
DESCRIZIONE: Gli Atti degli Apostoli, la seconda grande narrazione neotestamentaria di cui siamo debitori a Luca, il "caro medico", sta godendo ai nostri giorni di una rinnovata attenzione per gli incitamenti ad affrontare, quale comunità del Salvatore risorto, l’incontro con una temperie sociale analoga, nell’abissale lontananza bimillenaria, a quella della koine ellenistico-romana. È un testo tuttavia che per la ricerca esegetica fino a oggi suscita domande sul suo valore storico: ad esempio, il problema dei rapporti cronologici tra eventi riportati negli Atti e riferiti o accennati nelle Lettere di Paolo. Non vi è da stupirsene, se è vero che Luca, secondo una concezione ancora prevalente, è considerato "il primo storico cristiano" (M. Dibelius): il problema si ridimensiona quando si comprenda che gli Atti, proprio come il Vangelo dello stesso autore, intendono esporre la Storia della salvezza. Quindi l’opera ha inequivocabilmente un orientamento teologico, è annuncio e predicazione in forma di racconto storico: tale aspetto è messo in risalto in questo commento. Di conseguenza l’impostazione d’esso, secondo la concezione del Regensburger Neues Testament, si articola in tre passi ormai collaudati: I. Analisi (letteraria della storia della tradizione e della redazione); II. Esegesi (versetto per versetto); III. Evidenziazione degli aspetti importanti teologici e parenetici, anche in vista dell’omelia o dell’approfondimento del messaggio biblico nel nostro tempo. Sono poi importanti gli excursus (per esempio, sull’ascensione di Gesù, sull’apostolato e le testimonianze, sul battesimo cristiano, sulle origini e la gioventù di Saulo-Paolo, sulla morte di Stefano, sulla Chiesa-comunità, sul ministero e i suoi titolari...).
COMMENTO: Un limpido commento agli Atti degli Apostoli scritto da uno dei maggiori specialisti. Un libro di riflessione, esegesi, e attualizzazione del testo evangelico.
Chi è Paolo: «l’inventore del cristianesimo» o piuttosto «colui che meglio comprese e interpretò l’opera del Maestro»? Di certo tra Paolo di Tarso e Gesù di Nazaret, pressoché coetanei, la distanza culturale, sociale e teologica è inversamente proporzionale alla vicinanza di tempo: l’uno vive nei villaggi, l’altro nelle metropoli; l’uno parla aramaico, l’altro greco; Gesù esprime la cultura orale, Paolo dà inizio alla letteratura cristiana.
Dopo più di un secolo e mezzo di ricerche sul confronto tra i due, è possibile registrare tra gli studiosi opinioni diametralmente opposte: da una parte quanti individuano in Paolo il vero fondatore del cristianesimo come nuova religione, dall’altra coloro che riconoscono una sostanziale continuità tra Maestro e apostolo.
Con un approccio rigorosamente storico, Barbaglio presenta un bilancio dei legami che uniscono i due e delle diversità che li separano, fino a giungere ad affermare, dati alla mano, che Paolo né si è appiattito su Gesù, né si è distanziato da lui fino a ignorarlo. Egli individua tra i due soprattutto un paio di contiguità fondamentali. Entrambi presentano un Dio accogliente e includente, un Dio dei figli prodighi, dei senza-legge: «se nella sua prospettiva il nazareno ha abbattuto le barriere erette nella piccola società giudaico-palestinese del tempo, allo stesso modo ha operato l’apostolo, ma su più vasta scala, sul palcoscenico dell’umanità intera e del mondo». Entrambi sono inoltre pervasi da una prospettiva escatologica positiva, sotto il segno della grazia, «annunciatori di gioia del dies salutis, non profeti di sventura del dies irae».
Sommario
Introduzione. 1. Problema dei tempi moderni. 2. Dislocazione: da un mondo a un altro. 3. Transizione da Gesù a Paolo. 4. Due grandi convertiti, due straordinari visionari. 5. Tempo e mondo. 6. Divinizzazione di Gesù. 7. Il Dio di Gesù Cristo. 8. «Gesù annunciava il regno ed è venuta la Chiesa». 9. Discorso della montagna, libertà dello spirito. 10. Fedeltà ebraica. Conclusione. Indici.
