Il testo è una riflessione sull’evoluzione della vita e dell’uomo vista da uno scienziato che cerca un collegamento ideale tra Darwin e Gesù.
L’autore proviene da una formazione religiosa, rimessa però in discussione durante il suo percorso di studio e professionale, fino al punto da rifiutare la fede, soprattutto là dove le manifestazioni religiose entrano in contrasto con il dato scientifico. Tuttavia proprio la scoperta di Darwin (e della sua teoria dell’evoluzione)
gli permetterà di riscoprire anche l’attualità di Gesù e del suo messaggio (l’amore verso ogni persona) come ciò che permette all’uomo di andare oltre i limiti imposti dalla propria struttura genetica: «Questo messaggio, autenticamente salvatore nel senso etimologico del termine, indica la strada che l’umanità deve intraprendere e che deve trasmettere culturalmente alla sua discendenza per contrastare gli attributi genetici nocivi che la selezione naturale ha conservato in sé nel corso delle sue remote origini africane».
L’AUTORE
Christian de Duve è un biochimico belga, premio Nobel per la medicina nel 1974 per i suoi studi sui meccanismi biologici fondamentali della cellula. Dal 10 aprile 1970 è membro della Pontificia Accademia delle Scienze.
Cosa accade al nostro cervello durante la preghiera e la meditazione? Quale rapporto tra il cervello e spiritualità? Questa ricerca sui circuiti neuronali della spiritualità, si propone non soltanto di rispondere a questi primi e provocanti quesiti, ma offre al lettore l’opportunità di osservare il nascere e lo svilupparsi della nuerospiritualità. Le basi neuronali della spiritualità pongono una serie di domande che vanno oltre il dato biologico, le domande s’impongono non solo alla spiritualità ma anche alla scienza e mentre la scienza continua a inseguire il percorso del “come” si verificano questi fenomeni, la spiritualità è chiamata a rispondere al “perché”. Oltre i confini del nostro cervello.
Questo volume offre uno sguardo attento alla dimensione spirituale dell'uomo nel contesto ipertecnologico dei nostri giorni e del prossimo futuro. Il testo si arricchisce di tre schede didattiche per la riflessione personale e di gruppo.
Questo volume scritto a quattro mani è un confronto misurato ed efficace tra due autori, un teologo e un astrofisico, che si distinguono «per la finezza della loro ricerca e la straordinaria limpidità del loro pensiero, che pure non abbandona mai le esigenze del rigore epistemologico» (dalla prefazione del card. Gianfranco Ravasi). «Contempla il cielo e osserva» (Gb 35,5) dice Eliu a Giobbe, accusato di essersi proclamato senza colpa davanti a Dio. In questa espressione sono contenuti anche il senso e il programma di questo libro. La contemplazione e l’osservazione del cielo non sono due atteggiamenti contrapposti, ma un unico movimento della ragione e dell’anima, del cuore e della mente. Scienza e fede vi si affacciano, da prospettive diverse ma non inconciliabili.
Gli autori
Francesco brancato è docente di Teologia Dogmatica presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania (Facoltà Teologica di Sicilia). È autore di diverse pubblicazioni, tra cui vanno ricordate: Dio, uomo e mondo nel pensiero di Hans Jonas, Padova 2013; Incontrarsi alla fine. Esercizi di Dialogo sulle “realtà ultime”, Padova 2012; L’ombra delle realtà future. Escatologia e arte, Assisi 2011; Creazione ed evoluzione. La grammatica di un dialogo possibile, Troina 2009; con S. Natoli, Dialogo sui novissimi, Troina 2009; Il De novissimis dei laici. Le “realtà ultime” e i filosofi italiani contemporanei, Firenze 2008; La questione della morte nella teologia contemporanea. Teologia e teologi, Firenze 2005. Collabora inoltre con diverse riviste scientifiche e cura una rubrica sul mensile «Jesus».
Piero benvenuti è Ordinario di Astrofisica delle Alte Energie presso l’Università di Padova, dove tiene anche i corsi “Space Plasma Physics” e “Storia dell’Astronomia”. È Direttore del Centro Interdipartimentale di Scienze e Attività Spaziali “G. Colombo” dell’Università di Padova. Precedentemente è stato responsabile scientifico europeo del Telescopio Spaziale Hubble e Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Si interessa attivamente del dialogo tra scienza e teologia. È docente del corso “Creazione ed evoluzione” presso la Facoltà Teologica del Triveneto di Padova e partecipa al Progetto STOQ nei programmi delle Università Pontificie San Tommaso d’Aquino e Gregoriana. Dal 2011 è Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura. Collabora con i quotidiani «Corriere della Sera», «Avvenire» e «L’Osservatore Romano».
