Erasmo inizia con la ricerca del culmine della filosofia cristiana. Poi parla della morte. Il cristiano non deve aver paura della mort; chi la teme ha una fede debole e dimostra attaccamento alle cose terrene, deperibili, passeggere. Siamo stati creati per contemplare e lodare Dio, creatore e verità eterna. Tutti morirono: santi, profeti, la stessa madre di Cristo si addormentò. Questo è per noi un esempio incoraggiante perché la morte è la porta del cielo.
"Nelle parole di Gesù «Oggi sarai con me in paradiso» vedo riassunto il contenuto più essenziale e affascinante del Vangelo. Sono le parole rivolte al 'ladrone' che si pente e si affida al Crocifisso. Gesù, morente, gli dice: «Sei perdonato, sei salvato e chiamato a gioire per sempre con me in paradiso». Lo scopo del libro non è solo quello di illustrare cosa è la vita che ci attende in paradiso, ma soprattutto quello di suscitare il desiderio di questa vita e l'impegno per meritarla e raggiungerla." (L'autore)
Come conciliare la verità dell'infinito amore di Dio con il dogma dell'inferno eterno? La Geenna perenne non significa il fallimento di Dio? La fine dualistica del giudizio universale annunciata da Cristo: «E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna» (Mt 25,46), non contraddice altri testi sacri relativi alla salvezza in Cristo che spetta a tutti, inclusa per esempio la frase secondo cui alla fine Dio sarà "tutto in tutti" (1Cor 15,28)? Come sarà possibile la gioia dei salvati nei cieli, se alcuni dei loro prossimi soffriranno in eterno? Urge il bisogno di rispondere a queste domande e a molte altre che ne derivano. Il bisogno sorge dalla preoccupazione per il bene dei credenti, e dalla volontà di dissipare tutti i dubbi che possono condurre all'agnosticismo, all'eresia oppure alla perdita della fede e del legame con Dio. In breve, lo sforzo teologico diretto verso la spiegazione di apparenti contraddizioni nelle verità della fede è necessario «al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo» (Ef 4,12-13).
Il millenarismo è sempre stato un argomento suggestivo e stimolante. Tale dottrina scaturisce in maniera esaustiva dall’interpretazione letterale di Ap 20, indicante il millennio come misura temporale del ritorno alla splendente, mitica, età dell’oro, suscitando secolo dopo secolo l’irrefrenabile desiderio di datarne l’inizio. Il millenarismo si basa su una concezione del mondo dove pessimismo e determinismo si rincorrono in un ineluttabile cerchio: il mondo presente è tanto malvagio da non poter essere migliorato. Gli uomini non possono fare null’altro che attendere il nuovo mondo: spetta solo a Dio farlo emergere. Possono, tuttavia, mantenere una speranza, quella di assistere alla fine del vecchio mondo che, per quanto drammatica e sconvolgente, permetterà, tra le doglie di un parto cosmico, al nuovo mondo di nascere.
Per la maggior parte dei teologi cattolici, tali credenze sul futuro sono di solito abbastanza strane ed anche bizzarre. La maggior parte dei cattolici ha poca familiarità coi termini premillenarismo dispensazionale pretribolazionista. Eppure tale sistema teologico è la fonte comune per quei milioni di cristiani che credono nel rapimento, in sette anni di tribolazione e nei letterali mille anni di regno di Cristo. I presupposti teologici dispensazionali hanno permeato gran parte dell’evangelicalismo e fondamentalismo protestante americano e mondiale e hanno plasmato le prospettive conservatrici della cristianità protestante e del cristianesimo organizzato in misura enorme.
Quello che si vuole fare emergere nell’opera, evitando le interpretazioni fantasiose, è ciò che è possibile cogliere dalla Scrittura, tenendo presente il modo espressivo, umano e storico in cui la parola divina si concretizza.
Carlo Cioni, modenese, sposato e padre di cinque figli, è studioso di teologia. Ha già pubblicato Il Premillenarismo Dispensazionale Pretribolazionista nella Prospettiva dell’Escatologia Cattolica (Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, 2013).
L’escatologia, l’insieme di domande riguardanti le cose ultime, è un dilemma essenziale della Chiesa cristiana. La questione dell’aldilà è qui esplorata a partire dalla rilevanza di una festività oggi assente nel calendario cristiano: il “sabato santo”, nel quale morte e resurrezione di Cristo si affiancano, dove tutto è compiuto ma nulla è visibile. Un “giorno intermedio”, durante il quale si fondono le due realtà del venerdì di dolore e della domenica di Pasqua di gioia – un favorevole punto di osservazione per indagare il legame tra terra e cielo, presente e avvenire, fine e inizio –, che rappresenta il passaggio dalla morte alla vita del Cristo. È lo shabbat che può fornire valide indicazioni sia per la fede personale sia per la presenza della Chiesa nel “sabato santo storico” del nuovo millennio.
FRÈRE JOHN DI TAIZÉ, membro della Comunità cristiana monastica ed ecumenica di Taizé fondata da Frère Roger negli anni della Seconda guerra mondiale, è autore di numerosi volumi tradotti in varie lingue.
Che cosa succede dopo la morte? Una semplice domanda, ma quante discussioni ha suscitato da quando l'uomo è comparso sulla Terra! Questa indagine, resa in forma di dialogo tra due studiosi di formazione, competenze e punti di vista assai diversi - scientifico Massimo Polidoro e filosofico Marco Vannini -, nasce dal desiderio di capire se esistano elementi sufficienti a sostegno della credenza in un possibile aldilà. Il risultato è una delle inchieste più complete sul tema della vita eterna, in cui scienza, religione, antropologia, storia e filosofia si intrecciano per cercare di illuminare il più pressante e intimo interrogativo dell'uomo.
