La figura della Vergine col suo bambino ha svolto un ruolo straordinario nella civiltà europea. Attraverso questa immagine, che assume forme diversissime, che è chiamata e invocata con nomi anche contrastanti, questa civiltà non ha pensato soltanto il proprio rapporto col divino, la relazione di Dio con la storia umana, ma l'essenza stessa di Dio. Perché Dio è generato da una donna? Pensare quella Donna costituisce una via necessaria per cogliere quell'essenza. E le grandi icone di quella Donna, come la Madonna Poldi Pezzoli del Mantegna, non sono illustrazioni di idee già in sé definite, bensì tracce del nostro procedere verso il problema che la sua presenza incarna.
Terremoti, tsunami, inondazioni, incendi, guerre e stragi di innocenti, terrorismo: ogni qualvolta le cronache ci parlano di una disgrazia, sia che colpisca la vita di una sola persona sia quella di intere popolazioni, sorgono quasi spontaneamente nel cuore di molti innumerevoli domande: si tratta forse di un castigo di Dio? Di Dio che chiede conto all’uomo per i suoi peccati? È mai possibile che Dio punisca le creature che ama infliggendo loro dolore e morte? Che cosa insegna la Bibbia in proposito? E che cosa dice la dottrina della Chiesa cattolica?
A tali domande di straordinaria intensità e spessore, risponde questo Quaderno del Timone, opera della studiosa Luisella Scrosati, scritto con linguaggio semplice e a tutti accessibile. L’uomo è posto dinanzi a una realtà certamente misteriosa, ma non del tutto oscura, dinanzi alla quale solo la fede sa dare risposte convincenti e consolanti
Connessi gli uni agli altri, non per questo siamo davvero interessati ai destini di chi ci è prossimo. Al contrario, l'umanità sta attraversando una gravissima crisi di solidarietà. Ciascuno pensa a se stesso. Si è passati dal giusto riconoscimento dei diritti dell'uomo a una sorta di 'egocrazia'. Il risultato è un vuoto insostenibile. Tanti sono i sintomi di un malessere esteso, che testimoniano la richiesta di ascolto e di aiuto. Attraverso una lettura del presente che trae spunto dalla ricca esperienza pastorale e intellettuale dell'autore, questo libro ci parla di una nuova cultura, di un nuovo sogno, di una nuova visione fondata sul riconoscimento dell'importanza del bene comune.
Considerando la povertà spirituale della nostra epoca, con la vita interiore sottoposta a mutazioni, cancellazioni, innovazioni, necessari rinnovamenti, può essere utile ripercorrere la via attraverso la quale l'uomo è salito dalla sua condizione materiale all'individuazione di valori spirituali e soprannaturali, conquistando la dimensione religiosa. Seguire l'itinerario che il pensiero ha segnato attraverso immagini, metafore, simboli, analogie (forme del linguaggio e delle parabole evangeliche) costituirà una premessa e un aiuto per ritrovare, nel confuso mondo che la modernità ha generato, una visione coerente della realtà che sia feconda di linfa capace d'alimentare le esigenze di spiritualità. La realtà del passato è stata scardinata nel suo ordine ed è stata cancellata o invasa da un «nuovo» in parte benefico, in parte utile, in parte futile o dannoso, comunque sempre arido e non ancora elaborato in un senso accettabile. Il mondo della macchina, della scienza, aspetta questa bonifica, questa fecondazione, per poter vivere l'eternità nel tempo. L'esempio dell'opera umana dei decenni e dei secoli che abbiamo alle spalle è una traccia per il lavoro che compete agli uomini di oggi.
Una montagna senza neve, in un luogo irraggiungibile, forse, dell'interiorità: Nives Meroi si prepara a scalare la cima del Sinai con una sacca e un bloc notes intonso. Il teologo Vito Mancuso si prepara per lo stesso viaggio: i suoi bagagli sono i libri del Pentateuco e i testi di archeologia, e le immagini che gli si compongono in mente prima di iniziare il cammino sono quelle del roveto ardente e delle tavole dei dieci comandamenti. L'alpinista ci racconta il fascino di quei 2285 metri, mentre «la luce cola sui profili delle montagne e le accende di colori». Lo studioso ci guida attraverso i significati religiosi del monte Sinai e alle altezze a cui aspira la nostra condizione umana.
In questo saggio l'autore indaga che Marrou si pone sul senso e sul significato della presenza dell'uomo cristiano nel mondo, chiedendosi in particolare quale possibilità abbia la nostra fede di illuminarci sulla natura della storia. Da cristiano "convertito" risponde che bisogna riconoscere in Dio lo strumento supremo per la salvezza dell'umanità.
