Le neuroscienze stanno rivoluzionando il nostro modo di guardare al mistero dell’uomo, presentandolo come nient’altro che un groviglio inestricabile di impulsi e sensazioni, mosso per lo più inconsciamente da una serie di processi a livello cellulare e molecolare. Cos’ha da dire la teologia a riguardo? Il libro di Andrea Pizzichini tenta di rispondere a questa domanda attraverso un percorso di indagine che rilegge l’oggettività scientifica dalle sue basi e la integra nella riflessione teologica, andando oltre il semplice dialogo tra “metodo empirico” e “metodo ermeneutico”. In questo modo, anche le neuroscienze possono essere collocate «entro lo spazio di Luce e di Vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio» (Francesco, Veritatis gaudium).
Informazioni sull'autore
Andrea Pizzichini (1984), presbitero dal 2017, dopo gli studi universitari in Ingegneria ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Teologia morale all’Accademia Alfonsiana, dove è attualmente docente, occupandosi principalmente del rapporto tra antropologia teologica e visione scientifica del mondo.
L’uomo non può vivere senza amare. È l’amore che dà significato alla vita. La vita umana viene percepita come valore e come realtà ricca di senso quando si ama e si è amati. Vivere e amare sono una vera e propria arte. Il libro intende l’etica del vivere come arte di vivere, come arte di amare la vita e come modalità di realizzare la pienezza dell’umano in tutte le relazioni e nei diversi ambiti dell’esistenza.
Informazioni sull'autore
Salvatore Cipressa è docente di Teologia morale nell’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro e nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Metropolitano di Lecce. Dal 2014 al 2022 è stato Segretario nazionale dell’ATISM (Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale).
Da Reimarus ai nostri giorni tra i teologi è maturata la convinzione della necessità di distinguere tra il Gesù della storia (o il Gesù storico) e il Cristo della fede. Le due coordinate del mistero del Verbo incarnato dovevano essere studiate partendo da metodi e strumenti propri. Soprattutto si voleva evitare che lo sviluppo del Cristo della fede potesse oscurare la ricerca sul Gesù della storia. Queste due strade andarono progressivamente a separarsi fino ad arrivare alla pluralità di "cristologie" contemporanee, tra le quali è alle volte difficile muoversi. Nel mese di novembre del 2019, la facoltà di Teologia dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum dedicò due giornate allo studio dell'argomento da diverse prospettive. Esso rispondeva al progetto, iniziato dalla facoltà, di affrontare sistematicamente le verità contenute nel Symbolum niceno-costantinopolitano.
l patrimonio artistico legato alla presenza francescana, sia nel Lazio che in Abruzzo, € il tema del volume che raccoglie gli atti dell’annuale convegno di Greccio, tenutosi il 6-7 maggio 2022, a cura del Centro Culturale Aracoeli dei Frati Minori della Provincia di S. Bonaventura. L'impossibilità di poter tracciare una ricognizione completa ed esaustiva di detto patrimonio, seppure limitato ai secoli XV-X VIII, non esclude il riconoscimento della cifra stilistica riconducibile alla strategia ministeriale dei Francescani e, ulteriormente, rappresenta, per la prima volta, uno scavo completo dei soggetti trattati. In particolare le novità che emergono, circa autori e produzione, nei 13 saggi di specialisti del settore, segnano una lezione metodologica che permette nuove acquisizioni scientifiche e assegnano a queste zone del Centro Italia il titolo di un proprium meritevole di ricerca, tutela e valorizzazione.
Le lettere pastorali annuali del cardinale C.M. Martini sono state un dono formativo importante per tanti credenti, ben oltre i confini della diocesi ambrosiana. Su quelle lettere si concentra il volume, sulla loro capacita di plasmare cristiani adulti e consapevoli, in grado di rispondere alle sempre nuove sfide del tempo in cui vivono.
È quindi sommamente importante la radice contemplativa, ed è forse il dono più bello che vorrei lasciare come eredità di questi 22 anni di servizio episcopale: dimensione contemplativa e Parola...
Luca di Pietro, laureato in giurisprudenza, e frate Minore nel nord Italia. Ha portato a termine i suoi studi teologici con il Dottorato presso la Facoltà teologica del Triveneto sulla figura del cardinale Carlo Maria Martini. Impegnato in una piccola fraternità nella provincia di Cuneo, si occupa prevalentemente di accompagnamento familiare.
