
Mical, figlia di Saul e sposa di Davide, è un personaggio minore dei libri di Samuele, eppure la sua storia non lascia indifferente il lettore.
Usata come pedina dal padre per attirare Davide a corte ed eliminarlo.
Usata da Davide per acquistare il titolo di "genero del re" e così legittimare le sue aspirazioni al trono.
La storia di Mical è il racconto di una trasformazione: dall'obbedienza al padre alla disobbedienza; dall'amore per Davide al disprezzo.
La prima parte di questo studio cerca di dimostrare, con l'ausilio del metodo storico critico, come questa trasformazione sia il frutto di interventi di scrittura di epoche e di autori diversi confluiti nel testo finale dei libri di Samuele che si formò in un arco di tempo che va dall'VIII sac. a.C. fino alle soglie dell'epoca ellenistica. All'analisi narrativa delle tradizioni è dedicata la seconda parte di questo lavoro che rivela come attraverso Mical il testo finale arrivi ad una critica aspra e disincantata della monarchia e del potere.
Cristiano D'Angelo insegna Antico Testamento presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale (Firenze). É vicario per la pastorale della diocesi di Pistoia e parroco di Bonistallo. Collaboratore delle riviste Vivens Homo, Parole di Vita, Parola spirito e vita. Tra le sue pubblicazioni per altri tipi: IL libro di Rut, Commento teologico e letterario (2004); L'amore del trafitto (2007); Non è per caso. Sussidio per la catechesi con i fidanzati (2008).
A Efeso prosperavano culti che usavano il linguaggio del vangelo e si appellavano a Gesù. Essi mettevano a tal punto in pericolo la chiesa che Paolo inviò Timoteo ad affrontarli. In queste Lettere vediamo come Paolo rivesta il ruolo di “preparatore” (coach) nei confronti di questo giovane conduttore.
In questo processo affronta però argomenti che riguardano tutti noi e non solo i conduttori.
Pete Sommer è responsabile dell’insegnamento e dei corsi di discepolato in una chiesa evangelica presbiteriana della California.
Lo Spirito, come seme portato dal vento, è presente in tutto ciò che facciamo, pensiamo, viviamo nell’amore; è sempre all’opera, anche se così di rado noi siamo consapevoli della sua azione in noi. La via maestra per accostare le epifanie dello Spirito santo consiste nell’esplorare le tracce lasciate dallo Spirito nella Scrittura. La Bibbia parla dello Spirito attraverso creature o eventi naturali noti all’uomo tanto quanto le figure familiari e quotidiane del padre e del figlio che identificano le altre due persone divine.
1. Introduzione
2. Le immagini bibliche dello Spirito
3. L’annuncio dello Spirito santo nelle Scritture. Lo Spirito creatore
4. L’unzione carismatica. Spirito santo e istituzioni in Israele
5. “Mossi dallo Spirito parlarono i profeti”. Spirito santo e profezia
6. “Dio unse in Spirito santo Gesù”
7. La rivelazione dello Spirito nei vangeli sinottici
8. La rivelazione dello Spirito negli scritti giovannei e negli Atti degli Apostoli
9. Lo Spirito santo nella vita del cristiano: gli scritti paolini
Corso biblico tenuto a Bose, 7-12 agosto 2017
Secondo il racconto dei Vangeli, Gesú, dopo l’Ultima Cena, si ritira nei pressi di un piccolo campo poco fuori Gerusalemme: è il Getsemani, l’orto degli ulivi. Alla testa di un gruppo di uomini armati, arriva Giuda che indica Gesú ai soldati baciandolo. Questo bacio è divenuto il simbolo dell’esperienza straziante del tradimento e dell’abbandono. Ma anche i suoi discepoli e Pietro stesso, il piú fedele tra loro, tradiscono il Maestro lasciandolo solo. Nella notte del Getsemani non c’è Dio, ma solo l’uomo. È lo scandalo rimproverato a Gesú: aver trascinato Dio verso l’uomo. La notte del Getsemani è la notte dove la vita umana si mostra nella sua piú radicale inermità. In primo piano c’è l’esperienza dell’abbandono assoluto, della caduta, della prossimità irreversibile della morte e della preghiera. La notte del Getsemani è la notte dell’uomo.
L'indagine dell'autore spazia attraverso il testo sacro, soprattutto l'Antico Testamento, alla ricerca della figura delle api, evidenziando immagini, metafore e significati, sottolineando quelle dimensioni che ne esplicano il mistero della rivelazione divina.
Un libro per accompagnare nelle preghiera con i salmi. La vita contemporanea ci spinge a correre sempre più veloce. Fin dal mattino siamo presi da preoccupazioni. È ancora possibile ritrovare quella pace e quella gioia che solo una vera comunione con Dio possono donare? È ancora possibile fermarsi a pregare? L’autore, condividendo con noi la sua esperienza di parroco e di educatore, ci testimonia che non solo è possibile, ma anche bellissimo. Il libro – nato da una serie di trasmissioni a Radio Maria – ci accompagna nella recita dei salmi. Queste preghiere magnifiche rimangono, dopo tanti secoli, una strada sicura per giungere fino a Dio.
