La preghiera interiore di san Domenico è accompagnata da gesti, grida, lacrime. Dal ricordo di questa preghiera intensa prendono forma i diversi modi di pregare che sono entrati a far parte della spiritualità e della tradizione domenicane e che diventano un'indicazione importante anche per il lettore di oggi. Non si tratta di imparare una tecnica, o di fare un esercizio, ma piuttosto di rientrare in se stessi, nel cuore, dimora segreta dove Dio abita, dove noi siamo unici. In occasione degli 800 anni dalla fondazione dell'ordine domenicano, ecco una guida che dalla loro tradizione viene donata a ogni uomo e donna abitati dal desiderio della preghiera.
L’Autore all’interno del volume ci offre un prezioso itinerario che molto dice di quel cercare dei Magi ma forse – e se possibile ancora di più – dice di quell’insaziabile cercare che preme in ogni cuore umano e di quella Luce che ci conclama interiormente, della quale veniamo, per la quale siamo e alla quale sentiamo dover pervenire.
Il presente dizionario è uno strumento di investigazione sulla figura di Teresa d'Avila. Di voce in voce, esplora il patrimonio dottrinale e letterario della scrittrice abulense. Gli strati della sua esperienza umana e cristiana. Le fondamenta della sua dottrina: le sue letture, il suo inserimento nel tessuto del messaggio biblico, la sua dipendenza dalla teologia e dalle decisioni del concilio di Trento, la sua reazione alla corrente della Riforma protestante? E soprattutto, il contenuto specifico della sua dottrina: Dio, Cristo e la sua Umanità, l'uomo in anima e corpo, il suo femminismo, le linee maestre della sua spiritualità, il suo carisma di fondatrice, il caratteristico umanesimo basato sullo "stile di fratellanza" che ella introduce, e il problema dello "stile letterario" nello scrivere. Uno ad uno, sono passati in rassegna tutti i suoi scritti, secondo l'ottica dei più recenti studi circa ciascuna opera.
L'amore verso Dio e l'amore verso il prossimo non sono due amori: sono le due espressioni di un unico amore. Cogliere correttamente tale unità contribuisce alla comprensione di come e perché la carità è l'essenza della vita cristiana, cioé la vita dei figli di Dio in Cristo per la grazia dello Spirito Santo, Amore increato. Se si perdesse la connessione soprannaturale, la carità diventerebbe mera filantropia, e la Chiesa rischierebbe di trasformarsi in una pur benefica organizzazione assistenziale.
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno svolto a Roma presso il Palazzo della Cancelleria nei giorni 31marzo e 1° aprile 2016. Nel corso del simposio è stato approfondito il mistero della misericordia cristiana secondo i suoi fondamenti teologici e tenendo conto che la Chiesa ha sempre accolto e vissuto "al servizio" della misericordia celebrando - come afferma il cardinale Mauro Piacenza nella Prolusione - "il Sacramento della Riconciliazione". L'espressione della divina misericordia della Chiesa verrà esaminata attraverso le opere di misericordia corporale e spirituale e nella testimonianza dei santi che "hanno incarnato questa fede operosa in modo straordinario". I contributi contenuti sono a firma di: Bruna Costacurta; Pierfrancesco De Feo; Laurent Touze; José Granados; Antonio Maria Sicari; Massimo Introvigne; Ernesto Olivero (intervista a cura di Matteo Spicuglia); Salvatore Martinez; Serge-Thomas Bonino; Krzysztof Nykiel.
La misericordia è al cuore dell’annuncio cristiano: nell’umanità di Gesù Cristo, Dio si è definitivamente rivelato come colui che è onnipotente nell’amore e nel perdono. Oggi più che mai gli uomini e le donnedi ogni orizzonte, in una situazione mondiale precaria, segnata da molteplici ferite, attendono uno sguardo compassionevole sulle loro storie personali e collettive. Le attese che nutrono interpellano la speranza cristiana e spingono le chiese a ritrovare la loro vocazione di testimoni della misericordia del Signore.
Il presente volume raccoglie gli Atti del XXIII Convegno ecumenico di spiritualità ortodossache ha radunato cristiani d’oriente e d’occidente attorno ai temi della misericordia e del perdono.
Quante volte abbiamo sentito parlare, nella nostra vita, di vocazione? Ci è stato detto che dovevamo capire quale fosse là nostra vocazione, quasi si trattasse di qualcosa di predeterminato che noi dovevamo solo scoprire per essere felici, per realizzarci. La Scrittura ci conduce verso una visione differente della vocazione, che salvaguarda la libertà di Dio e il suo rapporto personale con ognuno e, allo stesso tempo, prende sul serio la libertà dell'uomo non solo nel dare o no l'assenso alla chiamata di Dio, ma anche nel costruire insieme a lui la propria esistenza.
