Mai come prima il messaggio del Papa per Giornata Mondiale della Comunicazio­ne sociale appare così urgente e aderente alla situazione che sta vivendo la comu­nità umana. L’avvento di Internet e dei media sociali ha “cambiato” il modo di fare informazione e di usare i big-data per il controllo degli utenti della rete. Per di più, la sovrabbondanza delle informazioni ha reso più difficile identificare la qualità delle notizie e spinto verso un confronto in cui sospetto e acredine stimolano il meccanismo del fascino e della accettazione o al contrario del rigetto apriori. Tempestività e istantaneità della pubblicazione hanno inficiato il dovere della ve­rifica soprattutto per chi pubblica, ma anche per chi legge. Il fruitore stesso, lettore o spettatore che sia, si trova a volte di fronte alla sospensione del giudizio sulle informazioni ricevute rischiando di cadere nel paradosso della credibilità: le noti­zie cioè sono valutate incredibili, ma probabili o possibili. In questo clima prolifi­cano le notizie false o menzognere il cui obiettivo è quello di creare distorsione della verità e conseguente disinformazione, e reconditamente di montare il so­spetto, il complotto, la violenza verbale e il conflitto. Perciò l’appello alla “respon­sabilità personale di ciascuno nella comunicazione della verità” appare più che mai opportuno. Solo la veridicità delle notizie può contribuire a un giornalismo di pace, non “buonista”, ma a servizio dell’interesse di tutti poiché genera fiducia e apre “vie di comunione e di pace”.
Questo volume prende in carico la sfida degli attuali teatri della comunicazione, perché danno molto da pensare e possono suggerire alla comunità cristiana forme e strumenti per una presenza veramente nuova. Il taglio dell'analisi è educativo e pastorale, ma solleva il velo anche sulle dinamiche antropologiche che attraversano i nuovi media, sempre più virtuali e social. Il mondo "virtuale" dei social c'è, è attorno a noi e dentro di noi. Non possiamo più sottrarci, diventa essenziale usare con sapienza questi strumenti, trovare una nuova retorica e una nuova pragmatica della comunicazione. Il domani ha bisogno di persone che accettino la sfida del nuovo: ad ogni cambiamento d'epoca solo i visionari sanno abitare il presente, anticipando quel futuro prossimo che è già qui.
Una riflessione a più voci per accompagnare il lettore nell'approfondimento del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Tema del 52° Messaggio del Santo Padre è «La verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Faine news e giornalismo di pace, una suggestione di stringente attualità, che coinvolge la nostra società a più livelli, dai giornalisti alla comunità tutta. Su questa sollecitazione si confrontano accademici e studiosi (filosofi, esperti di comunicazione, teologi, poeti, pedagogisti, giornalisti) che, mediante approcci diversi, mettono a disposizione una ricchezza di prospettive e chiavi di lettura tradotte, nella seconda parte del testo, in proposte operative.
Quali sono le parole che più di altre aprono imponenti sipari nel mondo della comunicazione? Le Autrici del volumetto ne hanno focalizzate dieci, scegliendole tra le più conosciute, le più problematiche, le più ambivalenti. Le hanno rese un ponte per entrare in modo consapevole e critico nel mondo della comunicazione digitale, per capirne i meccanismi, per scegliere chi essere e come essere in rete, per imparare a costruire "uno stare in rete" sensato, positivo e cristiano.
Le dieci parole scelte sono: social, loggare, spam, share, taggare, cookie, fake, selfie, like, virale. Per ognuna di queste parole le Autrici affrontano quattro prospettive: 1. parola alla parola (definizione del significato proprio del termine); 2. parola della rete (il suo senso nell'uso quotidiano in rete); 3. la parola e la vita (le sfide su cui giocarsi); 4. una Parola di vita (possibili input tratti dalla parola di Dio).
L’importanza degli eventi si può percepire soprattutto oggi, in un’epoca in cui lo sviluppo tecnologico e la diffusione capillare e i social media hanno creato un contesto comunicativo caratterizzato da disintermediazione e coinvolgimento diretto delle persone.
Un contesto sempre più partecipativo e aperto, nel quale si moltiplicano i generatori di notizie e spesso si produce uno scambio di ruoli tra i media tradizionali e i loro pubblici. Intrattenimento, informazione, divertimento e serietà, tempo libero e riflessione, ormai viaggiano insieme. Come dica Papa Francesco, la sfida è quella di “reimbarcare a raccontare, non semplicemente a produrre e consumare informazione” per favorire una nuova “cultura dell’incontro”.
Dalle comunicazioni di massa alla comunicazioni medianti il computer si può tracciare l'evoluzione storica, analizzare gli aspetti tecnologici e valutare l'impatto sociale ricorrendo a discipline specialistiche, ma ai fini di una prima introduzione alla materia risulta utile la descrizione che l'Autore fa delle diverse fasi di sviluppo dei media alla luce del contesto socio-politico e del clima culturale nel quale queste si realizzano. La presentazione in parallelo di dati e accadimenti salienti, nell'arco di tempo che va dalla prima industrializzazione del sistema dell'informazione fino agli inizi degli anni Duemila, vuole favorire la ricostruzione di un quadro d'insieme, propedeutico ad ogni successivo approfondimento.
