Questo libro affronta domande fondamentali in un tempo di amori feriti e spezzati, relazioni colpite da fallimenti e cadute; offre uno spaccato del vissuto di persone segnate da separazione e divorzio; illustra, a partire dalla prospettiva dottrinale cattolica, varie vie teologico-pastorali di mediazione. Sono le persone coinvolte nel dramma di un fallimento matrimoniale e familiare che ci raccontano le loro storie e commentano la parola di Dio. A queste testimonianze si accosta poi la riflessione di uno psicologo, un teologo, un esperto di pastorale familiare. Perché c'è bisogno di una chiesa che, assumendo lo stile di Gesù, mostri il suo volto materno e sappia offrire alle persone ambiti capaci di aiutare il processo di guarigione e salvezza.
Il volume celebra i settant'anni del teologo morale redentorista Sabatino Majorano e i suoi oltre trent'anni di insegnamento e ricerca all'Accademia Alfonsiana. Attraverso dodici contributi, colleghi ed ex studenti, oggi in cattedra nelle Università statali, nelle Facoltà teologiche o in altri ambiti scolastici, rendono omaggio a una delle grandi figure della riflessione etica del post Concilio. Il testo è suddiviso in tre sezioni. La prima, intitolata "La 'viva memoria' dell'amore", indaga alcune prospettive bibliche e alfonsiane in ambito morale sviluppate da Majorano. La seconda affronta il tema della "Ricerca della verità morale" a partire dalla coscienza come percorso pastorale ed etico. La terza, infine, ha per titolo "Il dire morale oggi" e vaglia alcune piste di riflessione etiche per il tempo presente.
Il problema dell'origine del male, della scelta e della libertà del pensiero di Luigi Pareyson. Chi è il primo colpevole del male? Perchè il male morale e la sofferenza? Forse fa parte delal natura? Alle risposte seguono nuove domande ancora più intricate. Quanto più aumenta la luce sulla questione tanto più aumenta la complessità. Quando si cerca di tornare indietro per cercare il colpevole o il perchè dell'esistenza del male, scopriamo che è difficile se non impossibile farlo. Se i colpevoli del male morale sono l'uomo e il demoniaco (quest'ultimo sicuramente solo per chi crede) l'origine e la possibilità di esso trova invece spiegazione" solo se si arriva al Principio di tutto. Lì, in quel "Luogo Immemorabile", come lo chiama Luigi Pareyson, si è fatta una Scelta che, ancor prima della Libertà, Lì proprio in Dio, inteso come Luogo e ancor di più come Soggetto, si è prodotta un'ambiguità che può darci una certa intelligenza circa l'origine del male."
Il volume intende esaminare e approfondire il senso dell'"una caro" a partire dalla ricchezza dell'orizzonte biblico, patristico e teologico, senza perdere il contatto con la concretezza dei problemi etici e giuridici.
Sebbene Servais-Théodore Pinckaers (1925-2008) non fosse presente al Concilio Vaticano II, tuttavia fu scelto come esperto consultore durante le sessioni. Uno studio sul rinnovamento della teologia morale conciliare e post-conciliare non sarebbe completo senza fare il nome di Pinckaers.
Sia l'enciclica Veritatis splendor di Giovanni Paolo II, sia la Deus caritas est di Benedetto XVI e più recentemente la Lumen fidei di papa Francesco hanno aperto un cammino più chiaro di rinnovamento della morale. È giunto quindi il momento di ripensare il significato autentico di un'etica della fede, che assuma la novità implicata dalla rivelazione dell'amore come principio di vita e la proposta di una verità che muove la libertà a rispondere in modo totale alla sequela di Cristo nella comunione ecclesiale. Sono questi i passi proposti in questo volume secondo una struttura nello stesso tempo trinitaria e cristocentrica.
Un discurso socio-económico implica la interacción entre elementos que deben poner en primer lugar la atención primordial en la familia humana en vista de un desarrollo integral de la persona. De este principio nace el compromiso de una relación armónica entre las problemáticas del desarrollo y del progreso tecnológico. Un desarrollo – como observa la Caritas in veritate – que «es imposible sin hombres rectos, sin operadores económicos y agentes políticos que sientan fuertemente en su conciencia la llamada al bien común. Se necesita tanto la preparación profesional como la coherencia moral» (n. 71). La misma perspectiva se observa en la Lumen fidei firmada por el Papa Francisco el 29 de junio de 2013. Esta carta constituye una ocasión valiosa para comprender que sólo «la fe ilumina la vida en sociedad; poniendo todos los acontecimientos en relación con el origen y el destino de todo en el Padre que nos ama, los ilumina con la luz creativa en cada nuevo momento de la historia» (n. 55). Y es bajo esta óptica que se insertan las reflexiones predispuestas por un Cardenal, por un empresario y por un teólogo, en respuesta a lo que se lee en la Caritas in veritate: «… las dificultades del diálogo entre las ciencias y la teología, no sólo dañan el desarrollo del saber, sino también el desarrollo de los pueblos» (n. 31). Las páginas toman en consideración algunos textos evangélicos, interpretando su sentido original tratando sobre todo de profundizarlo desde una óptica socio económica, para «un desarrollo integral del hombre» (n. 32); pero animados por lo que se subraya en la Lumen fidei: «No nos dejemos robar la esperanza, no permitamos que la banalicen con soluciones y propuestas inmediatas que obstruyen el camino, que “fragmentan” el tiempo, transformándolo en espacio. El tiempo es siempre superior al espacio. El espacio cristaliza los procesos; el tiempo, en cambio, proyecta hacia el futuro e impulsa a caminar con esperanza» (n. 57). Desde estas perspectivas nace un trabajo de impacto inmediato, que puede ser leído de corrido o saboreado de a poco, según las expectativas del momento. El texto de la lectio magistralis acerca de la relación entre ética y desarrollo, organizada por la Universidad de Parma el 10 de mayo de 2013, ocasión en la cual el Card. Rodríguez Maradiaga recibió el título de Doctor honoris causa en Asuntos Internacionales y Desarrollo, completa la obra.
