a chiedersi se si è davanti a opere propriamente storiografiche o non piuttosto di teologia, e se quello che vi si delinea sia realmente il Gesù storico. In un'analisi puntuale e lineare l'autore fa emergere i lati discutibili dei maggiori esponenti della biblistica odierna e indica quali dovrebbero essere i requisiti imprescindibili di una ricerca su Gesù che miri a dirsi effettivamente storica.
Il mistero di un bacio e la lotta per una visione del mondo. Le parole della rivoluzione zelota contro quelle dell'amore. La fine del Traditore segna l'epilogo di una storia e l'inizio di una comprensione che non avrà mai fine. Queste pagine di Gerardo Picardo (la prefazione al libro edito da Ludica è di Piefranco Bruni) mostrano la corresponsabilità dei sommi sacerdoti e degli anziani nel tracciare la via del Calvario per la storia di Gesù il Nazareno. Non sapremo forse mai il vero motivo del gesto di Giuda. Forse intendeva affrettare il processo di liberazione, ponendo il Rabbì di Nazareth in aperto dissidio col potere. O forse per lui le parole di Gesù erano inattuabili per l'oscuro uomo di Kariot. Resta certo, nella Scrittura, il suo drammatico pentimento, sottolineato dal gesto di disprezzo del denaro e del tempio, come permane, fredda e incurante, la reazione dei sinedriti che non recuperano, come era loro proprio, un uomo avvolto dalla notte profonda del dubbio, tentato da se stesso e da Satana, fasciato dal suo modo di vedere e sentire il Dio che gli sedeva accanto.
Francesco Bonvissuto, artigiano di origini siciliane, è ideatore e costruttore di presepi artistici fin da ragazzo. La sua opera di presentazione della vita di Gesù in diorami (un "diorama" è un modello che rappresenta una scena con figure tridimensionali) consente a tutti di rileggere le tappe importanti della vita di Cristo attraverso una narrazione in immagini suggestive e quanto più possibile fedeli ai racconti evangelici e alla grande tradizione iconografica. L'artista che ha ricostruito queste scene con precisione di dettaglio e con grande qualità scenografica ha collaborato con Renzo Romagnoli e con la Presepi Pigini per realizzare i 28 diorami che vanno dalla Annunciazione alla Pentecoste, in un percorso spirituale e artistico di grande fascino e poesia.
«La figura fondatrice di Gesù di Nazareth attira sempre più l'attenzione di storici, scrittori, registi. Come mai questo interesse, vivo e mai sazio? Dopo due millenni, non è ancora stato tutto detto, scritto, discusso, predicato al suo riguardo? Le ricerche per ritrovare il "vero Gesù" hanno dato vita a un Gesù rivoluzionario, hippie, rabbi, profeta, femminista, filosofo... Di quale ritratto fidarsi? Questo libro propone ai lettori un ritratto del Gesù storico. Come in un'inchiesta poliziesca, lo storico lavora per indizi. Ricostruire la vita del Nazareno significa riesplorare le testimonianze antiche per scrutare l'oscurità e scoprire chi egli fu, come apparve ai suoi contemporanei. Questo libro non pretende in alcun modo di consegnare ai lettori il "vero Gesù". Ogni descrizione del passato è una ricostruzione e l'esame più obiettivo delle fonti a nostra disposizione resta condizionato dallo sguardo di chi le esamina. Io sono in grado di presentare un Gesù "possibile", probabile, forse anche verosimile. Ho l'ambizione di proporre un Gesù il cui ritratto è stato minuziosa-mente verificato dall'analisi rigorosa delle fonti. Aspiro a condurre un'inchiesta che non arretri davanti alle risposte impreviste o non auspicate. Niente di più. Lo storico onesto rinuncia alle certezze assolute. L'onestà consiste anche nel dire che chi scrive queste righe è un credente e un teologo cristiano». (Daniel Marguerat)
È il Natale del 1927, quando Alcide De Gasperi, dalle carceri romane di Regina Coeli, lega immagini delle terre della Palestina del primo Novecento ritagliate dalla rivista americana «The National Geographic Magazine» alle parole dei profeti, per raccontare la storia di Gesù alla primogenita Maria Romana, di soli quattro anni, cercando di consegnare l'atmosfera di luoghi e tempi dove visse il Salvatore del mondo. «Così nelle fotografie di questo album sono i pastori della Palestina del 1900 che ci propongono la figura del Nazareno e ci aiutano a credere che fosse passato duemila anni fa per le loro strade. Mio caro padre, attraverso le immagini di questa terra mi raccontavi la storia della tua fede, quella che ti aveva sostenuto nella lotta per la libertà del tuo popolo. Mi insegnavi cosa è la lealtà, il coraggio di sostenere le proprie idee, la fiducia nella giustizia e nella carità che avevano sempre illuminato la tua strada». (Maria Romana De Gasperi)