Descrizione dell'opera
Di fronte alla crisi della vita consacrata si parla talora della necessità di tornare alle radici. Per l’autore è tuttavia indispensabile un passo ulteriore, al fine di individuare un ‘ripartire da Cristo’ che sappia saldarsi alla situazione attuale, ne diventi chiave interpretativa e indichi la vera risposta che occorre. Le pagine che egli propone si pongono su questa linea: partono dai fatti – l’attuale situazione della vita consacrata – e cercano di mostrare come proprio il ritorno al vangelo, e dunque il significato teologico-spirituale delle grandi parole che definiscono il progetto di vita consacrata, ha forza di rinnovamento per la vita consacrata stessa in ogni suo aspetto.
Il discorso intende essere spirituale, ma secondo una spiritualità che parla alla vita e la trasforma non solo a livello personale ma comunitario e apostolico. Il tema che ritorna nel corso di tutta l’esposizione è infatti quello della riqualificazione spirituale, nella convinzione che siano maturi i tempi per una vera ripresa spirituale, profondamente incarnata nel tessuto storico e culturale di oggi, capace di restituire alla vita consacrata autenticità e credibilità.
La seconda edizione è arricchita da tre nuovi capitoli che affrontano in particolare i temi della castità e della povertà.
Sommario
Prefazione. 1. Vita consacrata un ritorno alle radici. 2. La pratica e il frutto. 3. La vita spirituale come vita nello Spirito. 4. Carisma e vita nello Spirito. 5. Carisma del fondatore e carisma dell’istituto. 6. Obbedienza e vita nello Spirito. 7. Con discernimento. 8. Nella vita consacrata un’obbedienza per la missione. 9. Il servizio dell’autorità nella comunità religiosa. 10. Nel celibato per il Regno. 11. Solitudine e comunione nel celibato. 12. Per i poveri da poveri. 13. Obbedienza alla vita nella sottomissione. 14. Perché diventi vita vissuta (E. Citterio).
Note sull'autore
Luigi Guccini, sacerdote dehoniano, ha compiuto gli studi alla Pontificia Università Gregoriana. Ha lavorato per quasi 30 anni al Centro Editoriale Dehoniano di Bologna come direttore del quindicinale Testimoni e curatore di alcune collane editoriali nel campo della spiritualità e della vita religiosa. Questo incarico gli ha consentito di seguire con attenzione e in modo continuativo la ricerca e l'evoluzione della vita consacrata nel postconcilio, sia in Italia che a livello internazionale. Presso le EDB ha pubblicato – da solo o in collaborazione – Obbedienza vita nello Spirito (1981), La vita consacrata a vent'anni dal concilio (1986), Dove va la vita consacrata (1996) e ha curato Una comunità per domani. Prospettive della vita religiosa apostolica (2000). Attualmente vive e opera in un centro di spiritualità del suo istituto a Capiago, alle porte di Como.
Non diversamente dagli altri gruppi umani, le comunità religiose rispondono alle leggi che regolano i rapporti tra individui e comunità. Nel descrivere tali rapporti gli studi più recenti hanno superato l’opposizione tra il polo individuale e quello collettivo, per affermarne il carattere psicosociale: i rapporti vengono costruiti dalla comunità nell’interazione sociale; la responsabilità personale non viene esclusa, ma occorre collocarla in un contesto sociale.
Il volume aiuta a integrare la maturazione personale (prima parte) nella costruzione della comunità religiosa (seconda parte), per giungere a definire il funzionamento della comunità (terza parte), avvalendosi di utili test ed esercitazioni.
