
Il commento di Adela Yarbro Collins al vangelo di Marco - in fin originale edito nel prestigioso commentario critico e storico «Hermeneia» - si distingue per la ricca documentazione sia giudaica sia ellenistica addotta a illustrazione del testo neotestamentario, riportata sia nella lingua originale sia in traduzione. Frutto di anni di studi e di ricerche dedicate al testo, alla lingua, al contesto e al pubblico del Vangelo di Marco, l'opera si articola in pericopi commentate anzitutto sotto l'aspetto della trasmissione del testo, a giustificazione delle varianti adottate o respinte, indi in un'ottica precipuamente letteraria e morfologica e infine sotto il profilo esegetico. Il lettore viene in tal modo a trovarsi costantemente in grado di valutare e seguire autonomamente l'argomentazione e l'esegesi sviluppate dall'autrice, e così di addentrarsi in tutta la profondità del testo che ha inaugurato il genere letterario del vangelo. Il primo terzo del primo volume è dedicato alla bibliografia generale e alle questioni introduttorie usuali, con particolare attenzione per l'interpretazione che nel Vangelo di Marco si tornisce della figura di Gesù. In questo volume il commento giunge fino al cap. 8,2.6 ed è utilmente integrato da quattro excursus. Il secondo e ultimo volume conterrà anche gli indici parziali dell'opera intera.
Negli ultimi anni i media hanno sempre dato risalto a improbabili scoperte di documenti neotestamentari inediti in grado di avviare una riscrittura del messaggio centrale del cristianesimo: il vangelo.
Darrell Bock – secondo Rick Warren – mostra in questo libro, con lucida chiarezza, come la grande promessa del vangelo, la meravigliosa buona notizia della grazia, sia così spesso fraintesa, male applicata e addirittura ignorata, perché non conosciamo tutta la storia.
L’autore risponde a questa sfida proponendo una vera e propria teologia biblica del vangelo!
Il Vangelo è sconcertante, soprattutto se letto dalle donne, riletto con le donne. Attente agli squarci, alle fratture, ai capovolgimenti che incontra la cerchia di quelli che lo seguono. Ieri e oggi. «Ritornare a rivedere e riascoltare i gesti e le parole di Gesù e riscoprirli sempre nuovi perché vivi: è questa la sfida che l'evangelo di Marco offre a lettrici e lettori e che Cristiana ci invita a cogliere» (dalla Presentazione di L. Maggi e A. Reginato)
L’itinerario qui proposto percorre sostanzialmente due traiettorie.
Dopo aver offerto la chiave simbolica per entrare nell’orizzonte spirituale delle sacre Scritture, ricco di iridescenze tematiche, Ravasi procede innanzitutto a uno spoglio integrale dei due Testamenti nel loro ordine cronico. Qui si rendono necessarie alcune soste specifiche affrontando testi capitali come i profeti, i salmi, Giobbe, il Cantico, le beatitudini – veri e propri sentieri d’altura della spiritualità biblica.
L’altro percorso seguito è più panoramico: Ravasi delinea una mappa sintetica della spiritualità delle Scritture, così da comporre un messaggio teologico unitario, basato sulla categoria di “conoscenza” nella sua vasta molteplicità semantica biblica.
Questi due movimenti, accompagnati da una costellazione di temi aggregati – come lo Spirito santo, la povertà, la lectio divina o la spiritualità della sofferenza – delineano alla fine non solo una guida alla mistica, ma anche un’essenziale sintesi della teologia biblica. Lì fin dall’origine lo spirituale è esperienza affettiva ma non irrazionale, interiore ma non astratta; è esperienza incorporea ma anche “carnale”, è mistero ma anche epifania; è silenzio ma non afasia.
