Metodio d'Olimpo affronta in questo dialogo alcune domande che attraversano la storia dell'umanità: qual è l'origine e quali sono le ragioni del male? Com'è possibile che un Dio buono e giusto abbia permesso il male? Perché non lo contrasta visibilmente? Il paradosso di un'esistenza che aspira quotidianamente alla felicità mentre sperimenta il dolore che deriva dall'esperienza del male pervade in profondità il libero arbitrio. Pazientemente Metodio sviluppa il suo ragionamento coinvolgendo dapprima il momento della creazione (Dio ha creato il male?) per poi interrogarsi sul male stesso (cos'è il male?); attraverso un confronto fra opinioni diverse in un dialogo tra tre interlocutori, la riflessione giunge a un punto di svolta decisivo: è il libero arbitrio dell'uomo a determinare la possibilità del male. Il male, in ultima istanza, è il disobbedire a Dio: l'uomo, attraverso il proprio arbitrio, può scegliere di abbandonare il suo creatore ed è questo che determina il male. La visione di Metodio, tuttavia, non è pessimistica e non si limita a constatare il legame tra il male e la libertà degli uomini. Egli compie un passo ulteriore, attribuendo al libero arbitrio una funzione fondamentalmente e profondamente positiva: l'uomo, per essere veramente libero, deve avere a disposizione anche la scelta della disobbedienza affinché, decidendo liberamente di obbedire a Dio, egli possa salvarsi. Il libero arbitrio, insomma, è un dono d'amore di Dio e un privilegio di libertà.
Nella stagione postconciliare il disgelo riflessivo promosso attraverso i ragionamenti teologici impegnatisi ad indagare la fede si mantiene entro i rilevanti confini scanditi mediante il concilio Vaticano II, scorgendovi per altro il principio capace d'incoraggiare i timidi tentativi adottati attraverso la stagione antecedente al concilio. Gli svolgimenti predisposti nel frattempo non abbandonano nondimeno il tratto formalistico contrassegnante il discorso teologico cominciando con l'epoca moderna; in effetti essi non si rendono in grado d'accogliere il determinante senso inscritto nella creativa carica drammatica messa in opera attraverso il credente. Il problema, decisivo per la stessa vita ecclesiale, lo rilanciano daccapo i saggi raccolti nel presente testo affrontando argomenti tra loro complementari ripreso attraverso il serrato confronto con i maggiori capitoli aperti nella teologia contemporanea attorno al tema. Nel tempo presente i credenti troppo spesso tacciono attorno alla fede per il fatto d'essere privi (o forse per l'esserne stati nel frattempo privati) d'espressioni o parole capaci d'afferrare, pertanto manifestare, il salvifico dedicarsi divino verso loro stessi. La serie d'interventi riportati nel testo intende ricominciare a far parlare i credenti, affinando pensieri in grado d'aprirsi a presentare il mistero divino ospitato a fondamento d'ogni agire responsabile, l'agire trasmesso in base all'Unum Necessarium.
Una riflessione interdisciplinare a più voci sul tema della salvezza. Il tema della Salvezza è di grande attualità in un mondo divenuto villaggio globale, nel quale le differenti visioni della realtà e del destino dell'uomo si confrontano. Che cosa ha di specifico la fede biblica e cristiana? Come proporre in modo convincente una dottrina della salvezza che renda giustizia ad affermazioni come: "Cristo è il Salvatore del mondo" (Gv 4, 42)? Come capire il valore universale della persona e del destino di un uomo singolo, per giunta crocifisso, quando la croce rischia d'essere ridotta a un simbolo confessionale? Il volume si articola in tre parti: l'Antico Testamento e il Giudaismo del secondo Tempio; il Nuovo Testamento; il pensiero teologico in dialogo con la cosmologia scientifica contemporanea. In appendice, la nota biobibliografica del biblista Rossé illustra il suo originale percorso e la ricca attività accademica.
La collana, di cui il volume costituisce la seconda uscita, si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un Commentario di taglio scientifico ai documenti del Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l’Associazione teologi italiani, l’opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche.
All’interno dell’intero corpus conciliare la costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium ha un posto particolare, dato dal suo essere punto di convergenza di molti temi aperti dal concilio. Si tratta di un documento particolarmente complesso, in cui si evidenziano sensibili differenze negli otto capitoli che lo compongono. Una delle più rilevanti concerne l’iter redazionale dei testi: i capitoli II, III e VIII hanno avuto lunga e travagliata elaborazione.