Sommario
Introduzione. 1. Il processo di maturazione personale. 2. La costruzione della comunità religiosa. 3. Analisi del funzionamento delle comunità. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
Sabino Ayestarán, francescano, è laureato in psicologia all’Università di Lovanio (1965), dottorato in psicologia alla Pontificia Università di Salamanca (1980). Docente di psicologia nella Scuola di lavoro sociale di San Sebastián (1972-1975), alla Pontificia Università di Salamanca (1976-1980) e all’Università dei Paesi Baschi (dal 1981). Psicologo di professione, la sua ricerca è incentrata sulle dinamiche dei gruppi umani. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: El grupo como construcción social, Barcelona 1995; Manual de Psicoterapia de grupo, Salamanca 1980.
La situazione attuale della vita consacrata, con la sua sterilità e le sue crisi, rivela una sua non corrispondenza con i piani di Dio e le esigenze profonde del cuore umano che anela a una salvezza. Essa è condizionata dalla cultura occidentale, radicata in un concetto dell'"io" assoluto che può intessere solo rapporti di utilità, distruggendo quegli stessi diritti umani e tanti valori umanistici di civiltà vera che pure aveva prodotto. La Chiesa ha ritenuto per molto tempo di potere coniugare cristianesimo e cultura occidentale, e ha così edulcorato il vangelo e reso difficile il suo annuncio. La vita religiosa, nel bene e nel male è stata parallela alla occidentalizzazione del cristianesimo e ha gradatamente perso la sua carica profetica. Abbiamo bisogno di una nuova concezione antropologica. Potremmo dire: passaggio dall'"io" al "sé", dall'essere alla relazione. Non più "Io sono", ma "Io siamo"; più conforme alla visione cristiana che vede la profonda identità di Dio nella Relazione, nella Comunità Trinitaria: è l'ecclesiologia del Vaticano II. Il religioso è colui che incarna questo uomo nuovo, questo nuovo cristiano: il principio-segno della possibilità di vivere il Vangelo e quindi di annunziarlo senza tradirlo e senza edulcorarlo. Il testo di F. Scalia è attuale e provocatorio. Richiama la vita consacrata alla sua radicalità.
«L’amore non può esistere senza la comunicazione. Migliorare la qualità della nostra comunicazione significa migliorare la natura e la qualità del nostro amore» (dall’Introduzione).
Le pagine offerte dall’autrice, esperta in comunicazione, si concentrano sul binomio comunicazione-amore, con l’obiettivo di accrescere la capacità di dialogo all’interno delle comunità religiose. E questo non soltanto per rendere più soddisfacente la vita dei soggetti coinvolti, ma anche per la testimonianza che essi sono chiamati a portare per esplicita indicazione di Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).
Se nelle comunità viene meno la comunicazione, queste non saranno altro che gruppi di uomini o donne residenti sotto lo stesso tetto e che forse condividono il lavoro e le spese, mentre la loro prospettiva deve essere quella di divenire un’unità fisica, spirituale e psicologica, con specifiche caratteristiche di fratellanza, amicizia e accoglienza, acquisite attraverso la continua cura della comunicazione tra i propri membri.
Al fine di tradurre in esperienza il percorso proposto dal volume, ogni capitolo è corredato di un’esercitazione, da svolgere dapprima individualmente e poi in gruppo.
Sommario
Introduzione. 1. Una prima definizione. 2. Il dialogo con me stesso. 3. La comunicazione nella vita comunitaria. 4. Solitudine. Comunità. Solidarietà. 5. Chiudersi alla comunicazione: scegliere il non essere. 6. Vivere il sacramento dell’amicizia. Conclusione. Bibliografia. Segni per l’animazione comunitaria.
Note sull'autrice
Maite Melendo, nata a Madrid e formata negli Stati Uniti, è psicoterapeuta. Tiene numerosi corsi sulla comunicazione interpersonale e le tecniche di ascolto. Tra le sue opere ricordiamo: Comunicación e integración personal (1985); En tu centro: el Eneagrama (1995); Soledad acompañada (1995); Vivir de verdad (1996); La escucha (2001).
