Molto è già stato scritto sul lavoro in équipe, perché ritornare sul tema? La realtà ecclesiale, pur abituata a un linguaggio comunionale, partecipativo e sinodale, dimostra fragilità nell'uso dei metodi di azione. Questo non per malafede o superficialità ma per mancanza di una adeguata frequentazione dell'ambito pedagogico. L'elemento cognitivo continua ad avere preminenza nel modo di procedere in pastorale, sovente in prospettiva deduttiva e assertiva. Il presente contributo si offre come suggestione di tipo pedagogico-pastorale, con l'intento di sottolineare la necessità di una prospettiva pedagogica nella pastorale ordinaria di una comunità cristiana. La convinzione scaturisce anche dalla presenza di modifiche in atto nel panorama ecclesiale, sia nelle strutture (Unità Pastorali) che nei soggetti (équipes e gruppi ministeriali). Questo comporta una modifica nelle relazioni e nelle modalità di fare pastorale. La volontà di mettersi insieme non è necessariamente garanzia di riuscita né di raggiungimento degli obiettivi. Lavorare insieme è un'arte che va affinata e collaudata. Da qui la necessità di impostare e gestire la pastorale con strumenti che aiutano a mettere in luce l'importanza del legame tra contenuto e metodo, in particolare di segnalare opportunità, difficoltà e rischi del lavoro in gruppo.
Il tema della vocazione è centrale per ogni persona per poter raggiungere la propria identità.
"Da queste pagine emerge la passione di Mons. dal Covolo per l'educazione delle nuove generazioni, vocazione che egli ha sempre vissuto e alla quale è sempre rimasto fedele nella molteplicità dei ministeri che ha esercitato." (dalla Presentazione)
Il testo nasce dall'esperienza di insegnamento di logica a studenti di filosofia che proseguono il loro studio con la teologia. In ogni capitolo si mostra concretamente una possibile applicazione delle nozioni apprese di logica a questioni di ambito teologico. In particolare, un filo conduttore è dato dalle prove dell'esistenza di Dio. Il capitolo finale presenta il pensiero di Abelardo, in cui logica, linguaggio e teologia si presentano intelligentemente connessi.
L'umanità sta vivendo un periodo di profondi cambiamenti, un periodo di vera e propria crisi globale - educativa, economica, ecologica, morale - ebe coinvolge "tutto un modo di intendere la realtà e di intendere noi stessi." Di fronte al "senso di sradicamento e di abbandono" ebe sperimentiamo sulla nostra pelle bisogna essere forti e "non perdere la speranza". È questo il messaggio ebe papa Francesco consegna al lettore attraverso le meditazioni qui raccolte perché, giorno dopo giorno, ci accompagnino per un intero anno. Sono frammenti presi dai suoi scritti e dai suoi pensieri, parole semplici che vengono dal cuore del papa e parlano al cuore degli uomini: imitano a recuperare il senso della gratuità, del rispetto per l'altro, della solidarietà; a "tendere le mani di fronte al dolore e alla povertà", a "inchinarsi ai bisogni dell'altro", a superare le divisioni, a non cedere alle tentazioni del "facilismo"" che rende deboli, a dare la priorità all'amore sulla ragione senza voltare le spalle alla verità, ad avere il coraggio di piangere. Non grandi rivelazioni o frasi a effetto, ma le parole del pastore che parla al suo gregge con la tenerezza di un padre: quella stessa tenerezza che Dio ha verso tutti i suoi figli.