Nel tempo della società liquida e del "qui e ora", assistiamo alla sparizione da qualsiasi orizzonte, compreso quello della predicazione ecclesiale, di ogni riferimento al fine ultimo dell'uomo. Morte, giudizio, inferno, paradiso? Meglio non parlarne e concentrarsi piuttosto su un benessere immediato e raggiungibile. Un'inquietudine continua però ad agitare l'uomo moderno, un sottile desiderio di infinito, figlio proprio di quella domanda ineludibile. Diventa allora di potente attualità la riflessione sulle "realtà ultime" di p. Garrigou-Lagrange, qui pubblicata in nuova edizione. Con la chiarezza e la competenza che lo distinguono, il teologo domenicano domina i temi escatologici, analizzandoli alla luce di san Tommaso d'Aquino e integrandoli con un corretto approccio teologico alle rivelazioni private sull'aldilà. In definitiva l'opera offre al lettore una sintesi allo stesso tempo profonda e accessibile circa le verità definitive e una via efficace per vivere santamente in vista dell'eternità; un libro solo apparentemente impegnativo, che conduce con sapienza a trovare le risposte alle ragioni profonde del nostro essere creature.
Questo libro è un vero approfondimento della misericordia e della speranza. L’autore invita a riscoprire in una luce nuova la realtà dell’incontro con l’amore di Dio alle soglie dell’eternità.A fondamento della speranza, i capitoli del libro ripercorrono molti passi della Scrittura, compresi quelli suscettibili di interpretazioni ambigue, il principale insegnamento del Magistero, con particolare riguardo all’Enciclica Spe Salvi di Benedetto XVI, e il contributo esistenziale di tre santi: Caterina da Genova, Giovanni della Croce e Teresa di Lisieux. L’incontro finale con Dio – tradizionalmente chiamato Purgatorio e, purtroppo, maldestramente descritto come luogo di pena –, è presentato alla luce di come i mistici l’hanno vissuto già su questa terra.
Cosa ci attende dopo la morte? Che cosa è il giudizio particolare, cui l’anima va incontro appena lascia le nostre spoglie mortali? E in cosa consiste il giudizio universale, nel quale Dio giudicherà tutti gli esseri umani alla fine del mondo? Le realtà del Purgatorio, del Paradiso e dell’Inferno, delle quali oggi quasi nessuno più parla, sono esaminate in queste pagine di facilissima lettura attraverso la dottrina della Chiesa cattolica.
Un Quaderno di straordinaria utilità, per ricordare che siamo già incamminati verso la vita eterna e che siamo stati creati da Dio con l’imprescindibile dovere di fare di tutto per guadagnare la felicità senza fine del Cielo ed evitare la disperazione della dannazione eterna.
“Io credo nella risurrezione della carne”: uno degli articoli del Credo spesso dimenticati, che però ricorda a tutti una delle verità fondamentali della fede cattolica. Le Sacre Scritture ce lo confermano: un giorno risorgeremo con il nostro corpo, trasfigurato in una nuova dimensione. Questo libro parla proprio di risurrezione della carne e risveglia in tutti i credenti la loro “vocazione escatologica” per farli partecipare di persona agli eventi finali dell’esistenza della vita umana, che sono oltre la morte. Gesù Cristo risorto è il fondamento delle verità escatologiche, anche nella realtà secolarizzata del mondo di oggi: credere nella risurrezione della carne cambia non solo il momento della nostra morte, ma tutta la nostra vita.
È possibile conoscere Dio e credere in Lui? È possibile distinguere il Dio vero dagli idoli che, sotto mille volti, si spacciano per Lui? È possibile riconoscere l’autenticità di un messaggio divino? E, se sì, come? E, infine, è possibile riconoscere il volto enigmatico, suadente e beffardo, dell’Anticristo?
Il libro - che si avvale della prefazione del Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston - si propone di approfondire quanto la teologia, inserita nel contesto della cultura scientifica contemporanea, ha da dire circa il destino ultimo dell'universo. Tutto questo ben sapendo che tra la creazione degli inizi e l'apparizione dei «cieli nuovi» e della «nuova terra» nell'"eschaton" parusiaco di Cristo si dà non soltanto diastasi e frattura, ma anche continuità e progresso. Per comprendere l'universo nella sua struttura, nella sua origine e nel suo destino non è perciò sufficiente un approccio esclusivamente matematico-quantitativo, così come non è esaustivo il paradigma dimostrativo euclideo per affrontare questioni che di per sé travalicano gli ambiti di esclusiva competenza della scienza - della fisica e della cosmologia, in questo caso - e che invece chiamano in causa anche l'apporto che deriva dalla filosofia e dalla teologia. Grazie alla presa in carico e all'approfondimento dei principali contributi delle ricerche scientifiche degli ultimi decenni e alla ricca riflessione di alcuni dei più importati teologi contemporanei, si intende dare conto della rilevanza dell'escatologica cristiana nel contesto della cosmologia contemporanea e nel confronto critico con la cosiddetta escatologia fisica, ma anche del crescente valore che le più recenti scoperte nel campo dell'astrofisica e della cosmologia hanno assunto per la «riscrittura» di alcune delle pagine più controverse dell'escatologia teologica