
Niccolò Machiavelli. "Historico, comico e tragico". Un intellettuale "italiano" in una Italia dilaniata e divisa, terra di conquista, e senza identità nazionale. Un commediografo che ha affascinato e divertito Goldoni e Marx. Il precursore della politica razionale e laica e il teorico dello Stato-Principe repubblicano. Lucio Villari affronta i temi fondamentali del pensiero politico e storico di Machiavelli, ne analizza le scritture letterarie e ne racconta la vita in una narrazione avvincente e nello scenario del Cinquecento italiano ed europeo, secolo drammatico e irripetibile.
"Non rivedrò Cartagine, mai più": è l'amara riflessione di Annibale al quale Giovanni Brizzi offre la propria voce per ricostruire le tappe di una vita e di un'esperienza straordinarie. Costretto a un duro esilio in Oriente, il generale cartaginese si rivela nei suoi contraddittori aspetti: in lui convivono l'eccelso stratega e l'abile amministratore, l'uomo educato alla filosofia greca e il "mostro assetato di sangue" che considera, con animo impassibile, l'ineluttabilità della guerra, dei massacri, degli inganni più atroci. In questo volume l'autore intende dar vita a una sistematica monografia in cui la documentazione si intreccia con la vivacità rievocativa, la finezza letteraria con il fascino di un'epoca grandiosa e tragica.
Colpito a quindici anni da un profondo squilibrio psichico, che lo spinge a vagabondare continuamente e che gli procura accessi d'incontrollabile furore, più volte rinchiuso in carcere e in ospedali psichiatrici, per anni Campana non fa altro che viaggiare, sperimentando ogni sorta di mestieri. Nel frattempo, "in vani intervalli della sua vita errante", come ci dice egli stesso, Campana scrive e riscrive il libro che avrebbe dovuto costituire il significato ultimo, addirittura la "giustificazione" della sua vita. La sua vita civile finisce, di fatto, nel gennaio 1918, quando viene definitivamente internato in manicomio, dove resterà fino alla morte, avvenuta nel marzo del 1932.
Aldo Moro nella poltrona di casa, col cappello floscio, mentre raccoglie i fichi e sbuccia le arance, mentre si fa la barba. Moro che canta filastrocche alla figlia, gioca a scacchi col nipotino, va al cinema con la famiglia a vedere i western. E piange, disperato, alla morte del padre. C'è poca politica in questo breve, lieve, struggente "album di famiglia" di Agnese Moro: qualche viaggio, gli onnipresenti giornali, le preoccupazioni del partito. Il Moro stratega, l'uomo pubblico contornato dal mito del martirio, è assente da queste pagine, sostituito da una figura di padre di famiglia ben più reale e commovente del ritratto convenzionale.
Dalla descrizione delle fasi che hanno segnato il recupero del luogo di sepoltura del poeta, alle complesse analisi del D.N.A. di vari resti ossei, alla avvincente interpretazione letteraria e politica, questo libro è un serrato susseguirsi di tratti e profili che illuminano di nuova luce Matteo Maria Boiardo, autore dell'Orlando innamorato. Un'attenzione particolare viene rivolta a originali documenti del suo tempo che rivelano un personaggio toccato da pesanti accuse morali e civili. Una ricca passerella di fotografie rende l'opera coinvolgente e affascinante.
"Comprendere le ragioni per le quali il Che - soprattutto fra i giovani - è divenuto un mito, è semplice. In un mondo utilitaristico come l'attuale, le scelte di chi pone in gioco se stesso per un ideale di giustizia meritano rispetto. E non stupisce che, negli animi più generosi, questo possa aver suscitato entusiasmo, ammirazione, spirito di emulazione." Giuseppe Mattazzi, dalla cui prefazione è stata tratta la frase precedente, ha raccolto in questo "Breviario" affermazioni e massime del "Che", raggruppandole per temi e citando le fonti da cui sono state tratte.
Giancarlo Rastelli, parmigiano, morto prematuramente nel 1970 all’età di 37 anni, fu cardiochirurgo ricercatore, ed è conosciuto in tutto il mondo come l’inventore di due metodologie operatorie per bambini cardiopatici che portano il suo nome: la Rastelli 1 e Rastelli 2. Navigando in Internet si possono trovare ben 815 pagine web su questo straordinario medico e i suoi metodi ancora oggi insuperati.
Questo libro – scritto dalla sorella – traccia il ritratto di un medico geniale e umanissimo che curando la persona malata guardava a Cristo, vivendo la sua professione come carità. Scriveva: “La prima carità che l’ammalato deve avere dal medico è la carità della sua scienza”.