Il volume intende offrire ai fedeli una guida sicura per interpretare rettamente la discussione in atto tra quanti sono favorevoli alle tesi “pastorali” del cardinal Kasper (tra questi, il cardinale Marx) e quanti invece (come i cardinali Müller, Caffarra, Brandmüller e Sarah) propongono una pastorale che applichi efficacemente la dottrina della Chiesa sulla sessualità umana e sul matrimonio.
"C'è luce sufficiente per chi desidera vedere; e oscurità sufficiente per chi non vuole vedere". Questo noto "pensiero" di B. Pascal, filosofo francese del Seicento, esprime il tentativo che vogliamo compiere con questo nostro semplice testo: guardare alla luce, senza restare ingabbiati dall'oscurità; provare, come suggeriva lo stesso Pascal, che a scommettere su Dio ci si guadagna in questa vita senza perdere nulla, e ci si guadagna dopo questa vita una beatitudine infinita.
Perché una persona crede e un'altra no? Quali sono quelle motivazioni che spingono la persona ad aderire a Gesù di Nazaret? Esse sono sempre e del tutto pure e pulite? Basta una catechesi adeguata per ridestare la ricerca di Dio in chi è lontano dal mondo della fede? Come risolvere il problema della dissociazione tra "dire" e "fare" nel vissuto credente cristiano? Sulla scia della teoria sequeriana dell'affectus fidei come dimensione originaria-originante della coscienza credente cristiana, questo lavoro di ricerca ha l'intento di approfondire la realtà dell'affectus, quale entità alla base della genesi della fede ed elemento indispensabile del suo sviluppo. Nei dati della ricerca teologica saranno innestati i contributi provenienti dalle scienze psicologiche al fine di mettere in luce la portata della libertà effettiva nei confronti della recezione della grazia e la forza trasfigurante-umanizzante dell'agape divina nel vissuto credente cristiano.
La giustificazione per grazia mediante la fede è il tema simbolico del conflitto che separa cattolici e luterani al tempo della Riforma. Nel contesto dell'imponente traffico europeo delle indulgenze, che porterà nel 1517 alle 95 tesi di Wittenberg, Lutero costruisce la sua teologia sull'antagonismo tra il peccato e la giustizia e considera sullo stesso piano la giustificazione mediante la Legge, confutata da san Paolo, e la giustificazione impossibile mediante le opere. La rottura con Roma non avviene però su questo fronte, ma anzitutto su quello dell'autorità della Chiesa e del papa, temi sui quali il monaco agostiniano sarà portato a radicalizzare le sue posizioni - e a essere sospettato di eresia - appesantendo così il suo dossier dottrinale. "Con Lutero - scrive Sesboüé - il cristianesimo del medioevo passa all'epoca moderna. Ora che i testi diventano accessibili grazie alla stampa, questo cristianesimo si giustifica ricorrendo alle sorgenti della fede. Il ritorno ai testi antichi, caro al rinascimento, per lui diventa ritorno alla Bibbia, e in essa fa risaltare l'aspetto esistenziale della rivelazione".
Credere significa trovare un senso alla vita, avere una meta davanti a sé, poter compiere le scelte importanti dell'esistenza usando punti di riferimento certi. Credere, insomma, aiuta a vivere. Eppure la fede è oggi una merce rara, molto più che in passato. La deriva nichilista di una parte della cultura contemporanea, lo scientismo esasperato, il culto di un'individualismo che si crede capace di tutto hanno svuotato le chiese e con esse il cuore delle persone, che si ritrovano sole, smarrite, senza speranza. Padre Zanotti-Sorkine ha colto questo malessere e si è messo in gioco per stabilire un canale di comunicazione con quanti sentono il bisogno di ritrovare una luce che illumini la strada. Ed è con semplicità e verità che in questo piccolo libro affronta una serie di grandi ed eterni interrogativi e ci offre risposte attuali e capaci di cogliere l'essenziale, aiutandoci a ritrovare la fede perduta o a rafforzare quella che, tra molte incertezze e difficoltà, siamo comunque riusciti a conservare. Con un testo di Marina Corradi.
