Umberto II (1904-1983), ultimo re d'Italia, e per un tempo brevissimo: dal 9 maggio 1946 al 13 giugno successivo, quando il referendum sancì la vittoria della Repubblica. Lami si è lungamente intrattenuto con l'ex re in esilio a Cascais, ricevendone confidenze e documentazione, tracciando in seguito un ritratto completo dell'uomo e del sovrano. Umberto crebbe fra i contrasti di un'Italia trionfalmente mussoliniana prima e belligerante e sconfitta poi. Da alto ufficiale ed erede al trono fu spettatore silenzioso dei sotterfugi di dignitari più preoccupati del tornaconto che della patria e dell'onore. Se sul fronte privato si entra nelle pieghe del difficile matrimonio con Maria José, sul versante pubblico si descrivono, nel trapasso dalla monarchia alla Repubblica, le mistificazioni e sopraffazioni che hanno impresso nella democrazia italiana una macchia d'origine (pp. 352).
Chi era Nostradamus? Isolato dai suoi contemporanei, avvolto da un alone di mistero, l'autore delle "Centurie", il fondatore di una nuova teoria del tempo, l'inquietante padre di alcune delle profezie più oscure della storia della letteratura e della divinazione, ha lasciato con la sua morte una serie di enigmi insoluti.
Il barone Amedeo Guillet, nato a Piacenza nel 1909, è uno degli eroi dimenticati del Novecento italiano. Ufficiale di cavalleria del Regio Esercito, fu campione di equitazione e soldato coraggioso. Veterano della conquista dell'Etiopia nel 1936 e del conflitto civile spagnolo, allo scoppio della Seconda guerra mondiale si trovava in Africa Orientale Italiana al comando del Gruppo Bande Amhara a cavallo. Nel 1943 raggiunse l'Italia da clandestino per battersi contro i tedeschi. Fedele al giuramento che lo legava al re, abbandonò la divisa dopo il referendum del 2 giugno e intraprese la carriera diplomatica che lo portò in diversi paesi arabi. Oggi, a 93 anni, vive nella sua seconda patria, l'Irlanda.
Giaime Pintor, protagonista di primo piano, con Cesare Pavese, Norberto Bobbio e Leone Ginzburg, dell'attività della casa editrice Einaudi, a soli ventiquattro anni, nel dicembre del '43, cadde in combattimento in uno dei primi episodi di guerra partigiana. Figura eroica della Resistenza diventerà, dopo la scomparsa, il punto di riferimento ideale per più generazioni di antifascisti. Pintor, però, fu anche un personaggio complesso, profondamente radicato nella sua epoca: studioso della letteratura e del pensiero tedesco, distaccato alla commissione d'Armistizio tra Italia e Francia e qui incaricato di mantenere i rapporti con la delegazione di Berlino, non fu affatto disimpegnato nei confronti del regime fascista fino alla sua caduta.
È passato alla storia come colui che, impegnato nella lotta agli infedeli, lasciò il suo regno in balia del perfido fratello Giovanni Senza Terra. Jean Flori, specialista del mondo medievale, esperto di cavalleria e di crociate, ha deciso di rendere omaggio a Riccardo Cuor di Leone, cercando di separare la verità storica dalle leggende che secolo dopo secolo sono state costruite attorno alla sua figura.
Segreta e appartata, Cristina Campo scomparve nel 1977, nel silenzio quasi generale di una società letteraria che non era ancora in grado di capirla. Oggi critici e pubblico sembrano averla riscoperta, e la sua parabola esistenziale sommessa ma decisiva impone qualcosa di più, che vada al di là dei frettolosi stereotipi. Questa biografia, ricca anche di immagini, raccoglie le poche testimonianze edite e le moltissime inedite e sorprendenti - tratte da lettere, testimonianze e dal preziosissimo e finora sconosciuto diario del padre - sulla più misteriosa delle scrittrici italiane.
In pieno XIX secolo, Ludwig avrebbe voluto essere Parsifal o Luigi XIV; il costituzionalismo e la democrazia non avevano senso per lui; aborriva la Prussia e il suo militarismo, e dopo la proclamazione del Reich rinunciò anche a lottare con i suoi ministri e con l'onnipotente burocrazia. Ludwig fu segnato fin dalla nascita da un'assoluta eccezionalità, sempre in bilico fra kitsch e tragedia, fra sogno e realtà, fra sincerità e finzione; una figura che può affascinare e respingere allo stesso tempo. Forse Ludwig era pazzo, certamente era scomodo, e non per nulla la tradizione popolare attribuisce la sua misteriosa morte nel lago ad assassini senza nome.
Giorgio de Chirico, così come si considerava un grande pittore, allo stesso modo si considerava un grande scrittore. Dei libri che ci ha lasciato, "Hebdomeros", l'inedito "Il Signore Dudron" e "Memorie della mia vita", non c'è dubbio che sia quest'ultima l'opera più importante, e non soltanto per ragioni storiche, ma perché, ripercorrendo le tappe della sua vita e quelle perfettamente coincidenti del suo lavoro artistico, de Chirico aveva modo di sentirsi ancora una volta al centro del mondo e della storia dell'arte. Inoltre il libro delle "Memorie" ci mette immediatamente in contatto con la sua arte di 'pictor optimus', svelandoci i motivi della sua lunga polemica con tutto quello che veniva fatto dai suoi contemporanei.