Come leggere il racconto della passione nel vangelo di Marco (Mc 14,1-16,8)? Perche? il racconto della Passione e morte di Gesu? nel secondo vangelo si differenzia nettamente dal resto della narrazione? È opera dell'evangelista Marco o si puo? ipotizzare una fonte pre-marciana a cui l'evangelista avrebbe attinto? Cosa dire dei personaggi, di Gesu? e dei discepoli, come si muovono nella trama del racconto?
Questi sono alcuni degli interrogativi che Emilio Salvatore affronta nello studio sincronico e diacronico del racconto della passione nel vangelo di Marco (Mc 14,1-16). Dopo averne indagato le principali chiavi interpretative offerte dall'esegesi contemporanea, l'Autore ne offre una ricostruzione dal punto di vista della tradizione, dando consistenza all'ipotesi di una fonte pre-marciana e mostrandone i trend di sviluppo secondo vari stadi collocabili in diversi contesti di rielaborazione.
Decisiva e? la lettura del testo nell'attuale configurazione narrativa, che ne individua la duplice trama di risoluzione/rivelazione intorno alla quale i personaggi si dispongono in un sistema chiaramente intellegibile secondo due assi tematici: quello del riconoscimento e quello della corresponsabilita? circa la morte di Gesu? di Nazaret. Il narratore, attraverso molteplici segnali, spinge il lettore ad esercitare una corretta epistemologia, in modo tale che, costituito spettatore, questi possa essere in grado di riconoscere in Gesu? l'identita? messianica; il lettore deve riconoscere la fedelta? di Dio, nella risurrezione del Figlio e verificare/trasformare la sua fedeltà discepolare. L'analisi si conclude individuando le istanze teologiche del racconto (alla luce dell'influsso paolino e petrino), che ne permettono la collocazione nella traiettoria tra kerygma e vangelo e la valorizzazione in quanto gia? effettivo ???????????, ossia vangelo del Nazareno, crocifisso e risorto.
Il presente volume riporta alla luce materiale documentario in parte inedito sull'interpretazione del testo sacro attuata dalle donne nel corso del XIX secolo. Cattoliche, protestanti, ebree ed ortodosse provenienti dall'Europa e dal Nord America, dunque da diversi contesti linguistici e religiosi, si rapportano al testo sacro con diversità di approcci, ma con la stessa passione e inventiva. Si va dall'assunzione di personaggi biblici, come modelli per impostare la propria vita, fino alla partecipazione alla nascente esegesi storico-critica.
Contiene una tavola di cm 56x20,5 che riproduce il positivo fotografico a colori e sul retro il negativo fotografico in bianco e nero della Sindone. Il taglio del presente volume è prevalentemente teologico pastorale, con particolare attenzione al mistero del sabato santo, così direttamente coinvolto dalla realtà sindonica. Una sezione è dedicata all'informazione elementare sul lenzuolo sindonico nella sua materialità, nella sua storia e problematica scientifica. La parte più consistente e in qualche modo più nuova presenta una trattazione sulle tematiche bibliche interessate dal fatto sindonico, una riflessione teologica particolarmente sul tema della "discesa agli inferi" e una sulla liturgia del sabato santo celebrata in presenza della Sindone (con abbondante suggerimento di preghiere appropriate). "Ritengo che questi testi possano offrire un contributo originale e di grande utilità per il lavoro che tutte le componenti della nostra realtà ecclesiale stanno svolgendo in questo anno di grazia. Lo offro al pubblico più vasto con l'augurio che possa essere utilizzato adeguatamente per far conoscere e apprezzare sempre di più la Sindone "icona del sabato santo" che apre al grande evento della Risurrezione del Signore." (Dall'Introduzione di Cesare Nosiglia)
Paolo è un uomo appassionato, un'anima innamorata di Cristo, affascinata dalla luce del Vangelo, da una convinzione profonda: portare al mondo la luce di Cristo, annunciare in Vangelo a tutti.. Sono in debito verso i greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti (1,14). Nella sua argomentazione lungo la Lettera ai Romani, Paolo dimostra un'ampia conoscenza delle Scritture, che utilizza per illuminare sia il Mistero di Cristo sia l'esistenza cristiana. Dalla luce dell'AT, la storia di Gesù diventa più intelligibile per noi...