Autore
Gianluca ATTANASIO (Milano 1968), laureato in filosofia presso l’Università Cattolica di Milano, nel 1995 viene ordinato sacerdote nella Fraternità san Carlo, dove ha ricoperto vari incarichi: segretario particolare del superiore, segretario generale, rettore della casa di formazione, vicario generale, incaricato pastorale giovanile al Rione Sanità (Napoli). Da settembre 2014 è parroco a Torino presso la parrocchia di Santa Giulia (g.attanasio@sancarlo.org). Per questa stessa collana ha pubblicato Con gli occhi della sposa. I misteri del rosario (2013); L’Amore che non muore. Meditazioni sulla passione di Gesù (2015); Suor Faustina. La santa della Misericordia (2015), Camminando verso la luce (2016), Custodire il cuore (2018). Per le edizioni Lindau ha pubblicato, insieme a Massimo Camisasca, Voglio che rimanga. Meditazioni sul Vangelo di Giovanni (2013).
«La Parola di Dio ha sempre funzione di pungolo perché ci sprona ad andare avanti specialmente quando siamo tentati di fermarci di fronte alle difficoltà, ad accomodarci in un cristianesimo stanco e imborghesito».
Dalla prefazione di Mons. Giuseppe Marciante Vescovo di Cefalù
I bambini anticipano, con la loro presenza, il tempo che potrà ancora continuare e che conterrà le tracce della nostra presenza. Eppure, questo mondo sembra completamente estraneo, perfino ostile, ai bambini, nonostante essi siano il meglio di cui aver cura, la speranza, il domani, la continuità. Il fatto è che Dio e i bambini stanno lì a ricordarci che l'essenziale è da un'altra parte. I bambini ci ammoniscono circa la vita, ci riportano alla semplicità dell'amore. Allora, riflettere sui bambini significa riprendere il filo dell'essenziale. Anche i vangeli ci parlano dei bambini in alcune scene. Certo, sono poche volte, ma sufficienti per farci comprendere l'enorme considerazione che Gesù ha per loro. Gesù ha un rapporto privilegiato con i bambini, tanto da additarli come i "veri abitanti del cielo". Anche Gesù è stato bambino...
Questo commento adotta l’analisi narrativa, un metodo che si presta a vari testi della Bibbia, facendone emergere il ricco contenuto, in parte celato nel non detto. Nel caso del vangelo di Marco il racconto, non sempre così chiaro, concerne il senso degli avvenimenti e dei discorsi, inscindibilmente intrisi di storia e teologia.
L’introduzione mostra i tratti letterari tipici di Marco, i temi principali, la suddivisione del testo e la spiegazione del metodo narrativo. Segue il commento vero e proprio. Alla fine di ogni capitolo, vi sono poi delle tracce per un impegno personale. Una ripresa sintetica di alcuni punti essenziali, con aperture sul presente, segna la conclusione del lavoro.
Consegnata ai posteri dagli anonimi copisti medievali come continuazione dell'interrotta serie di sermoni sul Cantico dei Cantici di san Bernardo, la raccolta di sermoni di Gilberto di Hoyland (che fu anch'essa lasciata incompiuta per la morte dell'autore e viene qui per la prima volta presentata in traduzione integrale in italiano) è in realtà un'opera di grande rilievo e autonomia, ampiamente diffusa nel suo tempo e oggi immeritatamente sconosciuta, a motivo dell'ingiusto giudizio che ne formularono alcuni grandi medievisti degli anni Cinquanta. Si tratta invece di un'autentica miniera della teologia spirituale medievale, a cui attingere (con lettura continuata o sorseggiando qua e là) per istruttivi insegnamenti sulla ricerca di Dio da parte dell'anima innamorata di Lui.
Chi è la donna che accompagna Abramo durante il cammino che egli conduce fidandosi della promessa del Signore? Perché quando entra nel racconto viene chiamata Sarai, se – come Dio rivelerà – «Il suo nome è Sara» (Gen 17,15)? E che cosa si può dire, a partire dal racconto del libro della Genesi, del cammino di fede di questa donna? Chi è per lei Dio? Che volto ha? Camminare accanto ad Abramo le è sufficiente per condividere la sua stessa esperienza di fede e di abbandono? E quale sarà la parte di questa donna nella vocazione del marito? Sarà un aiuto? Sarà un ostacolo?
A Sara la Bibbia ebraica dedica più spazio che ad altre donne, ma la sua storia emerge solo in frammenti della storia di Abramo. Non si sa da dove venga questa donna, non si sa di chi sia figlia: oltre a ciò che altri dicono di lei, saranno le sue azioni e le sue parole a rivelarne l’identità nel corso del racconto, mentre i particolari espressi, mancanti o ripetuti, diventano indizi che guidano l’interpretazione. Questo volume intende accompagnare il lettore alla scoperta del modo in cui la Bibbia racconta Sara e la sua fede.
Il volume fa parte della serie "Madri della fede", diretta da Cristina Simonelli e Rita Torti.
«Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». L’interpretazione dei Padri della Chiesa di una della parabole più note del Vangelo di Luca, che ha al centro l’esercizio della misericordia.