
Su quali valori possono fondarsi l'educazione e la relazione di coppia se vogliono davvero essere all'altezza della situazione delle famiglie odierne? Le generazioni precedenti avevano valori ben precisi, un consenso su cosa era giusto e cosa era sbagliato. Oggi questo consenso non esiste più. Ci troviamo in una fase di trasformazione radicale, nella quale devono trovare strada linee guida attuali. Abbiamo bisogno di valori di riferimento nuovi e chiari, che ci aiutino a prendere buone decisioni - tali da poterle difendere con convinzione sia davanti a noi stessi che alla famiglia. Jesper Juul presenta numerosi esempi di vita quotidiana per dimostrare come madri e padri possano utilizzare i valori al pari di una bussola, per far sì che la loro relazione di coppia e quella con i figli si mantengano solide e stabili, anche nei momenti difficili.
La libertà di educazione misura la natura democratica e popolare di una società. Di conseguenza indica anche la capacità dello Stato di svolgere il suo compito di garante di una società civile in cui le persone e tutti i corpi intermedi - anzitutto genitori e famiglie - in piena libertà possono esercitare, tra gli altri, il diritto fondamentale primario di educazione e di istruzione.
Storie di piccoli pazienti e riflessioni sulla sofferenza, la paura e il "prendersi cura" In diretta continuità con "Aiutami a non avere paura" di Cristiana Voglino - dedicato all'esperienza di accompagnare i più piccoli nelle malattie gravi - questo volume - scritto da tre professioniste del mondo educativo, a loro volta madri - riflette sulla realtà della malattia e della morte dei bambini, figli o pazienti, sul prendersi cura, sul "supportare" e "sopportare" la sofferenza, accrescendo la propria capacità di reagire. Prefazione di Duccio Demetrio. Postfazione di Rossana Becarelli.
"Ditemi se le devo ancora insegnare queste cose o no. Forse, se i ragazzi non sanno più l'italiano, vuol dire che la scuola non ha più ritenuto che fosse il caso di insegnare l'italiano. Forse tutti in Italia (o meglio, in Europa) hanno deciso questo: che non è più utile insegnare la propria lingua, e si sono dimenticati di dirlo anche a me, e allora io sono l'ultima a fare una cosa che non interessa più nessuno, e quindi è bene che smetta. Questo libro è una battaglia, perché la cultura non abbandoni la nostra vita e prima di ogni altro luogo la nostra scuola, rendendo il futuro di tutti noi un deserto. È anche un atto di accusa alla mia generazione, che ha compiuto alcune scelte disastrose e non manifesta oggi il minimo pentimento. Infine, è la mia personale preghiera ai giovani, perché scelgano loro, in prima persona, la vita che vorranno, ignorando ogni pressione, sociale e soprattutto familiare. E perché, in un mondo che li vezzeggia, li compatisce, e ne alimenta ogni giorno il vittimismo, essi con un gesto coraggioso e rivoluzionario si riprendano la libertà di scegliere se studiare o no, sovvertendo tutti gli insopportabili luoghi comuni che da almeno quarant'anni ci governano e ci opprimono." (P. Mastrocola)
Prima della domenica con i figli c'è il sabato, e prima ancora una settimana intera di buoni propositi. Tutto quello che si rimanda, fra gli impegni e il lavoro, le cose che si potrebbero fare insieme, i giochi e le attenzioni verso i figli, il sentirsi una famiglia eccetera. Insomma, il tempo da dedicare ai bambini finisce per essere concentrato tutto nella domenica, creando grandi attese e aspettative da entrambe le parti. Così quando arriva finalmente domenica, di solito succede qualcosa del genere: il concetto generico di "ci divertiamo come matti" ma anche solo "stiamo bene insieme" diventa un imperativo categorico, e il terrore di non sapere come riempire quelle ore di tempo libero, di non essere all'altezza, di non riuscire a recuperare i punti popolarità persi durante gli altri giorni della settimana, rischia di diventare paralizzante. In "Ogni maledetta domenica" c'è un po' di tutto: idee, consigli, giochi e attività per non passare la domenica girando a vuoto in cerca di idee. Molto più di 37, a dire il vero, per tutte le situazioni e per ogni tipo di famiglia: dalla domenica indoor (nel caso probabilissimo di maltempo) a quella braveheart, per chi non teme le attività estreme (come il rafting giù per i torrenti), dalla domenica con i neonati a quella dei papà single, da quella al mare a quella in coda in autostrada. Save the parents è una collana di libri che potrebbero sembrare manuali e invece sono storie.