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<tr><td align="right">Date:</td><td>Tuesday, November 30, 2021 at 11:38:13 AM</td></tr>
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Testo letterario dall’architettura elegante e cesellata, la Meghillath Ekhah (il rotolo delle Lamentazioni) si rivela un alfabeto della disperazione, una sillabazione dello strazio, un ululato che modula ciò che altrimenti risulterebbe inarticolabile. Per l’ebraismo, questa meghillah rinvia alla distruzione del Santuario di Gerusalemme e al doloroso esilio di Israele, perdurato per numerosi secoli. Per il cristianesimo, si tratta di rinvii simbolici, evocativi e prolettici, afferenti alla missione di Gesù di Nazaret. Nei secoli, purtroppo, queste pagine veicolarono anche, da parte cristiana, insegnamenti e comportamenti antiebraici. L’ebraismo contemporaneo, in generale, non ha fatto ricorso alle Lamentazioni per rileggere la tragedia della Shoah. A differenza di quanto narra il libro biblico in relazione a Israele, nessuna Chiesa cristiana ha sperimentato sulla propria pelle, a livello di popolo e di singoli individui, la conquista e la razzia, lo stupro, l’esilio, la diffamazione e il dileggio, l’annientamento e il genocidio, se non quelle armena e assira. In questo volumetto tre voci diverse ma con
cordi (una cristiana cattolica romana, una ebraica e una cristiana armena) riascoltano un urlo mai sopito.
L'iconografia di Gesù che banchetta con peccatori e pubblicani sembra avvalorare la sprezzante definizione che di lui diedero i suoi più accaniti oppositori: a differenza dell’asceta Giovanni, egli è, secondo loro, «un mangione e un beone». Eppure, la vigilia del suo ministero pubblico è caratterizzata da un periodo di prolungato digiuno nel deserto, al termine del quale, seppur indebolito nel corpo, egli affronta le tentazioni, perseverando nella fedeltà alla volontà del Padre. Gesù non ha chiesto ai suoi discepoli di astenersi dalla pratica del digiuno; tuttavia, sulla scia della tradizione profetica che contestava il formalismo e l’esibizionismo di certe forme di culto, ha esortato a fare elemosina, a pregare e ad astenersi dal cibo con l’unico obiettivo di consolidare la comunione con Dio, senza pretendere gratificazioni umane.
Sommario
Introduzione. I. Il digiuno nell'Antico Testamento. 1. Digiuno e lutto. 2. Digiuno e assistenza divina. 3. Digiunare per incontrare Dio. 4. Il digiuno gradito a Dio. 5. Privarsi di cibo per saziarsi di Dio. II. Il digiuno di Gesù. 1. Digiunare per resistere nella prova. 2. Il digiuno autentico. III. Conclusioni. 1. La libertà di rinunciare. 2. Digiuno e fedeltà a Dio. 3. Solidale con il suo popolo. 4. Memoria della passione e attesa della gioia piena. Bibliografia.
Note sull'autore
Antonio Landi è docente associato di Sacra Scrittura alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e professore invitato alla Pontificia Università Urbaniana (Roma). Dottorato al Pontificio Istituto Biblico, si occupa di letteratura neotestamentaria e collabora alle riviste Biblica, Rivista Biblica e Asprenas. Tra le sue pubblicazioni recenti: Paolo e l’evangelo della misericordia (Cittadella 2016) e Generare alla fede. Paolo, padre e madre della comunità cristiana (Paoline 2017).
Questo libro propone la lectio divina sugli ultimi tre capitoli della vita pubblica di Gesù. Sono pagine che terminano con il discorso escatologico-apocalittico e anticipano il racconto della Passione, che nel Vangelo di Marco segue nei capitoli 14-16, già trattati dall'autore in singoli volumi.