Come si presenta ai nostri occhi quella che oggi chiamiamo "sessualità" quando la osserviamo nei discorsi prodotti dalle istituzioni religiose in età moderna? L'oggetto ha contorni sfuggenti. Al suo interno si collocano, in maniere e misure mutevoli, aspettative e rinunce, possibilità e divieti, ragioni del corpo e dell'anima, dell'individuo e della collettività. Il saggio presenta un piccolo ventaglio di sessualità possibili "messe in parola" nei decenni che seguono due momenti cruciali della storia religiosa e sociale dell'Europa: la centralizzazione romana dell'Inquisizione e la sua dotazione di una capillare rete di organismi locali, a partire dal 1542, e la grande risistemazione dottrinale e istituzionale operata dalla Chiesa cattolica con il Concilio di Trento, fra il 1545 e il 1563. A partire dalla seconda metà del Cinquecento, sui comportamenti che implicano un uso della corporeità connessa con le tensioni desideranti e la generazione, già tradizionalmente oggetto di osservazione e di controllo, sembra accentuarsi, facendosi sistematico, l'interesse delle istituzioni religiose, impegnate in un'impresa di definizione dell'ortodossia e dell'eterodossia. In ogni ambito del vivere si rintraccia sia un potenziale luogo di realizzazione della perfetta cattolicità che uno spazio di annidamento dell'eterodossia. Il corpo chiuso del clero deciderà dei corpi moderatamente aperti dei coniugati e di quelli pericolosamente sciolti delle nubili e dei celibi.
I contributi raccolti in questo volume intendono offrire chiavi ermeneutiche per identificare le cause più rilevanti che rendono vulnerabile la famiglia, logorandone le risorse ed esponendola al rischio del fallimento. Una riflessione che favorisce l'elaborazione di proposte pastorali capaci di farsi carico della fragilità umana e di custodire l'inestimabile valore di cui ogni famiglia è portatrice.
Educatori, confessori, psicologi, direttori spirituali sono categorie di persone che si trovano a doversi confrontare con le problematiche sollecitate in questo nostro tempo da situazioni conseguenti a divorzi, a nuove nozze, a convivenze di vario genere. Un percorso variegato quello offerto dalle pagine del presente volume; un percorso frutto di riflessione, di esperienza e di pubblica condivisione che ora è messo a disposizione di tutti coloro che si trovano di fronte alla sfida dell'educazione e al grave compito della formazione della coscienza sia per quelli che si preparano alla scelta di vita matrimoniale e sia per coloro che ne vivono delle dolorose conseguenze.
La doppia valenza del termine "potere" come possibilità di azione propria degli esseri umani e come forza posseduta da alcuni su altri è già di per sé indice della ricchezza del concetto scandagliato in queste pagine. Si profila una differenza tra il potere come possibilità di agire e come forza regolatrice della società: se il primo appartiene all'ordine della creazione e quindi è attuazione dell'umano, il secondo è introdotto quale mezzo necessario a sanare una condizione prodotta dal peccato. Da qui il paradosso del potere: necessario, ma fonte di seduzione demoniaca, tanto da essere stato oggetto di tentazione per lo stesso Gesù nel deserto. Riconducendo le possibilità del potere al loro limite sia nativo sia indotto dalla condizione storica, è possibile far luce su questa tematica qui colta da diverse prospettive: antropologica ed etica, teologico-politica, ecclesiastica. Vengono illustrate le valenze del potere come verbo e mostrati le radici e il fine antropologici del potere, le virtù di chi lo esercita e il suo fondamento a partire dalle forme di "resistenza" che lo rendono possibile. Si riflette poi sulla concezione della regalità quale manifestazione del potere divino, sulla pertinenza della derivazione teologica del potere, sul significato delle preghiere liturgiche in occasione delle incoronazioni medioevali. A uno studio del pensiero di Ricoeur sul potere, segue un'analisi del senso ecclesiale degli strumenti canonici...