Il problema religioso è inscindibile da quello filosofico: non si può arrivare al vertice e conquistarlo che partendo dalla base. Quest’opera di appassionata e profonda ricerca filosofica ha impegnato l’Autore per decenni: non a caso la chiamava «l’opera di tutta una vita». In essa si coglie il cominciamento metafisico ch’è un atto di libertà verso la verità che salva.
Pur in mezzo alle tensioni e ai conflitti che costantemente si riaccendono nel cuore delle persone e dei gruppi, chi vuole essere riconciliatore è invitato a fare leva più su ciò che unisce che su ciò che divide e sugli aspetti positivi, siano essi manifesti o latenti.Tuttavia, operare come riconciliatori non è né facile né immediato e la condizione primaria è di essere riconciliati nelle varie relazioni costitutive, cioè con se stessi, con Dio, con gli altri, con la vita. Sul tema il testo presenta alcune riflessioni e alcune esercitazioni spirituali che pongono l'accento non sul limite da riconoscere e sulla tristezza, ma sull'amore e sulla certezza della salvezza.
Il presente volumetto affronta un argomento della più grande attualità pastorale e teologica: l’impatto tra la “Preghiera cristiana” e i “Metodi di concentrazione” estremo-orientali.
L’usanza – ormai invalsa in numerose comunità cristiane, anche monastiche – di “aiutare” la preghiera cristiana con “tecniche di concentrazione” proprie di alcune religioni estremo-orientali come l’Induismo o il Buddismo, ha creato l’urgente necessità di chiarire se questa “collaborazione” è possibile e lecita. Per rispondere a tale domanda in modo obiettivo, ci pare che la via più semplice sia quella di esporre qual è la vera essenza della “preghiera cristiana” e quale la vera essenza della “preghiera orientale”; e poi di confrontarle tra loro.
Di tutti i mali del mondo il peggiore è da ricercare non negli orrori che la storia conosce, ma in quei cristiani che si oppongono all'azione dello Spirito Santo e finiscono per vanificare il Vangelo e il suo portato di amore salvifico. Avviene quando si dà più importanza alle nostre miserie che alla misericordia divina, quando si confonde la misericordia con le opere di misericordia impedendo una crescita nell'amore, quando l'istituzione ecclesiastica si dedica alla religione e lascia la fede a sterili esortazioni. L'amore può trasfigurare ogni male: basterebbe approfondire il kerigma nel suo aspetto di annuncio che coinvolge in un cammino di santità e di comunione reale. Se coloro che si fanno portatori del Vangelo di fatto lo lasciano fuori dalla loro vita i mali del mondo non hanno più rimedio, ed è questo il male più grande.
Un testo sul tema della carità è il coronamento opportuno come segno permanente dello sforzo dell’intera Diocesi di Aversa nel cammino di educazione alla carità. È un cammino, non un atto semplicemente: un percorso di dialogo, di messa in discussione delle proprie convinzioni, per fare della carità uno stile di vita, non un precetto soltanto. Ecco, quindi, che al termine dell’Anno Pastorale 2014/2015 dedicato alla carità, questo testo vuol essere una pietra miliare, indizio di un percorso ancora in fieri. Gli argomenti esposti nel testo non sono il risultato di una tavola rotonda, né hanno come scopo l’analisi dell’argomento sotto varie prospettive; sono soltanto provocazioni – nel senso etimologicamente più coinvolgente – ovvero un invito ad uscire fuori da sé per accogliere la prospettiva dell’altro, lasciandosi interpellare. “Accettare o meno il principio di carità – afferma il professor Villano nel suo contributo – significa porsi nell’alternativa tra interpretare e non interpretare”: una posizione di equilibrio tra il comprendere l’interlocutore e il lasciare che il mistero dell’altro rimanga inviolato. In questa prospettiva, si alternano riflessioni di carattere teologico e filosofico/speculativo (Bortone, Cumerlato e Villano), pastorale e didattico-pedagogico (Capezzuto, Nappa e Pirozzi), biblico (Ciccarelli) e letterario (Graziano), al fine di dare al contributo quell’ariosità di chi non propone contenuti, ma provoca discussione, anche a discapito della omogeneità strutturale del testo. L’augurio è che la lettura del te- sto sia di giovamento al lettore per la ricerca e la riflessione personale, e – perché no – per conoscere sempre meglio le risorse e gli sforzi della nostra chiesa particolare.