«Il divino, nella vulgata del pensiero religioso della cultura occidentale, è stato associato per secoli e secoli ai concetti grevi di onnipotenza, onniscienza e consimili. Questi concetti totalizzanti e totalitari hanno schiacciato la relazione fra l'umano e il divino nel vicolo cieco della fede senza dubbi, della sottomissione acritica, in fondo al quale è sempre in agguato la perversione del fanatismo».
Qual è il contributo che le religioni possono offrirci in termini di umanità? L'arcivescovo Anastasios offre alcune riflessioni che, in linea con la tradizione della chiesa, cercano di discernere l'azione segreta di Cristo e dello Spirito negli elementi positivi di tutte le ricerche umane. Il bisogno dell'uomo di comunicare, di avere "relazioni" è sempre stato vitale. L'essere umano deve però ricercare una convivenza armonica, che non abolisca la peculiarità culturale dei popoli appiattendo ogni differenza, ma che sappia valorizzare in modo creativo i diversi carismi delle persone e dei popoli. Le ingiustizie, la corruzione e la povertà non hanno mai cessato di distruggere la convivenza umana e su questi problemi le grandi confessioni religiose, che hanno influenzato la cultura dei diversi popoli, hanno contribuito a donare principi e a suggerire strade da percorrere.
In un intreccio sapientemente tessuto Teresa Forcades annoda assieme le sue esperienze personali con una intensa riflessione sui temi che le sono più cari, mostrando che la fede cristiana può essere una forza dinamica capace di dar luogo a sovversioni profonde. Il suo appassionato appello alla libertà, all'amore e alla giustizia sociale risuona con vibrante emozione nelle pagine di questo libro in cui la critica all'attuale sistema politico ed economico è scandita dal tempo della liturgia delle ore che ritma la vita di preghiera delle monache benedettine. Così la teologa catalana dimostra che la vita cristiana può penetrare in maniera profonda nella preghiera e nella contemplazione ed essere anche - al tempo stesso - radicalmente impegnata nel mondo contemporaneo.
Il problema della sofferenza tocca il cuore della "teodicea": il rapporto fra il bene che è Dio e il male presente nel mondo. Per la teologia questa asimmetria è giustificata dal libero arbitrio, che rende l'uomo libero di scegliere: la sofferenza è una prova che offre la possibilità di approssimarsi a un bene più grande. Lewis, per l'approccio razionale a tali questioni - intelligibile ai più - e per lo stile accattivante, proprio di un grande romanziere, appare un pensatore moderno. Moderna è la sua apologia del cristianesimo: non tanto in contrapposizione alle altre fedi ma come difesa del senso stesso dell'essere umano, oggi quanto mai attuale, ad esempio, rispetto all'avanzare di prospettive naturalistiche, che negano la dimensione della libertà umana. L'esperienza del dolore rappresenta, appunto, l'argomento contrario. Premessa di Andrea Aguti.
I contributi raccolti in questo volume, nonostante la diversità degli approcci, sono collegati tra loro attraverso il desiderio di fornire un apporto specifico alla formazione del "nuovo umanesimo". Gli autori si soffermano a considerare l'uomo nel suo ambiente esistenziale (geografico, territoriale, sociale, ecclesiale) e in relazione con gli altri, soprattutto dal fronte delle religioni, per offrire una possibilità di incontro e di cooperazione proprio attraverso la rivisitazione del concetto di misericordia. Non si pretende di aver esaurito gli argomenti toccati. Le posizioni espresse hanno permesso di percorrere un buon tratto di cammino insieme verso la comprensione dell'uomo di oggi, delle sue potenzialità, conflittualità e dei suoi limiti, a volte spinto verso le zone dell'infraumano puramente biologico e altre volte verso le frontiere del postumano dei robot, o ancora delle chiusure egoistiche. Nel confronto dei saperi e nel dialogo onesto tra le persone è possibile ancora l'indagine sul mistero dell'uomo e sul mistero di Dio, il Dio-Amore che avvolge e attira ogni persona.
Come abitiamo la terra? E come la lasceremo alle future generazioni? Sarà ancora «casa comune» per la varietà dei viventi, oppure gli squilibri che osserviamo e sperimentiamo già oggi determineranno mutamenti irreversibili e condizioni sfavorevoli alla vita nelle sue diverse forme? Di fronte alla crisi ecologica attuale possono ben poco allarmismi e catastrofismi. Serve piuttosto un'assunzione di responsabilità, personale e collettiva, alimentata dalla conoscenza dei problemi reali e da una più profonda riflessione. Il volume approfondisce questo tema attraverso il contributo di tre autori: Jürgen Moltmann, tra i più attenti promotori della causa ecologica e delle sue implicazioni etiche e politiche; Pietro Stefani, che avvicina la crisi ambientale richiamandosi alla tradizione biblica; Paolo Trianni, che prende in esame il vegetarianesimo nei suoi intrecci con l'etica ambientale.