Note sull'autore
Giuseppe Barbaglio (1934), studioso di scienze bibliche, cura presso le EDB due collane di argomento biblico: La Bibbia nella storia e Scritti delle origini cristiane (con Romano Penna); ha curato Schede bibliche pastorali (8 voll.), La spiritualità del Nuovo Testamento e l’edizione greco-italiano del Merk; è autore di La Prima lettera ai Corinzi. Introduzione, versione, commento (22005), La teologia di Paolo. Abbozzi in forma epistolare (22001), Gesù ebreo di Galilea. Indagine storica (52005); Il pensare dell’apostolo Paolo (22005); Davanti a Dio. Il cammino spirituale di Mosè, di Elia e di Gesù (22001), insieme a Piero Stefani; Canti d’amore nell’antico Israele. Traduzione poetica del Cantico dei Cantici (22004), insieme a Luigi Commissari.
Ha inoltre curato insieme a Rinaldo Fabris e Bruno Maggioni la traduzione e il commento de I Vangeli, Cittadella, Assisi 1978 e ha pubblicato: Paolo di Tarso e le origini cristiane, Cittadella, Assisi, 32002; Le lettere di Paolo, 2 voll., Borla, Roma, 21990; Dio violento? Lettura delle scritture ebraiche e cristiane, Cittadella, Assisi, 1991; San Paolo, Lettere, 2 voll., Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1997, di cui ha curato l’introduzione e la traduzione.
Un libro sulla cristologia giovannea. Il IV Vangelo e un'opera di fine secolo. Essa rappresenta una migliore comprensione del mistero di Cristo alla luce degli anni trascorsi, che hanno permesso un maggiore approfondimento dei temi evangelici. Giovanni, con il passare del tempo, supportato dall'ispirazione divina, raggiunge una maturita teologica maggiore e una piu ampia e profonda conoscenza del messaggio evangelico. Si comprendono, quindi, le ragioni della grande ricchezza teologica della cristologia giovannea, testimoniata dalla molteplicita di titoli dati a Gesu. Si puo affermare che Giovanni e riuscito a condensare in Gesu la totalita delle figure tradizionali che sono in relazione al mistero della Salvezza.
"L'Epistola ai Romani" più che un acuto commento all'omonima epistola di san Paolo è un'originale analisi e riflessione sul pensiero paolino, che porta a una nuova formulazione della filosofia cristiana. Fondato su una profonda conoscenza della teologia cristiana, su un costante atteggiamento di responsabilità nei confronti della 'polis', e sulla rielaborazione di correnti di pensiero quali il platonismo, lo gnosticismo e il calvinismo, "L'Epistola ai Romani" lanciava una sfida radicale al razionalismo biblico e al positivismo ottocentesco. La coscienza moderna, ridestata dall'esistenzialismo di Kierkegaard e Jaspers a una visione più drammatica della situazione umana, trova in queste pagine una nuova interpretazione della religione.
L'autore
ERNESTO BORGHI, nato a Milano nel 1964, sposato e padre di un bambino, ha conseguito all'Università degli Studi di Milano la laurea in lettere classiche e all'Università di Fribourg (Svizzera) la licenza in scienze religiose e il dottorato in teologia. Insegna esegesi biblica al Centro per le scienze religiose di Trento, presiede l'Associazione Biblica della Svizzera Italiana e coordina una formazione biblica nella Diocesi di Lugano.
RENZO PETRAGLIO, nato a Muggio (Svizzera) nel 1945, sposato, padre di due figlie e due figli, ha conseguito all'Università di Fribourg le licenze e i dottorati in teologia e lettere classiche. Insegna greco e religione al Liceo di Locarno (Svizzera) e ogni anno, dal 1993, svolge attività di animazione biblica in Burundi accanto ai Costruttori di pace di quella zona dell'Africa.
Il libro
Questo libro, altamente divulgativo e culturalmente ecumenico, desidera essere un invito particolare alla lettura del Nuovo Testamento, dunque un esercizio serio di lettura e una saporosa "degustazione" intellettuale ed interiore. Nelle Chiese cristiane e nelle società civili dell'Occidente tecnolo-gizzato, tante persone evitano la lettura della Bibbia per le ragioni più varie, oppure si accontentano di orecchiarne dei contenuti sulla scorta di quanto appreso da bambini o da ragazzi. Questo saggio mira a suscitare un rinnovato, maturo interesse verso la lettura della seconda parte della Bibbia, lettura intesa come confronto della mente e del cuore di sedicenti credenti e cosiddetti non credenti con pagine che sono alla base dell'identità culturale di chi è nato nell’Occidente euro-mediterraneo ed euro-atlantico. Si vogliono offrire alcune chiavi per entrare nel Nuovo Testamento dalla porta principale, chiavi certo non esclusive, ma scientificamente fondate e umanisticamente appassionate. Tale prospettiva culturale intende essere certamente un esercizio impegnativo, quello di passare attraverso tutte le sezioni neo-testamentarie accostando, a diversi livelli di profondità, molti testi e vari problemi storici, letterari, estetici ed etici.
