Perché scrivere bene, in modo adeguato alle situazioni e alle richieste della società, della scuola e dell'università, è così complicato? Quali sono le principali difficoltà della scrittura di oggi? E i dubbi più ricorrenti? È davvero possibile migliorarsi? Se sì, in quale modo? Il libro risponde a questi e ad altri interrogativi, adottando un'impostazione diversa da molti altri manuali di scrittura: partendo, cioè, dai reali problemi della scrittura nel terzo millennio, ai quali viene dedicato ampio spazio, proponendo strategie, soluzioni pratiche ed esercizi stimolanti e innovativi. Il tutto nella convinzione che il dovere di comporre testi possa anche trasformarsi nel piacere di scrivere.
Questa nuova edizione aggiornata riprende tutti i contenuti del manuale "La linguistica" (ad esclusione dell'ultimo breve capitolo con cenni di storia della linguistica, che sarà comunque disponibile on-line), aggiungendo numerosi dettagli e precisazioni in diversi punti della trattazione. Viene quindi migliorata la copertura, a livello introduttivo, dei principali settori della disciplina, mentre è mantenuto l'obiettivo di fornire una presentazione di base semplice e accessibile che coniughi rigore scientifico, chiarezza di esposizione e plausibilità didattica per principianti nella materia, in particolare di corsi di primo livello. L'abbondanza di materiali di esercitazione e lo spazio relativamente ampio concesso ad alcuni concetti e ambiti tematici, e soprattutto la presenza di numerosi box con dettagli e approfondimenti, favoriscono peraltro l'utilizzazione del volume anche in corsi magistrali.
L'interesse eccezionale delle Institutiones di Gaio è giustificato da diverse ragioni; tra le principali si possono citare l'enigma concernente la figura dell'autore, la straordinaria preservazione del testo pressoché integrale dell'opera di un giurista dell'epoca classica (caso praticamente unico), le circostanze del ritrovamento del palinsesto. Tuttavia il punto centrale resta il fatto che le Institutiones Gaiane ci trasmettono l'unica visione di insieme delle forme del diritto romano classico e repubblicano, delle genuine radici, cioè, del formante giuridico, che costituisce senza dubbio il contributo più significativo e rappresentativo della civiltà romana alla costituzione della cultura occidentale.
Tutti gli studenti di tutte le scuole superiori si troveranno molte volte davanti al foglio protocollo del tema in classe. Per molti di loro, la stesura di un tema non è un'azione naturale, anzi è un cammino a ostacoli. Massimo Birattari si rivolge per la prima volta agli adolescenti (e ai loro genitori e insegnanti) alle prese con la scrittura scolastica. E proprio perché non è un insegnante (ma ha molti contatti con il mondo della scuola) non propone modelli astratti e artificiali, ma l'italiano chiaro, efficace ed espressivo del buon giornalismo, della buona saggistica, della buona narrativa (perché entrare nel laboratorio dei bravi scrittori significa imparare le loro tecniche e i loro trucchi, che possono benissimo essere applicati ai temi). Agli esempi positivi aggiunge anche quelli negativi, sempre accompagnati da analisi e proposte di semplici rimedi. Non ci sono "temi svolti", ma la sezione dedicata alla stesura mostra come si procede, passo dopo passo, a scrivere un tema; il libro diventa così un viaggio nella testa di uno che scrive, attraverso le scelte, i ripensamenti, le strade scartate. E una parte del testo è dedicata alle varie forme della prova scritta d'italiano alla maturità: il tema di attualità, quello storico, l'analisi del testo letterario, l'articolo di giornale e il saggio breve.
Non solo Dante, Leopardi, Manzoni: nella costruzione della lingua italiana un ruolo importante è quello svolto da tanti umili personaggi senza nome, privi di prestigio e spesso di cultura. Ma il loro prezioso contributo - messo in risalto nel libro - rivela aspetti della comunicazione altrimenti condannati per sempre all'oblio collettivo. "Pocoinchiostro", il soprannome di un giovane che negli anni dell'Unità stilava lettere di ricatto per le bande di briganti analfabeti, allude anche all'attuale affermazione dei nuovissimi mezzi digitali, che hanno ridotto l'inchiostro a simbolo obsoleto.