Per sostenere i gruppi familiari in questo loro compito la Diocesi indirizza loro questi Orientamenti. Il presente testo costituisce un aggiornamento dei precedenti Orientamenti pastorali diocesani del 1994. I mutamenti significativi nelle condizioni di vita delle famiglie e delle stesse comunità cristiane hanno reso necessario un ripensamento delle prospettive pastorali per adattarle alle esigenze di oggi cercando così di dare attuazione piena alle indicazioni della Chiesa. Negli ultimi anni la comunità cristiana è stata invitata a puntare con forza sulla centralità della famiglia e a riconoscerla come soggetto protagonista del proprio cammino nonché della stessa azione pastorale. La Diocesi sollecita le comunità cristiane perché attivino proposte e percorsi capaci di alimentare il cammino di fede delle coppie, e non si stanchino di incentivare momenti di aggregazione tra le famiglie. Il documento si rivolge anzitutto agli operatori pastorali che con passione si prendono cura dei cammini di fede delle famiglie, ma anche a ogni membro dei gruppi familiari. Sacerdoti e laici, collaborando in sintonia, possono trovare in queste indicazioni un sostegno al prezioso servizio che già prestano e un aiuto a strutturarlo ulteriormente, con l'auspicio di poter diffondere in tutta la Diocesi uno stile cristiano nel vivere l'esperienza famigliare e un metodo condiviso di riflessione e preghiera.
Biografia di mons. Aurelio Marena. A 30 anni, nel 1926, viene chiamato a reggere la segreteria particolare del cardinale arcivescovo di Napoli, mons. Alessio Ascalesi. È al centro della vita diocesana, gli vengono affidati gli incarichi più delicati e incisivi per più di un ventennio; il suo dinamismo e il suo vigore gli meritarono la stima di tutta la città. È molto attivo nel periodo bellico e in quello immediatamente successivo, con una serie di iniziative rivolte all'assistenza ai rifugiati, ai prigionieri di guerra, ai bambini abbandonati. Il 25 agosto 1946 Pio XII lo nomina vescovo titolare di Lampsaco e ausiliario di Ascalesi. La nomina a vescovo di Ruvo e Bitonto lo coglie di sorpresa, ma nelle nuove diocesi porta con sé la memoria del suo passato e la ferrea volontà di onorare l'impegno pastorale.
Il ruolo del diaconato permanente in chiave biblica. Una lettura innovativa.
Afferma il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in postfazione: "Il linguaggio e lo stile francescano di don Tonino Bello lo stiamo rivivendo e contemplando in una sorprendente sequela di immagini: nel volto, nei gesti, nelle parole di Papa Francesco. La santità francescana di don Tonino è intrisa di risurrezione, di vita, quindi di ottimismo cristiano. Ci fa contemplare il creato con occhi nuovi. Ci aiuta a guardare con occhi pasquali, pieni di bontà e di carità, al mondo, alla storia personale e sociale, alla Chiesa". È il filo conduttore che lega all'unico dorso gli scritti nel volume, articolato in cinque saggi e altrettante testimonianze di frati minori cappuccini. Invitati dal loro ministro provinciale di Puglia, Pier Giorgio Taneburgo, a riflettere sulla "magnifica freschezza profetica" del vescovo alessanese terziario francescano, argomentano su come abbia saputo indicare cieli nuovi e terra nuova attraverso l'annuncio cristiano e la propria vita. Fede, testimonianza, eucaristia, Chiesa, pace e missione le dimensioni maggiormente approfondite.
L'immagine che meglio raffigura monsignor Ambrogio Trezzi è quella scelta per la copertina della biografia scritta da Ennio Apeciti: un sorriso caldo, uno sguardo colmo di gioia e due braccia aperte ad abbracciare coloro che gli sono di fronte. Perché l'intera esistenza del sacerdote di Paina di Giussano è stata guidata dalla felicità del donarsi, dello spendersi per chiunque avesse bisogno. Non c'è persona che l'abbia conosciuto, rivela don Daniele Gandini nella prefazione, che non abbia speso una "confidenza di bene", non c'è famiglia che non abbia narrato un segno di bontà lasciato nella loro vita. Quella bontà che è stata il filo conduttore della sua esistenza e che il titolo bene sottolinea, riportando una frase pronunciata da Monsignor Bernardo Citterio nel celebrarne le esequie. Pagina dopo pagina viene svelato ciò che ha animato monsignor Trezzi in tutta la sua vita: l'amore sincero per Dio e per i fedeli a lui affidati, di cui si sentiva padre a tutti gli effetti, come il buon pastore che conosce le sue pecore arrivando a offrire tutto sé stesso per loro".