Una splendida raccolta di icone che seguono la vita di Gesù. Dopo una utilissima introduzione alla lettura delle icone di Gabriele Brigantini, ogni singola icona viene presentata dal passo biblico relativo alla tappa della vita di Gesù accostato alla riproduzione a tutta pagina a colori dell’icona stessa. Nella pagine successiva il volume offre i testi patristici e della tradizione cristiana che interpretano il testo evangelico.
Le trenta icone sono la riproduzione delle icone della preziosa Bibbia di Tbilisi con le quali si ricostruisce la vita di Gesù e che da sempre viene utilizzata per presentare i misteri della vita di Gesù.
«Sulla base di una profonda conoscenza esegetica, l’autore illustra essenzialmente la figura e il messaggio di Gesù nel confronto con le domande del presente». (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, p. 410)
Questo libro è destinato a trasformarsi in una sfida per cristiani e scettici: una sfida a occuparsi in modo totalmente nuovo del personaggio chiave del cristianesimo, Gesù, e a sottoporre il suo messaggio di speranza alle innumerevoli domande che sorgono dalla storia dell’umanità.
Dalla quarta di copertina:
Per tutta una vita Klaus Berger, teologo di Heidelberg, ha condotto le sue ricerche su ‘Gesù’. In questo libro presenta la ricca summa delle sue conoscenze, per dire ancora e di nuovo, agli uomini e alle donne d’oggi, perché Gesù è importante e per dare risposte alle persone che chiedono a ragione se Gesù possa anche oggi significare qualcosa per loro.
Berger traccia un quadro di Gesù pieno di forza esplosiva: grande e provocatorio, il Gesù di Galilea si staglia sulla nostra epoca, non schiacciato da sistemi di regole interpretative, non passato attraverso filtri ideologici, non subordinato a modelli psicologici o a ipotesi sociologiche precostituite. Piuttosto, il Gesù dei vangeli viene posto di fronte alle innumerevoli domande che nascono dagli uomini e dalla loro storia. Del testo evangelico l’Autore cerca di afferrare la logica semplice e la drammaticità interna, si sforza soprattutto di ascoltarlo in profondità per trarne risposte e orientamenti.
Questo libro sarà una sfida per cristiani e scettici a occuparsi in modo totalmente nuovo del personaggio chiave del cristianesimo e del suo messaggio di speranza.
Introduzione all’edizione italiana del biblista Rinaldo Fabris.
Il contesto storico e la matrice gnostica del Vangelo di Giuda
Le ragioni dell'esclusione dal canone
Giuda, da traditore a tassello dell'opera di salvezza di Dio
Negli anni Settanta del Novecento, in Egitto venne rinvenuto un codice del IV secolo in lingua copta, traduzione di uno scritto gnostico del II secolo, il Vangelo di Giuda.
Il testo - che non fornisce informazioni di rilievo sul cristianesimo delle origini ma è assai prezioso per lo studio dei gruppi gnostici del tempo - riporta il resoconto della rivelazione di Gesù a Giuda sul senso della propria missione nonché sulla realtà del peccato e della salvezza.
Da esecrato traditore, Giuda diviene un importante tassello dell'opera di salvezza del genere umano.
Oltre alla figura di Giuda, rivalutata nella sua dimensione tragica, da queste pagine emerge così un cristianesimo "alla rovescia", una fede diversa, messa ai margini dalla storia e a lungo celata.
In questo romanzo Jan Dobraczynski ci offre una narrazione dei fatti evangelici riflessa nella coscienza di un contemporaneo di Cristo, Nicodemo, citato solo tre volte nel Vangelo. Nella finzione letteraria, egli scrive lettere a un amico, Giusto, nelle quali alle vicende familiari - l'amore per la moglie Ruth, gravemente ammalata, destinata alla morte dopo una terribile agonia - si intreccia la storia dei suo incontro con Gesù. Nicodemo è l'espressione della nostra coscienza di moderni, ed in realtà il Cristo è presente e contemporaneo ad ogni generazione. Nostri si dimostrano i suoi dubbi, la sua simpatia per il Redentore frenata da riserve e da piccole viltà, il suo timore di un'adesione ai Maestro che metta in pericolo l'autonomia intellettuale. La parola conclusiva è all'amore del Redentore, veicolo di luce e di pace per l'anima di Nicodemo, indicazione ed esplicito invito al lettore.Il quadro di questa corrispondenza è storicamente e geograficamente attendibile. L'ambiente religioso e sociale, nelle discrete notazioni, è vivo e psicologicamente vero.