Messaggio del Santo Padre per la celebrazione della 52° giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Un saggio sul "mondo liquido" del Web, sul tempo della tecnica e del potere strumentale ma anche dell'inevitabile rischio della negazione dell'uomo...
L'opera inaugura la nuova collana Studi, diretta da Robert Cheiab, che raccoglie ricerche e studi su temi di fede, cultura e spiritualità. La rivoluzione digitale ha trascinato l'uomo e le sue relazioni verso il "mondo liquido" del web. I giovani e gli adolescenti sono i primi imbrigliati in questa rete. L'ospite più pericoloso di questa nuova "residenza" è il nichilismo, la negazione dei valori e dell'uomo stesso. Il presente studio analizza questo fenomeno con oggettività ed empatia e propone uno spazio di comunicazione fra i nativi digitali e la Chiesa.
Continua
Singolare è stato il rapporto di Paolo VI con la stampa. Il mondo del giornalismo, in particolare, gli era famigliare, avendolo frequentato e praticato sin da ragazzo. Fondatore di diverse riviste quali "Diocesi di Milano" nel 1960 e "Il Segno" nel 1961, ancora oggi pubblicato. Tanti i discorsi sulla deontologia morale della stampa: al Consiglio Naz. della Stampa Italiana nel 1966; alla Stampa estera nel 1973. Su questa deontologia del giornalista Paolo VI si fermerà anche sul discorso ai giornalisti dell'Associazione della Stampa Estera in Italia, qui proposto, e che fu pro-nunciato il 28 febbraio del 1976, ossia verso la fine del pontificato. «La Chiesa cattolica non è soltanto la cupola di San Pietro e alcune guardie svizzere. Per capire la Chiesa è necessario studiarne la complessi-tà. Noi siamo difficili. Ma voi dovete leggerci. Dovete penetrare questo alfabeto poco noto, così come bi-sogna leggere i geroglifici per capire una piramide egizia". È singolare cogliere, ad oltre quarant'anni di distanza, la corrispondenza di modelli tratti dall'antico Egitto nel linguaggio di due Papi: Paolo VI e Francesco, il quale nel Discorso natalizio alla Curia Romana del 21 dicembre 2017, volle ripetere un'espressione «simpatica e significativa» del De Mérode sul tentativo di pulire la Sfinge d'Egitto con uno spazzolino da denti. Francesco lo diceva per sottolineare «quanta pazienza, dedizione e delicatezza occorrano» per rag-giungere l'obiettivo della riforma della Curia, «istituzione antica, complessa, venerabile, composta da uomini provenienti da diverse culture, lingue e costruzioni mentali». Nonostante la diversità dei di-scorsi e del tema rispettivamente trattato, non sarà tuttavia difficile trovare una sintonia fra questi due Papi nel modo d'intendere la riforma della Chiesa e, in essa, anche della Curia romana.
Il 13 marzo 2013 viene eletto pontefice Jorge Mario Bergoglio: Papa Francesco. Succeduto a Benedetto XVI in modo imprevisto, e in un periodo in cui la credibilità della Chiesa è messa a dura prova, Papa Francesco immediatamente sembra portare, non solo alla comunità cristiana ma a tutti, una parola diversa: diretta, immediata, comprensibile e soprattutto credibile. Papa Francesco spiazza le gerarchie con scelte insolite, sorprende la gente comune con gesti imprevisti, neutralizza le distanze con interlocutori lontani dalla Chiesa cattolica e trasmette una autenticità che torna a dare credibilità al ruolo di Papa. Francesco comunica con tutti i mezzi che ha: lo sguardo, i gesti, le parole, gli abiti, gli oggetti che usa e in questo modo, ridefinisce i termini del discorso religioso, dell'intervento religioso. Questo libro, con i diversi contributi che presenta, riflette sulle caratteristiche e le risorse di questo modo di comunicare, sugli effetti che genera, sui legami che costruisce, sui sentimenti sociali che rinforza, nella convinzione che non ci sia separazione tra dire, fare e essere - almeno nella comunicazione efficace, come quella di Papa Francesco.
Come abitare oggi il mondo della comunicazione? Come esserne cittadini, soprattutto in quanto credenti? In che modo evitarne i rischi e valorizzarne le opportunità? Ecco le domande a cui risponde questo libro, rivolto in particolare a quanti si preparano a svolgere un'attività pastorale. Nella prima parte, il libro approfondisce i vari ambiti della comunicazione, ne ripercorre storia e rilevanza, ricadute sul piano sociale ed educativo. Nella seconda parte offre indicazioni concrete per attivare, anche in ambito pastorale, una comunicazione competente e buona. Il testo è pensato a servizio di chiunque voglia comunicare con consapevolezza e responsabilità.
Il libro delinea la storia di Radio Vaticana, dalla sua origine alla fine della seconda guerra mondiale. Seguendo il triplice filone della diplomazia, della propaganda, dell'apostolato, fa emergere così, da una prospettiva inedita, il complesso rapporto che la Santa Sede intrattenne con i totalitarismi e con le democrazie, e il suo atteggiamento nei confronti della Shoah e dell'antisemitismo. Attraverso la ricostruzione dei testi delle trasmissioni nelle diverse lingue, sono approfondite le relazioni dell'emittente con i pontefici e la Curia romana, caratterizzate fra l'altro dagli spazi di autonomia che alcune rilevanti figure di speaker radiofonici seppero conquistarsi.