L'autore invita a scoprire la vita del carpentiere di Nazaret in un avventuroso viaggio di ricerca. Quello che si legge, infatti, è frutto di un serio lavoro sulle scarse fonti dirette, anche apocrife e patristiche, e di una buona documentazione relativa all'ambiente in cui Giuseppe si trova a vivere: la Galilea del I secolo. Accanto ad esso, c'è un percorso interiore, in cui spiritualità, fantasia e narrativa si incrociano, per proporre un ritratto che dimora nell'animo dell'autore. Lo dimostrano anche gli "inserti" di attualità che l'autore dissemina lungo la narrazione: l'amore, i figli, la vita familiare, i dubbi... sono temi in cui l'esperienza antica dell'uomo di Nazaret incrocia le difficoltà e i dilemmi di persone concrete del XXI secolo. Prefazione di mons. Paolo Giulietti.
Una proposta antropologica e teologica concreta per la pastorale di questo nostro tempo così complesso: riportare la Parola di Dio al centro della esperienza quotidiana del suo popolo, affinché sia protagonista e libero. La Parola di Dio è «creatrice, risanante e risuscitante» di unità, è patrimonio personale e comunitario, energia vitale per una Chiesa sinodale. Gli autori propongono un accesso alla Scrittura grazie alla chiave di lettura delle "alleanze" - che sono i modi reali e vigenti delle relazioni di Dio con i popoli - e dei legami comunitari - seppur pieni di fallimenti. Sono quelle consuetudini di amore che si ritrovano ancora oggi nella "pietà popolare", che attende di essere fecondata dalla Parola. Introduzione di Giulio Albanese.
Ne «i due libretti sulla penitenza» che Ambrogio scrisse nell'ultimo quarto del IV secolo (Ambrogio, Commento al Salmo 37 1), confluirono l'aspra polemica con i Novaziani (sostenitori di un inflessibile rigorismo morale) e un'esortazione alla penitenza che il vescovo pensò per i suoi fedeli della Chiesa di Milano. Si tratta di un documento di grande interesse perché, oltre a documentare l'intensità del dibattito ecclesiale e a offrire uno spaccato sulla prassi pastorale della penitenza, lascia trasparire, come in filigrana, una sorta di riflessione autobiografica di Ambrogio stesso che ascrive alla misericordia di Dio nei suoi confronti l'essere passato dall'esercizio severo della giustizia, amministrata nelle vesti di giudice, all'abito della compassione proprio del ministro della Chiesa.
Castrazione simbolica o pratica di prevenzione igienicosanitaria? Sostituto del sacrificio umano o rituale di fertilità? Rito di passaggio o stigma di appartenenza? La circoncisione è tutto questo, ma anche molto di più. Una pratica chirurgica, dal significato prettamente culturale o religioso, la cui origine sembra perdersi nella notte dei tempi. Senza dubbio il più antico enigma della storia della chirurgia, la circoncisione sembra essere divenuta oggi - soprattutto nel mondo occidentale - un intervento banale, svuotato di ogni significato simbolico ma caricato, secondo le mode, di virtù igieniche o profilattiche. Una pratica, dunque, estremamente diffusa, che riguarda più di un miliardo di persone in tutto il mondo. Con uno sguardo a tutto tondo, Roland Tomb, in uno sbalorditivo lavoro di ricerca, ricco di informazioni e costellato di citazioni, affronta in maniera accurata e oggettiva l'avvincente storia, passata e presente, di questo misterioso cerimoniale.
Qual è dunque il legame tra l'amarsi, essere famiglia, e credere? Esiste ancora un futuro per la spiritualità familiare, per tramandare la fede attraverso le generazioni? Don Francesco Pesce esplora il tema dell'amore in una prospettiva ampia e relazionale, spingendo la sua riflessione all'interno delle famiglie e delle comunità parrocchiali. Il suo sguardo spazia nelle storie d'amore, ciascuna unica e originale, ma guarda anche alla possibilità di portare l'amore oltre i confini della propria casa, e poi guarda alla piccola chiesa domestica, rafforzata dagli eventi della pandemia, che ha dato nuova linfa all'esperienza spirituale delle famiglie. Un ultimo capitolo è infine dedicato ai nonni, agli anziani, e all'attaccamento che dimostrano, anche in tempi di "disinnamoramento" dal culto, alla messa e alla chiesa.
I racconti che il libro raccoglie ci dimostrano che dietro a ogni fragilità si nasconde un punto di forza. La vita anche nelle situazioni più critiche è sempre ricca e bella. Anzi, nel momento in cui le persone hanno sperimentato la loro fragilità e delicatezza nell'accettarle, hanno scoperto forze a cui non prestavano attenzione. Questo ci rende persone più umili, ci fa riflettere sulle persone che spesso vivono in fiumi di lacrime. Le persone sempre forti non esistono; esistono piuttosto persone che scelgono con attenzione a chi mostrare la loro fragilità e sta nella sensibilità degli altri accoglierle. Il libro vuol fare il tentativo di mettere in relazione la fragilità con la sensibilità di chi accoglie, ascolta e si fa compagno di viaggio.