È attualmente in corso la sua causa di beatificazione.
Il 19 luglio 1992 Paolo Borsellino viene ucciso dalla mafia in via D’Amelio, mentre si recava a trovare la madre malata. Giovanni Paolo II, durante l’Anno Santo del 2000, fa memoria dei martiri del Ventesimo secolo; la commissione storica incaricata di individuare questi martiri, inserisce nel lungo elenco anche Paolo Borsellino. Questo libro, nuova edizione del libro apparso nel 1994 ma arricchito di nuove testimonianze inedite – l’intervista alla moglie del magistrato, il colloquio con i figli, la parola del parroco e della sorella – racconta cosa è cambiato in questi ultimi anni. E svela nuovi, illuminanti aspetti, della vita di questo magistrato martire della giustizia.
Umberto Lucentini è nato a Palermo nel 1962. Lavora al «Giornale di Sicilia»; ha collaborato a «L’Espresso» e a «L’Europeo». La sua frequentazione con Paolo Borsellino risale ai tempi in cui il giudice era procuratore della Repubblica a Marsala e avevano progettato di scrivere un libro a quattro mani.
Il volume presenta un sintetico ritratto del regno di Filippo II (1527-1598), individuando gli ambiti essenziali nei quali l'azione di questo imperatore si esercitò. Dopo aver passato in rassegna le condizioni dei diversi possedimenti, dai regni spagnoli all'Italia, dalla Francia-Contea alle Fiandre, e le strutture amministrative e di governo di questo impero enorme, il volume si concentra sul problema delle finanze e dell'economia, sulla religione cattolica di cui Filippo fu difensore fanatico, da ultimo sulla politica estera e sulle rivolte interne che egli si trovò a fronteggiare.
Lev Tolstoj è indubbiamente uno dei massimi romanzieri dell'Ottocento europeo, ma la sua fu una figura assai complessa e i suoi romanzi non sono che una delle espressioni di un'attività intellettuale più larga, che comprende un'incessante riflessione sulla morale, sulla religione, sull'arte, sull'educazione e la politica. Il profilo che viene messo in risalto nel volume è quello del Tolstoj pensatore: non è dunque la letteratura a tenere la scena, ma l'evoluzione delle sue posizioni quale si riflette non solo negli scritti ma anche nelle sue stesse scelte di vita, a partire dal radicamento nel villaggio natale e dalla decisione di fondarvi una scuola rurale.
Il nome di Dino Grandi è legato indissolubilmente alla seduta del Gran Consiglio del fascismo che nella notte dal 24 al 25 luglio 1943 votò di fatto la sfiducia a Mussolini, aprendo la via alla liquidazione della sua ventennale dittatura. Di quella seduta, di quel pronunciamento del massimo organo del regime contro il duce, Grandi fu l'artefice e il regista. Ma, per quanto decisivo, il ruolo giocato nella fine del fascismo non rende giustizia alla figura politica di Grandi, che fu fascista e anzi mussoliniano fino in fondo, nonostante tutto. Sottosegretario dell'Interno durante la crisi Matteotti, quindi sottosegretario e poi ministro degli Esteri, ambasciatore a Londra, presidente della Camera dei fasci e delle corporazioni, ministro della Giustizia, Grandi è stato uno dei massimi protagonisti del regime. Questo volume, che corona una ricerca di molti anni, ha inteso abbracciare in un'unica narrazione la vicenda umana e politica di Dino Grandi: una vita e una carriera che, proprio nella "fedeltà disubbidiente" a Mussolini, nell'impasto di idealità e astuzia, di fede e spregiudicatezza, serbano molti tratti esemplari di quel frastagliato rapporto che gli italiani ebbero con il duce.
È una lunga lettera al padre, un teso viaggio nella memoria, alla ricerca delle radici più profonde del "cristiano" De Gasperi. È un ritorno alle sorgenti della spiritualità su cui si è fondata la lunga milizia sociale e politica dello statista trentino.
GLI AUTORI
Maria è figlia di De Gasperi, è stata al fianco di suo padre durante il periodo che lo ha visto impegnato politicamente nel secondo dopo guerra, e ha fatto parte della sua segreteria. Ora cura e raccoglie tutti gli scritti del padre e ne è riferimento ufficiale. In prima persona curerà la grande mostra itinerante che sarà la manifestazione più importante delle celebrazioni indetta per ricordare lo statista a cinquanta anni dalla morte. L'inaugurazione della mostra avverrà a Roma in Ottobre con l'intervento del Presidente della Repubblica.