Come possono conciliarsi fede e scienza? Il bene e la dimensione etica dell'uomo sono naturali o innaturali? Cosa resta di noi e delle nostre coscienze una volta spente tutte le funzioni del cervello? E soprattutto: nell'universo è possibile rintracciare un fine capace di sottrarre le nostre vite alla casualità che pare dominarle? Su questi fondamentali interrogativi il filosofo ateo Paolo Flores D'Arcais e il teologo credente Vito Mancuso si confrontano senza esclusione di colpi in un dialogo aspro, fatto di parate e affondi, memore delle dispute medioevali. Da prospettive che appaiono inconciliabili, "Il caso o la speranza?" affronta i grandi temi della nostra esistenza in maniera originale e profonda: gli autori dialogano con passione, scegliendo di non eludere le profonde differenze tra i loro diversi punti di vista, ma al contrario di scandagliarle e di esporle alla critica l'uno dell'altro. Li anima un autentico rispetto personale. E li guida la ferma convinzione che - come dice Mancuso - "dialogare... è esporre se stessi alla forza e al rigore del ragionamento"; e che - nelle parole di Flores D'Arcais "la filosofia è un dialogo, ininterrotto".
Il libro affronta gli interrogativi fondamentali che la secolarizzazione pone alla fede cristiana e propone alcuni concreti esempi di "traduzione" della fede nel mondo secolare: quanto all'idea di Dio, da purificare dall'ombra del "sacro"; all'Eucaristia, da riscoprire nella sua struttura simbolica; alla Sacra Scrittura, da liberare da ogni residuo di fondamentalismo.
Una ricerca interdisciplinare tra scienze naturali e teologia per un confronto e un dialogo costruttivo.
In un panorama culturale sempre più sensibile alla relazione sinergica tra scienze naturali e teologia il volume raccoglie il risultato di un programma di ricerca che vuole realizzare un duplice scopo. Stimolare alcuni esponenti dell’ambito tecnologico, delle scienze naturali, del sapere filosofico e teologico ad evidenziare, secondo la propria prospettiva, questioni e temi circa l’intelligibilità del reale. Successivamente, stabilire un costruttivo dialogo fra i cultori delle varie forme di sapere coinvolte. Il volume si apre con una relazione di carattere antropologico, e affronta il tema della “sofferenza” da un punto di vista filosofico e poi teologico e si sofferma sull’intelligibilità del sapere umano con una riflessione sull’arte medica. In seguito si esamina il tema dell’intelligibilità del reale fisico, tramite la nozione fisica di “sistema complesso”, di concetto di “modello”, e sulla nozione di “macchina”.
Il curatore Sergio Rondinara insegna Epistemologia e cosmologia presso l’Istituto Universitario Sophia; Logica, e Filosofia della scienza presso la facoltà di filosofia dell’Università Pontificia Salesiana; Insegnamento della religione cattolica e scienze naturali presso l’ISSR “Ecclesia Mater” della Pontificia Università Lateranense. Ricercatore in Religion&Science è autore di L’ambiente dell’uomo, Roma 1996, L’interpretazione del reale tra scienza e teologia, Roma 2007.
Dalla comparsa del celebre saggio di Darwin sull'Origine della specie (1859) il falso dilemma tra la teoria scientifica dell'evoluzione e la dottrina filosofica e teologica della creazione continua ad accendere gli animi e i dibattiti. Nel quadro di un confronto spesso sospettoso, su cui ancora si allunga l'ombra del "caso Galileo", la scienza tende a confinare la teologia nel deposito dei relitti di un "paleolitico intellettuale", mentre la teologia è tentata di perimetrare i campi della ricerca o di piegarne i risultati in chiave apologetica. Spesso ci si dimentica che la prima disciplina si dedica ai fatti, ai dati, alla "scena" e al "come", mentre la seconda si consacra ai valori, ai significati ultimi, al "fondamento", al "perché". Si tratta di due livelli metodologici, epistemologici e linguistici che appartengono a piani differenti ma che hanno pari dignità, perché ogni ricerca sulla vita umana e sul rapporto con l'universo esige una pluralità armonica di itinerari e di esiti.Assieme al testo di Luciano Lotti, Vita affettiva di Padre Pio. Mondo interiore e cura d'anime nei diari delle figlie spirituali, il volume dà avvio a una collana di brevi saggi di tema teologico, filosofico, storico, archeologico o di spiritualità, affrontati da specialisti di grande competenza, noti e meno noti, che offrono uno sguardo inedito sull'aspetto preso in considerazione. Si tratta di argomenti di interesse culturale che spesso intersecano l'attualità.