Nello studio, nel lavoro e nella vita privata, parlare bene è forse il fattore più importante per ottenere ciò che vogliamo. Questo libro insegna a evitare errori e cadute di stile nell'uso della grammatica italiana e dei termini stranieri o specialistici, guida a scegliere i modi di esprimersi più adatti nelle diverse circostanze, svela i trucchi della persuasione e della comunicazione efficace. Un'attenzione particolare è dedicata ai nuovi strumenti con cui si dialoga per iscritto oggi, come le chat, e i social network.
In questo libro troviamo tutto ciò che chiamiamo «il latino», una lingua niente affatto morta, che permane e riaffiora, talvolta in incognito, anche nel parlato più quotidiano, espressione di una civiltà che permea ancora la nostra cultura. Nel suo cuore l'uomo occidentale conserva un'affezione per questa radice della propria identità e sogna forse un ritorno alla patria romana aperta all'Europa e al mondo. In questo libro che fu già un best seller alla sua prima uscita nel 1989 (e fu poi genialmente ritoccato) Enzo Mandruzzato ci offre una «grammatica» da leggere e per leggere e che finisce con l'appassionare. Così il latino trova il suo spazio, lingua tra le lingue, e ci propone una sfida allettante: forse lo si può imparare senza sforzo, anzi con piacere.
Il libro si occupa della traduzione dal latino mettendo al centro dell'indagine la 'decodifica' o 'comprensione' del testo, ovvero la prima fase della traduzione, che ha sempre goduto di scarsa, per non dire nulla, attenzione nei testi di didattica dedicati all'argomento, ma che rappresenta invece per lo studente il momento più delicato. Il docente di latino troverà nel volume un valido strumento per farsi guida dei discenti alle prime armi nell'individuazione della gerarchia degli elementi sia nella frase singola che nella multipla composta e complessa. Il percorso di decodifica viene presentato in modo dettagliato e con particolare attenzione alle informazioni che lo studente deve acquisire da un uso corretto del vocabolario nella sezione 'Laboratorio di decodifica', il cui esito trova utile sintesi nella rappresentazione grafica. Basato sul modello di descrizione della lingua di matrice funziona-lista, applicato al latino da Emanuela Andreoni Fontecedro e da lei riformulato come tecnica di traduzione, il libro contiene una proposta organica di didattica della traduzione, compatibile con qualunque manuale di morfosintassi, e con ricca esemplificazione - fornita rigorosamente con frasi d'autore - illustra il meccanismo per cui gli stessi elementi nominali presenti in una frase singola arrivano ad "ampliarsi" fino a generare a loro volta una frase multipla. Completa il volume una sezione dedicata alla seconda fase della traduzione, con riflessioni che richiamano l'attenzione sulla competenza linguistica e culturale necessaria per la 'ricodifica'.
Non è possibile pensare con chiarezza se non si è capaci di parlare e scrivere con chiarezza. Sono parole del filosofo John Searle, teorico del rapporto fra linguaggio e realtà istituzionali. Le società vengono costruite e si reggono essenzialmente su una premessa linguistica: sul fatto cioè che dire qualcosa comporti un impegno di verità e di correttezza nei confronti dei destinatari. Non osservare questo impegno mette in pericolo il primario contratto sociale di una comunità, cioè la fiducia in un linguaggio condiviso. L'antidoto è la scrittura civile, cioè quella limpida e democratica, rispettosa delle parole e delle idee. Scrivere bene, in ogni campo, ha un'attinenza diretta con la qualità del ragionamento e del pensiero. Implica chiarezza di idee da parte di chi scrive e produce in chi legge una percezione di onestà.
