Da una piccola cittadina della Baviera alla cattedra di san Pietro: così si snoda la vita di Joseph Ratzinger, teologo e accademico, arcivescovo di Monaco di Baviera e Frisinga, divenuto poi cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e dal 2015 romano pontefice, dopo i quasi trenta anni del polacco Giovanni Paolo ii. Custode della dottrina, Ratzinger assume la guida della barca di Pietro con il nome programmatico di Benedetto XVI, nel mare agitato di una Chiesa cattolica scossa da forze conservatrici e spinte progressiste, per poi lasciare il timone al papa venuto dal Sud del mondo, con la rinuncia al ministero petrino «ingravescente aetate». Dal 2013 la sua presenza inedita di "papa emerito", con la bianca veste, tra le mura della Città del Vaticano, apre le porte a nuovi interrogativi e prospettive: quale bilancio e quale futuro per la Chiesa del ventunesimo secolo? Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. [...] per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005. (Benedetto XVI)
Marco de Petro è uno degli studenti che ha avuto don Luigi Giussani come insegnante di religione al Liceo Berchet di Milano e ha aderito fin dai primi anni all'esperienza di Gioventù Studentesca. Dopo la morte dei genitori si è trasferito in Liguria dove ha collaborato con don Pino De Bernardis a creare e a sviluppare il movimento a Chiavari e in regione. Ha sempre mantenuto il rapporto con don Giussani e con il movimento seguendone il percorso da GS al Péguy fino a Comunione e Liberazione, attraversando la contestazione e gli "anni di piombo". "Figlio" di don Giussani, come lui stesso si definisce, la sua esistenza, piena di tante attività svolte in ambito politico e sociale - è stato deputato al Parlamento, ha fatto il sindaco di Chiavari, ha collaborato con la Regione Lombardia - ha «un unico filo conduttore: il cammino dentro l'incontro iniziale fatto al Berchet e alla prima Varigotti del 1960». Con questa lettera vuole raccontarlo ai nipoti - e non solo - ai quali ritiene di non aver altro da dire veramente se non l'incontro decisivo fatto con il cristianesimo attraverso don Giussani e il movimento. Prefazione di Giancarlo Cesana, postfazione di Corrado Sanguineti.
Per il rapporto fra la natura e la missione della Chiesa, il Concilio Vaticano II rappresenta un momento di svolta. In particolare, l'organizzazione delle Chiese di recente fondazione e l'adattamento sono state due aree tematiche rilevanti nel tempo della preparazione conciliare, che hanno per così dire cristallizzato le grandi questioni missionarie in un'epoca di indubbio cambiamento. Questa ricerca, utilizzando anche fonti inedite conservate nell'Archivio Storico di Propaganda Fide e nell'Archivio Apostolico Vaticano, per far meglio comprendere il senso e il portato di tale svolta, propone un percorso strutturato in due parti fondamentali: la prima dedicata alla fase antepreparatoria; la seconda a quella preparatoria.
«È un qualsiasi meriggio d'estate, attorno al 1960. Una vecchia incisione, un giradischi a batteria ed il rinforzo della fisarmonica di Bruno, il sagrato della Chiesa diviene l'aperto teatro della lezione di musica. Attorno il silenzio dei boschi e, all'orizzonte, la dolce giogaia dei monti che delimitano il Mugello. Si "esegue" il Concerto Imperatore di Beethoven. Sulla partitura, trascritta sul grande rotolo, la canna del priore segnala le note. Ragazzi ed amici studiano come sempre la materia, questa volta cantata a pieni polmoni. Un miracolo della volontà e dell'intelligenza: una scuola aperta, se- vera, gioiosa». (Gian Carlo Melli)
Nella temperie culturale del V secolo che vide la redazione del Codex Theodosianus, la Storia della Chiesa di Socrate di Costantinopoli, noto con l’attributo di scolastico, prosegue l’omonima opera di Eusebio di Cesarea: la narrazione va dall’abdicazione di Diocleziano nel 306 fino al regno di Teodosio II del 439, riportando al contempo eventi ecclesiastici e secolari che restituiscono l’affresco storico della vicenda umana, in terra d’Oriente, a cavallo tra IV e V secolo.
In una piccola chiesa, a Pieve di Rivoschio, in provincia di Forlì, sono esposti, lungo le pareti e l'abside, i ritratti di 123 sacerdoti morti in Emilia Romagna durante la Seconda guerra mondiale: 14 cappellani militari per cause di servizio e 45 sotto i bombardamenti; altri 37 sono quelli uccisi dai nazifascisti e 27 da partigiani «in odium fidei» o per odio politico. Don Alberto Benedettini, che raccolse foto e testimonianze di quei sacerdoti e religiosi, volle ricordarli tutti perché quei pastori «avevano dato la vita per le proprie pecore». «O tutti o nessuno!» è il grido di don Elia Comini a chi gli offriva la salvezza poche ore prima della sua uccisione da parte delle SS a Pioppe di Salvaro. Ed è questo il grido che sorge nell'animo guardando quelle foto: perché nessuno di quegli uomini può essere dimenticato; perché la Chiesa, considerando diversità di destini e di indoli, non dimentica nessuno e noi uomini non possiamo essere da meno.