Una scienziata atea che ha appena compiuto novant'anni e un prete di frontiera sempre pronto a lottare dalla parte dei più deboli si interrogano sui valori fondamentali che orientano l'azione umana e sui temi del vivere quotidiano: il senso della fede oggi, l'etica, il significato del progresso, il futuro dei giovani, le forme dell'amore, la vita e la morte, l'impegno civile e la politica, le questioni ambientali e sociali, il lavoro e la giustizia. Con sensibilità e rispetto per le reciproche posizioni affrontano argomenti delicati e controversi, come il testamento biologico, il degrado della politica, il potere della Chiesa, gli stili di vita, la sessualità, pro: ponendo risposte che possono essere terreni di incontro e di scambio fecondo. Il pensiero ironico e limpido di Margherita Hack a tratti si scontra e a tratti si amalgama con il punto di vista audace e coerente di Pierluigi Di Piazza, dando vita a un libro agile e profondo, che regala nuovi orizzonti e aiuta a pensare.
C'è compatibilità tra scienza sperimentale e fede in un Dio Creatore? Se ne dibatte spesso, per lo più in termini filosofici. Lo si farà anche in questo libro, discutendo su Dio, l'anima, i miracoli, la Chiesa. Ma soprattutto si interrogheranno i grandi fisici, astronomi, matematici e si scoprirà che tutti i padri della scienza hanno creduto in Dio.
Il tema dell'educazione nella post-modernità è affrontato da vari studiosi e analizzato sul piano delle scienze umane, della teologia e delle arti in generale. Questione che non iveste i soli metodi educativi, il come fare, bensì l'esperienza stessa della educazione , il suo senso e il suo valore.
Interventi che ruotano attorno al tema della “grande emergenza educativa” provenienti dallo scibile della teologia, delle scienze umane e delle arti in generale. Proposto dalla Cattedra di «Dialogo tra culture» di Ragusa, questo libro propone come rimedio allo smarrimento e al malessere dell’uomo contemporaneo 1. la costruzione di legami affettivi forti, perché questo rimedio è la radice degli altri rimedi 2. di rimettere al centro la ricerca della verità dell’uomo, la “questione antropologica” 3. di affrontare le grandi questioni del vero e del bene, coniugando tra loro teologia, filosofia e scienze, nel pieno rispetto dei loro metodi e della loro reciproca autonomia. Interventi di Biagio Aprile, Giacomo Baroffio, Gianni Colzani, Zdzislaw J. Kijas, Ivo Lizzola, Domenico Paoletti, Luciana Pepi, Elena Pontiggia, Brunetto Salvarani, Ugo Sartorio, Abderrazak Sayadi, Edoardo Scognamiglio, Domenico Simeone, Italo Spada, Carmelo Vigna, Roberto Vignolo.
Destinatari
* Educatori, formatori, genitori, insegnanti * Tutti e in generale chi è interessato al dialogo tra culture
Autore
BIAGIO APRILE, francescano conventuale di Sicilia, ha conseguito il dottorato in teologia patristica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. È docente di discipline patristiche presso lo Studio teologico San Paolo (Catania) e l’Istituto teologico ibleo San Giovanni Battista (Ragusa). Collabora con la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura (Roma), per la quale dirige la Cattedra di «Dialogo tra culture». È direttore dell’Ufficio per l’educazione cattolica, la cultura, la scuola e l’università della diocesi di Ragusa. Ha pubblicato La Passione di Cristo sulla croce. Studio sul commento II, al salmo 21 di Agostino d’Ippona (Pontificia Università Gregoriana, Roma 2007), curato Dialogo tra le culture (Edizioni Messaggero, Padova 2011) e collabora con diverse riviste, tra cui «Synaxis», «Asprenas» e «Horeb».
Questo volume raccoglie gli Atti del Convegno “In Principio…”. Origine e inizio dell’Universo, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in occasione del novantesimo anniversario della sua fondazione.
Il tema si colloca nella complessa e quanto mai attuale discussione sull’origine dell’Universo e pone la questione dell’orizzonte di senso del cosmo e, in esso, dell’uomo. Affermare che l’uomo è il senso dell’Universo non è una frase a effetto. Il progresso delle scienze, proprio mentre rintraccia sempre più approfonditamente le leggi che regolano il cosmo e ne avverte con sempre maggiore consapevolezza l’intrinseca logicità e correlazione, si scopre più che mai impotente a coglierne il significato. È solo nella sua relazione con l’uomo (e quindi con Dio) che l’Universo può passare, dalla fredda e impenetrabile perfezione della visione scientifica, alla significatività della visione di fede.
Contributi di:
Stefano Alberto, Ugo Amaldi, Gianantonio Borgonovo, Evandro Botto, Franco Giulio Brambilla, Mariano Crociata, Fiorenzo Facchini, Flavio Felice, Raffaella Iafrate, Sergio Lanza, Angelo Maffeis, Pierluigi Malavasi, Alessandro Meluzzi, Lorenzo Ornaghi, Romano Penna, Piergiorgio Picozza, Roberto Radice, Giovanni Salmeri, Ambrogio Spreafico, Roberto Vignolo.