Una presentazione chiara e rigorosa dei principali cambiamenti fonologici e morfosintattici occorsi nell'evoluzione dal latino alle lingue romanze. Il testo colma un vuoto nell'offerta didattica per l'università: esistono infatti numerosi manuali che trattano la storia esterna delle lingue romanze o che si romanze o che si concentrano sullo sviluppo dei generi testuali, mentre minore attenzione è dedicata alla grammatica storica. L'evoluzione è studiata sistematicamente per sardo, romeno, italiano, romancio, francese, occitano, catalano, spagnolo e portoghese. La conoscenza del latino non è presupposta. I principi della linguistica storica sono esplicitamente introdotti e illustrati.
«Che cos'è il linguaggio? Quali sono i limiti dell'intelletto umano (se esistono)? E qual è il bene comune per ¡1 quale dovremmo lottare?» Ecco i tre quesiti che Noam Chomsky affronta nelle lezioni raccolte in questo volume, elementi essenziali della domanda delle domande: «Che genere di creature siamo?» Non si tratta certo di questioni da poco, ma se c'è qualcuno che ha sia la competenza scientifica sia la capacità didattica necessarie per trattare tali problemi coinvolgendo il lettore e rendendolo davvero partecipe del ragionamento, questi è sicuramente Chomsky. Che, senza avere mai la pretesa di offrire soluzioni definitive, rende semplice il difficile, e mettendo a nostra disposizione le sue enormi conoscenze ci mostra quanto spesso e quanto facilmente le ovvietà, così banali nel loro essere vere, possano essere ignorate o rifiutate, mentre l'errore diventa prassi, se non teoria, dominante. Partendo dal «linguaggio» e arrivando al «bene comune», il grande intellettuale americano si mostra qui per intero. Per una volta, in questo libro il linguista e il «politico» si incontrano, e dimostrano (se ce ne fosse bisogno) che si tratta di una persona sola: in Chomsky tout se tient. E mai come in queste pagine risulta evidente che lo scienziato che ha rivoluzionato la linguistica e l'appassionato militante perseguono un medesimo fine: la comprensione di ciò che l'uomo è nella sua natura più profonda.
«Leggere e interpretare testi di vario tipo; capire che cos'è, precisamente, una "frase" e cioè incontrare faccia a faccia la grammatica; regolarsi nella varietà di "stili" dell'italiano; fronteggiare l'azione dei media, che in vari modi spesso ci alienano dalla nostra lingua; liberarsi da alcune preoccupazioni eccessive nell'uso normalmente comunicativo di essa; distinguere tra errore e divergenza stilistica.» Tutti usiamo la lingua, ma pochi lo fanno con consapevolezza. Perdendo la possibilità di sfruttare altre parti del suo immenso potenziale. Francesco Sabatini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca, conosciuto dal pubblico televisivo per la sua grande capacità divulgativa, ci insegna a farlo in questa appassionante e innovativa Lezione di italiano. Svolta in dieci Dialoghi e dieci Inviti rivolti al lettore, condotti coniugando precisione e leggerezza, scientificità e praticità di tipo didattico. Il nocciolo della seconda parte dell'opera affronta i due temi cardine: l'indispensabile conoscenza riflessa del meccanismo della lingua (disegnato secondo il modello "valenziale", che rivela la sua straordinaria semplicità esplicativa), il trattamento che di questo meccanismo si fa producendo i testi, da quelli giuridici a quelli scientifici, saggistici, giornalistici, narrativi e poetici. E ancora: i temi della "prolissità italica", dell'eccessiva cedevolezza all'anglolatinismo banale, dell'inefficace studio tradizionale del latino, del rispetto, ma non riproponibilità funzionale, dei dialetti, dell'ipersensibilità nei confronti di una lingua più comunicativa (le dispute sul congiuntivo!). Il tutto sullo sfondo della vita del nostro Paese, colta in un'efficace raffigurazione socioculturale finale, dove ognuno dei lettori può ritrovarsi, collocarsi e guardarsi allo specchio, "tirando fuori" la sua lingua.