In tempi in cui nella ricerca biblica e negli studi su giudaismo e cristianesimo antichi si indulge volentieri alla costruzione di teorie generali e locali tanto ingegnose e seducenti quanto inverificabili, negli scritti che Erik Peterson raccoglie e pubblica in "Chiesa antica, giudaismo e gnosi" si mostra che cosa sia la filologia storica, come sulla base di testi e temi - spesso marginali o stravaganti o imbarazzanti, per questo sempre poco praticati - essa consenta di ricostruire la pluralità dei mondi in cui il cristianesimo fece la sua comparsa e interagì con le culture circostanti. In Peterson la filologia è conoscenza di prima mano della letteratura greca e latina, cristiana e non, e soprattutto è competenza sia dei generi sia delle forme in cui la lingua della koinè s'incarna, come anche delle situazioni e delle funzioni sociali in cui generi e forme, motivi e pratiche ebbero a esplicarsi, combinarsi, combattersi, imbricarsi, ibridarsi e trasformarsi. Introduzione di Lester L. Field Jr.
Il Giappone è una sofisticata civiltà millenaria da sempre divisa tra la tentazione di aprirsi al mondo e quella di rinchiudersi nella sua insularità ai confini del globo. Nel 1549 vi sbarcò il cristianesimo con Francesco Saverio ed ebbe inizio un'avventura avvincente, sconosciuta ai più, che segnò indelebilmente la traiettoria storica, culturale e spirituale del Paese. È una storia di santi, martiri e samurai. Questo saggio ripercorre le vicende dei missionari europei che in pochi decenni, pagando un prezzo altissimo, conquistarono alla fede cattolica signori feudali, guerrieri, monaci, in tutto oltre 600.000 persone. Seguirono due secoli e mezzo di atroci persecuzioni - che causarono la morte di oltre 5.000 credenti (450 sono oggi santi e beati) -, durante i quali si formò il popolo dei Cristiani Nascosti, custodi in clandestinità di una fede senza sacerdoti né chiese né sacramenti. Con la riapertura agli stranieri verso la metà del XIX secolo il cristianesimo tornò a rifiorire, e quando il Paese visse le tragiche vicende della seconda guerra mondiale e delle due bombe atomiche, ancora una volta non mancarono mirabili testimonianze di fede. Il sangue dei martiri è da sempre il seme della comunità cristiana e poche vicende storiche lo documentano come quelle che ebbero luogo in Giappone.
Il centenario della nascita di Giovanni Paolo II è l'occasione per rileggere e ricordare le sue parole meno famose, meno ripetute, meno rilanciate dai media. Pagine da sfogliare come un pro memoria per poter poi riprendere i testi originali di San Giovanni Paolo II. Il libro raccoglie gli articoli di un anno che Angela Ambrogetti, direttore di Aci Stampa, ha pubblicato per l'Anno di Giovanni Paolo II. Dai viaggi, ai testi meno noti, alle frasi nelle visite, al lavoro diplomatico, fino alla devozione mariana. Una occasione per tornare ai primi anni di pontificato di Karol Wojty?a ma anche di ripercorrere lo sviluppo del magistero di un Pontefice che ha fatto storia soprattutto con quello che i media non ricordano.
Questo libro tratta della dottrina trinitaria di sant'Agostino così come viene presentata nei suoi Sermones ad Populum. L'insegnamento del vescovo di Ippona sulla Trinità è generalmente affrontato dalla prospettiva del suo trattato De Trinitate. Gli studi su questo trattato ruotano, per la maggior parte, intorno alla generazione eterna del Figlio, alla processione dello Spirito Santo e alle missioni delle persone divine, alle analogie psicologiche della Trinità nell'animo umano e all'intersoggettività umana come immagine della Trinità. Un gran numero di questi studi portano a conclusioni come al fatto che sant'Agostino avrebbe ignorato l'aspetto teologico-storico-salvifico della Trinità, a causa delle sue speculazioni ai margini del mistero, che non contribuiscono al rapporto del cristiano con il Dio-Trinità. Quest'opera mostra, attraverso lo studio delle prediche, che il vescovo di Ippona ha sufficientemente insegnato, nel contesto pastorale, l'importanza della Trinità nella storia della salvezza e nella vita del cristiano.
Il presente volume nasce dalla volontà dell’autore di analizzare la personalità e l’opera di Galileo Galileo, all’interno del contesto storico e religioso del suo tempo. In particolare, l’opera pone l’attenzione sulla visione religiosa di Galileo in relazione agli eventi connessi con le sue scoperte scientifiche, un quadro estremamente variegato che offre numerosi spunti di analisi. La storiografia si è occupata molto di Galilei e dei vari aspetti della sua personalità e vicenda storica, ma soltanto alcuni studiosi hanno preso in considerazione il discorso religioso. All’interno dei diversi tratti della sua personalità, l’autore privilegia quest’ultimo cercando di cogliere le caratteristiche tipiche e distintive della religiosità galileiana, tenendo presente che non è possibile scindere l’uomo religioso da quello profano, in quanto le varie dimensioni convivono in lui costituendone la personalità: si tratta dello stesso uomo, individuo, persona. Questa complessità si coglie in uno spettro di modalità in cui emerge il personaggio, letterato, filosofo, scienziato e uomo di fede. L’opera, in questo modo, mira a proporre delle nuove chiavi di lettura del fenomeno galileiano, intendendo seguire ed esaminare le tracce lasciate dal grande scienziato e soprattutto ciò che lo motivò ad arrischiare le sue investigazioni, evidenziando le sue prospettive e circostanze di vita.
CARLO CIONI, modenese, sposato e padre di cinque figli, consegue con il massimo dei voti il Dottorato in Teologia e la LM in Scienze delle Religioni. Studioso di teologia e di storia delle religioni, si interessa principalmente di storia religiosa e dei fenomeni connessi con le teorie escatologiche. Ha già pubblicato Il Premillenarismo Dispensazionale Pretribolazionista nella Prospettiva dell’Escatologia Cattolica (UPRA, 2013); Il Ritorno di Gesù Cristo tra Speranza e Catastrofe (Edizioni Segno, 2018); Cristoforo Colombo tra storia, religiosità ed escatologia (IF Press, 2019).