Che cosa avvenne alla Compagnia di Gesù dopo che fu messa al bando tra il 1759 e il 1773? Gli oltre quindicimila gesuiti che vivevano e operavano in ogni parte del mondo rinunciarono davvero alla regola di sant’Ignazio? E come fu possibile riportare in vita l’Ordine ignaziano nel 1814, dopo quasi mezzo secolo di estinzione? Questo libro prova a rispondere a tali domande, prendendo in esame le vicende di numerosi Paesi europei. Contribuisce così a fare luce su una fase particolarmente critica e poco nota nella storia dei gesuiti. Infatti, se il Cinquecento, secolo degli esordi, fu segnato dall’opera di santi e martiri, e il Seicento rappresentò il momento della piena realizzazione spirituale, apostolica e culturale dell’Ordine, il Settecento fu il secolo delle espulsioni e della soppressione, episodi che ancora oggi non sono stati pienamente elaborati, non solo nella storia della Compagnia di Gesù, ma anche in quella della Chiesa.
Paolo Bianchini è ricercatore in Storia dell’educazione presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Torino. Si occupa di storia delle pratiche di diffusione della cultura in Europa tra XVIII e XIX secolo, interessandosi in particolare alle modalità educative della Compagnia di Gesù e alla manualistica per la scuola. È coordinatore nazionale della banca dati italiana sul manuale scolastico (EDISCO).
L’opera è anzitutto destinata in prima battuta all’ambito monastico, a figure come il maestro dei novizi, i confessori, l’abate, tutti coloro che prestano un qualche servizio alla vita spirituale dei giovani professi. Il testo, schematico e non pedante, può essere letto anche da chi svolge un ruolo comunque formativo (catechista, animatore di gruppi parrocchiali) interessato ad approfondire queste tematiche. Il libro offre una serie di indicazioni teoriche e pratiche e, tenendo presente come riferimento la regola di san Benedetto, pesca nella tradizione cistercense, il cammino carmelitano e le scienze umane.
Una trattazione completa ed esauriente di un tema che sta tornando di grande attualita e che viene presentato in queste pagine con la chiarezza e la linearita che merita. Sacerdoti, laici, persone consacrate possono trovarvi spunti per la riflesisone. Utile per la catechesi e l'esortazione. Il Diaconato permanente, come Ordine sacro, ha cessato di essere conferito alla meta del secolo XVI, ed e stato ripristinato nel 1964 dal Concilio Vaticano II, e in Italia nel 1971, con importanti e abbondanti vantaggi per la vita delle comunita cristiane, per quanto riguarda la vita liturgica, la diffusione della Parola di Dio, e la pratica della carita fraterna. Dopo un primo capitolo dedicato al vocabolario e alla teologia riguardanti il Diaconato, un secondo ampio capitolo prende in considerazione il ripristino del Diaconato permanente, esaminando attentamente le Norme della Chiesa Universale, i vari documenti della Santa Sede, e la normativa della CEI. In Appendice viene riportato il Rito dell'Ordinazione dei Diaconi permanenti, e l'ultimo recente rilievo statistico sulla loro presenza in Italia.
In un mondo – quello legato all’economia e alla finanza – che è sempre più complesso e specializzato, la formazione specifica di chi è chiamato ad essere economo o amministratore nella vita consacrata è quanto mai necessaria. Quest’opera vorrebbe essere un primo passo per aiutare a rendere effettiva tale formazione, che deve rispondere a un criterio di competenza specifica in campo economico, ma anche essere in sintonia con il fine dell’istituto religioso e con i principi della giustizia e della carità che devono sempre regolare le scelte economiche.
Quest'opera illustra come se da sempre la Chiesa propone ai suoi ministri i molteplici legami che li uniscono nella carità, mediante l'ordinazione sacerdotale, è soprattutto dal Concilio Vaticano II che la loro fraternità ha avuto uno sviluppo tale da essere esplicitamente definita sacramentale. A quarant'anni dal Concilio, questo libro si offre come contributo nello studio di una sfida sempre nuova per ogni sacerdote.