La misericordia è la verità fondamentale della fede cristiana, e principio ermeneutico per l’interpretazione delle verità di fede: è teologicamente insensato metterla in contrapposizione alla verità, ovvero sospettare che essa indebolisca le altre verità e i comandamenti di Dio o dispensi dalla conversione. Essa fa brillare sempre di nuovo la bellezza del vangelo e della fede, che è sempre attuale, sempre nuova e sorprendente. Nella misericordia la chiesa si presenta come madre misericordiosa, la cui casa è sempre aperta ai suoi figli, una chiesa dalle porte aperte e non dai ponti levatoi chiusi. In appendice testi sulla misericordia da Giovanni XXIII a Francesco.
Walter Kasper (1933), teologo di fama internazionale, vescovo di Rottenburg - Stoccarda dal 1989 al 1999, è stato segretario nel 1999 e poi, dal 2001, presidente del Pontifico consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ministero che ha ricoperto fino al 2010. Nel 2001 è stato creato cardinale da Giovanni Paolo II e ha partecipato ai conclavi che hanno eletto Benedetto XVI e Francesco.
L'Escatologia, la dottrina teologica sul futuro dell'uomo e dell'intero creato, comprende i seguenti temi: la morte, la vita dopo la morte, la risurrezione e la creazione nuova. Anche se si tratta di eventi o situazioni futuri, magari ancora molto lontani, essi dispongono di un'importanza fondamentale per comprendere l'esistenza terrena perché il presente riceve la sua direzione dal fine. Come risposta teologica alla domanda umanissima sul futuro, l'Escatologia si basa di verità di fede sulla Creazione e soprattutto sulla Cristologia. Queste verità giungono al pieno sviluppo soltanto alla fine della vita di ogni singola persona umana e alla conclusione dell'intera storia.
Descrizione dell'opera
«Ridire la fede» è un dono e un compito. È il dono di un identità da condividere nella fatica quotidiana e nel testimoniare una differenza che punta alla qualità dell'esistenza, senza presunzione, né chiusure pregiudiziali. Ed è il compito che nasce dalla consapevolezza che il messaggio evangelico porta con sé una progettualità significativa, in grado di collaborare alla costruzione di una cultura nuova. Non è, forse, questa una delle caratteristiche e delle priorità della tradizione cristiana? Non appare sempre più urgente ridire la fede all'interno di un contesto culturale che esige di riscoprire il nesso tra fede e senso della vita?
Sono le domande che hanno accompagnato l avventura iniziata nei seminari propedeutici del 1999 e 2000 della Società Italiana per la Ricerca Teologica, che ha visto emergere, nello svolgersi di molteplici simposi, l importanza di un ripensamento dei contenuti della fede, espressi in modo essenziale ed esemplare nel Simbolo apostolico, scelto come cornice cognitiva dell'identità cristiana.
Il volume conclude il cammino e offre per la prima volta al pubblico italiano un antologia tematica delle molteplici riscritture del Simbolo che le comunità cristiane hanno realizzato nel corso del Novecento, quasi a ribadire il compito affascinante e inesausto di comunicare e tradurre ciò che si crede.
Sommario
Introduzione (C. Dotolo). ; Presentazione. ; 1. Ridire il simbolo della fede oggi. Il progetto della Sirt nell'ambito del progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana (V Sozzi). ; 2. Quando editoria e teologia si cercano. Il libro come luogo in cui si fa teologia (A. Filippi). ; I. Il cammino. ; 3. Il Simbolo. Una sintesi per la fede (R. Fisichella). ; 4. Il Simbolo, «confine» dell'educazione alla fede? (M. Crociata). 5. Il Simbolo e la cultura contemporanea: continuità e cesura (C. Dotolo). ; II. Le proposte. ; 6. Le ragioni di una riscrittura. Presupposti teologici, metodi, risultati (C. Militello). ; 7. Explicatio Symboli (C. Aiosa). ; 8. Apostoli e profeti per la confessio Trinitatis del popolo cristiano (C. Valenziano). ; III. Le sfide (F. Bosin e G. Montaldi). ; Introduzione. ; A. Simboli confessionali. ; B. Simboli di gruppi di comunità. ; C. Simboli individuali. ; D. Formule di confessione per il giuramento. ; ;
Note sui curatori
Fabrizio Bosin è docente di Cristologia alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum e socio ordinario della Società italiana per la ricerca teologica. Per EDB ha curato, con Carmelo Dotolo, Patì sotto Ponzio Pilato... (2007).
Gianluca Montaldi è socio straordinario della Società italiana per la ricerca teologica e insegna Teologia all'Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia. Ha pubblicato Meditazioni sul Simbolo apostolico (Queriniana, Brescia 2013) e ha tradotto in italiano alcune opere di Anselm Grün.