Per molti aspetti della vita personale e sociale nell'Italia di oggi si può parlare di un confine sottile, ossia rarefatto, se non addirittura inesistente, fra legalità e illegalità. Il confine costituisce non solo una metafora del discrimine fra due universi morali e normativi (il lecito e l'illecito), ma anche un tratto specifico della modernità, uno spazio fisico-temporale, che esalta il desiderio e la libertà dell'uomo contemporaneo di stabilire autonomamente orizzonti e direzioni di senso. Tutto questo riguarda, in modo specifico, l'odierna realtà giovanile. Stili, 'riti', comportamenti dei giovani, non di rado, si collocano in bilico, su una linea di confine 'mobile' e di significati disomogenei. Da una parte si collocano quelli ispirati a logiche di costruttività, responsabilità, apertura sul futuro, dall'altra stanno quelli legati a evasione, 'sperimentalismo', disillusione. Certi 'scollinamenti' di confine talvolta prefigurano passaggi senza ritorno, viaggi di sola andata, privi della possibilità di riprendere il cammino da capo. Di ciò si è discusso nel convegno "Il confine sottile. Culture giovanili, legalità, educazione", promosso il 26-27 novembre 2009 dal Centro Studi per l'Educazione alla Legalità (Università Cattolica, sede di Brescia). Il volume ne propone gli atti, articolandoli in tre Sezioni: approfondimenti psico-sociologici e pedagogici; fenomenologia del confine; 'buone pratiche'.
“Giovani e musica. Una prospettiva educativa” nasce dal frequente contatto con genitori, animatori, catechisti e insegnanti che comprendono l’importanza della musica per i giovani, ma sono spesso disorientati per la vastità, la complessità del fenomeno e la velocità di cambiamento di mode e tendenze. Ci si rende sempre più conto che la musica non è solo ascolto, bensì stile di vita; è riflesso del modo di sentire in quel dato momento; è codice per la cerchia degli amici; è rito da celebrare insieme ad altri “fedeli” della stessa “religione musicale”; è contesto sociale nel quale immergersi e trasformarsi; è laboratorio sperimentale della ricerca di identità; è spazio per esprimere la propria corporeità; è dimensione comunicativa per gli altri e per se stessi; è flusso liquido di suoni nel quale immergersi e isolarsi dal resto del mondo; è potente anestetico per stordirsi nei momenti di dolore personale; è un eccitante per celebrare l’euforia della propria giovinezza. È tutto questo e molto altro perché, come per tutti i linguaggi, la musica si racconta e ci racconta.
L’idea di fondo, che ha guidato questo scritto, è fornire a genitori, educatori, insegnanti, catechisti, e a tutti coloro che hanno a cuore l’educazione dei giovani, un quadro – per molti aspetti incompleto, ma sufficientemente ampio – capace di dar conto della complessità e della ricchezza dell’oggetto in questione.
La musica può essere maestra di vita, e lo è in quanto narrazione che si aggiunge a tutte le altre per nutrire l’uomo di quelle storie che gli servono per capire il senso profondo della vita.
Dal momento in cui diventa madre ogni donna, per istinto, comincia a preoccuparsi per la prole, come accade per molte specie animali, dedicandosi a soddisfare i bisogni primari dei figli e a prepararli perché raggiungano l'indipendenza. Ma... non solo! L'amore materno è una forza potente e inestinguibile, un sentimento totalizzante e incontrollabile di cui i figli, oggetto fortunato di tanto affetto, sanno approfittarsi con spregiudicata disinvoltura. Ecco raccolte in questo libro 1000 esempi in forma di aforisma in cui figli di ogni età riconoscono le espressioni più grandi dell'amore materno.
Ogni genitore cerca di trasmettere ai propri figli dei consigli basati sulla propria esperienza, dimenticando spesso di farlo con premura, passione e amore. D'altro canto, spesso i figli faticano a recepire le parole degli adulti ritenendole a torto estranee alla loro vita. In questo libro i Williams, genitori adottivi di più di diciannove figli di diverse nazionalità, condividono venti storie semplici ma significative rispetto alle problematiche, alle gioie e alle responsabilità insite nella crescita. Le loro vicende si rivelano un ottimo spunto di riflessione per tutti i genitori.
All.origine di questo testo c.è un lungo lavoro di ricerca che partendo dall'ipotesi che la formazione one to one costituisca un processo auto-formativo, auto-realizzativo e auto-trasformativo - che è possibile realizzare mediante una "partnership di apprendimento" con un formatore esperto ma per il quale è indispensabile un costante e duraturo "esercizio individuale" - ha indagato e approfondito quelle pratiche formative centrate sulla persona tese a "formare se stessi" e "formare il proprio Sé". Il risultato realizzato, come nelle intenzioni degli autori, non è un testo scientifico per studiosi della materia ma, piuttosto, un testo di orientamento all'interno di questo "nuovo mondo" rivolto sia ai formatori che alle organizzazioni, Si voleva, quindi, che avesse un'agilità da Lonely Planet pur mantenendosi sempre rigoroso e fondato dal punto di vista documentale ed empirico.
Il professor Dell'Oro, responsabile del Servizio Orientamento Scolastico del Comune di Milano, si rivolge ai genitori e agli studenti, ai dirigenti scolastici e agli insegnanti, facendo emergere ciò che sta alla base di queste problematiche. Offre loro una bussola con i criteri essenziali da seguire per la scelta della scuola più adeguata per ciascuno studente. E infine indica la strada che porta a vivere - e far vivere - la scuola come una reale grande opportunità, guardando con occhio critico ciò che può trasformarla in una vera sofferenza per tutti.